Rilancio un'intervista a Sergio Cesaratto da Forexinfo, in cui il prof di Siena riassume il dibattito con la MMT e spiega la sua posizione sull'euro
1) Il suo dibattito via Web con Randall Wray ha suscitato un
certo interesse, il confronto può avere una conclusione o dovete
prendere atto di due posizioni vicine ma difformi?
R. Il
dissenso riguarda due aspetti. Nel tono, è esagerato pensare alla Modern
Monetary Theory come un nuovo paradigma economico, ma è meglio
guardarla come una scuola fra le altre dell’arcipelago delle analisi
“non ortodosse”. Infatti i suoi confini sono assai sfumati, per cui gran
parte di ciò che sostiene è generalmente condiviso e non appare come
“farina del suo sacco”, ma naturalmente il mix di ciò che si pesca
altrove, un po’ di valore aggiunto proprio, e l’enfasi su certi aspetti
può costituire originalità. Come ha detto Marc Lavoie, un influente
economista eterodosso, in questo senso siamo tutti un po’ MMT. Ciò
detto, grande merito della MMT in questa fase è stato di aver criticato
con forza, assieme ad altri economisti critici, il punto di vista
dominante demonizzante dei disavanzi e debiti pubblici. Merito della MMT
è aver dato grande ruolo alla banca centrale nell’assicurare la
solvibilità degli stati e tassi di interesse sostenibili. E grandissimo
merito è stato quello di aver denunciato prima di altri quanto la natura
della BCE come “banca straniera” per il paese dell’Eurozona avrebbe
potuto condurre ad una crisi dei debiti sovrani qualora l’Eurozona
avesse subito qualche shock finanziario, come poi è successo. La mia
critica di sostanza a Wray ha riguardato: a) la spiegazione della crisi
europea e b) se avere una banca centrale sia sufficiente per un paese
per non avere problemi di squilibri esteri (io ritengo che ciò sia vero
solo per gli Stati Uniti che stampano una valuta accettata da tutti,
Wray pensa valga erga omnes, dunque per l’Argentina, per l’Italia se
tornasse alla lira ecc).
2) Secondo Wray, il fattore che
sta alla base della crisi dell’Eurozona è principalmente l’assenza di
banche nazionali centrali sovrane. Lei si trova d’accordo con questa
affermazione?
R. Wray sostiene giustamente che l’Eurozona
per funzionare avrebbe richiesto uno stato federale come gli Stati
Uniti, con una banca centrale cooperativa con la politica fiscale
federale, bilanci degli stati locali in pareggio, ma forti trasferimenti
fiscali da quelli ricchi a quelli meno ricchi; un’unione bancaria. Ha
perfettamente ragione. La mia critica è che però che dobbiamo spiegare
come la crisi europea abbia preso forma nell’ambito della maniera in cui
è stata costituita: non basta dire, “eh, se l’Europa fosse stata
diversa allora la crisi non ci sarebbe stata”. Vero, o almeno la si
sarebbe gestita nella maniera più efficace con cui gli USA l’hanno
controllata. Wray rifiuta la tesi, generalmente condivisa che la crisi
europea è una crisi di bilancia dei pagamenti simile per molti versi
alle crisi che i paesi emergenti hanno conosciuto nel passato: il venir
meno del rischio del cambio e le liberalizzazioni finanziarie hanno
scatenato bolle nel settore edilizio in alcuni paesi periferici,
indebitamento verso i paesi del “core-Europe”. Questo modello è stato
favorito dal comportamento mercantilista della Germania. Esso ha le sue
peculiarità, per esempio la maniera in cui questo sistema dei pagamenti
dell’Eurozona (TARGET2) rifinanzia automaticamente gli squilibri esteri
della periferia. Questo dimostra come all’origine della crisi non vi
siano i settori pubblici, i quali si sono trovati a dover sostenere
quello privato essendo privi, come l’MMT aveva tempestivamente previsto,
di banche centrali che ne assicurassero la solvibilità. Io accetto la
parte della spiegazione che Wray propone e non capisco perché egli
rifiuti la mia (che è della maggior parte degli economisti critici!).
3) Wray
torna più volte sul punto secondo cui se l’Eurozona avesse applicato
una politica fiscale come quella degli Stati Uniti non avrebbe avuto
problemi di squilibri di partite correnti. Quindi la soluzione di Wray
sembra essere il famoso "più Europa". Le sembra una soluzione
percorribile data la variegata e bollente situazione politica
dell’Eurozona?
R. E’ assolutamente giusto che se l’Europa
si desse istituzioni come gli USA, allora non avrebbe certamente
problemi a “stampare moneta” e finanziare i propri squilibri esterni.
Dopotutto una moneta europea è quanto De Gaulle evocava negli anni 1960
per togliere agli USA il monopolio di un “esorbitante privilegio”. Che
sia possibile procedere verso un’Europa Federale mi vede molto scettico,
non lo vedo possibile e forse neppure desiderabile. Basti guardare
quello che accade in Spagna dove, certo a causa della sciagurata
austerità, la regione più ricca, la Catalonia, intende secedere. Penso
che molto meno sia necessario per risolvere la crisi europea, lasciando
complicate utopie alle prossime generazioni. Non facciamo ulteriori
salti in avanti, l’Euro già ci è bastato.
4) Se dovesse
fare una previsione sul prossimo futuro, pensa che l’Euro finirà per
disgregarsi inevitabilmente come sostiene il suo collega Alberto Bagnai o
pensa che alla fine la via dell’unificazione politica ed istituzionale
riuscirà a giungere a compimento?
R. Se continua questa
follia dell’austerità non v’è dubbio che l’esito sia quello che Alberto
prevede. Dobbiamo batterci per una soluzione razionale ed europea della
crisi: l’intervento della BCE per azzerare gli spread sui debiti sovrani
in primis. Questo richiede una “fiscal rule”, ovviamente, ma questa non
deve essere la cessione della sovranità fiscale a Bruxelles al fine di
assicurare un’austerità senza fine. L’austerità è fallita, come Wray,
Bagnai e tutti noi economisti critici abbiamo previsto (non ci voleva
molto). La “fiscal rule” deve mirare a stabilizzare le finanze pubbliche
attraverso politiche anti-austerity, una “condizionalità Keynesiana” per
capirci. Come ho scritto più volte, le politiche
Napolitano-Monti-Merkel non solo sono state inique, ma beffa nella
beffa, inutili, anzi dannose (ci ricorderemo amaramente di Lei,
Presidente Napolitano). Con l’evidente fallimento dell’austerità, in
Europa stanno maturando tutte le condizioni politiche per chiedere un
cambio di rotta radicale, e un autorevole governo italiano lo potrebbe
pretendere. Per questo però deve essere pronto a fare le proprie scelte,
se necessario, e a questo ci si deve preparare con attenzione.
Cito un altro Ramanan (il che non vuol dire che ne sposo le tesi, ma solo che è un punto di vista interessante; tra l'altro anche qui menziona, nel finale, un aspetto logico-strutturale di target2 peraltro del tutto condivisibile)
RispondiEliminahttp://www.concertedaction.com/2012/10/27/not-a-balance-of-payments-crisis/
A proposito, nell'altra precedente risposta, relativa a eventuale post sulla corruzzzzione, l""invito" a cui facevo riferimento (di pubblicarlo qui) era il "mio" a te. Non avevo visto il "tuo" di gentile risposta.
E vedendo l'intervista a Sergio (che saluto), mi sto attrezzando: magari manderò un post in "simultanea" a te e a goofy (non guasta), appena trovo il tempo per raccogliere a sistema il materiale da selezionare.
Take care
Caro Quarantotto, ti confesso che Ramanan mi era già stato raccomandato da Istwine tempo fa, ma io l'avevo colpevolmente ignorato, dato che come sapete, credo (e quindi non capisco perché a certuni caschino le braccia..;), mi esprimo da una "postazione secondaria" - e quindi mi trovo a livelli di approfondimento da manovalanza della divulgazione, che vanno bene contro i più comuni dei luoghi comuni piddini... - ma ci proverò, dato che tu Quarantotto mi hai stanato così elegantemente, e che non mi manca il desiderio di evolvere!
EliminaE se mi mandi quel post grazie davvero - è un pezzo di storia su cui so poco, e credo non solo io.
Ramanan e Cesaratto hanno sollevato un poco di polverone distrattivo e quindi magari si sono trovati bene in coppia.
EliminaLa posizione di Randy è drastica, ma corretta.
Se si fa una unione questa deve seguire alcuni criteri, altrimenti non può funzionare e è inutile lamentarsi e sorprendersi o piangere sui disastri della moneta unica.
Siccome per me non è mai stata una unione, ma una operazione di moneta unica bislacca e imperialista della Germania, il guardare alle partite correnti sarebbe stato essenziale. (In chiave anti-unione e anti moneta unica). Ma da un punto di vista di annessione e non di unione non vi sarebbero problemi.
Il Cesaratto ora aggiunge qualche nota che potrebbe scivolare nel comico, dato che in ambito di unione vorrebbe individuare una soluzione, come se il tipo di unione-annessione lo favorisse, e discetta del fallimento dell'austerità, alla ricerca di qualche mezza via.
Sul target2 Ramanan dice un'altra sciocchezza, la confusione gli appartiene congenitamente, la banca centrale può fornire tutte le riserve necessarie. Che è il terrore di Sinn e che lui Ramanan non capisce. Monti ha vidimato come debito pubblico carta straccia delle banche. Vi sono infinite vie in questo caso, senza dover andare a una regolazione in dollari.
Enrico
Enrico, lo sai che ti apprezzo per la conoscenza e l'acume che spesso dimostri, ma davvero mi piacerebbe che tu usassi un tono meno sprezzante quando non condividi qualcosa, perché qui ci sono persone che mettono il loro studio a disposizione nell'interesse comune ed è bene secondo me mostrare il massimo rispetto.
EliminaTra l'altro, entrando nel merito, mi pare che la critica di Cesaratto alla MMT in questa intervista sia espressa in maniera molto efficace.
EliminaNon condivido tanto l'idea che nell'ambito di questa "unione" sia fattibile pensare a un cambio di rotta in senso keynesiano nell'interesse comune, ma auspicarlo non è mai sbagliato.
Le riserve vengono fornite in cambio di collaterale, questo è un punto che in astratto può presentare dei problemi, ma la bce ha detto che farà di tutto, ma proprio di tutto... e quindi possiamo presumere che non le farà mancare.
Ottimo Cesaratto. Seguire le sue lezioni è un piacere (sperando di non bocciare all'esame).
RispondiEliminavai tranquillo, andrà tutto bene a meno che l'esame non sia quello di italiano!
EliminaBagnai dice "questi colleghi americani", ma Mosler non è un suo collega. Mosler non ha passato la vita a fare concorsi all'università, ha finanziato un intero dipartimento di economia, all'università di Kansas City coi suoi soldi, avendoli fatti lavorando a Wall Street, nei fondi hedge, sulle valute e il debito (e avendo anche creato, così en passant, negli anni '90 un auto fuoristrada da 400mila dollari tipo Ferrari). Questo provoca a volte il sentimento dell'invidia, da in + videre, in latino "guardare contro", guardare con ostilità, uno dei peccati per cui si va in Purgatorio secondo Dante. [...]
RispondiEliminaQuesto è dimostrato da John Maynard Keynes il quale probabilmente dedicò un quarto del suo tempo a scrivere o studiare di economia, perchè oltre a lavorare per governi e istituzioni e ad avere sempre un intensa vita mondana e culturale gestì fino alla sua morte due grossi fondi "hedge" speculando su materie prime, valute e azioni (vedi "Keynes, the hedge fund pioneer"). I suoi biografi riportano che di quello che si scriveva in giro per il mondo nelle facoltà di economia era piuttosto ignorante, perchè non riteneva necessario seguire quello che scrivevano tutti i professori. Ma dato che dal 1920 ha sempre speculato su tutti i mercati per due grossi fondi dell'epoca è stato costretto a misurare la sua capacità di previsione anche con la realtà e anche per questo è diventato l'economista più importante del secolo (qui un affascinante articolo sul suo metodo di investimento)
http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=2966&reply_id=123497250#123497250
Io continuo ad essere molto dispiaciuta di questo dissidio tra gli eterodossi italiani e il mondo MMT (che adesso tra l'altro sembra ruotare solo intorno a Mosler).
RispondiEliminaLo trovo un inutilissimo e dannosissimo dissidio tra gente che dovrebbe distinguere tra quella che può e deve essere una normale dialettica interna, e la vera lotta da fare - in comune!
Qui c'è un'intervista a Cesaratto che riconosce dei meriti alla MMT e ne contesta certi modi arroganti che tra l'altro hanno caratterizzato più che altro la sua comparsa in scena in Italia. La stessa mi sembra che sia la critica di fondo di Bagnai.
A me sembra che sarebbe una polemica da superare e farla finita, anche perché mi pare innegabile che tutto il polverone è stato sollevato all'inizio dal carattere rissoso e malsano di Barnard, quindi a che pro continuare ad andarci dietro? Anche chi gli vuole bene, perché invece di seguirne le orme non lo tempera? E a chi gli piace la MMT, non gli conviene avere il sostegno e la collaborazione degli economisti italiani, invece che no? Vi ricordo che siamo in Italia...
Ognuno sta dando e dà quello che può e che sa. E se sappiamo guardare davvero NON E' POCO, né di qua né di là. Vogliamo giocare come i bambini a chi è più bravo?
No, mi dispiace, non ci sto dietro. Questa follia deve finire. Anche perché i nostri nemici sono uniti e ben agguerriti e noi facciamo come i famosi polli di Renzo che si beccano tra loro mentre sono portati al mercato a tirargli il collo. E che cavolo!