21/12/11

Un appello ai politici: non possiamo rischiare un altro anno di ritardo

Dal Financial Times le predizioni dei grandi economisti sulle sfide del 2012: Nouriel Roubini  vede  i nodi arrivare al pettine contemporaneamente negli USA, in Cina e in Europa, e lancia un appello
 

di Nouriel Roubini - Negli ultimi tre anni le più grandi economie del mondo - Stati Uniti, Eurozona e Cina - hanno vissuto, secondo l'eufemismo tanto amato dai politici,  "prendendo a calci il barattolo lungo la strada". Hanno evitato le difficili decisioni necessarie ad affrontare i loro fondamentali problemi economici, finanziari e fiscali.

Gli Stati Uniti hanno rinviato il consolidamento fiscale e evitato le altre riforme strutturali - gli investimenti in infrastrutture, istruzione e formazione, e le modifiche alla politica energetica - necessarie per ripristinare il suo tasso di crescita potenziale. La zona euro persiste a negare il fatto che alcuni dei suoi stati membri sono insolventi, e incapaci di sopravvivere e crescere in una unione monetaria. La Cina ha persistito nella sua moneta debole, per sostenere le sue esportazioni e il suo modello di crescita guidato dagli investimenti, dove il risparmio è troppo elevato e i consumi troppo bassi.

In tutti i casi dei vincoli politici - l'avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti, la transizione di leadership in Cina alla fine del 2012, e l'incapacità dei 17 governi e coalizioni della zona euro di coordinare le politiche in modo coerente, mentre hanno luog elezioni sfalsate e cambiamenti di governo - hanno portato i leaders ad evitare la sofferenza e il costo politico di decisioni difficili, capaci di produrre benefici solo nel medio termine.

Nel 2012 diventerà chiaro che questo gioco di "prendere a calci il barattolo lungo la strada" è un gioco a somma zero. Quando la domanda interna è debole, e sia la riduzione dell'indebitamento che i vincoli strutturali contengono i consumi pubblici e privati, ogni Paese preferirebbe una moneta debole per rilanciare la crescita aumentando le esportazioni. Ma se una valuta è più debole un'altra dovrà essere più forte, e se la bilancia commerciale di un paese migliora, un'altra dovrà peggiorare. Così le tensioni sulle valute possono portare a vere guerre valutarie e, alla fine, a guerre commerciali.

Così nel 2012, la combinazione di pressioni del mercato e di vincoli politici conflittuali renderà più difficile continuare a prendere a calci il barattolo lungo la strada. Qualche membro della zona euro potrà dover ristrutturare coercitivamente i debiti e forse prendere in considerazione l'uscita dall'unione monetaria. Il rallentamento della crescita in Cina potrà diventare qualcosa di simile a un atterraggio duro. I mercati negli Stati Uniti potrebbero diventare più preoccupati per lo stallo politico che impedisce ai politici di prendere i provvedimenti necessari e mantiene gli insostenibili deficit gemelli degli Stati Uniti.

Se più grandi economie del mondo continuano a giocare allo stesso gioco prendendo a calci le lattine lungo la strada per un altro anno, le lattine diventeranno più grandi e più pesanti e alla fine colpiranno un muro di mattoni. Entro il 2013 al più tardi, ma forse già nel 2012, potrebbe materializzarsi una tempesta perfetta di una doppia recessione negli Stati Uniti, uno scenario disordinato nella zona euro e un atterraggio duro in Cina.

5 commenti:

  1. Se, se, se.... Con tutti questi se faccio l'economista anch'io!

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  2. Gabriele Damiani21 dic 2011, 18:12:00

    "Qualche membro della zona euro potrà dover ristrutturare coercitivamente i debiti e forse prendere in considerazione l'uscita dall'unione monetaria."
    Quanto sarebbe bello per noi se tali previsioni si rivelassero infondate. Hanno purtroppo il sapore di eventi amaramente probabili. Il massimo di ottimismo cui possiamo realisticamente sperare è di tirare un altro paio di calci al barattolo, e poi patatrac. Non ci rimane che pregare di sbagliarci.

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  3. Per non perdere il filo: è arrivato il mercoledì che doveva dire se la crisi dell'euro sta finendo: manco per una cippa, per riassumere.

    Iniezione della BCE da mezzo trilione di euro alle banche "salvatrici dell'Europa" (dopo essere state "salvate dall'Europa"...), risultato: spread che salgono, CDS che salgono e BTP a 10 anni che ha superato il 6,9% e ha chiuso a 6,8% NONOSTANTE ulteriori acquisti della BCE sul mercato secondario.

    Non c'è molto da aggiungere direi.

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  4. Salvo l'ennesima truffa ai danni del popolo...
    Aggiungerei io.
    Ma non credo che questo porterà gran che, dato il fatto che, se una nazione è sgangherata, avrà sempre meno fiducia BCE o non BCE.
    Saluti.
    Orazio

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  5. In effetti qualcosa da aggiungere:

    "There is a fascinating new study coming out of the Levy Economics Institute of Bard College. Its titled “$29,000,000,000,000: A Detailed Look at the Fed’s Bail-out by Funding Facility and Recipient” by James Felkerson. The study looks at the lending, guarantees, facilities and spending of the Federal Reserve."

    Risultato? Anche gli USA si avviano allegri alla recessione dopo l'ultima revisione al ribasso del PIL, il debito pubblico sfonda 15trilioni di dollari e supera ufficialmente il 100% del PIL (dal 57% di solo 4 anni fa) e metà degli statunitensi è in miseria o quasi con disoccupazione galoppante.

    E noi, cosa stiamo aspettando?

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