Sintesi di un articolo del Financial Times sul piano di "rollover" del debito greco
di Richard Milne and David Oakley
20 giugno 2011
Una partita si chiude, ma subito se ne apre un'altra...
Se la prima partita si è conclusa con la marcia indietro della Germania sulle sue richieste di coinvolgere obbligatoriamente i creditori privati nel nuovo salvataggio greco, e con una vittoria della Banca Centrale Europea e della Francia, il cosiddetto “rollover volontario” del debito greco sostenuto da questi ultimi apre una nuova partita tra gli obbligazionisti e le autorità.
Se la prima partita si è conclusa con la marcia indietro della Germania sulle sue richieste di coinvolgere obbligatoriamente i creditori privati nel nuovo salvataggio greco, e con una vittoria della Banca Centrale Europea e della Francia, il cosiddetto “rollover volontario” del debito greco sostenuto da questi ultimi apre una nuova partita tra gli obbligazionisti e le autorità.
Rollover significa che gli investitori sarebbero incoraggiati a non incassare quando i loro bonds giungono a scadenza, per comprare nuove obbligazioni con scadenza più lunga.
Ma gli analisti del mercato ritengono che saranno solo le banche – le quali secondo le stime correnti possiedono circa un quarto del debito pubblico greco – ad effettuare il rollover. Questo è un momento propizio per chiedere un favore alle banche, adesso che si stanno introducendo le regole della nuova normativa, ed è probabile che molte banche accetteranno.
Diverso è il discorso per gli investitori privati. Infatti, a meno che agli investitori non vengano offerte nuove obbligazioni con una cedola di un livello simile ai rendimenti attuali vicini al 20 per cento, reinvestire in debito greco non ha molto senso commerciale, ed è molto improbabile che la Grecia e i suoi soccorritori europei e internazionali vogliano pagare dei tassi così elevati.
La Commissione europea delinea due opzioni sul possibile funzionamento del rollover: la prima prevede un intervento informale e decentralizzato in cui sarà usata "solo la moral suasion" per convincere gli obbligazionisti a partecipare; la seconda è un processo più formale in cui la Grecia dovrebbe annunciare il rollover e gli obbligazionisti dovrebbero impegnarsi pubblicamente attraverso comunicazione scritta su quante nuove obbligazioni intendono comprare.
Il piano è conosciuto come "Vienna Plus", in riferimento all'iniziativa del 2009, quando le banche hanno convenuto di mantenere la propria esposizione verso l'Europa orientale.
Allora tuttavia si trattava di prestiti, non di obbligazioni, le quali sono di gran lunga più diffuse dei prestiti bancari, rendendo quindi difficile sia di rintracciare tutti gli obbligazionisti, sia di essere sicuri che essi rispetteranno il loro impegno mentre i loro titoli maturano nei prossimi tre anni.
Un altro pericolo è la reazione delle agenzie di rating del credito. Standard & Poor's e Moody's, le due più grandi, hanno sollevato dubbi sulla possibilità che un rollover possa essere considerato veramente volontario e non un "selective default".
Siccome alcuni fondi per proprio mandato non possono detenere obbligazioni in default, e anche la BCE ha detto che le banche non possono utilizzare debito greco come garanzia dei finanziamenti se il paese è declassato a default, si rischia una svendita dei titoli greci che a sua volta potrebbe portare al contagio di paesi come la Spagna e l'Italia.
Fitch, la terza agenzia di rating, la scorsa settimana ha offerto una via d'uscita alla BCE con un clausola in cui si dice che si potrebbe classificare la Grecia a livello di default, ma non le singole emissioni obbligazionarie.
Per riassumere il dibattito sul rollover, anche se è probabile che le banche principali accetteranno, tuttavia questo può non essere abbastanza per fare la differenza.
Cari lettori, ricordatevi che il Financial Times è a pagamento..
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