07/11/11

Conflitto tra la Bundesbank e la BCE sui Diritti Speciali di Prelievo

EuroIntelligence commenta lo scontro in corso tra la Bundesbank e la BCE, riportato dal Financial Times Deutschland, sulla possibilità di mettere in comune i diritti speciali di prelievo (DSP) dei paesi Europei presso il Fondo Monetario Internazionale, allo scopo di potenziare l'EFSF.

Al G20, Nicolas Sarkozy ed altri hanno proposto che i paesi Europei mettano in comune i loro SDR in un fondo speciale che conterrebbe fino a € 60 miliardi, di cui € 15 miliardi  dalla Germania. Lo scopo sarebbe quello di integrare i € 440 miliardi del EFSF, dato che Sarkozy non è riuscito a convincere i paesi emergenti ricchi di riserve come la Cina o il Brasile ad offrire aiuto per rinforzare il fondo di soccorso dell'euro. Angela Merkel e Mario Draghi esitavano, ed entrambi si sono rivolti al Presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che ha categoricamente posto il veto al piano.

La Bundesbank è in una posizione particolarmente forte perché, secondo la legge Tedesca, in Germania è il Presidente della Bundesbank, non il Ministro delle finanze, a rappresentare la Germania al FMI. La Bundesbank è convinta che qualcuno all'interno dell'apparato BCE stia dietro a questa idea, con lo scopo di "minare" la posizione della banca centrale Tedesca. La ragione di questo sospetto poggia sull'esistenza di un documento legale degli avvocati della BCE, che delinea la possibilità di mettere i DSP in un pool comune dei Paesi Euro. La BCE ha negato queste affermazioni, e il governo Tedesco durante il fine settimana ha detto che il piano era fuori discussione.


Ma tenuto conto che le conclusioni del G20 comunque richiedono di esplorare nuovi modi per mettere i DSP al servizio del salvataggio dell'euro, la Bundesbank è convinta che il tema ritornerà in ballo, forse al più presto questa sera stessa all'incontro dei Ministri delle finanze dell'euro.
EuroIntelligence nel commentare la faccenda giustamente si chiede che differenza poi farebbe in questa crisi un intruglio del genere. Fornirebbe altri € 60 miliardi di finanziamenti aggiuntivi della zona euro all'EFSF. Ma anche così, il EFSF rimane sottofinanziato, dato che adesso l'Italia effettivamente non è più in grado di autofinanziarsi. La crisi Italiana è irrisolvibile senza il coinvolgimento della BCE, che la Germania continua a rifiutare, e questo è il punto.
Il direttore economico della Frankfurter Allgemeine Holger Steltzner  avverte poi che il vero obiettivo dei promotori dell'idea di mettere i DSP al servizio del salvataggio dell'euro è di mettere le mani sulle riserve auree Tedesche. "Dietro questa procedura apparentemente tecnica non c'è altro che il tentativo di arrivare alle riserve Tedesche," scrive Steltzner in un editoriale in prima pagina. "Dal momento che la Bundesbank ha investito la maggior parte di quelle riserve in oro, oro che noi cittadini abbiamo guadagnato nel corso di decenni, il vero obiettivo è il nostro oro. Ci sono stati già diversi governi che hanno cercato di prendere questo oro - e ognuno di loro l'ha pagata uscendone con le ossa rotte", egli avverte, riferendosi tra gli altri a un tentativo non riuscito di Theo Waigel di mettere le mani sulle riserve d'oro della Bundesbank negli anni '90.

3 commenti:

  1. Ciao Carmen,

    leggi questa analisi:

    "Profitti da debito pubblico
    Manovre speculative e mancata redistribuzione"
    di Giovanna Cracco

    www.rivistapaginauno.it/Profitti-debito-pubblico.php

    Cordiali Saluti, Nicola.

    RispondiElimina
  2. I tedeschi dovrebbero fargli un monumento alla Bundesbank! e in un certo senso anche noi!

    RispondiElimina
  3. Ciao Nicola! Grazie, analisi interessante. Il debito pubblico in un paese ad elevata evasione fiscale come noi è senz'altro una reditribuzione al contrario..!

    I Tedeschi faranno un monumento alla Bundesbank che sta dietro alle loro paure di inflazione, ma quando non avranno più il loro surplus...non so!

    RispondiElimina