Jacques Sapir commenta, dati alla mano, la recente propaganda mediatica sul ritorno alla crescita della Francia...
La stampa,
soprattutto quella social-liberista, è piena di ottimismo e di
commenti lusinghieri per il nostro Presidente a causa degli ultimi
dati INSEE. Nella seconda metà del 2013 la Francia sarebbe cresciuta
dello 0,5%, Alleluia! Torniamo a crescere, dunque ... Tuttavia, i
commentatori farebbero meglio a stare più attenti e a leggere con
più attenzione i documenti dell'INSEE [1].
Infatti,
il dato dello 0,5% è dovuto a due fattori: a un aumento dei consumi dello
0,3% e ad un aumento delle scorte dello 0,2%. Tuttavia, nel 2012 le scorte
delle imprese erano diminuite dello 0,8%. Una correzione era attesa,
ma rimane al di sotto del calo precedente. Un confronto tra i primi
due trimestri del 2013 e quelli del 2011 e del 2012, mostra che
questa crescita non sarà duratura.
Grafico 1
Del resto,
da questo grafico si può vedere la permanenza dei fattori che
provocano il ristagno del PIL francese, ed in particolare
l'evoluzione degli investimenti e della bilancia commerciale.
Il secondo punto che spiega la crescita del PIL nel secondo trimestre è l'aumento dei consumi delle famiglie. Tuttavia, questo aumento sembra essere dovuto principalmente a dei fattori congiunturali.
(i) I consumi
energetici sono stati insolitamente alti nella primavera del 2013, a
causa del cattivo tempo.
(ii) I consumi correnti (alimentari e abbigliamento) continuano a diminuire (-2,2% per l'abbigliamento e -1,2% per gli alimentari). Questo è preoccupante e dimostra che il livello di vita dei francesi si deteriora, o almeno che il potere d'acquisto mediano (e non medio) continua a scendere. Del resto l'indice del potere d'acquisto per unità di consumo registra un decremento dello -0,2% nel primo semestre di quest'anno.
(iii) Solo le spese relative all'automobile aumentano, ma sono ben lontane (con il 2,2%) dal compensare la precedente flessione (-5,5%).
Infatti, come
si vede nel grafico 2, il consumo di beni durevoli delle famiglie
francesi è in panne ormai da diversi anni. La crisi del 2008 ha
infatti interrotto la tendenza che si poteva osservare dal 2001. Si
prevede quindi che l'aumento attuale dei consumi non è destinato a
durare.
Grafico
2
Inoltre,
va notato che l'aumento delle imposte si farà sentire dalla fine del
terzo trimestre (settembre). La maggior pressione fiscale dovrebbe
causare una contrazione dei consumi significativa.
Il fatto più
inquietante, tuttavia, non è questo. E' il calo continuo degli
investimenti (FBCF o Investimenti fissi lordi). Nel secondo
trimestre, il calo degli investimenti fissi lordi è di -0,5%, e per
quanto riguarda gli investimenti delle famiglie (che per convenzione
investono solo nelle abitazioni), è del -1,7%. In un anno, il calo
degli investimenti fissi lordi delle imprese non finanziarie è
importante, del -2,1%. Si mantengono solo gli investimenti pubblici, ma
attualmente sono ad un livello relativamente basso. Ciò significa che
l'apparato produttivo francese continua a deteriorarsi, soprattutto
in relazione alla Germania, che è certamente il nostro principale
partner, ma a causa dell'euro è anche il nostro più grande
concorrente. Il calo degli investimenti fissi nel medio termine
implica una minor crescita della produttività e di conseguenza
un aumento relativo, rispetto ad altri Paesi, del costo unitario
reale del lavoro, che è uno degli indicatori più certi della
competitività relativa dell'industria francese.
Possiamo notare ancora meglio questa tendenza se facciamo un passo indietro, come nel grafico 3, che mostra la quota di investimenti francese e italiana in percentuale del PIL.
Grafico
3
Fonte: FMI (aprile 2013) |
Ciò invalida anche l'idea,
spesso avanzata negli ambienti vicini a François Hollande, secondo
cui la Francia si troverebbe ora in un "ciclo", di cui
avrebbe conosciuto la fase discendente durante l'inverno, e che alla
fine di quest'anno dovrebbe portare automaticamente alla fase di
crescita . Il "ciclo economico", per riprendere
un'espressione che ha avuto il suo momento di gloria negli anni '20,
non è che il prodotto di una economia largamente deregolamentata. Non
c'era nessun "ciclo" negli anni '50 e '60 ... Per poter
stabilire l'esistenza di un "ciclo" occorre che ci siano
delle oscillazioni regolari. Tuttavia, tutti gli indicatori economici
strutturali suggeriscono invece un indebolimento del sistema
economico francese.
Nulla quindi,
nel quadro disegnato dall'INSEE, è motivo di ottimismo. Solo una
forte crescita globale, assumendo che la Francia possa beneficiarne,
cosa dubbia dato il tasso di cambio dell'euro (attualmente 1,32
dollari per 1 euro), potrebbe guidare la crescita. Ma la crisi nei
paesi emergenti (Cina e India) e la crescita debole negli Stati Uniti
non permettono di poter contare su un tale scenario. La crescita
globale resterà debole nel 2013 e nel 2014.
L'economia
francese è dunque condannata alla stagnazione nel breve termine e, a
causa della perdita di competitività del sistema produttivo, al
deterioramento nel medio termine. Questa è la diretta conseguenza
dell'Euro, come abbiamo più volte avuto occasione di dire e
dimostrare in queste pagine. L'unica soluzione che consentirebbe di
intraprendere una strada radicalmente diversa e dare speranza alle
imprese e ai lavoratori francesi (i quali si rendono conto, loro, di
come la disoccupazione continui ad aumentare) sarebbe di uscire
dall'Euro e poter svalutare, non solo verso il dollaro (e l'area del
dollaro), ma anche e soprattutto nei confronti della Germania.
[1] INSEE-Conjoncture, Informations Rapides, 14 août 2013 n°186.
[1] INSEE-Conjoncture, Informations Rapides, 14 août 2013 n°186.
Tutti che vogliono uscire dall'Euro e svalutare.
RispondiEliminaMah!
Alla fine l'Euro non esisterà più e ci beccheremo una bella guerra commerciale di tutti contro tutti.
O forse una guerra tout court.
non tutte le nazioni potranno svalutare.. di certo Germania, Olanda e paesi del nord saranno costretti a rivalutare, mentre quelli del sud a svalutare.. dopo il primo anno un po burrascoso sono certo le nuove valute troveranno un equilibrio nel mercato valutario.. speriamo cio avvenga il prima possibile
EliminaNel caso non te ne sia ancora reso conto, una guerra è già in corso: Germania vs resto d'Europa.
EliminaContinua a leggere questo blog e altri, se capirai i fondamentali economici, ti renderai conto che con la permanenza nell'euro per il nostro paese c'è solo da perdere.
No tutti vogliono una valuta che rispetti i fondamentali economici del paese,onde evitare di abbattere i salari per ritornare ad essere competitivi.La germania invece con una sua divisa avrebbe una rivalutazione,se esporti di più è logico.
EliminaMa perchè abbiamo tutta 'sta paura di svalutare? Scusa prima dell'euro e dello SME come facevamo siamo morti per caso? Ci hanno talmente inculcato la negetività della svalutazione che appena ne sentiamo parlare scattiamo sull'attenti. Come dice Bagnai sull'ultimo post in cui riporta anche una pagina del libro "sarebbe comunque dovere morale e civile di ogni italiano opporsi al simbolo di un regime che ha fatto della crisi economica un metodo di governo, che ha eletto a propria bandiera la deliberata ed esplicita e rivendicata soppressione del dibattito democratico.
EliminaOpporsi all’euro è l’unico segnale che oggi rimanga a un cittadino europeo per dichiarare il proprio dissenso verso il metodo paternalistico con il quale l’élite mette il popolo di fronte al fatto compiuto, affinché il popolo vada dove l’élite vuole condurlo." Quindi VIVA la svalutazione
Vedo che i troll iniziano ad avere paura di questo blog...forse perchè crea una piccola coscienza comune sukl disastro di questa moneta??? Uscirne comporterebbe di sicuro dei pericoli ma stare dentro cosa vorrebbe dire?Questo nessuno se lo chiede mai???
EliminaInfatti, è una cosa molto bella il fatto che quando pubblico un commento di un certo tipo e lì per lì non ho il tempo di mettermi a rispondere, oramai c'è una schiera di lettori pronta a riportare il discorso sui giusti binari, così quando mi appresto a farlo...trovo il lavoro già svolto! Bene, è consolante, e grazie...:)
EliminaInsomma ci stai dicendo che dovremmo scegliere tra il disonore e la guerra!
EliminaOk Luigiza, vada per la guerra!
Se non lo sai, ma tu, al contrario del 90% dei miei sonnacchiosi ed opportunisti compatrioti (sono oltre 2000 anni che lo sono…), in realtà lo sai benissimo, ci siamo già in guerra; e come altrettanto bene sai, abbiamo pure perso un discreto numero di battaglie.
Nihil sub sole novum, nec valet quisquam dicere: Ecce hoc recens est: jam enim præcessit in sæculis quæ fuerunt ante nos. (Ecclesiaste 1,10)
Finisce sempre così, quando si preferisce scegliere il disonore alla guerra. Si finisce, appunto, in guerra!
(..) I do not grudge them the natural, spontaneous outburst of joy and relief when they learned that the hard ordeal would no longer be required of them at the moment: BUT THEY SHOULD KNOW THE TRUTH. They should know that we have sustained a defeat without a war, the consequences of which will travel far with us along our road; they should know that we have passed an awful milestone in our history, when the whole equilibrium of Europe has been deranged, and that the terrible words have for the time being been pronounced against the Western democracies:
"Thou art weighed in the balance and found wanting." (Daniele 5, 27)
And do not suppose that this is the end. This is only the beginning of the reckoning. This is only the first sip, the first foretaste of a bitter cup which will be proffered to us year by year unless by a supreme recovery of moral health and martial vigour, we arise again and take our stand for freedom as in the olden time.
Winston Churchill October 5, 1938
Lo lascio in Inglese perché tanto Luigiza lo capisce benissimo, e gli altri… che si desciulino un po’ per conto loro che sarebbe anche ora.
…arriverà El Alamein… ed allora cominciate a correre, a correre più forte che potete!
E' veramente incredibile il solo pensare che l'uscita dall'euro può ingenereare una "Guerra economica". Le comunico che attualmente la vita di tutti noi è una "Guerra economica". Si è mai chiesto perchè non non nascono nuove imprese? oppure perchè vengono costruiti immensi centri commerciali intorno alle nostre città, distruggendo il nostro patrimonio ambientale? Perchè in Italia non si può più produrre, ma al contrario si può "intaccare" il portafoglio dei cittadini. Il prof. Settis dice che hanno trasformato i cittadini in consumatori, io penso che invece abbiano trasformato i cittadini da LAVORATORI a CONSUMATORI spingendoli a non pensare a quali erano i rischi della ricerca di un basso prezzo d'acquisto. Società multinazionali che non devono rispettare i confini nazionali e possono spostare ricchezza effettivamente prodotta da una parte all'altra dell'europa senza pagare dazio, una inflazione bassa che gli consente il mantenimento del potere di acquisto, tassi di interesse elevati sui titoli di stato sui quali possano speculare, paradisi fiscali dove nascondere il maltolto! Per chi possiede miliardi di n-EURO: IL PARADISO (non solo fiscale). E chi ci rimette in tutto questo? l'idraulico che non può delocalizzare in INDIA e sfruttare la manod'opera locale, l'imbianchino che non può andare in Cina a tinteggiare, il professionista che non può esercitare all'estero, l'operaio che devo pagare un mutuo, magari a tasso variabile, l'impiegato di fabbrica che vede di giorno in giorno i conti dell'azienda che peggiorano e non sa spiegarsi il perchè. Eppure tutti questi Italiani si alzano alla mattina e vogliono lavorare e come mai non possono? Ecco la soluzione: -EURO-PRODI-Andreatta-LETTA-ASPEN-AREL-LIBERISMO-LIBERALSOCIALISMO-CAPITALISMO-GLOBALIZZAZIONE-INTERNAZIONALIZZAZIONE-MONDIALISMO-AMATO-1981-1992-BANCA CENTRALE (ECB-BCI)-VALORE (DEBITO) PUBBLICO-IGNORANZA-FREGATURA-FALSITA'-SFRUTTAMENTO-CLASSI SOCIALI-ASCENSORE SOCIALE BLOCCATO- IMPOVERIMENTO-PROGETTO. Io se fossi un miliardario mi vergognerei di spendere soldi estorti con violenza alle famiglie, oppure di spendere denaro insaguinato dal lavoro minorile in India, Cina, Pakistan, Africa. Ma si sà il denaro non ha odore, però sporca soprattutto le coscenze. EURIMBERGA!
Eliminala questione non è questa. Non puoi avere una moneta che non riflaetta la reale situazione economica, e come voler andare in ferrari senza benzina.
RispondiEliminala guerra tutti contro tutti è già in atto.
RispondiEliminaGuarda ad esempio alle "offerte promozionali" che i governi con i soldi dei cittadini finanziano, o barattando i diritti dei lavoratori.
In Inghilterra, hanno introdotto i contratti zero hours....qui argomento meglio il tutto
http://dadietroilsipario.blogspot.it/2013/08/i-contratti-zero-hours-chi-rilancia.html
L'euro non esisterà più? Ho l'impressione che chi da per assodato tale evento ne stia sottovalutando le implicazioni politiche e finanziarie che sono viceversa ben presenti nelle strategie dei policy maker. La svalutazione, l'inflazione sono argomenti di nessuna rilevanza. Nessuno se ne preoccupa. E' ridicolo vedere accapigliarsi su temi come la svalutazione è brutta oppure viva la svalutazione. E' solo propaganda. Il timore è solo il crearsi di eventi sistemici come un nuovo Lehman moment alla decima potenza. In un sistema internazionale finanziarizzato come quello oggi predominante ho la netta impressione che ciò verrebbe impedito in ogni modo. Piaccia o meno.
RispondiEliminaE' sempre bene ricordare il ruolo delle banche centrali in un sistema monetario fiat. Le banche commerciali che incorrono in perdite per svalutazioni o cancellazioni del debito potrebbero sempre essere ricapitalizzate e nazionalizzate. Inoltre non è detto affatto che l'uscita dall'euro provochi il default. O meglio, nel caso della Grecia questo è già in atto, anche rimanendo nell'euro; nel caso dell'Italia, poi, uscire dall'euro sarebbe il solo modo per evitarlo!
Elimina@Easter
Eliminainvece di fare tanti giri di parole sarebbe bene che ognuno di noi si guardasse intorno e cominciasse a mettersi nei panni degli altri in quelli soprattutto che stanno soffrendo la crisi, invece di riempirsi la bocca "sistema internazionale finanziarizzato" o "eventi sistemici" o "Leman moment alla decima potenza". Queste sono le valutazioni di una sinistra che non sa più e che santo votarsi e cerca di barcamenarsi, per pescare i voti quà e là, tra una posizione ultraliberista ed una meno, tanto per far vedere che si è capaci di disamine articolate, senza in realtà dire niente e senza soprattutto prendere posizione. Siete degli ignavi.
Tanto per farti capire ho detto VIVA la svalutazione non per pura propaganda ma solamente per affermare in modo ironico che non è una catastrofe come parecchi vogliono far credere. La catastrofe è la nostra vita in questo momento e soprattutto chi non vuol vedere quello che è evidente.
@Fiore
Eliminati cito un'affermazione di Paul De Grawe (economista critico con l'attuale impostazione della moneta unica e molto apprezzato dagli euroscettici) fatta alcuni mesi fa: «Chiunque avalli l'uscita dell'Italia dall'euro si porterà la responsabilità di aver causato una spaventosa destabilizzazione globale, con effetti e durata imprevedibili ma sicuramente pesanti e non brevi». Ecco il punto è proprio questo. E ciò, ti assicuro, è un fatto ben noto nella mente dei policy maker, non solo europei. Ecco perchè la dissoluzione dell'euro non avverrà. Il mondo, ancora alla prese con una lunga fase di deleveraging e con ancora fragili segnali di ripresa, non potrà assolutamente permetterselo. E queste non sono considerazioni di "valore". Io non auspico nulla. Non ho alcuna intenzione di inscenare scaramucce politiche. Non mi interessano. Provo solamente a considerare gli scenari più probabili.
Allora che dobbiamo fare? Continuare a morire lentamente senza provare a ribaltare la situazione? Mi ricordi un mio collega di lavoro molto informato che riesce con lucidità a centrare il nocciolo del problema, però essendo un seguace di David Icke, pensa che tutto sia dovuto ai rettiliani e allora se gli chiedi "ma in definitvia noi cosa possiamo fare?" lui ti risponde "attendiamo ci sono forze che in questo momento stanno combattendo per noi e sembra che le malvagie stiano arretrando". Capisco che la dissoluzione dell'euro investirà tutto il mondo non solo l'Europa, ma secondo me bisogna provare fino in fondo a combattere questa battaglia. Può darsi che negli anni 30-40 del secolo scorso alcune persone discutevano sugli stessi ragionamenti "se proviamo a buttare all'aria Hitler e Mussolini chissa che batosta avremmo e quale mondo ne verrà fuori" sappiamo tutti come è andata a finire, non dobbiamo avere paura ma cerdere fermamente in quello che facciamo. Scusa se ho utilizzato un tono perentorio nel messaggio precedente ma si vivono tempi veramente bui.
EliminaScusate l'errore di ortografia quà invece di qua.
RispondiEliminaFinalmente un bell'articolo che ci ricorda che quando la propaganda afferma qualcosa di evidentemente insostenibile per l'evidenza stessa dei fatti, significa che ormai "Il Re è Nudo!".
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