Ellen Brown su Seeking alpha punta all'aspetto più cruciale della battaglia di
Cipro: il tentativo di far passare i depositanti come dei creditori che
devono sostenere le perdite, mentre i veri creditori la fanno franca.
"Se
questi problemi diventano davvero gravi ... i piccoli risparmiatori
porteranno via i loro soldi dalle banche e si procureranno una
cassaforte e un fucile" - Martin
Hutchinson a proposito del tentativo di incursione sui depositi bancari a Cipro della UE.
La
confisca dei depositi è in preparazione da tempo.
I depositanti
degli Stati Uniti potrebbero essere i prossimi ...
Martedì
scorso, 19 marzo, il Parlamento di Cipro ha respinto
all'unanimità la proposta di un prelievo sui depositi bancari posta come
condizione per un piano di salvataggio europeo.
Reuters
l'ha definita
"una
scioccante battuta d'arresto per il gruppo dei 17 paesi della moneta
unica", ma potrebbe essere una splendida vittoria per la democrazia.
Come ha detto Reuters, citando un pensionato di 65 anni, "La
voce del popolo è stata ascoltata."
L'Unione
europea ha avvertito che non avrebbe versato i € 10 miliardi di
prestiti del salvataggio, e la Banca Centrale Europea (BCE) ha
minacciato di porre fine all'emergency
lending assistance per le banche cipriote in difficoltà, a meno che i depositanti -
compresi i piccoli risparmiatori – non condividano il costo del
salvataggio.
La
mossa del Parlamento Cipriota è audace, ma la
battaglia non è ancora finita.
Ora l'UE ha dato tempo a Cipro fino a lunedi per trovare i miliardi
di euro necessari per aggiudicarsi un piano di salvataggio
internazionale - o affrontare il minacciato collasso del suo sistema
finanziario e la probabile uscita dalla zona dell'euro.
Lo
schema di confisca pianificato da tempo
L'accordo
sostenuto dalla "troika" - UE, BCE e FMI – è stato
presentato come un evento unico, concepito come una misura di emergenza apposita per questo caso estremo.
Ma il piano
di confisca è in gestazione da molto tempo, e non si limita a Cipro.
In
un articolo del settembre 2011 pubblicato nel Bollettino della Reserve Bank
della Nuova Zelanda dal titolo “A
Primer on Open Bank Resolution”,
Kevin
Hoskin e Ian Woolford hanno discusso di un piano molto simile di
haircut, che, hanno detto, era nelle ipotesi già dalla crisi
finanziaria asiatica del 1997. L'articolo fa riferimento alle
raccomandazioni formulate nel 2010 e 2011 dal Comitato di Basilea
della Banca dei Regolamenti Internazionali, la banca centrale delle
"banche centrali" con sede in Svizzera.
L'obiettivo
del piano, chiamato Open
Bank Resolution (OBR)
è quello di affrontare i fallimenti bancari quando sono così
costosi che i governi non sono più disponibili a tirare fuori dai guai
gli istituti finanziari. Gli autori hanno scritto che gli obiettivi
primari dell'OBR sono i seguenti:
garantire che, per quanto possibile, le eventuali perdite siano in definitiva sostenute dagli azionisti della banca e dai suoi creditori ...
Ad un
estremo della categoria, ci sono le grandi istituzioni finanziarie
internazionali che investono in titoli emessi dalla banca
(comunemente indicato come wholesale
funding).
All'altra
estremità, ci sono i clienti con i conti di risparmio
e i depositi vincolati.
La
maggior parte delle persone sarebbero sorprese nell'apprendere di
essere legalmente considerate come "creditori" delle banche
piuttosto che come clienti che hanno riposto la loro fiducia nelle
banche depositandovi i loro soldi perché siano presi in custodia, ma invece sembra
proprio così.
Secondo
Wikipedia
:
Nella
maggior parte degli ordinamenti giuridici ... i fondi depositati non
sono più di proprietà del cliente. Il fondo diventa di proprietà
della banca, e il cliente riceve in cambio un'attività chiamata
conto di deposito (un conto corrente o di risparmio). Questo conto di
deposito è una passività
sui libri della banca e sul suo bilancio. Poiché la banca è
autorizzata dalla legge a concedere prestiti fino a un multiplo delle
sue riserve, le riserve a disposizione della banca per soddisfare il
pagamento dei depositi ammontano a solo una frazione del totale che
la banca è obbligata a pagare sui suoi depositi a vista.
La
banca prende i soldi.
Il
depositante diventa soltanto un creditore, titolare di un titolo di
credito. La banca non è tenuta a tenere i depositi disponibili per i
prelievi, ma può prestarli, mantenendo solo una "frazione"
a riserva, secondo i principi della riserva frazionaria.
Quando
troppi creditori vogliono prelevare i loro soldi tutti in una volta,
il risultato può essere una corsa agli sportelli e il fallimento
della banca.
Il
OBR della Nuova Zelanda afferma che tutti i creditori godono di un ritorno sui loro investimenti e liberamente accettano
il rischio, ma la maggior parte di loro sarebbe
molto sorpresa di questo.
Che
ritorno si ottiene da una banca su un conto di deposito al giorno d'oggi?
E
il deposito non é protetto contro il rischio dall'assicurazione sui depositi?
Non
più, a quanto pare.
Come
osserva
Martin Hutchinson in Money Morning
, "se il governo può mettere a rischio i depositi per mezzo di
una 'tassa', allora l'assicurazione sui depositi non vale
assolutamente niente".
Felix
Salmon ha scritto su Reuters
a proposito della confisca di Cipro:
Nel
frattempo, le persone che qui meriterebbero di perdere i soldi,
saranno salve.
Se
avete prestato il denaro alle banche di Cipro acquistando
obbligazioni piuttosto che mediante i depositi, non subirete nessuna
perdita.
Il
grande vincitore qui è la BCE, che ha concesso ampiamente credito a
banche cipriote di dubbia solvibilità - e non subisce nessuna
perdita.
Ed invece sarebbe soprattutto la BCE che potrebbe permettersi di subire il colpo,
perché ha il potere di stampare euro.
Potrebbe
semplicemente creare i soldi per salvare le banche di Cipro e non
subire nessuna perdita.
Ma il
piano di azione a quanto sembra è di imporre l'austerità al popolo.
Salmon
scrive:
Dal
punto di vista puramente tecnocratico, questa mossa può essere vista
semplicemente come parte di un programma standard di austerità
all'interno dell'eurozona: l'UE vuole aumenti delle tasse e tagli alla spesa, e
questo è una sorta di tassa ...
Il
grande perdente è la classe lavoratrice cipriota, il cui governo
si è dimostrato impotente ...
L'eurozona
ha sempre avuto un deficit democratico: l'unione monetaria è stata
imposta dalla élite ai cittadini ingrati e riluttanti.
I cittadini
sono ormai in rivolta: basta guardare Beppe Grillo.
Ma
questo, prima che il governo di Cipro si mettesse dalla parte dei
depositanti e si rifiutasse di mandare avanti il piano: una splendida
vittoria per la democrazia, se davvero riuscisse a resistere.
Qui
Può Accadere
Cipro
è una piccola isola, apparentemente di scarso significato.
Ma,
un giorno, la mossa audace del suo Parlamento potrebbe essere
paragonata alla battaglia di Maratona, un momento cruciale della
storia dell'Europa, quando i loro antenati greci riuscirono a respingere
i Persiani, e la civiltà greca classica potè fiorire.
La
battaglia in corso su questa piccola isola ha assunto una rilevanza
globale.
Se
i tecnocrati banchieri riescono a far passare il loro schema di
confisca, sarebbe stabilito un precedente che varrebbe anche altrove,
quando i salvataggi bancari diventassero proibitivi per i governi.
Tale
situazione potrebbe essere ora imminente anche negli Stati Uniti.
Come
ha avvertito Gretchen Morgenson
in un
recente articolo sul rapporto del Senato a proposito delle perdite da
trading per 6,2 miliardi di dollari di JPMorganChase dello scorso
anno: "Abbiate paura". Il rapporto smentisce clamorosamente
la pretesa che la legge Dodd-Frank abbia reso il nostro sistema più
sicuro rispetto a quelle spericolate attività bancarie che hanno
messo in ginocchio l'economia nel 2008.
Scrive
Morgenson:
JPMorgan
... è il più grande dealer di derivati al mondo.
Nel
suo bilancio, e in quello di altre grandi banche, si nascondono
trilioni di dollari di derivati.
La
facilità con la quale le banche hanno nascosto le perdite e
falsificato le valutazioni dovrebbe essere una delle principali
preoccupazioni per gli investitori.
Pam
Martens ha osservato
in un articolo del 18 marzo
che J
PMorgan
stava
giocando d'azzardo in borsa con i fondi dei depositanti: "stock
trading con i depositi a risparmio dei clienti – quello che è
stato veramente il campanello d'allarme degli eccessi del 1929 ..."
Le
grandi banche istituzionali non solo possono fallire, ma è anche
probabile che falliscano.
Quando
lo schema dei derivati crollerà e il governo degli Stati Uniti
rifiuterà un piano di salvataggio, JPMorgan potrebbe imporre ai
conti dei suoi depositanti un considerevole "haircut" lungo
le linee guida stabilite dalla BRI e dalla Reserve Bank della Nuova
Zelanda.
E'
tempo di avere delle banche pubbliche?
Le
mosse audaci dei Ciprioti e di agitatori politici come Grillo in
Italia non sono gli unici baluardi contro la confisca dei bankster.
Mentre
la crisi del credito sta strangolando il sistema bancario
occidentale, i paesi BRIC - Brasile, Russia, India e Cina – sono
rimasti indenni.
Secondo
un articolo dell'Economist
del maggio 2010,
ciò che ha loro permesso di sfuggire alla crisi sono le loro forti e
stabili banche di proprietà pubblica.
Il Professor
Kurt von Mettenheim della Business School di San Paolo del Brasile
scrive:
"Le politiche di credito delle banche statali dei BRIC aiutano a
spiegare perché questi paesi hanno sperimentato nel 2007-2008 delle
recessioni più brevi e leggere." Le banche pubbliche hanno
contrastato gli effetti della crisi finanziaria, fornendo del credito
in funzione anticiclica e dando maggior fiducia ai clienti.
La
Russia è un paese dell'Europa orientale che ha resistito alla crisi
del credito, pur essendo molto vicino alla zona euro.
Secondo
un articolo
di Forbes del marzo 2010:
Come
in altri paesi, la crisi del 2008 ha portato lo Stato ad assumere un ruolo
più importante nel sistema bancario.
Le
banche di proprietà dello Stato. . . sono state utilizzate per
realizzare delle misure anticrisi, come incentivare la crescita con
il credito (per quanto limitato) e sostenere delle istituzioni
private.
Nella
crisi asiatica del 1998, molti russi che avevano messo tutti i loro
risparmi in banche private hanno perso tutto; e la crisi del credito
del 2008 ha rinforzato la loro diffidenza nei confronti delle banche
private.
Gli uomini d'affari
e i cittadini russi
si sono rivolti alle
banche pubbliche come l'alternativa più affidabile. Di
conseguenza, le
banche statali si suppone che continueranno a dominare
il settore bancario russo per il prossimo futuro.
L'intero
puzzle della zona euro è un qualcosa di non necessario.
E'
il risultato di un'eccessiva scarsità di moneta in un sistema in
cui l'offerta di moneta è fissa, e i governi e le banche centrali
della zona euro non possono emettere le proprie valute.
Ci
sono insufficienti euro per pagare il capitale più gli interessi in
uno schema piramidale in cui solo il capitale è immesso dalle banche
che creano denaro come "credito bancario".
Una
banca centrale con il potere di emettere moneta potrebbe porre
rimedio a questo difetto sistemico, iniettando la liquidità
necessaria per far ripartire l'economia e fermare la marea di
austerità che sta soffocando il popolo.
L'offensiva
per la confisca dei risparmi dei laboriosi cittadini Ciprioti è un
colpo diretto a tutti i lavoratori di tutto il mondo, un campanello
d'allarme sui pericoli di un sistema in cui una piccola élite
mantiene il controllo e il resto di noi paga il prezzo.
Quando
finalmente strapperemo i veli del potere e si vedranno gli uomini che
tirano le leve del gioco antichissimo da loro ideato, ci accorgeremo
che la prosperità è
davvero
possibile per tutti.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina"Le mosse audaci dei Ciprioti e di agitatori politici come Grillo in Italia non sono gli unici baluardi contro la confisca dei bankster."
RispondiEliminaMi chiedo come Grillo possa essere considerato un baluardo: sull'Europa dei banchieri mi pare abbia avuto finora un atteggiamento solo ambiguo, a dir poco, e nel programma M5S non trovo alcun riferimento.
Il quadro, desolante secondo me, è che 2/3 del parlamento sono, dichiaratamente o nei fatti, a favore di questa Europa, e il restante terzo sembra considerare la questione un argomento trascurabile.
Sarei felice di sbagliarmi...
Si vede che la Ellen non conosce bene la situazione Italiana. Comunque, speriamo tanto che abbia ragione lei...
EliminaRiporto un commento apparso oggi su milano finanza, in un articolo su Dijsselbloem.
RispondiEliminareal politik tedesca
Parte dell’accordo concluso prevede una modifica del regime fiscale cipriota in modo da far perdere a Cipro la caratteristica di paradiso fiscale. Questo era l’obiettivo reale della Germania. Il discorso sulle modalità di gestione del fallimento delle banche cipriote era del tutto secondario e pretestuoso.
Il PDL di Tremonti e Berlusconi ha spennato i risparmiatori italiani portando la tassazione al 20% non solo per le pressioni di mentecatti come Bonanni e Camusso. C’era anche la Germania che premeva.
Il disegno è abbastanza chiaro: rendere i paesi forti dell’europa comparativamente più attraenti per i capitali, senza pagare lo scotto di competere fiscalmente.
La Germania si ritaglia il migliore dei mondi possibili, mantenendo per gli stati vassalo-servi come l’italia e cipro il ruolo di mendicanti.
Un paese come l’italia dal clima mite e dai paesaggi attraenti avrebbe tutto l’interesse a portare a zero la tassazione sui capital gain. Questa tassazione produce flussi di cassa discontinui temporalmente: da anni si tratta di valori bassi. La gran parte del gettito sulle "rendite finanziarie" non deriva dai capital gain ma deriva dalla tassazione sulle cedole da obbligazioni e dividendi. Per le persone fisiche un regime fiscale siffatto (tasse al 20% sulle cedole ma con tasse nulle sui capital gain) sarebbe lo stesso di quello attuale cipriota. E sarebbe un regime in grado di attirare nuovi residenti e capitali in Italia, soprattutto in un contesto europeo in cui le fiscalità si muovono in senso opposto. Sarebbe una politica fiscale in grado di dare impulso al settore immobiliare e dei servizi, servizi finanziari e alla persona. Sarebbe una politica dal costo quasi nullo, e che verrebbe percepita come una riduzione fiscale dai residenti italiani. Ha la potenzialità di attrarre le attività lavorative di professionisti. E anche di attrarre aziende ad alto valore aggiunto, i dipendenti delle quali di solito guardano alla fiscalità del paese di residenza per valutare il pacchetto retributivo.
E allora perchè i marci politici italiani non lo fanno? Perchè sono dei nani e sono comandati a bacchetta dalla Germania.
Se l’italia osasse sfidare i tedeschi, abbassando le tasse nel modo suddetto, ci sarebbero prima o poi ritorsioni. Questa è l’europa attuale. Altro che le puttanate, gli abbracci e i bacini di Napolitano.
Gli italiani, i ciprioti, i greci, gli spagnoli sono schiavizzati e sodomizzati dai tedeschi da anni.
Sveglia.
PD e PDL sono servi dei tedeschi, fanno esattamente quello che vuole la Merkel.