Dopo un paio d'anni di intenso lavoro di divulgazione sul blog Goofynomics, nasce a/simmetrie, una sede autorevole di analisi e confronto per incidere sull'opinione pubblica italiana (portando sui grandi media la nostra voce) e per contribuire a formulare una proposta per la polis, che sia equilibrata e sostenibile. Il Comitato scientifico è di spessore. Niente di più necessario in questa fase criticissima del nostro paese, quindi sosteniamo (ognuno secondo i suoi bisogni) questa sacrosanta iniziativa!
Ecco il post introduttivo di Alberto Bagnai:
Per un’economia simmetrica
Stiamo vivendo una devastante crisi di debito pubblico: questo è
quanto ci ripetono i quotidiani, echeggiando le analisi di alcuni
economisti. La parola debito viene riproposta in modo assoluto ed
ossessivo (il debito, il debito, il debito…), e acquista così vita
autonoma, assurge a simbolo del fallimento di un sistema di governo,
della disfatta di intere generazioni, diventa un totem al quale
tributare sacrifici, si carica di mille significati (politici, etici,
psicanalitici). Si perde così di vista un punto essenziale, confermato
dall’esperienza personale di molti di noi: non ci può essere debito se
non c’è stato un creditore, non si possono prendere in prestito soldi se
nessuno te li dà in prestito.
Una banalità? Forse, ma esploriamone le conseguenze. Intanto,
ammettendo che il problema sia effettivamente il debito pubblico (ma su
questo le voci sono discordanti), una cosa è certa: dato che nessuno
presta a se stesso, i creditori del settore pubblico apparterranno al
settore privato. Questo, in buona sostanza, significa che quella che
viene descritta come una crisi di debito pubblico, da risolvere punendo e
circoscrivendo lo Stato “che si è indebitato troppo”, è almeno in parte
anche una crisi di credito privato, che forse si sarebbe potuto
prevenire regolamentando e sorvegliando il Mercato “che ha prestato
troppo” (cioè incautamente).
Descrivere la relazione fra due contraenti insistendo su un solo
lato, e quindi, ad esempio, parlare solo di debito, è un esempio di
rappresentazione asimmetrica di un fatto economico, insomma, un esempio
di asimmetria. L’asimmetria nella rappresentazione, nell’analisi,
conduce ad un’asimmetria nella proposta politica, che non sempre si
traduce in un beneficio netto per la collettività. Ad esempio, le
politiche di austerità, oggi generalmente criticate come causa della
persistente recessione, sono state adottate pochi mesi or sono sulla
base di un’analisi “asimmetrica”, che poneva tutte le responsabilità
della crisi in capo allo Stato, e vedeva in termini comunque positivi
qualsiasi politica restringesse il “perimetro” di quest’ultimo.
Un’analisi che oggi trova molti meno sostenitori di un anno fa.
Ricordare quindi che ogni debito è anche un credito, per restare al
nostro esempio, non è una semplice banalità: è anche il rimuovere
un’asimmetria concettuale, analitica. Questa rimozione, a sua volta, non
è un mero esercizio intellettuale: è un contributo all’apertura del
dibattito politico verso spazi più articolati ed efficaci di soluzioni
dei problemi.
Riflessioni di questo genere sono ancora poco frequenti da noi, ma
sono comuni nella stampa e nella letteratura scientifica internazionale,
dove addirittura esistono riviste specializzate sul tema delle
asimmetrie. Un tema ampio, trasversale, che ogni economista incrocia
almeno una volta nel proprio percorso di studi, affrontando il tema
delle asimmetrie informative, cioè dei fallimenti del mercato che
scaturiscono da una imperfetta informazione di almeno un contraente.
Sembra una cosa molto esoterica, ma è una cosa vecchia quanto il mondo
(il marito e l’amante hanno informazione asimmetrica). Rientra fra le
asimmetrie informative il moral hazard, cioè il rischio di comportamento sleale della controparte – fenomeno portato all’attenzione del grande pubblico da Money never sleeps
di Oliver Stone – che molti considerano fra le cause principali della
crisi che stiamo vivendo: il settore finanziario privato avrebbe
prestato senza esercitare la dovuta diligenza perché intuiva che il
settore pubblico sarebbe intervenuto in suo soccorso.
Ma le asimmetrie sulle quali riflettere, sulle quali fare ricerca,
divulgazione, e proposta politica, nel senso di proposta alla polis, non
si esauriscono certo qui, e hanno tutte riflessi più o meno immediati,
ma sempre penetranti, nella vita quotidiana di ognuno di noi.
C’è l’asimmetria del sistema monetario internazionale, basato sulla
moneta di uno stato (il dollaro) che diventa moneta del mondo, inducendo
un fondamentale squilibrio nei conti esteri degli Stati Uniti e
concorrendo al ciclico riproporsi di crisi internazionali, secondo uno
schema chiarito già da Triffin nel 1960, ma al quale decenni di
riflessioni (riaperte dalla crisi del 2008) ancora non hanno trovato
alternative.
C’è l’asimmetria di certe regole di politica economica, che impongono
con pervicacia tolemaica parametri fissi a sistemi economici dinamici e
in piena evoluzione, creando inevitabili, dunque non imprevedibili,
tensioni, che si scaricano anch’esse in maniera piuttosto asimmetrica
sulle popolazioni coinvolte, portando ad aumenti della disuguaglianza,
della povertà, e di quella variabile non misurabile, ma assolutamente
percepibile, che è la disperazione.
E poi non ci siamo solo noi: c’è l’asimmetria fra il Nord e il Sud
del mondo, quel Sud del mondo del quale fanno parte (ancora per poco) le
economie emergenti, anch’esse oggetto di rappresentazione asimmetrica, o
forse addirittura schizofrenica: additate come salvatrici quando si può
attribuire loro il ruolo di motori della crescita mondiale (che forse
non sono ancora in grado di sostenere), additate come colpevoli quando
occorre suggerire che il peggioramento relativo delle nostre condizioni
sia una conseguenza del miglioramento delle loro (un ragionamento che
convincerebbe molto di più se non avessimo tanta evidenza di errori – se
sono stati tali – nella gestione delle nostre economie).
E c’è il Sud che non sta emergendo, il Sud che rimane indietro, e dal
quale tanti nostri simili cercano di evadere, in cerca di prosperità
nei nostri paesi.
Il che ci porta a considerare quella che forse è l’asimmetria
fondamentale, quella fra capitale e lavoro. Nei modelli teorici, due
lettere, K e L, che figurano in bella simmetria fra gli argomenti della
funzione di produzione, la relazione matematica che descrive l’offerta
complessiva di beni di un paese. In realtà, due “fattori di produzione”
dalle caratteristiche radicalmente diverse: basti pensare a quanto si fa
per incoraggiare l’arrivo del primo (spesso incautamente), e per
ostacolare l’arrivo del secondo (spesso disumanamente).
Sono questi i temi che vogliamo portare all’attenzione del dibattito
pubblico, i temi sui quali sollecitiamo la riflessione di economisti,
giuristi, politologi, e di tutti gli intellettuali disposti a
confrontarsi con la realtà e ad arrischiarsi sul terreno della
divulgazione e della proposta concreta. a/simmetrie si offre come forum
alle loro riflessioni, come supporto alle loro iniziative, come
strumento di divulgazione e verifica delle loro ricerche, senza
preclusioni di orientamento ideologico e di approccio, per contribuire a
un reale avanzamento della coscienza civile e democratica del nostro
paese. Possa questo tentativo, che sentiamo di dover fare in un periodo
tanto difficile per la vita del nostro paese, avere un valore che
trascenda quello della mera testimonianza
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RispondiEliminaAlex, ha un senso anche all'inverso del classico marxiano, ed è questo, tratto da Bagnai:
Elimina"Non si può salvare chi non vuole essere salvato. Io posso solo offrirvi una possibilità: quella di darvi voce. Ma la decisione sta a voi. Se voi mi preferirete come segretaria, io mi preferirò come musicista. Da ciascuno secondo i suoi bisogni, a ciascuno secondo le sue possibilità!"
ossia più abbiamo bisogno e più ci daremo dentro...;)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaPreferisci la Bindi?
EliminaA lei piuttosto preferirei Bagnai con la gonna, o Borghi con la parrucca bionda ed il rossetto rosso!
Questione di gusti..
È un fatto molto positivo e necessario.
RispondiEliminaMa avere imbarcato Giorgio La Malfa da l'idea di ampia confusione e di futuro incerto.
Non conosce neanche l'economia.
Enrico
Ti sbagli. Conosce l'economia, a quanto pare, molto più di tanti altri politici italiani affetti da debitite acuta da trattarsi con terapia ad urto da pareggio di bilancio...
EliminaSi, si.. La Malfa come sono andate le cose in economia in Italia poco prima del 1981 e da quell'anno in poi, le conosce molto bene!
EliminaDi economia ne capisce! Rimane un furfantello, ma di economia ne capisce.
Oppure è o è stato un furfantello proprio perché di economia ne capiva?
Tuttavia guardando i burattini che adesso ci rappresentano e che straparlano e disfano a vanvera, uno come La Malfa mi sembra perfino una buon politico a cui affidarsi....
Vi giuro che nel 1993 una cosa del genere MAI l'avrei pensata!!
Mamma mia se siamo messi male!!
Demetrio
RispondiEliminaIo sono dell'opinione che, per parlare al cuore del popolo (anche qui occorrerebbe specificare perché non c'è uno solo "popolo") sarebbe necessario preferire la semplicità delle argomentazioni alla prolissità e alla complessità delle medesime.
Non perché vi sia analogia di situazione storico-socio-antropologica - ma io credo che sarebbe utile, prima di buttarsi a parlare al popolo, studiarsi i discorsi di Lenin dal punto di vista retorico ed oratorio.
Qui in Italia oggi, ci sono solo due politici che sanno parlare al "popolo" e sappiamo tutti chi sono.
Ce ne sarebbe dovuto essere almeno un altro ma nell'annus horribilis gli è caduta la maschera e ci si è accorti che era il gestore del controbuffet del partito simulatamente opposto .
A parlare al Popolo, comunque, con oratoria stringata ed inesorabile saranno le ristrettezze feroci che aspettano gli Italiani e che faranno urlare anche quelli che ora hanno la raucedine.
Da questo popolo, non certo molto edotto in letteratura e filosofia, occorre farsi capire e farsi ascoltare.
Visto che non sono edotti in letteratura e siccome difettano di dialettica, questo popolo se piglia i forconi dopo si farebbe di sicuro sentire.... oh come se si farebbe sentire!
EliminaIl post su goofynomics credo inquadri bene la questione.
EliminaMi sembra che lo scopo principale dell'associazione non sia quello di parlare al cuore del popolo, ma di raccogliere economisti per elaborare dal punto di vista tecnico gli scenari possibili.
Trovare un animale politico che voglia prendersi i risultati di questa elaborazione e costruirci sopra il consenso e' un altro problema.
Fatto ieri, con la convinzione della mente e del cuore.
RispondiEliminaAggiungo che è bellissimo vedere come collaborate fra voi, e come molti appassionati lettori si ritrovino qui, su goofynomics e su orizzonte 48.
Ps posso chiedere se avete news da "voci dalla Germania"? Non aggiorna post da giugno ed era molto interessante.
Veramente non lo so, gli ho scritto, e attendo notizie. Se so qualcosa ti dico qui.
EliminaHa risposto con un commento all'ultimo post pubblicato. È vivo!
EliminaThank
Elimina:-)
concordo con quasi tutto. Tranne che gli intellettuali e i soliti AAA gole profonde si tolgano dai piedi. di danno ne hanno fatto pure troppo. voglio le nonne e le zie nelle stanze dei bottoni. Chiedo troppo se invece della cultura, pretendo l'intelligenza?
RispondiEliminaNonne e zie nella stanza dei bottoni...per attaccarli???
EliminaAnonimo, siediti e respira. L'intelligenza va coltivata, con la cultura, l'ho imparato a mie spese ...
Anche io preferisco l'intelligenza, ma effettivamente se poi uno intelligente non ha la cultura necessaria per sfruttarla, cosa se ne fa?
EliminaPiuttosto che so zio di Letta, anche le zie di Anonimo vanno bene, purché non siano zitelle!
La Malfa!? Ma c'era bisogno di La Malfa?!
RispondiEliminaMa gente, io resto ...diciamo perplessa?! Io non so se tutti questi che mostrano una certa puzza sotto il naso verso i vari personaggi della borghesia o della imprenditorialità che comunque prendono posizioni corrette contro l'austerità e i rigidi vincoli europei (compreso il cambio), si rendono davvero conto dell'onda d'urto di attacco che ci stiamo trovando a dover sostenere...ma possibile che non sia chiaro e non salti agli occhi che più gente dell'establishment, diciamo così, si mette in gioco contro quest'ondata, e più possibilità abbiamo di salvarci? O non sarà meglio lasciare i distinguo a dopo vinta la guerra? Mi sembra che i CLN raccoglievano un arco di forze antifasciste molto ampio, ed era giusto così, o no? Ma daiii...
RispondiEliminaE Carmen purtroppo hai ragione.. di alternative fattibili alla completa disfatta non ne abbiamo.
EliminaComunque è vero che La Malfa di esperienza e di conoscenze politiche ne ha.
Poi ha pure una dialettica sopraffina.
Tuttavia perdonami ma mi sento comunque triste.
Per arrivare a chiedere aiuto ad uno degli ultimi residui della stagione di mani pulite, truffaldino fino all'osso, che appoggia Monti, Berlusconi e va ai comizi di Casini, ed allo stesso tempo fa dichiarazioni contro l'Euro e l'Eurozona, vuol dire che siamo veramente alla frutta!
Che vergogna che mi viene..
La novità è che Giorgio La Malfa capisca di economia, fece una bella coppia con un altro genio della disciplina, il famigerato Andreatta quando nel (nefasto) governo Spadolini attuarono il divorzio.
RispondiEliminaMa non voglio infrangere le illusioni di nessuno, quanto all'onda d'urto viene da lontano e ci si può alleare con chiunque per difendersi e forse è già tardi,, ma ci vorrebbe una strategia e evitare il ridicolo e imbarcare tutti per fare numero o una armata brancaleone.
Enrico
La Malfa ne capisce.. ne capisce ;-)
Eliminaquando le donazioni godranno del beneficio della deducibilità,
RispondiEliminasarà mia premura effettuare una donazione.
nel frattempo,mi permetto di avanzare alcuni auspici che vorrei vedere realizzati in questa Think Tank appena nata:
-che i temi di dibattito pubblico non siano prerogativa di
"menti elette"(selezionate),ma concessi anche a coloro che si
limitano a ragionare;
-che ad ogni commento (urbano)sia data la dovuta risposta
circonstanziata anche se doverosamente sintetica;
-che di fronte alla formulazione di quesiti su assimetrie
economiche o argomenti viciniori,il Comitato Scientifico
conceda il suo "know how";
Con stima GFC
Hanno aderito all'associazione a/simmetrie sia Paolo Savona che Giorgio La Malfa perchè fanno parte della fondazione Ugo la Malfa nata nel 2001. Savona ne è il presidente e Giorgio la Malfa uno dei consiglieri. Giorgio la Malfa, nonostante il suo non brillante passato nella prima repubblica, ha sempre criticato l'euro, nel 2000 ha scritto il libro L'Europa legata. I rischi dell'euro, libro poi ripresentato nel 2009, con edizioni anche nel 2011, aggiornato da un nuovo saggio introduttivo e con la prefazione di Paolo Savona. In questo momento visto che nessun politico si prende la briga di decidere da che parte stare ben venga uno che lo faccia, del resto questi sono i rappresentanti che noi abbiamo e non possiamo fare tanto gli schizzinosi. Personalmente vedrei volentieri in "pensione" D'Alema, ma se per un ipotetico e impossibile caso dovesse schierarsi contro l'euro non ci potremmo permettere di fare i puri e di snobbarlo. Noi nell'auspicabile ipotesi di uscita dall'euro, purtroppo dovremmo far conto con i politici eletti in Parlamento senza avere la possibilità di scegliere quelli che ci aggradano (che a dire il vero sono ben pochi). Secondo, poi i vostri ragionamenti non avremmo avuto la resistenza perchè i partigiani non erano certo tutti provenienti da identiche esperienze e forse c'era gia qualcuno che proprio una mammoletta non era, ma se si fossero comportati con il vostro metro di giudizio a quest'ora saremmo qui ad osannare Hitler. I distinguo in questo preciso momento storico non possiamo farli, siamo in pochi ad aver capito l'inganno dell'euro e non ci conviene mettere alla porta chiunque non sia immacolato come lo vorremmo. sarebbe anche una cosa comprensibile ma non ce lo possiamo permettere.
RispondiEliminase non sbaglio,nell'ambito di a/simmetrie,l'argomento
EliminaEURO è uno dei problemi non il problema.GFC
A me sembra invece che tutti problemi segnalti dal primo post di Alberto Bagnai siano chiaramente riconducibili al più importante: l'EURO. Questioni di punti di vista. Comuqnue qui nessuno sta prendendo per le orecchie le persone obbligandole a sostenere l'associazione, si invita con entusiasmo a farlo punto e basta. Se non si vuol farlo non si fa senza inutili polemiche.FC
EliminaGrande Fiore! ;-)
Eliminasentire commenti contro La Malfa in questo momento mi fa tornare in mente i comunisti che dicono "con la Le Pen mai!" quando è l'unico politico di spicco che nell'eurozona ha dichiarato di voler far uscire il proprio paese dall'euro.
RispondiEliminasadomasochismo allo stato puro insomma. siamo rintatati a guantanamo sotto le peggiori torture ogni giorno e ci lamentiamo dell'afa.
Vuoi paragonare la LE PEN a la Malfa?
Eliminanon era proprio quello il senso ma non penso si sia in condizione di fare i distinguo, considerato che davanti l'alternativa è l'oblio.
Eliminail senso era questo.
l'uscita da sinistra non la propone nessuno nel panorama politico europeo per cui è meglio prenderne atto. purtroppo.
lieto di essere smentito su quest ultima cosa ovviamente.
E' una nobile iniziativa ma temo che il tempo che ci resta per poter dibattere sia poco.
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