Nel suo editoriale di commento al risultato del primo turno delle elezioni francesi, anche il giornale francese Le Figaro non può fare a meno di riconoscere il ritorno della lotta di classe, un fatto che riemerge in tutta la sua forza nonostante la rimozione del problema operata dalla sinistra. La distribuzione del voto mostra chiaramente come le classi popolari si siano rivolte principalmente verso la "populista" di destra Le Pen, mentre la Francia "che sta bene" ha votato per il "nuovo" che non cambierà niente, l'ex banchiere Macron.
Ma quanto peserà, anche al secondo turno, la confusione mentale della cosiddetta sinistra? Incapace di guardare alla realtà senza la lente deformante delle proprie credenze ideologiche, il PCF chiama a votare Rotschild pur di sbarrare la strada alla Le Pen.
(Articoli segnalati su Maurizio Blondet)
Le Figaro, di Mathieu Slama, 24 Aprile 2017
Credevamo che il concetto di lotta di classe fosse superato. Intellettuali di sinistra come Chantal Mouffe e Jean-Claude Michea, benché nutriti al pensiero marxista, recentemente hanno dichiarato che il concetto di lotta di classe doveva essere ripensato. E nessun candidato della sinistra, con l'eccezione di Nathalie Arthaud, ne ha parlato durante la campagna elettorale.
Tuttavia, le cose non stanno così. La lotta di classe riemerge politicamente nel secondo turno di ballottaggio che opporrà il liberale Emmanuel Macron alla sovranista Marine Le Pen.
L'elettorato di Macron raccoglie la Francia che sta andando bene, la Francia ottimista, la Francia che si guadagna la vita senza problemi, la Francia, che non ha bisogno di confini e di patria, quei vecchi miti del mondo antico: la Francia "aperta", generosa perché ne ha i mezzi. La Francia di Marine Le Pen è la Francia che soffre, che ha paura. Si preoccupa del suo futuro, di arrivare alla fine del mese, soffre nel vedere i padroni che guadagnano tanti soldi e insorge contro l'incredibile arroganza della borghesia, che dà lezioni di umanesimo e progressismo dall’alto dei suoi 5000 euro al mese.
Le Pen in Francia probabilmente perderà contro il "fronte repubblicano" che si va organizzando contro di lei. Qualunque cosa si pensi del candidato del Fronte nazionale, c’è qui una forma di ingiustizia su cui interrogarsi: la Francia dei piani alti si prepara a confiscare alle classi popolari le elezioni presidenziali, un‘elezione che potenzialmente determina il loro destino.
Bastava vedere, la notte scorsa, la differenza tra gli attivisti di Macron - consulenti alla moda, studenti delle scuole di business, sicuri della loro superiorità di classe - e i sostenitori di Le Pen, gente semplice, timida, che non padroneggia i codici sociali e mediatici. Che contrasto, anche, tra l'atmosfera da discoteca nella sede di Macron e i balli improvvisati nella sede di Le Pen.
Dietro questa lotta di classe si nasconde uno scontro tra due visioni del mondo. La visione liberale e universalistica che non crede né nello Stato né nella nazione; e la visione oggi definita populista o sovranista, che vuole ritornare allo Stato, ai confini nazionali e al senso di comunità contro le devastazioni della globalizzazione. E‘ la grande battaglia che in definitiva non è mai cessata, dal 1789.
Il Partito Comunista chiama al voto per Rotschild - O come tradire il popolo sino in fondo
di Egalité et Réconciliation, 24 Aprile 2017
In una dichiarazione dopo il primo turno delle elezioni presidenziali, il Partito Comunista ha denunciato "una situazione estremamente grave per il nostro paese." Per il PCF, che ha sostenuto Jean-Luc Mélenchon, il secondo turno delle elezioni presidenziali "vedrà lo scontro tra il candidato dell'estrema destra xenofoba e populista, Marine Le Pen, ed Emmanuel Macron, il candidato scelto dagli ambienti finanziari per portare avanti le politiche liberali di cui il nostro paese ha sofferto per 30 anni. "
Il PCF ritiene, tuttavia, che "Marine Le Pen vuole un mondo pericoloso in cui tutte le avventure militari diventano possibili, dove sarebbero incoraggiate tutte le rivalità nazionaliste."
Noi comunisti, "consapevoli delle enormi battaglie che stanno arrivando e delle responsabilità che incombono sul nostro partito, il 7 maggio, per il secondo turno delle elezioni presidenziali, chiediamo di sbarrare la strada della Presidenza della Repubblica a Marine Le Pen, al suo clan e alla minaccia che il Fronte Nazionale rappresenta per la democrazia, la repubblica e la pace, anche se per farlo si deve votare l'unico candidato che, purtroppo, le si oppone."
se il pCF è passato dal 22 al 3% in 20 anni, c'è un motivo.
RispondiEliminaNon avevo dubbi che il sinistrorso Mélenchon svolgesse il ruolo di utile idiota del capitale.
RispondiEliminaChe frustrazione non essere mai smentiti dai fatti.
Più che la lotta di classe, considererei il perenne divergere tra chi considera il bene proprio come rappresentativo dell'intera comunità (laddove addirittura non in antagonismo), e chi invece considera il bene complessivo della comunità come facente parte anche del proprio; in questa visione, alquanto meno stolida e meschina, la classe sociale d'appartenenza non c'entra più un bel nulla.
RispondiEliminaQuesta è l'attuale "sinistra" europea. Vota per i banchieri e ostacola i lavoratori.
RispondiEliminaI comunisti francesi hanno lo stesso livello intellettuale dei socialisti francesi. Cosa aspettarsi da costoro?
RispondiEliminaNel caso di una vittoria del FN sono capaci di portare la Francia verso la guerra civile
RispondiEliminaNon so se avete sentito l'orrido birignao di Macron...e che oratore "trascinante"...
RispondiEliminaSe si affidano a mezze figure simili che significa?
Che sono alla frutta e prendono l'unico che gli resta o che siamo alla frutta noi e ci propinano il peggio del peggio twntl siamo talmente rimbecilliti che votismo per lui?...
L'errore principale di chi ha steso questo testo è quello di considerare Le Pen come un soggetto antisistema.
RispondiEliminaEssere contro, o più blandamente scettici, verso l'Euro non significa affatto essere automaticamente dalla parte dei soggetti sociali (salariati, precari, liberi professionisti "per forza") che sono stati tritati da 15 anni di moneta unica europea.
Anzi, quando si parla di destra, soprattutto "populista" come nel caso del nostrano Salvini, l'anti europeiso diventa mera rappresentazione degli di quella borghesia indigena medio/piccola che sta perdendo la competizione con l'imprenditoria che opera su scala multinazionale.
Per i soggetti subalterni, dunque, Macron o Le Pen sono la stessa minestra.
In questo scacchiere, chi dovrebbe rompere i giochi è la sinistra al di fuori degli schemi liberali, che tuttavia, è palese non riesca a comprendere in modo adeguato lo stato di cose presenti.
In realtà, su Le Monde di oggi, viene detto il contrario: " Parmi les trois options (vote Macron, vote blanc ou abstention), il n’y en a aucune qui soit immorale". Ovvero "delle tre opzioni possibili (votare Macron, voto bianco, astensione) nessuna delle 3 è immorale." Tradotto: fate mo quello che volete, ma non votate FN.
RispondiEliminahttp://www.lemonde.fr/election-presidentielle-2017/article/2017/04/26/pour-alexis-corbiere-la-france-insoumise-pas-une-voix-ne-doit-aller-au-front-national_5117898_4854003.html
Mélanchon è l'unico candidato di sinistra che abbia senso votare, e non è certo colpa sua se ora la scelta cui sono richiamati a rispondere i francesi è tra destra liberale e destra nazionalista. Illudersi poi che la LePen faccia gli interessi delle classi subalterne è un errore lapalissiano. Fatevene una ragione.
et alor vote' macron e prende-vous nel cul
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