Bruno Waterfield commenta sul Telegraph un recente studio pubblicato dall'istituto internazionale di ricerca macroeconomica Capital Economics (già vincitore del Premio Wolfson per l'Economia nel 2012 con uno studio sul miglior modo per smantellare la moneta unica). Secondo Capital Economics gli Olandesi avrebbero grandi vantaggi economici ad abbandonare sia l'euro che l'Unione Europea. Lo studio è stato commissionato dal politico "euroscettico" Geert Wilders, tuttora in testa ai sondaggi in Olanda.
di Bruno Waterfield - 6 febbraio 2014, Bruxelles
Secondo un importante studio, ci sarebbero grandi benefici economici per gli olandesi se lasciassero l'UE.
Secondo un recente studio, se l'Olanda abbandonasse euro e Unione Europea la famiglia media olandese starebbe meglio per l'equivalente di oltre 8000 sterline l'anno e il reddito nazionale olandese crescerebbe di oltre mille miliardi.
Lo studio sul Nexit, termine che designa una potenziale uscita dell'Olanda, condotto dalla sezione britannica della rispettabile società di ricerca Capital Economics,
riporta che
ci sarebbero significativi benefici durante i prossimi due decenni
se il paese cambiasse la sua appartenenza all'UE con uno status
simile a quello che hanno Svizzera o Norvegia.
"Un'eventuale decisione di lasciare l'UE è prima
di tutto una decisione sociale, culturale e politica. Ruota attorno a
questioni che riguardano la sovranità nazionale, la cittadinanza e
la libertà di autodeterminarsi," sostiene il report.
"Ci sono comunque anche delle buone ragioni per
ritenere che un paese, svincolandosi dalla burocrazia di Bruxelles e
diventando capace di prendere decisioni da solo, anziché lasciarsi imporre delle
politiche in stile taglia-unica-adatta-a-tutti, trarrebbe dei
benefici anche dal punto di vista economico."
La ricerca è stata colta al volo dagli euroscettici per
contrastare quelli che essi ritengono degli avvertimenti allarmistici da
parte di leaders del mondo delle imprese e politici mainstream sul presunto tracollo
economico della Gran Bretagna se lasciasse l'UE.
"Questo report è significativo perché è stato
prodotto da un gruppo di ricerca credibile della City. Non può
essere liquidato tanto facilmente," ha dichiarato Douglas
Carswell, un parlamentare conservatore del collegio elettorale di
Clacton.
"Dimostra che non siamo più soli. Non siamo solo
noi britannici ad avere capito che l'integrazione europea è
difettosa fin dalle basi. Noi siamo molto simili agli olandesi, un
piccolo paese che ha prosperato commerciando su scala globale.
Pensate cosa potrebbero essere paesi come i nostri in un tipo diverso
di Europa."
Pur riconoscendo i rischi di un'uscita dall'UE, Capital Economics conclude il report sostenendo che l'Olanda,
paese creditore dell'eurozona con rating AAA, starebbe meglio
fuori dall'UE a causa della minaccia alla sua
ricchezza a lungo termine posta dai problemi
strutturali della moneta unica europea.
"Ci sono ovviamente dei rischi a lasciare l'unione
– e questi devono essere riconosciuti e affrontati da tutti nel
momento in cui si considera il Nexit," dice il report.
"Ma ci sono anche dei rischi significativi nel
restare dentro il blocco dei paesi che condividono una moneta che ha
dei difetti fondamentali. Qui la nostra analisi mostra che l'Olanda
farebbe meglio a riprendere il controllo del proprio destino, anzichè mantenere un atteggiamento del tipo 'si vedrà'."
Il report conclude che il reddito nazionale olandese
potrebbe crescere per un ammontare pari a 1500 miliardi entro il 2035,
portando un aumento della ricchezza di circa 9800 euro a famiglia
ogni anno.
Anche se l'Olanda non fosse in grado di ottenere accordi come quelli concessi a Svizzera e Norvegia, che sono nel
mercato unico europeo pur non essendo membri dell'UE, "l'economia
sarebbe in condizioni migliori restando fuori piuttosto che dentro l'unione,"
sostiene il report.
Lo studio indipendente era stato commissionato da Geert
Wilders, leader del partito olandese anti-UE, il Freedom Party, per valutare i costi che l'Olanda dovrebbe affrontare
lasciando l'Unione, giacché lui è in testa ai sondaggi nazionali
per la corsa alle elezioni europee di questa primavera.
"Al contrario di quanto di quanto affermano gli
allarmisti, la nostra economia non s'inchioderebbe. Anzi,
guadagneremmo miliardi rispetto ad ora," ha detto.
"All'inizio ci sarebbe un periodo di transizione per passare,
ad esempio, dall'euro al fiorino. Ma passato quello,
l'economia crescerebbe molto più di ora, un dieci percento in più entro il 2024 e un tredici percento entro il 2035."
Sondaggi d'opinione svolti da Maurice de Hond in Olanda
hanno rilevato che una maggioranza del 55 percento sarebbe favorevole
a lasciare l'UE se si dimostra che ciò porterebbe una maggiore
crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.
Nel 2012 Capital Economics aveva vinto il prestigioso premio Wolfson per uno studio su come gestire uno smantellamento ordinato dell'euro, durante il picco della crisi del
debito in Europa.
Lo studio, lungo 164 pagine, sdrammatizza i costi e la
turbolenza implicati dall'uscita dall'euro. "Ci sono costi
economici per lasciare l'UE, specialmente legati al fatto di dover
rimpiazzare la moneta unica con una moneta nazionale. Ma questi costi
sono modesti e gestibili," afferma.
Molta della crescita economica prevista in caso di
abbandono dell'UE, in un paese dominato dal porto di Rotterdam, viene
da una "crescita più veloce delle esportazioni verso i mercati
non-europei, dovuta alla possibilità di negoziare e commerciare con economie emergenti in rapida crescita senza essere vincolati alle
politiche comunitarie europee sul commercio".
Attualmente molti accordi di libero scambio nell'UE
sono sospesi o impantanati nei dissensi interni tra paesi più
orientati al libero scambio come Gran Bretagna e Olanda e i paesi più
protezionisti del blocco latino guidati da Francia e Italia.
Il report sul "Nexit", un'espressione che
mescola l'abbreviazione della parola "Netherlands" (cioè
"Paesi Bassi", ndt) e la parola "exit" (cioè
"uscita", ndt), considera anche che ci sono vantaggi
economici nello stare fuori dall'UE, tra cui una riduzione dei costi
per le imprese per "un minimo di 20 miliardi all'anno entro il
2034, attraverso il ritorno a una regolamentazione nazionale nelle
aree attualmente sotto la giurisdizione delle istituzioni di
Bruxelles".
Complessivamente, il rapporto conclude che gli olandesi
sarebbero in grado di gestire la propria economia "in modo più
efficiente avendo la libertà di stabilire delle politiche
monetarie e fiscali su misura per le condizioni del loro paese, e non
su misura dell'intera eurozona".
Lo studio riporta anche di una "riduzione della spesa
pubblica di minimo 7,5 miliardi di euro all'anno sino al
2035, per il fatto di non essere più legati alle leggi UE sulla libera circolazione
e "attraverso una revisione delle politiche sull'immigrazione
per orientarle più strettamente su coloro che possono dare un
contributo economico".
Lo studio contraddice un precedente studio ufficiale
olandese sui benefici dell'appartenenza all'UE, calcolati
in Olanda sui duemila euro all'anno a persona.
Jeroen Dijsselbloem, il ministro delle finanze olandese
nonché presidente dell'eurogruppo, ha attaccato l'idea del Nexit
come "decisamente imprudente", e ha difeso la moneta unica
europea.
"Lo leggerò, ma so una cosa per certo: l'Olanda è
una potenza economica dell'Europa. Noi guadagnamo la maggior parte
della nostra ricchezza commerciando con paesi dell'UE, per cui
l'Olanda ha decisamente interesse ad avere un mercato interno in cui
il commercio sia facilitato" ha detto.
"C'è anche la moneta unica. Attualmente è molto
forte e le condizioni dell'eurozona adesso appaiono molto migliorate
rispetto ad alcuni anni fa. Non c'è motivo di intraprendere nuove
avventure. Sarei decisamente contrario."
La preveggenza di Claudio Borghi e del suo "fiorino"... :)
RispondiEliminaA dire la verità, loro il "fiorino" (in olandese "gulden") l'avevano sempre avuto... ;-)
Elimina