Economonitor, il blog che fa capo a Nouriel Rubini, presenta in maniera molto realistica la situazione Greca, tutt'altro che confortante. Un nuovo default è all'orizzonte, mentre altri paesi dell'eurozona sono a un passo dal collasso.
Gli ultimi dati sul PIL greco sembrano più
promettenti che in passato (sempre che ci si possa credere). IL PIL si è
contratto di solo il 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% rispetto
allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Il
governo greco vuole usare questa opportunità per ottenere un altro
prestito dalla EU/FMI. Nonostante questo rallentamento della
contrazione del PIL e un deficit fiscale un po' migliorato, ci si
attende che il governo greco esaurisca i soldi entro la fine del
prossimo anno.
Citando Barclays Research: … il programma potrebbe molto probabilmente rimanere a corto di fondi entro la fine del 2014 dato che la crescita inferiore al previsto dell'anno scorso, i ritardi nell'attuazione delle riforme e i costi aggiuntivi di riacquisto di titoli hanno causato la necessità di maggiori finanziamenti. Inoltre, in questa fase, non vediamo come la Grecia potrebbe essere in grado di tornare a finanziarsi sul mercato libero entro la fine del 2014, ciò significa che avrà anche bisogno di un’ estensione del programma di salvataggio. Infine, la sostenibilità del debito a lungo termine è ancora da dimostrare e il raggiungimento del magico rapporto debito-PIL del 120% entro il 2020 richiederà misure sostanziali di taglio del debito.
Si
sta creando una spaccatura all'interno del FMI riguardo gli attuali
esborsi del fondo alla Grecia, perfino da finanziamenti già
stanziati . Il FMI ha da un po’ iniziato a fare pressioni sull'UE
perché riconosca alla Grecia un certo sconto o estensione sul debito
– includendo magari anche dei tagli sui prestiti al settore
pubblico. Ciò significa che le nazioni dell'Eurozona dovranno
accettare termini peggiori e, eventualmente, un qualche tipo di
riduzione del debito al fine di rendere più "sostenibile"
il piano di salvataggio.
Tuttavia
la Commissione europea non è pronta a dare il via alle discussioni
sul tema – almeno non fino a dopo le prossime elezioni tedesche
alla fine di settembre. E l'idea di allentare le condizioni
dell'attuale finanziamento nonché quella di ulteriori finanziamenti
alla Grecia sta generando scetticismo in Germania.
The Local: – La Banca centrale tedesca si aspetta che la Grecia riceva un altro prestito di salvataggio quest'anno o entro l’inizio del 2014, ha segnalato domenica il settimanale tedesco Der Spiegel, citando un documento interno della Bundesbank
Gli esperti della Bundesbank tuttavia giudicano i rischi del programma di prestito internazionale come "eccezionalmente alti" e le performance del governo greco come "appena soddisfacenti", ha detto la rivista.
Gli autori dell'articolo esprimono anche "considerevoli dubbi" circa la capacità del governo greco di attuare le riforme essenziali, dice Der Spiegel.
Il documento, scritto per il Ministero delle finanze tedesco e il fondo monetario internazionale (FMI), ha anche criticato l’ultima tranche del prestito, dicendo che è stata approvata per “obblighi di tipo politico".
Ciò
che rende particolarmente preoccupante la possibile variazione delle
condizioni del debito greco è che non può essere presa come un
fatto isolato. Se la Grecia riceve qualche forma di ammorbidimento
dei termini, il Portogallo non starà a guardare. Il Portogallo avrà
bisogno un’estensione dei suoi prestiti ad un certo punto, poiché
questo paese difficilmente riuscirà a tornare sui mercati in breve
tempo. E trattare la Grecia diversamente dal Portogallo non sarà
possibile.
Quindi
l'Eurozona può trovarsi tra le mani un doppio salvataggio – una
cosa che molti dei suoi stati membri difficilmente potrebbero
accettare.
Interessante
un commento all’articolo pubblicato sul sito:
DiranM
• 16 Agosto 2013 03:13 am
Io
che sono in Grecia, sono d’accordo; è surreale che il governo e i
suoi supporter come Ventures Axia reclamizzino un'inversione di
tendenza e la nascita di un nuova economia competitiva orientata
all’export e provino a suscitare interesse per gli investimenti.
Personalmente,
sono convinto che la politica di deflazione del debito abbia i suoi
rischi – un concetto americano che non viene insegnato
nell'istruzione economica europea. Un effetto collaterale è
l’inevitabile default del debito, dato che la domanda e la
liquidità continuano a rimanere al palo. Inoltre, è poco razionale
investire capitale con scarse prospettive di domanda futura in un
contesto deflazionistico.
In
ogni caso, prove empiriche da altri programmi di ispirazione tedesca
in posti come la Germania orientale, i paesi baltici, ecc., hanno
dimostrato che dopo l'iniziale distruzione devastante del PIL, la
ripresa è comunque molto debole, si assiste alla perdita permanente
della popolazione per emigrazione di massa, e la disoccupazione
rimane permanentemente elevata con salari molto bassi.
Tutto
questo è per dire che il fondo monetario internazionale sembra aver
ragione nel valutare il rischio e nel cercare un modo per uscire
dalla situazione...
A proposito di come stanno andando alla grande le esportazioni greche: http://www.ekathimerini.com/4dcgi/_w_articles_wsite2_1_26/08/2013_515599
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