Altro che effetti di un'uscita dall'euro, qui Jacques Sapir illustra gli effetti del rimanere nell'euro!
13
marzo 2013
Così,
il governo si appresta a utilizzare il procedimento del decreto-legge
per accelerare le sue "riforme". Questo procedimento è
stato usato negli ultimi anni, ma era riservato a questioni più
tecniche, come ad esempio la pianificazione urbana nel contesto della "Grenelle
Environnement". Il suo utilizzo su temi particolarmente
sensibili ci riporta ai decreti-legge adottati nel 1967 da Georges
Pompidou, Primo Ministro, sulla sicurezza sociale. Si potrà
convenire che questo precedente non depone a favore del governo o del
procedimento che ha scelto. In effetti, non possiamo immaginare un
momento peggiore per cercar di operare delle forzature in campo sociale.
La crisi si aggrava
Le
ultime notizie non sono buone, a dir poco, in campo economico.
L'annuncio della distruzione di quasi 100.000 posti di lavoro nel
2012, di cui più di 44.000 nell'ultimo trimestre (
qui
), conferma quello che già sapevamo
:
la crisi si approfondisce. Le perdite di posti di lavoro sono una
delle cause della disoccupazione in un paese che la cui situazione
demografica vede un continuo rilevante flusso di giovani che si
affacciano ogni anno sul mercato del lavoro.
Questa
perdita di posti di lavoro è stata particolarmente importante
nell'industria. Anche qui, niente di sorprendente. La produzione
industriale continua a diminuire. Può essere constatato nel grafico
seguente, che mostra il tasso di crescita a scorrimento annuale, vale
a dire, come variazione percentuale rispetto allo stesso mese
dell'anno precedente.
Grafico
1
Questo
calo della produzione industriale porta con sé il crollo dei
servizi. Quando soffre l'industria, soffre l'intera economia.
Inoltre, oramai siamo soggetti alla concorrenza di paesi che hanno
fatto una forte svalutazione interna, come la Spagna. La bilancia
commerciale nei confronti di questo paese è diventata negativa. Ed è
comunque gravemente insufficiente, data la debolezza dell'industria
spagnola, a porre rimedio alla terribile crisi della Spagna. Tuttavia
di giorno in giorno questo pesa sempre di più sull'industria
francese, che ben presto dovrà porsi il problema di un forte calo
dei suoi salari. Se sarà così, si sa in anticipo quale destino ci
attende. La
disoccupazione, già alta nel nostro paese, aumenterà ancora. In
effetti, qui si può ben vedere che il problema centrale è l'euro:
organizza, mettendoli insieme nella condizione di una parità di
cambio immutabile, dei paesi le cui condizioni strutturali sono molto
diverse, in una battaglia spietata in cui i lavoratori sono le prime
vittime. L'euro è un'arena in cui sono sacrificati centinaia di
migliaia o addirittura milioni di posti di lavoro:
i lavoratori condannati
alla disoccupazione dalla moneta unica possono dire "ave euro
morituri te salutant".
La crisi si aggrava (bis)
Queste
politiche di svalutazione interna, eufemisticamente chiamate
politiche di austerità, provocano effetti contrari a quelli
desiderati. Abbiamo già scritto qui sulla Spagna e la Grecia, dove
si assiste a una forte contrazione del credito che rafforza gli
effetti dell'austerità, condannando moltissime imprese al
fallimento. Oggi stiamo assistendo a un fenomeno simile, questa
volta in Italia. Nel grafico 2, costruito a partire dai dati della
Banca d'Italia, troviamo che la contrazione del credito di questi
ultimi sei mesi è anche superiore a quella del 2009, dopo la crisi
Lehman Brothers.
Grafico
2
Va
ricordato che uno degli argomenti avanzati nel 2011 per costringere
Berlusconi a dimettersi era che una crisi italiana avrebbe potuto
portare ad una crisi dell'euro, con effetti ancor peggiori rispetto
a quelli della crisi Lehman Brothers nel 2008. Si può constatare,
dalle statistiche ufficiali, che gli effetti della politica di Mario
Monti, l'esecutore fallimentare designato dall'Europa, sono stati di
gran lunga peggiori delle conseguenze della crisi del 2008/2009. E se
non si troverà una soluzione rapida alla contrazione del credito,
nei prossimi tre mesi assisteremo a un'ecatombe di piccole e medie
imprese italiane. Le conseguenze, sia economiche che sociali e
politiche, di una tale catastrofe saranno disatrose. Ma credere che
questi effetti possono essere limitati alla sola Italia è una
profonda illusione. Se l'Italia entra in una fase acuta della sua
crisi, l'impatto si farà sentire anche in Francia.
Un suicidio politico
Perché,
allora, in questo contesto drammatico, François Hollande ha deciso
di procedere per decreti-legge? Non c'è urgenza nella questione
delle pensioni. Ricordiamo, d'altronde, che su questo punto la vera
variabile critica è il tasso di disoccupazione. (Se la
disoccupazione è alta, i contributi non bastano a finanziare le
pensioni, ndt). Siamo dunque di fronte a una politica che si è
rassegnata, senza dirlo, ad un aumento significativo della
disoccupazione. Queste misure porteranno a un ulteriore
deterioramento della situazione economica e, in particolare, dei
consumi, causando un ulteriore aumento della disoccupazione.
Ma
siamo anche di fronte, e forse soprattutto, a una reazione di panico
per le critiche dei tedeschi (qui
)
sulla politica francese. Il governo dimostra così di prendere gli
ordini da Berlino. Che questi ordini siano trasmessi da alcuni
settori dell'elite francese non cambia nulla. Abbiamo già vissuto
una situazione del genere nella storia ... Certo, si dirà che è per
una buona causa, per salvare l'euro che risulterebbe compromesso
dalla "debolezza " delle riforme francesi. Il prezzo da
pagare sarà molto alto, molto probabilmente alle elezioni europee
del 2014. Ma nel frattempo, il governo ha commesso un vero e proprio
suicidio politico.
Da notare che parla della sorpresa dell'uso dello strumento del decreto legge, quando in Italia, negli ultimi 10 anni, è diventato praticamente la norma.
RispondiEliminaDa loro è una novità dal momento che hanno un sistema legislativo molto più snello di quello italiano. Ogni tanto si deve pur dare ragione a Berlusconi.
EliminaL'irlanda si ribella!! http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/03/mentre-leurozona-e-nel-caos-lirlanda-si.html
RispondiEliminaFacciamo anche 20 anni. Ormai il 99% degli italiani pensa che noi si sia in un Premierato, o una Repubblica governativa... vabbè lasciamo perdere.
RispondiEliminaGrazie per il lavoro di divulgazione che fate.
Teresa C.
Buongiorno Carmen. Volevo segnalare il recente post su voci della germania riguardo il partito tedesco anti euro. Alcuni commenti in risposta, segnalano che il leader ha chiaramente prefigurato uno scenario post situazione attuale, in cui i lavoratori dei paesi del sud dovrebbero essere pagati nella nuova moneta svalutata, mentre i debiti (debiti dello stato, mutui ecc.) rimarrebbero in euro. In pratica saremmo ancor piu' schiavi di ora.
RispondiEliminaSì, ho visto l'articolo di vocidallagermania. Certo molto dipende da "come" si esce, comunque concordo con chi osserva che esiste la lex monetae riconosciuta a livello internazionale, per cui i debiti di un paese che cambia la sua moneta vanno ridenominati nella nuova valuta. E il discorso di essere pagati con moneta svalutata non ha senso all'interno di un paese.
EliminaSecondo me, far rimanere i debiti in euro è un nonsenso economico.
EliminaTornando alla sovranità monetaria, con 2000 miliardi di debito denominati in euro, l'unica sarebbe dichiarare default e non pagare (come fece l'argentina con i titoli denominati in dollari). Se i cittadini sono pagati con la nuova moneta svalutata, infatti, come fanno a pagare le tasse in euro?
Far svalutare naturalmente il debito per effetto della svalutazione della moneta e rispettare le scadenze è molto più rispettoso dei diritti dello stesso creditore, ed evita ulteriori ed indesiderati shock economici.
LARS
Credo che ad aggravare la situazione generale ci sara' anche una notevole riduzione delle entrate nelle casse degli stati, perche' se chiudono le pmi e i negozi e le aziende maggiori sono in difficolta', la gente o sara' disoccupata o non spendera' perche' non sa cosa succedera' domani, la domanda e': ma tutte le tasse che serviranno per mantenere le banche, affinche' possano giocare in borsa ed arricchirsi, loro, chi le paghera?
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