Da Bloomberg Businessweek un bell'articolo che spiega bene il sistema Target2, che zitto zitto ha alimentato una fortissima esposizione della Buba verso la BCE.
La
Bundesbank ha tranquillamente prestato mezzo trilione di euro alla
Banca Centrale Europea. Potrebbe essere determinante per il destino
dell'euro?
Le cifre sono difficili da trovare, i politici non amano parlarne, e la contabilità è tutt'altro che sexy. Al di fuori della Germania, i giornali ne hanno parlato poco. Ma le cifre sono enormi, così enormi che possono rappresentare essere uno dei fattori determinanti per il crollo o la continuazione dell'eurozona.
La parola da ricordare è Target2. E' il nome del sistema interbancario dei pagamenti della Banca Centrale Europea, che prima della crisi non era altro che un insignificante sistema di idraulica finanziaria, e che improvvisamente ha assunto un'enorme importanza.
I conti: la
Bundesbank Tedesca - in breve la Buba - ha tranquillamente,
automaticamente prestato 495 miliardi di € alla Banca Centrale
Europea attraverso TARGET2. Questo credito è compensato da debiti,
di conseguenza enormi, delle banche centrali dei paesi più deboli
tra cui Grecia, Irlanda e Portogallo, e recentemente Spagna, Italia,
e anche la Francia. Tecnicamente si chiamano "richieste",
non prestiti. Per trovarli bisogna frugare nelle note delle relazioni
delle 17 banche centrali nazionali della zona euro.
Se l'eurozona si rompe in tanti tristi piccoli pezzi, la Germania potrebbe perdere tutti i suoi € 495 miliardi, il 60% in più del bilancio federale annuale della Germania, più del Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria e degli altri programmi di aiuto che sono stati sottoposti a un ben maggiore controllo.
Questa
situazione per la Germania costituisce un incentivo a mantenere
intatta la zona euro. "Se l'euro si scioglie, allora tutto
questo credito è a forte rischio", ha detto in un'intervista
Hans-Werner Sinn, Presidente dell'Istituto Ifo, istituto di ricerca
economica con sede a Monaco. Sinn, il primo economista a
focalizzare l'attenzione sugli squilibri del Target2 all'inizio di
quest'anno, a novembre ha scritto in un documento di ricerca "Questa
potrebbe essere la più grande minaccia che mantiene la Germania
all'interno della zona euro".
Target2 non è stato progettato per incastrare la Germania nel ruolo di creditore. Quando è stato lanciato nel 2007-08 era il più noioso sistema di elaborazione delle transazioni che si possa immaginare, successore dell'altrettanto noioso target originale (un acronimo di massima per Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer). Nel primo periodo dell'euro, la Germania non era nemmeno sempre un creditore: alla fine del 2001 aveva una passività netta di € 31 miliardi.
Poi è
arrivata la crisi finanziaria del 2007-08. Le nazioni periferiche
dell'Europa hanno cominciato a subire la fuga dei capitali. Fino ad
allora i loro deficit commerciali cronici erano completamente
compensati da afflussi di capitali privati, sia prestiti che
investimenti. In seguito, finanziatori e investitori hanno perso
fiducia, e hanno smesso di mettere soldi in quei paesi. Gli euro
hanno cominciato a fluire dalla periferia verso la Germania e, in
misura minore, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e la Finlandia. Gli
squilibri del Target2 sono un riflesso contabile di quelle uscite.
Sinn ha stimato nel suo articolo che, dal 2008 al 2010, "i
crediti Target hanno finanziato quasi tutto il disavanzo delle
partite correnti del Portogallo e della Grecia, e un quarto di quello
Spagnolo".
Sembra una
decisione politica della banca centrale, ma non lo era. Su scala
micro non era altro che la routine di elaborazione delle transazioni.
Le forze più potenti sono quelle senza guida, come il vento e le
maree.
Ecco come è successo. Quando un uomo d'affari Greco compra un camion dalla Germania con i soldi di un conto corrente, l'operazione è effettuata tra le banche centrali dei due paesi “via Target2”. Il venditore del camion non è interessato a finanziare l'acquisto - vuole gli euro subito. Quindi, la Bundesbank deve mettere i soldi per depositarli nel conto corrente del venditore. In termini contabili, la Bundesbank acquisisce una passività (quello che deve nel conto corrente del venditore del camion) e un'attività (un credito nei confronti della BCE).
La
trasformazione del bilancio della Bundesbank attraverso questo
processo, lento ma costante, è stata stupefacente - e per i
Tedeschi della moneta forte, nauseante. Alla fine del 2006, i crediti
target rappresentavano solo il 7 per cento del patrimonio della
Bundesbank. Questo ottobre rappresentavano il 64 per cento, secondo
dati forniti dagli economisti Aaron Tornell della Università di
California-Los Angeles e Frank Westermann dell'Università Tedesca di
Osnabrück. Le garanzie detenute dalla BCE come collaterale di questi
prestiti sono in primo luogo il debito sovrano dei paesi più deboli
della zona euro. C'è una bella differenza con l'oro, che la
Bundesbank detiene come secondo più grande asset (17 per cento).
Eventuali
perdite su Target2 dovrebbero essere condivise dalle 17 banche
centrali dalla zona euro in proporzione alla loro quota di capitale
della BCE, che per la Germania è il 28 per cento del totale. Ma dal
momento che la banca centrale di un paese che non può ripagare
Target2, ovviamente, non condivide le perdite, la Germania dovrebbe
sopportare anche più della sua quota. E, come fa notare Sinn, non ci
sono leggi che determinano chi sarebbe responsabile per questi
crediti se la zona euro crollasse.
La Banca
Centrale Europea sta cercando di fornire rassicurazioni sui crescenti
squilibri Target2. Nel suo bollettino mensile di ottobre ha detto "la
distribuzione non uniforme della liquidità della banca centrale
all'interno dell'Eurosistema fornisce stabilità, in quanto consente
alle banche finanziariamente sane, anche quelle dei paesi sotto
stress finanziario, di coprire le loro esigenze di liquidità."
La BCE, però, non dice quali banche centrali sono in nero e quali in
rosso su Target2, dal momento che le posizioni combinate nette sono
sempre uguali a zero.
Anche le 17 banche centrali aderenti non divulgano esattamente i numeri. Alla Bundesbank, i dati più aggiornati sono disponibili solo in una oscura tabella chiamata "“Time series EU8148: External position of the Bundesbank in the EMU / Claims within the Eurosystem / Other claims (net).”
Come la crisi
finanziaria in Europa è peggiorata, la BCE ha benevolmente chiuso un
occhio sulla scarsa qualità delle garanzie fornite dalla Banca di
Grecia e dalle altre. Ma un resoconto è d'obbligo. In un'intervista
a Bloomberg News del 13 dicembre, il presidente della Bundesbank Jens
Weidmann ha espresso più preoccupazione per le garanzie che per il
volume dei saldi BCE. "In una situazione come quella attuale, in
cui stiamo fornendo liquidità alle banche solvibili", ha detto,
"per me la dimensione dei saldi Target2 è meno importante
rispetto ai rischi che stiamo assumendo. La mia preoccupazione è che
dobbiamo limitare questi rischi il più possibile."
Una teoria alternativa è che non c'è davvero nulla di cui preoccuparsi. Il professor Karl Whelan dell'University College di Dublino dice che Sinn, Tornell, Westermann, e gli altri economisti che hanno lanciato l'allarme su Target2 sono troppo pessimisti. L'Europa ha tanti altri problemi, "questa è una crisi che non succederà", ha scritto Whelan in un recente articolo pubblicato su VoxEU.org, un sito per lo più di economisti Europei.
Sì, può
darsi. Quel che succederà dipende da quanto la Germania è disposta
ad andare avanti a convertire la sua banca centrale in un deposito
di crediti verso la BCE, che in ultima analisi sono garantiti dal
debito spazzatura del Sud Europa. Per finanziare ancora prestiti
Target2, Buba potrebbe o vendere parte del suo oro (improbabile) o
prendere più depositi in euro, che potrebbe poi rimettere in circolo
attraverso la BCE (molto più probabile). "In linea di principio
questo può andare avanti all'infinito", dice Ebrahim Rahbari,
un economista di Citigroup a Londra.
La Germania affronta un dilemma familiare a chiunque abbia fatto un cattivo prestito - se continuare ancora a buttare i soldi buoni dietro a quelli cattivi per tenere a galla il debitore, o staccare la spina e subirne le conseguenze. Il mezzo trilione di euro di credito della Bundesbank verso la BCE è un fattore importante, ma poco conosciuto, nelle decisioni sul futuro dell'euro. Quindi è nell'interesse di tutti che i banchieri centrali diano più trasparenza al Target2. Dice Rahbari della Citi: "Dal momento che si inizia seriamente a considerare la rottura dell'euro come uno scenario plausibile, questi problemi dovrebbero avere uno spazio di primo piano nel dibattito pubblico."
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