27/06/11

Abbandonare la Nave: E' Tempo di Smetterla di Salvare la Grecia?

L'analisi di Open Europe sul potenziale secondo pacchetto di “aiuti” alla Grecia dimostra, numeri alla mano , il grande progetto nascosto di socializzazione delle perdite da qui al 2014:  eccone i punti chiave.

Gli Stati membri dell'UE hanno accumulato una esposizione totale verso la Grecia quantificabile in € 311 miliardi (tramite i loro settori bancari, i pacchetti di bail-out e i programmi di liquidità della BCE). Francia e Germania hanno un'esposizione di € 82 e € 84 miliardi rispettivamente, mentre il Regno Unito ha solo un'esposizione di € 10.35 miliardi - anche se questa cifra bassa è fuorviante, dato che la grande esposizione della Gran Bretagna verso altre banche europee la rende vulnerabile a una escalation della crisi per via indiretta.

Guardando in superficie, l'interconnessione delle economie europee e del settore bancario può sembrare un argomento a favore di un altro salvataggio. Nella migliore delle ipotesi, portare la Grecia fino al 2014 con un secondo salvataggio dovrebbe coprire una carenza di fondi pari ad almeno € 122 miliardi, oltre al denaro che il paese sta già ricevendo dal primo pacchetto di salvataggio. Questo scenario presuppone che la Grecia riesca a perseguire i suoi obiettivi di bilancio e i suoi impegni sulle privatizzazioni. Tuttavia, è tutt'altro che sicuro che la Grecia raggiungerà tali obiettivi, soprattutto se si considera la resistenza interna alle ulteriori misure di austerità. Pertanto, il bisogno di fondi del paese fino al 2014 potrebbe arrivare intorno ai € 166 miliardi, e potenzialmente la Grecia potrebbe necessitare di un terzo pacchetto di aiuti esterni.

• Nonostante un secondo bail-out sia l'opzione preferita dai leaders europei, esso è destinato solo ad aumentare il costo economico e politico della crisi dell'euro. Anche con l'aiuto di un secondo salvataggio e di un differimento del debito, è ancora probabile che la Grecia andrà in default entro i prossimi anni, date le scarse prospettive di crescita del paese e il debito in aumento.

• E' quindi meglio per la Grecia ristrutturare il proprio debito nel più breve tempo possibile. Poi dovrà essere fatta una discussione onesta sul fatto se il paese possa realisticamente rimanere all'interno della zona euro. Una ristrutturazione del debito greco comporta che la zona euro entri in un territorio inesplorato - e non è possibile identificare esattamente tutte le conseguenze di una mossa del genere. Tuttavia, questi dubbi permangono assolutamente anche con un secondo salvataggio – date le incertezze associate al pacchetto di bail-out e alle condizioni del salvataggio, per cui la minaccia di un eventuale default non è da escludere in ogni caso.

• Inoltre il costo della ristrutturazione aumenterà con il tempo, dato che l'onere del debito della Grecia potrà solo crescere nei prossimi anni. Oggi per abbattere il debito della Grecia a livelli sostenibili, la metà del debito dovrebbe essere cancellato. Nel 2014, per avere lo stesso effetto se ne dovranno cancellare due terzi, il che significa un aumento radicale dei costi per i creditori.

• Purtroppo, questa è una crisi di debito e qualcuno dovrà subire delle perdite. Si stima che una ristrutturazione del 50% del debito della Grecia avrebbe un costo per l'economia europea tra i € 123 - € 144 miliardi (l'incertezza è sulla esposizione della BCE). Di questo costo, 23.55 miliardi € sarebbero un costo diretto per i contribuenti dovuto ai prestiti bilaterali nel quadro del primo piano di salvataggio greco, oltre al costo indiretto di € 44.5 - € 65.75 miliardi dovuto alle garanzie della BCE. 28 miliardi € saranno assorbiti dalle banche greche, mentre 27 miliardi € da parte di altri investitori privati. Tuttavia, queste sono solo perdite di primo impatto. Non sarà mai sottolineato a sufficienza che il costo principale di una ristrutturazione del debito si presenta sotto forma del contagio e delle ripercussioni delle perdite su tutto il sistema bancario europeo.

• Anche se questo è un costo notevole, si stima che nel 2014 dopo un secondo piano di salvataggio, sarebbe necessario un taglio del 69% del debito, pari a € 175 miliardi, per raggiungere lo stesso livello di debito. Fatto ancora più critico, attraverso il bail-out, i cosiddetti prestiti del settore pubblico (sostenuti dai contribuenti) stanno gradualmente sostituendo l'esposizione del settore privato. Stimiamo che, con un secondo piano di salvataggio, la quota di debito greco sottoscritto dai contribuenti (attraverso l'UE, la BCE e il FMI) passerà dal 26% attuale ad un massiccio 64% nel 2014. 


In altre parole, ogni famiglia nella zona euro sottoscrive oggi 535 € di debito greco – mentre dopo un secondo piano di salvataggio e sino al 2014 , la quota aumenterà fino ad un incredibile 1.450 € per nucleo familiare. Questo rende il secondo bail-out greco molto più controverso politicamente di qualsiasi pacchetto di salvataggio esistente, data la probabilità di cancellazione del debito, e i contribuenti designati a pagare una grossa parte del conto.



2 commenti:

  1. Interessante sapere quanto siamo chiamati NOI a pagare. Fa leggermente prudere le mani, leggere come al solito che, altri fanno i debiti e noi li dovremmo coprire.
    Evidentemente se questo non è ancora chiaro, e tanta gente ancora ignora i fatti e se li troverà poi sul piatto.
    Non voglio ritornare sui soliti argomenti, che ormai sono alla lunga anche sfiancanti.
    Speriamo che la gente si svegli... aspettate che si raggiungano certi livelli, poi sarà interessante.
    Saluti.
    Orazio

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  2. Purtroppo molta gente, anche istruita, non ha la minima idea di queste cose--

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