Su Bloomberg, è il turno del noto economista Ashoka Mody di promuovere la manovra presentata dal governo italiano e rigettata dalla Commissione Europea. L'Italia, secondo Mody, autore del recente "Euro-tragedia: il dramma dell'euro in nove atti" (di cui abbiamo parlato qui, qui e qui), ha bisogno di uno stimolo fiscale, anche perché l'economia mondiale sta peggiorando più velocemente di quanto credano gli analisti. La rigidità della Commissione Europea rischia di portarla in un vicolo cieco politico - perché le sanzioni che minaccia all'Italia non troveranno mai il placet del Consiglio Europeo - e allo stesso tempo di scatenare una nuova crisi economica e politica europea, poiché con le sue dichiarazioni sta mettendo sotto pressione il già fragile sistema bancario italiano. Bene farebbero i commissari europei a rivedere velocemente le loro posizioni, chiude Mody.
di Ashoka Mody, 26 ottobre 2018
I leader europei sono intervenuti duramente contro l'Italia a causa del programma italiano per aumentare la spesa, al fine di stimolare la crescita ed aiutare i poveri. Quello che non riescono a riconoscere è che un piccolo stimolo potrebbe essere proprio quello di cui l'economia italiana ha bisogno.
La previsione è che l'economia globale stia peggiorando più velocemente di quanto gli analisti pensino. Un rallentamento in Cina ha colpito il commercio globale, le esportazioni europee stanno rallentando, e il sentiment delle imprese dell'eurozona è in forte calo. Tutto questo non può che avere conseguenze sull'Italia, dove la produzione industriale sta a malapena crescendo e una recessione potrebbe essere imminente.
Questo è il contesto nel quale si dovrebbe valutare il dibattito sempre più stridente tra Roma e Bruxelles. Il nuovo governo italiano, guidato dal partito di destra della Lega e dal movimento anti-establishment Cinque Stelle, ha proposto uno stimolo fiscale che l'anno prossimo causerà un aumento del deficit di bilancio al 2,4% del PIL. La Commissione Europea ha respinto il piano come irresponsabile, scatenando un confronto che ha incluso un episodio in cui un eurodeputato italiano ha sbattuto una scarpa sul tavolo all'Europarlamento e un crudo scambio di parole su Twitter. In mezzo alla discordia, i rendimenti sui titoli di stato italiani a 10 anni hanno continuato a salire.
Tuttavia se l'economia italiana è in stallo, lo stimolo fiscale può essere l'unico mezzo per evitare una pericolosa recessione, che potrebbe gettare l'Italia in una crisi ingestibile. Quello che è sicuro è che l'insistenza della Commissione Europea a che l'attuale governo italiano onori l'impegno del suo predecessore a ridurre il deficit di bilancio è del tutto irragionevole. L'austerità peggiorerà la congiuntura negativa e quindi aumenterà l'onere del debito pubblico (espresso in percentuale sul PIL). Questo, a sua volta, aggraverà piuttosto che attenuare le tensioni sui mercati.
Entrambe le parti dovrebbero concentrarsi invece sulla dimensione dello stimolo, perché possa essere gestibile, e sul modo migliore di spendere i soldi. L'Italia si trova di fronte a dei vincoli stringenti: il rapporto debito-PIL del paese, circa al 132%, è già estremamente alto. È quindi cruciale che la spesa aggiuntiva non spinga il deficit di bilancio oltre l'obiettivo governativo del 2,4%. A questo fine, il governo deve mitigare le sue proiezioni di crescita eccessivamente ottimistiche e, allo stesso modo, ridurre alcune delle sue spese, per evitare che il disavanzo finisca con l'essere più grande di quanto pianificato in termini di PIL.
Relativamente a come spendere il denaro, la raccomandazione classica - ovvero che il denaro dovrebbe essere investito in infrastrutture o in altri investimenti a lungo termine - potrebbe non essere una priorità immediata. Il governo italiano ha fatto per lungo tempo avanzi di bilancio (escludendo gli interessi sul debito), in periodi nei quali la crescita è stata lenta e la crisi finanziaria ha rovinato segmenti considerevoli della popolazione. Come hanno notato economisti del Fondo Monetario Internazionale, questo costante "stringere la cinghia" crea una domanda repressa di tagli alle tasse o di spesa pubblica per alleviare il malcontento sociale. Il sostegno finanziario alle famiglie a basso reddito, per esempio, potrebbe essere particolarmente efficace, perché il denaro andrebbe a persone che è più probabile che lo spendano.
La guerra di parole tra la Commissione Europea e il governo italiano non porta da nessuna parte. In linea di principio, la commissione può imporre sanzioni pecuniarie se l'Italia ignora le sue raccomandazioni, ma persino la cancelliera tedesca Angela Merkel ha riconosciuto che farlo serve soltanto a "portare all'insolvenza in modo particolarmente veloce". In ogni caso, queste sanzioni sono destinate al fallimento politico: i capi di governo che formano il Consiglio Europeo, che deve autorizzare qualsiasi azione, non imporrano sanzioni per paura che in futuro possa toccare al proprio paese.
Le politiche vaghe e incostanti del governo hanno causato preoccupazione nei mercati. Detto questo, anche le dure dichiarazioni dei funzionari della Commissione Europea sull'Italia hanno fatto salire il costo del credito. Qualcuno potrebbe vederlo come un utile strumento di pressione per tenere l'Italia al suo posto, ma è come giocare col fuoco in una polveriera. Rendimenti crescenti e prezzi dei titoli pubblici in discesa portano altra tensione sulle già fragili banche italiane, che detengono grandi quantitativi di titoli di stato. Le sofferenze del sistema bancario, a loro volta, possono richiedere salvataggi che peggiorano ulteriormente le finanze pubbliche. Un rallentamento dell'economia globale peggiorerà soltanto questa dinamica, spingendo le fragili banche e le finanze pubbliche in una spirale negativa.
In un ambiente così pericoloso, l'incapacità di praticare una discussione costruttiva potrebbe precipitare in un disastro economico e politico. D'altra parte, cambiare la narrativa per dare legittimità ad un modesto stimolo italiano riassicurerà gli investitori e calmerà i mercati. I funzionari europei dovrebbero riconsiderare la loro posizione velocemente.
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