Un'amica del Blog ci manda questa interessante traduzione da Stratfor. Grazie Anna!!!
di George Friedman - traduzione di Anna Paolini
Con i Palestinesi che dimostrano e il Fondo Monetario Internazionale in subbuglio, sembra strano concentrarsi questa settimana su quel che viene chiamato il Visegrad Group . Ma non è una scelta frivola. Ciò che il Gruppo di Visegrad ha deciso di fare la scorsa settimana, io credo, produrrà conseguenze per anni, per molto tempo ancora dopo che il presunto tentato stupro di Dominique Strauss-Kahn sarà dimenticato e ben prima che la questione israelo-palestinese sia risolta. Il fatto che la maggior parte delle persone al di fuori della zona non ne sia consapevole, non dovrebbe consentire di oscurarne l'importanza.
La zona è l'Europa - più precisamente, gli stati che erano sotto il dominio dell'Unione Sovietica. Il Gruppo di Visegrad, o V4, si compone di quattro paesi - Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria - e prende il nome da due incontri tenuti nel 14 ° secolo nel castello di Visegrad nell' attuale Ungheria dai leaders dei regni medievali di Polonia, Ungheria e Boemia. Il gruppo venne ricostituito nel 1991 nell’ Europa post- guerra fredda come il Visegrad Tre (a quel tempo, la Slovacchia e la Repubblica Ceca erano uno Stato solo). L'obiettivo era quello di creare una struttura regionale dopo la caduta del comunismo. Questa settimana il gruppo ha deciso una nuova interessante svolta.
Il 12 maggio, il Gruppo Visegrad ha annunciato la formazione di un “gruppo di combattimento” sotto il comando della Polonia . Il gruppo di combattimento dovrebbe entrare in vigore entro il 2016 come forza indipendente e non dovrebbe fare parte del comando NATO. Inoltre, a partire dal 2013, i quattro paesi dovrebbero cominciare insieme le esercitazioni militari sotto gli auspici della Nato Response Force (la forza di risposta rapida della Nato, costituita da una forza di 25.000 uomini equipaggiati con materiali di alta tecnologia, con una forza di primo intervento in grado di essere dispiegata in qualsiasi parte del mondo nel giro di cinque giorni e il totale della forza nel giro di un mese, ndt).
Dalla caduta dell'Unione Sovietica, l'obiettivo primario di tutte le nazioni di Visegrad era stato l'adesione all'Unione europea e alla NATO. La loro valutazione della loro posizione strategica era triplice. In primo luogo, esse ritenevano che la minaccia russa era tramontata, se non totalmente scomparsa, in seguito alla caduta dell'Unione Sovietica. In secondo luogo, sentivano che il loro futuro economico era con l'Unione Europea. In terzo luogo, credevano che l'appartenenza alla NATO, con un forte coinvolgimento degli Stati Uniti, avrebbe protetto i loro interessi strategici. Di recente, la loro analisi si è chiaramente capovolta.
Primo, la Russia è profondamente cambiata rispetto agli anni di Yeltsin. Ha aumentato il suo potere nella precedente zona di influenza sovietica in modo sostanziale, e nel 2008 ha condotto una efficace campagna contro la Georgia. Da allora ha esteso la sua influenza anche in altri stati ex sovietici. La paura di fondo della Russia da parte dei membri del gruppo Visegrad , costruita sulla potente memoria storica, è diventata più intensa. Essi sono sia in prima linea nei confronti dell'ex Unione Sovietica, sia i paesi che hanno meno fiducia che la guerra fredda sia semplicemente un vecchio ricordo.
In secondo luogo, l'infatuazione verso l'Europa, benché non sia finita, si è però logorata. La crisi economica in corso, focalizzata nuovamente sulla Grecia, ha sollevato due questioni: se l'Europa come entità sia capace di un’ esistenza indipendente e se le riforme proposte per stabilizzare l'Europa rappresentino una soluzione per loro o principalmente per i Tedeschi.
La zona è l'Europa - più precisamente, gli stati che erano sotto il dominio dell'Unione Sovietica. Il Gruppo di Visegrad, o V4, si compone di quattro paesi - Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria - e prende il nome da due incontri tenuti nel 14 ° secolo nel castello di Visegrad nell' attuale Ungheria dai leaders dei regni medievali di Polonia, Ungheria e Boemia. Il gruppo venne ricostituito nel 1991 nell’ Europa post- guerra fredda come il Visegrad Tre (a quel tempo, la Slovacchia e la Repubblica Ceca erano uno Stato solo). L'obiettivo era quello di creare una struttura regionale dopo la caduta del comunismo. Questa settimana il gruppo ha deciso una nuova interessante svolta.
Il 12 maggio, il Gruppo Visegrad ha annunciato la formazione di un “gruppo di combattimento” sotto il comando della Polonia . Il gruppo di combattimento dovrebbe entrare in vigore entro il 2016 come forza indipendente e non dovrebbe fare parte del comando NATO. Inoltre, a partire dal 2013, i quattro paesi dovrebbero cominciare insieme le esercitazioni militari sotto gli auspici della Nato Response Force (la forza di risposta rapida della Nato, costituita da una forza di 25.000 uomini equipaggiati con materiali di alta tecnologia, con una forza di primo intervento in grado di essere dispiegata in qualsiasi parte del mondo nel giro di cinque giorni e il totale della forza nel giro di un mese, ndt).
Dalla caduta dell'Unione Sovietica, l'obiettivo primario di tutte le nazioni di Visegrad era stato l'adesione all'Unione europea e alla NATO. La loro valutazione della loro posizione strategica era triplice. In primo luogo, esse ritenevano che la minaccia russa era tramontata, se non totalmente scomparsa, in seguito alla caduta dell'Unione Sovietica. In secondo luogo, sentivano che il loro futuro economico era con l'Unione Europea. In terzo luogo, credevano che l'appartenenza alla NATO, con un forte coinvolgimento degli Stati Uniti, avrebbe protetto i loro interessi strategici. Di recente, la loro analisi si è chiaramente capovolta.
Primo, la Russia è profondamente cambiata rispetto agli anni di Yeltsin. Ha aumentato il suo potere nella precedente zona di influenza sovietica in modo sostanziale, e nel 2008 ha condotto una efficace campagna contro la Georgia. Da allora ha esteso la sua influenza anche in altri stati ex sovietici. La paura di fondo della Russia da parte dei membri del gruppo Visegrad , costruita sulla potente memoria storica, è diventata più intensa. Essi sono sia in prima linea nei confronti dell'ex Unione Sovietica, sia i paesi che hanno meno fiducia che la guerra fredda sia semplicemente un vecchio ricordo.
In secondo luogo, l'infatuazione verso l'Europa, benché non sia finita, si è però logorata. La crisi economica in corso, focalizzata nuovamente sulla Grecia, ha sollevato due questioni: se l'Europa come entità sia capace di un’ esistenza indipendente e se le riforme proposte per stabilizzare l'Europa rappresentino una soluzione per loro o principalmente per i Tedeschi.
Non è che essi abbiano rinunciato, in effetti, al desiderio di essere cittadini europei, né che abbiano completamente perso fiducia nell'Unione europea come istituzione e come idea. Tuttavia, sarebbe irragionevole aspettarsi che questi paesi non siano a disagio sulla direzione che sta prendendo l'Europa. Se si vuole la prova, basta guardare al disagio con cui Varsavia e Praga stanno eludendo la questione della data della loro eventuale entrata nell’area dell’euro. Entrambe sono le economie più forti nell’Europa centrale, e nessuna delle due è entusiasta dell’euro.
Infine, ci sono questioni gravi sul fatto se la NATO fornisca un reale ombrello di sicurezza alla regione e ai paesi che ne fanno parte. Il concetto strategico della NATO, elaborato nel novembre 2010, ha generato preoccupazioni significative su due punti. In primo luogo, vi è la questione del grado di impegno americano nella zona, considerando che il documento mostra la volontà di espandere il ruolo dell'Alleanza in teatri d’azione non Europei. Ad esempio, gli Americani hanno impegnato una sola brigata per la difesa della Polonia in caso di conflitto, molto al di sotto di quello che la Polonia riteneva necessario per proteggere la pianura del Nord Europa. In secondo luogo, la debolezza generale delle forze armate europee significa che, disponibilità a parte, la capacità degli europei di partecipare a difendere la zona è discutibile. Certo, gli eventi in Libia, dove la NATO non ha avuto né una volontà politica unica, né la partecipazione militare della maggior parte dei suoi membri, hanno sollevato dei dubbi. Non è stata tanto la saggezza di entrare in guerra, quanto l'incapacità di creare una strategia coerente e di impegnare risorse adeguate, che ha sollevato dei dubbi sul fatto se la NATO sia veramente efficace nel proteggere le nazioni di Visegrad.
C'è un'altra considerazione. L'impegno della Germania per la NATO e l'UE si è logorato. I Tedeschi e i Francesi sulla questione Libia si sono divisi, con la Germania che infine ha dato l'appoggio politico, ma non ha voluto inviare forze. La Libia potrebbe essere ricordata meno per la sorte di Muammar Gheddafi che per il fatto che questa è stata il primo significativo strappo di importanza strategica tra la Germania e la Francia degli ultimi decenni. La strategia nazionale Tedesca è stata quella di rimanere strettamente in linea con la Francia al fine di creare una solidarietà europea ed evitare le tensioni franco-tedesche che avevano tormentato l'Europa dal 1871. Questo è stato un elemento centrale della politica estera tedesca, ed è stato sospeso, almeno temporaneamente.
I Tedeschi, ovviamente, stanno lottando per sostenere l'Unione europea e stanno discutendo fino a che punto esattamente sono disposti a spingersi per questo obiettivo. Ci sono potenti forze politiche in Germania che mettono in discussione il valore della UE per la Germania, e ad ogni nuova ondata di crisi finanziarie che richiedono denaro tedesco, questo sentimento diventa più forte. Nel frattempo, le relazioni tedesche con la Russia sono diventate più importanti per la Germania. A parte la dipendenza Tedesca dall'energia Russa, la Germania ha delle opportunità di investimento in Russia. Il rapporto con la Russia sta diventando sempre più interessante per la Germania, allo stesso tempo le relazioni con la NATO e l'UE sono diventate più problematiche.
Per tutti i paesi di Visegrad, la sensazione di una crescente alienazione tedesca nei confronti dell'Europa, e di crescenti relazioni economiche russo-tedesche, rappresenta un campanello d'allarme. Prima delle elezioni bielorusse c’era speranza in Polonia che gli elementi filo-occidentali avrebbero sconfitto il regime meno riformato della ex Unione Sovietica. Questo non è accaduto. Inoltre, gli elementi filo-occidentali non hanno fatto nulla per rafforzare la Moldavia o far cadere l'attuale governo filo-russo in Ucraina. L'incertezza sulle istituzioni Europee e la NATO, insieme con l'incertezza sull'interesse della Germania, hanno causato un ripensamento strategico – non di abbandonare la NATO o l'Unione europea, naturalmente, né di far fronte con i russi, ma di prepararsi a tutte le eventualità.
E' in questo contesto che va vista la decisione di formare un gruppo di battaglia Visegrad. Una forza indipendente di questo tipo, un concetto generato dalla Unione europea come un piano di difesa europeo, non ha generato molto entusiasmo. L'unico esempio veramente valido di un gruppo di battaglia efficace è il Nordic Battle Group, e non è una sorpresa. I paesi nordici condividono le stesse preoccupazioni dei paesi di Visegrad - il futuro percorso della potenza russa, la coesione dell'Europa e l'impegno degli Stati Uniti.
In passato, i paesi di Visegrad sarebbero stati restii a intraprendere qualsiasi cosa che avessero percepito come una politica di difesa unilaterale. Pertanto, la decisione di farlo è significativa in sé e per sé. Rappresenta il modo in cui questi paesi valutano lo stato della NATO, il grado di attenzione degli Stati Uniti, la coerenza Europea e il potere Russo. Non è il gruppo di battaglia in sè che è significativo, ma la decisione strategica di queste potenze di formare una sub-alleanza, e se si vuole, cominciare ad assumersi le responsabilità della propria sicurezza nazionale. Non è quello che si aspettavano o avrebbero voluto fare, ma è significativo che si siano sentiti costretti a iniziare a muoversi in questa direzione.
Altrettanto significativa è la volontà della Polonia di guidare questa formazione militare e di assumere la guida del raggruppamento nel suo insieme. La Polonia è di gran lunga il più grande di questi paesi e ha una posizione geografica poco vantaggiosa. I Polacchi sono intrappolati tra i Tedeschi e i Russi. Storicamente, quando la Germania si avvicina alla Russia, la Polonia tende a risentirne. Non è ancora a questo punto estremo, ma i Polacchi cominciano a capire che può succedere. Nel mese di luglio, i Polacchi assumeranno la presidenza dell'UE in una delle rotazioni di sei mesi dell'Unione. I Polacchi hanno chiarito che una delle loro principali priorità sarà la potenza militare europea. Ovviamente, poco può accadere in Europa in sei mesi, ma questo indica chiaramente su cosa è concentrata la Polonia.
La militarizzazione della V4 è in contrasto con il suo intento originale, ma è in linea con le tendenze geopolitiche della zona. Alcuni dicono che questa è una sovra-lettura da parte mia o una reazione eccessiva nei confronti della V4, ma non è così. Per il V4, il battle group è una modesta risposta alle tendenze emergenti della zona, che STRATFOR aveva delineato nella sua previsione annuale 2011. Per quanto riguarda la mia lettura, ritengo le nuove tendenze non come un piccolo diversivo del modello principale, ma come una rottura definitiva negli schemi del mondo post-Guerra Fredda. A mio avviso, il mondo post-Guerra Fredda si è concluso nel 2008, con la crisi finanziaria e la guerra Russo-georgiana. Siamo in una nuova era, ancora senza nome, e si scorgono i primi strappi agli schemi del post-guerra fredda.
Ho sostenuto in precedenti articoli e libri che vi è un interesse divergente tra i paesi europei, alla periferia della Russia, e quelli più a ovest, in particolare la Germania. Per i paesi della periferia, c'è un senso perenne di insicurezza, generato non solo dalla potenza Russa rispetto alla propria, ma anche dal dubbio se il resto d'Europa sarebbe disposto a difenderli in caso di azioni russe. Il V4 e gli altri paesi più a sud non sono così ottimisti sulle intenzioni russe come lo sono gli altri paesi più lontani. Forse dovrebbero esserlo, ma è la realtà geopolitica a guidare la coscienza, e l’insicurezza e la diffidenza caratterizzano questa zona.
Avevo anche sostenuto che un'alleanza solo di quattro paesi più a nord è insufficiente. Ho usato il concetto di "Intermarium", che era stato sollevato dopo la prima guerra mondiale da un leader polacco, Joseph Pilsudski, il quale aveva capito che la Germania e l'Unione Sovietica non sarebbero rimaste definitivamente deboli, e che la Polonia e i paesi liberati dall'Impero Asburgico avrebbero dovuto essere in grado di difendersi senza fare affidamento su Francia o Gran Bretagna.
Pilsudski propose un'alleanza che si estende dal Mar Baltico al Mar Nero e che raccoglie i paesi ad ovest dei Carpazi - Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. In alcune formulazioni, potrebbe comprendere la Jugoslavia, la Finlandia e i Paesi Baltici. Il punto è che la Polonia doveva avere degli alleati, che nessuno sarebbe stato in grado di prevedere la forza e le intenzioni tedesche e sovietiche, e che i francesi e gli inglesi erano troppo lontani per dare aiuto. L'unico aiuto per la Polonia sarebbe rappresentato da un'alleanza geografica – Paesi senza altra scelta.
Infine, ci sono questioni gravi sul fatto se la NATO fornisca un reale ombrello di sicurezza alla regione e ai paesi che ne fanno parte. Il concetto strategico della NATO, elaborato nel novembre 2010, ha generato preoccupazioni significative su due punti. In primo luogo, vi è la questione del grado di impegno americano nella zona, considerando che il documento mostra la volontà di espandere il ruolo dell'Alleanza in teatri d’azione non Europei. Ad esempio, gli Americani hanno impegnato una sola brigata per la difesa della Polonia in caso di conflitto, molto al di sotto di quello che la Polonia riteneva necessario per proteggere la pianura del Nord Europa. In secondo luogo, la debolezza generale delle forze armate europee significa che, disponibilità a parte, la capacità degli europei di partecipare a difendere la zona è discutibile. Certo, gli eventi in Libia, dove la NATO non ha avuto né una volontà politica unica, né la partecipazione militare della maggior parte dei suoi membri, hanno sollevato dei dubbi. Non è stata tanto la saggezza di entrare in guerra, quanto l'incapacità di creare una strategia coerente e di impegnare risorse adeguate, che ha sollevato dei dubbi sul fatto se la NATO sia veramente efficace nel proteggere le nazioni di Visegrad.
C'è un'altra considerazione. L'impegno della Germania per la NATO e l'UE si è logorato. I Tedeschi e i Francesi sulla questione Libia si sono divisi, con la Germania che infine ha dato l'appoggio politico, ma non ha voluto inviare forze. La Libia potrebbe essere ricordata meno per la sorte di Muammar Gheddafi che per il fatto che questa è stata il primo significativo strappo di importanza strategica tra la Germania e la Francia degli ultimi decenni. La strategia nazionale Tedesca è stata quella di rimanere strettamente in linea con la Francia al fine di creare una solidarietà europea ed evitare le tensioni franco-tedesche che avevano tormentato l'Europa dal 1871. Questo è stato un elemento centrale della politica estera tedesca, ed è stato sospeso, almeno temporaneamente.
I Tedeschi, ovviamente, stanno lottando per sostenere l'Unione europea e stanno discutendo fino a che punto esattamente sono disposti a spingersi per questo obiettivo. Ci sono potenti forze politiche in Germania che mettono in discussione il valore della UE per la Germania, e ad ogni nuova ondata di crisi finanziarie che richiedono denaro tedesco, questo sentimento diventa più forte. Nel frattempo, le relazioni tedesche con la Russia sono diventate più importanti per la Germania. A parte la dipendenza Tedesca dall'energia Russa, la Germania ha delle opportunità di investimento in Russia. Il rapporto con la Russia sta diventando sempre più interessante per la Germania, allo stesso tempo le relazioni con la NATO e l'UE sono diventate più problematiche.
Per tutti i paesi di Visegrad, la sensazione di una crescente alienazione tedesca nei confronti dell'Europa, e di crescenti relazioni economiche russo-tedesche, rappresenta un campanello d'allarme. Prima delle elezioni bielorusse c’era speranza in Polonia che gli elementi filo-occidentali avrebbero sconfitto il regime meno riformato della ex Unione Sovietica. Questo non è accaduto. Inoltre, gli elementi filo-occidentali non hanno fatto nulla per rafforzare la Moldavia o far cadere l'attuale governo filo-russo in Ucraina. L'incertezza sulle istituzioni Europee e la NATO, insieme con l'incertezza sull'interesse della Germania, hanno causato un ripensamento strategico – non di abbandonare la NATO o l'Unione europea, naturalmente, né di far fronte con i russi, ma di prepararsi a tutte le eventualità.
E' in questo contesto che va vista la decisione di formare un gruppo di battaglia Visegrad. Una forza indipendente di questo tipo, un concetto generato dalla Unione europea come un piano di difesa europeo, non ha generato molto entusiasmo. L'unico esempio veramente valido di un gruppo di battaglia efficace è il Nordic Battle Group, e non è una sorpresa. I paesi nordici condividono le stesse preoccupazioni dei paesi di Visegrad - il futuro percorso della potenza russa, la coesione dell'Europa e l'impegno degli Stati Uniti.
In passato, i paesi di Visegrad sarebbero stati restii a intraprendere qualsiasi cosa che avessero percepito come una politica di difesa unilaterale. Pertanto, la decisione di farlo è significativa in sé e per sé. Rappresenta il modo in cui questi paesi valutano lo stato della NATO, il grado di attenzione degli Stati Uniti, la coerenza Europea e il potere Russo. Non è il gruppo di battaglia in sè che è significativo, ma la decisione strategica di queste potenze di formare una sub-alleanza, e se si vuole, cominciare ad assumersi le responsabilità della propria sicurezza nazionale. Non è quello che si aspettavano o avrebbero voluto fare, ma è significativo che si siano sentiti costretti a iniziare a muoversi in questa direzione.
Altrettanto significativa è la volontà della Polonia di guidare questa formazione militare e di assumere la guida del raggruppamento nel suo insieme. La Polonia è di gran lunga il più grande di questi paesi e ha una posizione geografica poco vantaggiosa. I Polacchi sono intrappolati tra i Tedeschi e i Russi. Storicamente, quando la Germania si avvicina alla Russia, la Polonia tende a risentirne. Non è ancora a questo punto estremo, ma i Polacchi cominciano a capire che può succedere. Nel mese di luglio, i Polacchi assumeranno la presidenza dell'UE in una delle rotazioni di sei mesi dell'Unione. I Polacchi hanno chiarito che una delle loro principali priorità sarà la potenza militare europea. Ovviamente, poco può accadere in Europa in sei mesi, ma questo indica chiaramente su cosa è concentrata la Polonia.
La militarizzazione della V4 è in contrasto con il suo intento originale, ma è in linea con le tendenze geopolitiche della zona. Alcuni dicono che questa è una sovra-lettura da parte mia o una reazione eccessiva nei confronti della V4, ma non è così. Per il V4, il battle group è una modesta risposta alle tendenze emergenti della zona, che STRATFOR aveva delineato nella sua previsione annuale 2011. Per quanto riguarda la mia lettura, ritengo le nuove tendenze non come un piccolo diversivo del modello principale, ma come una rottura definitiva negli schemi del mondo post-Guerra Fredda. A mio avviso, il mondo post-Guerra Fredda si è concluso nel 2008, con la crisi finanziaria e la guerra Russo-georgiana. Siamo in una nuova era, ancora senza nome, e si scorgono i primi strappi agli schemi del post-guerra fredda.
Ho sostenuto in precedenti articoli e libri che vi è un interesse divergente tra i paesi europei, alla periferia della Russia, e quelli più a ovest, in particolare la Germania. Per i paesi della periferia, c'è un senso perenne di insicurezza, generato non solo dalla potenza Russa rispetto alla propria, ma anche dal dubbio se il resto d'Europa sarebbe disposto a difenderli in caso di azioni russe. Il V4 e gli altri paesi più a sud non sono così ottimisti sulle intenzioni russe come lo sono gli altri paesi più lontani. Forse dovrebbero esserlo, ma è la realtà geopolitica a guidare la coscienza, e l’insicurezza e la diffidenza caratterizzano questa zona.
Avevo anche sostenuto che un'alleanza solo di quattro paesi più a nord è insufficiente. Ho usato il concetto di "Intermarium", che era stato sollevato dopo la prima guerra mondiale da un leader polacco, Joseph Pilsudski, il quale aveva capito che la Germania e l'Unione Sovietica non sarebbero rimaste definitivamente deboli, e che la Polonia e i paesi liberati dall'Impero Asburgico avrebbero dovuto essere in grado di difendersi senza fare affidamento su Francia o Gran Bretagna.
Pilsudski propose un'alleanza che si estende dal Mar Baltico al Mar Nero e che raccoglie i paesi ad ovest dei Carpazi - Cecoslovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. In alcune formulazioni, potrebbe comprendere la Jugoslavia, la Finlandia e i Paesi Baltici. Il punto è che la Polonia doveva avere degli alleati, che nessuno sarebbe stato in grado di prevedere la forza e le intenzioni tedesche e sovietiche, e che i francesi e gli inglesi erano troppo lontani per dare aiuto. L'unico aiuto per la Polonia sarebbe rappresentato da un'alleanza geografica – Paesi senza altra scelta.
Ne consegue che qui la logica evoluzione è l’estensione della coalizione di Visegrad. Alla riunione dei Ministri della difesa del 12 maggio, si è discusso di invitare l'Ucraina ad aderire. Venti o anche 10 anni fa, questa sarebbe stata una valida opzione. L'Ucraina aveva spazio di manovra. Ma lo stesso fatto che rende il gruppo di battaglia V4 necessario - il potere Russo – pone un limite a ciò che può fare l’ Ucraina. I Russi sono pronti a dare una sostanziale libertà di manovra all’Ucraina, ma questo non include un'alleanza militare con i paesi di Visegrad.
L'alleanza con l'Ucraina avrebbe un profondo significato strategico. Ma è improbabile che accada. Ciò significa che l'Alleanza deve estendersi a sud, per includere la Romania e la Bulgaria. Un certo livello di tensione tra l'Ungheria e la Romania sullo status degli Ungheresi in Romania rende difficile tutto ciò, ma se gli Ungheresi possono convivere con gli Slovacchi, possono convivere anche con i Romeni. In definitiva, la questione interessante è se la Turchia possa essere convinta a partecipare, ma adesso questa è una questione molto lontana dall'idea Turca. La storia dovrà evolversi ancora un po'. Per ora, la questione è la Romania e la Bulgaria.
La decisione del V4 di proporre una battle group comandata dai Polacchi è uno di quei piccoli eventi che credo può essere considerato come un significativo punto di svolta. Esso rappresenta un nuovo livello di tensione su una realtà in continua evoluzione – la potenza della Russia, la debolezza dell'Europa e la frammentazione della NATO. Questa è l'ultima cosa che i paesi di Visegrad volevano fare, ma ora l'hanno fatto. E questo è significativo.
Gli eventi in Medio Oriente e nell’economia europea sono significativi e di immediata rilevanza. Tuttavia, talvolta è necessario riconoscere le cose che al momento sono ancora poco significative, ma lo saranno tra 10 anni. Credo che questo sia uno di quegli eventi. E' un segno di svolta nella storia europea.
Trovo interessante come alcuni Paesi cerchino di "allontanarsi" dalla politica economica europea, e come invece alcuni (noi compresi) stiano facendo di tutto per rimanerci dentro, nonostante questo comporti immensi sacrifici per le popolazioni, che troveranno probabilmente il massimo declino economico fra tre o quattro anni, quando il nostro Tremonti ci taglierà definitivamente le gambe con delle manovre che da qui al 2015 ci rovineranno completamente solo per rimanere nell UE.
RispondiEliminaCredo che dovremmo avere il diritto di scelta di uscire dall' Europa, oppure "tentare" di andare verso un' Europa completamente diversa da quella che oramai ci siamo ritrovati.
Io sono per un' uscita da questa Europa creata solamente per le banche e i poteri finanziari che si stanno sforzando solo di "dirigere" la crisi in modo che a pagare siano soltanto i più deboli. Se proprio deve esistere una UE, sarebbe troppo chiedere che fosse fatta per i popoli tutti? E non sulle "spalle" delle popolazioni interessate? Utopia??? forse, ecco perchè questo V4 lo comprendo e non lo condanno affatto, lo trovo fatto e creato per una futura sopravvivenza!
p.s. Grazie a te The sister, soprattutto per la supervisione.
Articolo davvero molto interessante! Sinceramente ero totalmente all'oscuro di questa cosa del V4. Cmq pensare che la Russia attacchi questi paesi mi sembra molto improbabile per non dire impossibile. Se la Russia dovesse arricchirsi e rafforzarsi i soldi li spenderebbe per far star meglio i suoi cittadini (sempre a modo loro) e non per fare guerre costose che portano solo problemi e nessun vantaggio: il petrolio e il gas la Russia li ha! non ha bisogno di prenderli agli altri come fanno giustamente gli USA.
RispondiEliminaX Asiaest: Con me su Euro e Europa sfondi una porta aperta! Io ero contro quando siamo entrati nell'euro mentre tutti brindavano... Cmq la realtà è esattamente in contrario di quello che hai scritto: l'euro ha consentito a molti paesi (sarebbe meglio dire ad alcuni blocchi sociali ben precisi) di vivere molto al di sopra delle loro possibilità. Questo oggi non è più possibile semplicemente perchè i soldi per mantenerli come prima non ci sono più! non c'erano neanche prima ma grazie alla finanza il problema è stato rinviato fino ad oggi peggiorando anno dopo anno. Non puoi dare la colpa alla finanza per questo! E' come uno che guadagna 1000 euro al mese e ne spende sempre 1500 e poi se la prende con la banca... Semmai puoi dire che aggiustare le cose 10 anni fa sarebbe stato meno doloroso di oggi ma ciò non toglie che serva un aggiustamento radicale! Dove per aggiustamento radicale intendo le riforme che stanno facendo in Grecia: liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzione imposte, licenziamenti in massa di dipendenti pubblici, revisione del welfare e in particolare delle pensioni! Questo non consentirà alla Grecia di ripagare il suo debito ma almeno la farà progredire dal paese semi-comunista ad economia pianificata che è oggi! Un grande economista liberale diceva che prendersela con i mercati finanziari quando segnalano i problemi è come prendersela col termometro quando si ha la febbre.. sarebbe meglio chiedersi cosa ha causato la febbre e come farla andar via e io ti ho scritto qualche idea in proposito! Luca Salvarani Mantova.
A Asiaest, mi trovo perfettamente d'accordo con te su molti punti, in particolare sul lato economico/monetario... Carmen ne sa qualche cosa.
RispondiEliminaParlando di "tattica militare" perchè di questo si sta in fondo parlando, correggetemi se sbaglio, abbiamo una NATO, con spirito bellicoso ma con le ali che si stanno riducendo causa la crisi economica/monetaria.
Un insieme di paesi che stante la situazione esistente cercano l'unione, con tutti i limiti che tale fatto crea, ma cercano di stare come si suol dire nel piede in due staffe.
Ma con un occhio propenso all'autonomia, stante la facile ipotesi di un ridimensionamento dell'occidente anche a livello militare.
Saluti.
Orazio
Ciao Anna/AsiaEst - ottimo articolo e d'accordissimo col tuo commento... Luca, se lo hai già letto altre volte, saprai che è un liberista convinto. Ha delle ragioni, ma non condivido le sue conclusioni....a ognuno giudicare.
RispondiEliminaI paesi di Visegrad dopo essere stati tanti anni sotto il pugno di ferro dell'URSS hanno una giusta paura, credo, di ritornare a essere la periferia della nuova potenza Russa , e d'altra parte vedono il mito dell'Europa unita che si sgretola sotto i loro occhi...
A Luca Salvarani.
RispondiEliminaScusami ma, 1 Cosa vuol dire la frase " il petrolio e il gas la Russia li ha! non ha bisogno di prenderli agli altri come fanno giustamente gli USA" - Vuoi per caso dire che gli USA fanno bene ad andare a prendere con la forza i beni di altri stati?
Punto 2 : che vuol dire la frase: Dove per aggiustamento radicale intendo le riforme che stanno facendo in Grecia: liberalizzazioni, privatizzazioni, riduzione imposte, licenziamenti in massa di dipendenti pubblici, revisione del welfare e in particolare delle pensioni!-----????????????????
Scusami ma hai mai percaso sentito parlare di "privatizzare i guadagni e socializzare le perdite?" ed in aggiunta chi alla fine della fiera ci ha guadagnato e chi ci ha perso?
Possibile che nazioni (Grecia - Portogallo - Spagna e poi noi) abbiamo un debito pubblico per lo stanpo di monete a debito che non possiamo + controllare e nessuno se ne accorge, o meglio ce se ne accorge quando ci sono i tagli come tu hai proposto/giustificato per ripianare debiti cui noi non ne abbiamo colpa e che la B.C.E. ci sta marciando alla grande.
Saluti.
Orazio
Interessante leggere che ci sono delle persone che credo che sia giusto che gli USA si vadano a prendere le materie prime, usando la forza, la dove ci sono.
RispondiEliminaBravissimi, avete fatto bene a sottolineare questa frase. E' significativa del liberismo portato all'estremo.
RispondiEliminaper Carmen, quando ci vuole ci vuole.
RispondiEliminaCaspita, Luca come si fa a scivolare su elementi simili...non è possibile andare a ripetere in continuazione le solite cose, posto che tu hai più volte letto articoli messi dalla ns. Carmen, visto che ci hai pure commentato sopra.
Saluti
Orazio
tra l'altro gli USA hanno parecchio gas e petrolio,solo che sono bloccati come "risorse strategiche" .
RispondiEliminacioè prima usano quelle degli altri...