Quarantotto mi ha suggerito questa difficile impresa, The Case For Concerted Action, e per la grande stima che ho di lui non mi sono tirata indietro. A me sembrerebbe che De Grauwe sostanzialmente resti dalla parte del vero, ma può darsi che non ci capisco un ..... quindi ben vengano i commenti di quelli più istruiti di me (ISt..!!!)
di Ramanan - Le
risorse finanziarie e non finanziarie a disposizione di una
unità o di un settore istituzionale indicate in bilancio forniscono
un indicatore dello stato economico. Queste risorse sono riassunte
in una voce del bilancio, il patrimonio netto. Il patrimonio netto è
definito come il valore di tutte le attività di proprietà di
un'unità o settore istituzionale meno il valore di tutte le sue
passività in essere. Per l'economia nel suo complesso, il bilancio
mostra la somma delle attività non finanziarie e dei crediti netti
verso il resto del mondo. Questa somma è spesso definita come
ricchezza nazionale.
- 13.4, Sistema della Contabilità Nazionale 2008 ( pdf )
Di
recente, Paul De Grauwe si è unito al lungo dibattito su TARGET2
con un paper What
Germany Should Fear Most Is Its Own Fear: An Analysis Of Target2 And
Current Account Imbalances.
(qui la versione ridotta in italiano da Voxeu). Egli è reputato
essere l'economista di più alto livello nei dibattiti pubblici e
accademici sull'eurozona, ma, purtroppo, nel suo articolo ci sono
errori evidenti.
Questo
paper era indirizzato ad
Hans-Werner
Sinn, il quale ha cominciato a suonare campanelli d'allarme sugli
enormi crediti Target2 della Deutsche Bundesbank. Questo post
sostiene (come altri di questo blog) che, mentre il Prof Sinn può
essere in errore su molti temi del dibattito, su alcune questioni
importanti ha ragione.
Inutile
dire, io non difendo le sue prescrizioni.
Io
sono un fan delle idee di Nicholas Kaldor, come citato nel mio post
Nicholas
Kaldor On The Common Market.
De
Grauwe argomenta in maniera un po' più sfumata di altri, come Karl
Whelan.
Mentre
Whelan respinge qualsiasi affermazione che una perdita nei crediti
dei paesi creditori TARGET2 verso i paesi periferici dell'Area Euro
sia una effettiva perdita, De Grauwe sostiene che il rimpatrio dei
fondi da parte di tedeschi (singoli investitori e istituzioni) non
aumenta i rischi della Germania.
Quindi
l'aumento dei crediti Target2 della Bundesbank non dovrebbe essere
interpretato come un aumento dei crediti esteri della Germania, e
quindi come un aumento del rischio per una maggiore esposizione
sull'estero.
Considerare
i crediti Target come una misura del rischio in cui incorre la
popolazione tedesca è un errore.
Come
abbiamo visto in precedenza, dal 2010 i crediti Target della Germania
(e di altri paesi del Nord) sono aumentati radicalmente, e molto di
più dei surplus delle partite correnti durante questo stesso
periodo.
Questo
aumento dei crediti Target2 non può essere interpretato come un
aumento dell'esposizione estera (crediti netti esteri) della
Germania, a meno che non sia il risultato di surplus delle partite
correnti.
Quel che
è radicalmente cambiato è la natura di tali crediti.
Prima
del 2010, questi crediti erano detenuti principalmente da operatori
tedeschi privati (principalmente istituzioni finanziarie).
Allo
stesso modo le passività dei paesi periferici erano detenute da
operatori privati (istituti finanziari).
La
crisi della zona euro ha portato a un cambiamento radicale. A
seguito del crollo del mercato interbancario, gran parte di questi
crediti e passività privati sono stati trasformati in crediti e
passività (pubblici) del sistema Target2 (Buiter et al., 2011),
senza tuttavia modificare il totale dei crediti e debiti esteri
netti di questi paesi.
Così,
l'esplosione dei crediti Target della Germania dal 2010 non può
essere interpretata come un'esplosione del rischio di esposizione
estera per la Germania.
Senza
considerare il fatto che il rimpatrio dei fondi da parte dei
residenti tedeschi in Germania sposta i rischi sui bilanci del
settore pubblico e premia gli (ex-) prestatori tedeschi,
nell'affermazione di cui sopra c'è qualche elemento di verità.
Il
rimpatrio di fondi non aumenta la posizione degli investimenti
internazionali lorda sull'estero della Germania (attività e
passività), ma ne cambia solo la composizione.
Si
ignora però il fatto che anche i non residenti riallocano i propri
portafogli in asset tedeschi e questo aumenta le attività e
passività lorde della Germania e nel caso ci fosse un default della
periferia nelle sue passività TARGET2 (nel caso in cui escano
dall'area euro), la Germania subirebbe una perdita.
Lo vediamo
con un esempio qui sotto. Ma prima evidenziamo un'affermazione
ingannevole del paper:
Il
valore della base monetaria è
determinato
esclusivamente dal suo potere d'acquisto in termini di beni e
servizi.Questo valore è
indipendente
dal valore degli asset detenuti dalla banca centrale. Infatti nel
sistema di fiat money in cui viviamo, la banca centrale potrebbe
letteralmente distruggere gli asset senza produrre alcun effetto sul
valore
della base monetaria. Al fine di stabilizzare il valore della base
monetaria, la banca centrale
dovrebbe
mantenere il giusto apporto di base monetaria, cioè un'offerta che
possa mantenere la stabilità dei prezzi.
Quando
la banca centrale acquista attività, principalmente
titoli
di Stato, emette nuove passività. Queste ultime prendono il posto
dei bonds del governo nei portafogli degli operatori privati. E' come
se il debito pubblico fosse scomparso.
E'
stato sostituito da debito della banca centrale. La banca centrale
potrebbe letteralmente mettere i titoli del debito pubblico nella
trinciatrice. Ciò non influisce sul valore del debito della banca
centrale, in quanto la banca centrale non ha fatto alcuna promessa
di convertire il suo debito (base monetaria) in
obbligazioni
del governo.E fino a quando la banca centrale mantiene la stabilità
dei prezzi, gli operatori volentieri detengono
il
nuovo debito (base monetaria) emesso dalla banca centrale.
Questo
non è corretto.
La
Banca Popolare della Cina non può buttare i titoli del Tesoro USA in
una pattumiera e sostenere che al popolo cinese non importa niente.
E
ora il punto principale di questo post: gli stranieri che spostano i
fondi in attività emesse dai residenti tedeschi.
Ecco
dal Supplemento
statistico della
Bundebank
la posizione sugli investimenti internazionali della Germania:
Le
attività e le passività della Germania possono aumentare a causa
dell'acquisto di Bund tedeschi da parte di un operatore non residente
(ad esempio dalla Spagna).
Se
un'istituzione in Spagna liquida la sua posizione in attività
spagnole e trasferisce dei fondi per l'acquisto di
Bund,
i crediti TARGET2 della Bundebank aumenteranno (nello scenario
attuale).
Utilizziamo
questi numeri per vedere come cambia la Posizione sugli Investimenti
Internazionali (IIP) della Germania in caso di acquisto di
€ 100 miliardi di asset
tedeschi da parte di non residenti tedeschi (ma per semplicità
residenti nell'area dell'euro).
Passività Germania = € 5.829 miliardi di euro
Ora,
supponendo un acquisto di € 100 miliardi di titoli di Stato
tedeschi da parte di non residenti verso un residente tedesco,
Così,
mentre le attività e le passività lorde della Germania sono
aumentate di € 100
miliardi, la posizione finale è uguale.
Tuttavia
questa non è la fine della storia.
Quando
i non residenti acquistano un valore di
€
100 miliardi di titoli tedeschi, i crediti TARGET2 della Bundesbank
(o più in generale i crediti TARGET2 del paese creditore) aumentano
di € 100
miliardi. In caso di rottura dell'area euro, a questo punto, le
nazioni creditrici EA rimarrebbero con un rischio aggiuntivo di
€ 100mld
(assunti appena prima della rottura), e nello stesso tempo con la
perdita di € 100
miliardi di attività (TARGET2) acquisite (in aggiunta alle altre
attività) e, quindi, un NIIP peggiore che nel caso in cui
l'operazione non si fosse verificata.
Questi
numeri possono essere molto più alti, perché quando si accumulano
tensioni nei mercati finanziari, gli stranieri possono spostare
fondi in Germania e se avviene davvero una rottura della zona euro,
questa lascerebbe la Germania con passività supplementari e una
posizione netta sugli investimenti inferiore rispetto a prima e
un'enorme perdita di ricchezza.
In
ogni caso, una parte non trascurabile della posizione internazionale
sugli investimenti tedesca può essere dovuta agli stranieri che
hanno già spostato i fondi in asset tedeschi (come indica la
posizione delle attività e delle passività lorde).
Di
recente, la BCE ha annunciato un piano che riduce notevolmente i
rischi di una rottura della zona euro.
In
assenza di una rottura, discussioni come queste sono puramente
accademiche.
Tuttavia,
la storia offre sempre nuove svolte e colpi di scena, e non si può
mai essere sicuri di quello che sta per accadere.
È
comunque controproducente affermare che non vi è alcun rischio di
perdite, quando effettivamente c'è.
Inutile
dire che questa analisi non è nemmeno una difesa della posizione
tedesca.
Il
libero commercio li ha aiutati molto, ed è tempo che aumentino la
domanda interna e contribuiscano a ridurre gli squilibri globali.
Non mi azzardo a entrare nei meandri del dibattito tra Ramanan e De Grauwe, ma rimanendo a un livello sicuramente più superficiale, penso che il succo del ragionamento di De Grauwe resti salvo:
RispondiEliminala Germania questi rischi di perdite se li è cercati con la sua politica mercantilista, che ha provocato prima i surplus delle partite correnti e i finanziamenti alla periferia, e poi i trasferimenti di fondi della periferia verso asset tedeschi considerati più sicuri.
In sostanza i rischi del sistema di pagamenti Target 2 sono i rischi connessi alla moneta unica, che si sono prolungati per troppo tempo data la mancanza di meccanismi di riequilibrio, aggravando la posizione sia dei periferici che dei creditori.
Se sbaglio correggetemi.
C'è poi il fatto se i rischi Target2, una volta assunti dalla Banca Centrale, siano rischi effettivi.
EliminaIo credo che non lo siano, come sostiene De Grauwe, ma aspetto il parere dei più esperti.
Lo sono in caso di rottura, perché i saldi TARGET sono una voce della BdP, di conseguenza una rottura significa, teoricamente, un credito perso.
EliminaOra come ora i saldi sono "sostenibili" nel senso che, sino a quando la BCE accetta di tutto si rifinanziano automaticamente, ma se la BCE cambia le regole (e ricordo qualcosa cambiò già, ma qui Alessandro Guerani è più aggiornato), la cosa potrebbe saltare.
Il discorso di Ramanan comunque (e anche quello di Sinn, al netto delle buffonate tipiche di Sinn) era nella prospettiva di una rottura dell'Eurozona, non all'interno dell'Eurozona, quindi regge, perché è appunto contabilmente lineare. E anche logicamente a mio avviso.
E visto che mi hai chiamato (no è una casualità in realtà): la mia idea è che De Grauwe, come Krugman, come Mundell (a breve scrivo qualcosa su quest'ultimo in particolare, il cui modello va molto, ma è per certi aspetti monetari del tutto fallato. ma non mi riferisco alle AVO ovviamente!) e diversi altri, abbiano grossi problemi a capire come funziona una Banca Centrale. Krugman e De Grauwe sono monetaristi e come abbiamo visto, il monetarismo l'è leggermente illogico.
RispondiEliminaIl discorso è sempre lo stesso: non per forza tutti dicono tutto giusto. Le intuizioni di De Grauwe sappiamo bene che sugli squilibri europei furono lungimiranti, ma rimane comunque un monetarista vecchio stampo. Krugman idem, e anche parecchio presuntuoso. Scott Fullwiler (MMT) ci fece due articoli molto interessanti e ineccepibili su Krugman, di cui uno era intitolato The Coscience of a Neoliberal, per sfottere il suo blog.
E il caro Ramanan ha ragione anche stavolta!
Sul TARGET invece la questione è complessa, io penso che il TARGET non fosse mal pensato, penso che siano mal pensate le politiche europee in questo frangente. Però è un discorso lungo e tecnico in cui bisognerebbe avere sotto mano tutta una serie di parametri, e anche confronti con altri paesi, in particolare gli USA.
RispondiEliminaE mi ricordo di averne discusso proprio con Ramanan e mi pare la pensasse allo stesso modo.
Sempre Ramanan, nel secondo link citato, sempre su target2, ma avendo di vista la sua "funzionalità" all'interno di un sistema di "squilibri strutturati" come l'UEM e con "questa" BCE:
RispondiElimina"It can be argued that since the TARGET2 mechanism has a stabilizer of some sort – that since the Eurosystem TARGET2 claims arising due to capital flight from the “periphery” is an accommodative item in the balance-of-payments, current account deficits shouldn’t have been an issue.
The error in this argument is that while it is true that capital flight is automatically financed by the resultant Eurosystem TARGET2 claims and that this is helpful, it depends on the hidden assumption that banks have unlimited/uncollaterilized overdrafts at their home central banks. We have seen in various scenarios – such as with procedures such as the Emergency Liquidity Assistance (ELA) – that banks in the “periphery” can either run out of sufficient collateral needed to borrow from their home NCB or have chances to run out of collateral. They hence need to attract funds from abroad. The nation as a whole is dependent on foreigners. Current account deficits are not self-financing.
Limite di De Grauwe: non vede il permanere della nazionalità degli interessi-competizione tra i paesi "membri" come un fattore politico-economico prevalentemente caratterizzante, enfatizzando "errori" istituzionali imputabili a una presunta governance "collettiva". Ma si tratta, come attesta la bizzare "versione di Sinn" di intenzionali astuzie negoziali (in vista di equilibri da imporre o da trattare).
Non solo ma oltre ai segnalati (da Ramanan) limiti fisiologici di "liquidabilità" degli overdrafts c'è pure, in questo persistente scenario, ove la competizione porta anche ad atteggiamenti sempre più "occhiuti" e intolleranti sul comportamento complessivo altrui, il rischio Balcanizzazione, segnalato altresì da Amoroso all'Ultima parola...
In sostanza, Ramanan mostra come questo sistema sia instabile anche in assenza di una rottura dell'EZ, perché le banche possono non avere titoli accettabili da dare alla propria BCN in cambio dei finanziamenti, e quindi i paesi dipendere dagli interventi di emergenza della BCE, giusto? in sostanza, dipendere dall'estero.
EliminaE l'errore di De Grauwe sarebbe di non tenere nel dovuto conto questa competizione estrema dove si bada solo ai propri interessi nazionali, e pensare invece a un'astratta sostenibilità e possibilità di cooperazione collettiva?
L'errore di De Grauwe non è questo, è troppo "acuto" per commetterlo. Tanto che sostiene un sistema di eurobonds "intelligente" (con tickets di entrata inversamente proporzionali all'ammontare del debito nazionale di ciascun membro) e ripropone, aggiornate, le condizioni di bilancio federale di Meade.
EliminaDe Grauwe, razionalmente, usa come premessa l'idea che la asimmetria sia da rimuovere e in base a un interesse comune, laddove l'UEM nostra come sua premessa implicita "genetica" che l'interesse comune (DELLA ELITE FONDATRICE) è invece proprio stressare le differenze dei tassi di cambio reale per arrivare a una ricomposizione darwiniana (matrice von Hayek) degli equilibri geo-politici che "contenga" un nuovo assetto di "classe".
Cioè il sistema vuole creare una supergovernance a matrice tedesca in cui i g&S locali periferici, e circoscritti settori economici sodali, siano aggregati come margravi\controllori sociali del sistema (il margravio era il conte di "confine" del sistema feudale germanico).
Una specie di Sacro romano impero germanico a legittimazione metafisica-grande fratello (il debito schuld e lo spread sono colpe di "popolo", vecchia ideologia tedesca che apparve in un'epoca tristemente note per contrastare la Società delle Nazioni)
E ovviamente non è detto che una manovra così drastica, pur portata avanti con abilità diabolica grazie a stampa e "commentatori" in mala fede, da 30 anni, riesca.
EliminaIl rischio di balcanizzazione permane se il disegno fa "compromessi", cioè proprio se accetta la via razionale di De Grauwe come compromesso per tacitare inizialmente le reazioni dei popoli (v.ora Grecia).
Il rischio di "rigetto totale", sollevazione "democratica" generale, è invece la reazione di "paradigma" dei popoli che "essi" devono comunque fronteggiare, e può venire, più che da un'Italia drogata di slogan da 30 anni (e senza una classe dirigente di ricambio al partito unico dell'euro), dalla Francia che non accetti il fiscal compact e dagli USA-Obama (in modi che i piddini oggi festanti non "sanno" immaginare perchè non capiscono bene quello che hanno fatto)
Sì, sostanzialmente sì. Per fare un esempio: se la BCE a un certo punto dice "non accettiamo più questo tipo di collateral" che so, non accettano più un titolo di Stato spagnolo. A quel punto le banche che li utilizzavano per rifinanziarsi sono in difficoltà perchè è come se gli stessi segando le gambe. Il TARGET2 rifinanzia "automaticamente", ma sempre contro collateral, quindi non è proprio automaticamente.
EliminaDe Grauwe, come Sinn, a parte il limite giustamente sottolineato da Quarantotto, non capiscono poi l'aspetto prettamente di sistemi di pagamento, e quindi da una parte hai De Grauwe che ti dice "occhio all'inflazione da base monetaria" e l'altro che ti dice "occhio all'inflazione da base monetaria" oppure "i soldi TARGET le nostre banche avrebbero potuto utilizzarli qui". Ambedue sono insensate da un punto di vista dei sistemi di pagamento, insomma, sono slogan tipicamente monetaristi se notate moneta = inflazione e moltiplicatore monetario.
Naturalmente, scorgendo Istwine implicazioni tecniche più sofisticate delle mie, concordo sul corollario dei limiti, discrezionali e geopolitici, imponibili ai collaterali scontabili insiti nella "ideologia" della BCE.
EliminaIl carry-trade "selezionato" può trasformarsi in un sistema aggiuntivo di "condizionalità" (accentuando la "presa" della governance asimmetrica).
Ma è stato detto anche da me ("la competizione porta anche ad atteggiamenti sempre più "occhiuti" e intolleranti sul comportamento complessivo altrui") e lo ribadisco solo per dire che non c'è sostanziale divergenza di analisi tra me e Istwine.
Ora è chiaro- e qui Istwine mi fa notare un elemento che ho trascurato- che la premessa che renderebbe "politicamente e propagandisticamente" realizzabile la linea repressiva BCE è proprio la concezione inflattiva della base monetaria.
E De Grauwe a questo non pare rinunciare, sicchè si espone a dover dare ragione a un collasso mascherato da intervento tecnico corretto, vanificando la fattibilità "politica" dei suoi stessi suggerimenti...
Facendo un discorso un po' fuori:
Eliminavedi, io personalmente sono molto più scettico in generale su discorsi legati al dopo. Ad esempio ritengo che un'idea del "cosa succede" non possa essere slegata dal come si esce. E gli scenari sono molteplici volendo essere onesti. Quindi questo discorso di Ramanan, contabilmente ineccepibile, si scontra poi con alcuni problemi di tipo concreto. Cioè, come se ne esce? Chi ne esce? Non ti nascondo, Quarantotto, che io ho molti dubbi anche sul "ne usciremo" di Alberto. Soprattutto sul quando. Ma spero di essere sbugiardato presto. Però il discorso di Ramanan rimane ineccepibile da un punto di vista prettamente contabile. L'idea di Enrico (sotto) che la BCE sia formalmente la Bundesbank non regge (sostanzialmente, in termini di politiche, ma mica è lo stesso bilancio). Ma ripeto, si tratta di scenari, e gli scenari sono molteplici e tutti con differenti conseguenze.
Insomma, non è tutto così lineare per me. Io ho dubbi anche sulla visione che la Germania sia imperialista e che sia "indipendente". Schauble ce lo ricordava mesi fa "Questa cosa degli Stati Nazione indipendenti è ridicola, la Germania non è indipendente dal 1945". O una cosa simile. E vale anche per l'Italia, e la data non è a caso.
Tornando al dato tecnico, è ovvio che l'ideologia della BCE sia il monetarismo. Poi praticamente fanno altro, ma la retorica è quella. La retorica di Draghi è quella, come di Sinn per il caso TARGET. E De Grauwe, benché stia dalla parte giusta, non mette in discussione l'impianto teorico. Per farti un esempio, quando lui parlava del "bazooka BCE" gentilmente tradotto da Carmen, lui sottolineava che non sarebbe stato un problema proprio perché in fase di recessione, emettere moneta non sarebbe inflattivo. Giusto, ma se noti rimane sempre il "emettere moneta inflattivo". Anche Krugman la butta lì su ste cose, ma sbaglia e pure tanto.
Ma per esempio anche sta cosa del "vogliamo la BCE come la FED" è una scemenza. Non tanto per la questione giusta, che non risolve gli squilibri regionali, ma proprio perché tecnicamente non significa nulla. E ci sto scrivendo un articolo su sta cosa, perché in effetti è un mantra sin troppo diffuso che necessita di chiarimenti e gli MMTers nostrani qui hanno un fatto casino pedante.
Istwine, ti stimo anche perchè hai dei dubbi. E spesso ce l'ho anch'io.
EliminaSolo che a vedere la situazione in Francia e la rielezione di Obama credo che sia più "realistico" pensare che il banco salterà.
Il che vuol dire che entreremo in un altro casino, perchè monetaristi-deflazionisti-finanza non molleranno la presa in un batter d'ali (dall'8 settembre 1943 alla Costituzione del "48"- :-) - ce ne passò).
Troppi scheletri negl armadi (dei bilanci consolidati) hanno e si ritornerà a una sana guerra di livorosi contro la finanza. All'estero, ma non in Italia, che è sempre una "eccezione" (la Germania "è" mercantilista, certo nelle elites, che sfruttano il fatto che la loro coscienza democratica-tolleranza della diversità, si intoppa quando it comes to the Nation as a whole identity che ha radici storiche a cui non "vogliono" rinunciare).
Qui l'euro non ha prodotto le devastazioni degli altri paesi med, perchè in realtà la sua spinta distruttiva è compiaciutamente endogena e volutamente accelerata, cioè è un fatto politico, autoctono e mascherato da vincolo esterno, o meglio il vincolo esterno è stato mascherato ob sua verbalizzazione genetica: ciò che "viene dall'estero" è "meglio" (dai tempi di Nando Meliconi) e questo mette d'accordo la sinistra e la destra degli anni 80, rifluendo sulle nuove leve che non possono ricordare: la maggior parte della classe dirigente bipartisan sente ancora l'esigenza di non "farsi governare dai sindacati" e l'UEM è vista come una salvezza (e non tutto di questa pulsione è cupio dissolvi anti-lavoro, ma questo è un probbblema che dovremo affrontare poi, quando la democrazia sarà stata forse ripristinata).
L'accordo "entro" questa classe politica, non a caso gerontocratica, si scolla a sua volta dalla bassissima qualità culturale della nostra classe imprenditoriale e vive sull'oscuro obiettivo di non dover riaccendere uno scontro sociale, con annesso "regolamento di conti" che si portano dietro dagli anni 80; chi vive da quei tempi le cose, lo avverte meglio.
Ma certo alla radice, c'è, simbolicamente e praticamente, il ruolo della stessa Bankitalia su cui vorrei preparareun articolo che, se trovo il tempo e mi mandi una mail (via Alberto), ti sottoporrò...
"E l'errore di De Grauwe sarebbe di non tenere nel dovuto conto questa competizione estrema dove si bada solo ai propri interessi nazionali, e pensare invece a un'astratta sostenibilità e possibilità di cooperazione collettiva?"
Elimina"L'errore di De Grauwe non è questo, è troppo "acuto" per commetterlo. Tanto che sostiene un sistema di eurobonds "intelligente" (con tickets di entrata inversamente proporzionali all'ammontare del debito nazionale di ciascun membro) e ripropone, aggiornate, le condizioni di bilancio federale di Meade...."
Sì, Quarantotto, l'ho espresso in modo poco preciso, ma in sostanza intendevo questo, ossia De Grauwe pensa che si tratti di errori di governance riformabili, mentre in poche parole sono errori "intenzionali" ai fini del disegno di annessione.
Il volenteroso Ramanan ha il pregio di adorare Kaldor e se si limitasse a fare copia e incolla assolverebbe già a un grande compito. Invece sogna di imitarlo, solo che Kaldor portava luce mentre lui aggiunge nebbia e notte. E oltre all’esito opposto porta sul cattivo cammino pure i fiduciosi e ingenui amici.
RispondiEliminaI crediti della budensbank sono formalmente crediti nominali nei confronti della ecb, in pratica della budensbank stessa, dato che l’euro è il marco continentale. (E gli scambi sono già stati formalmente regolati con il consenso tedesco fino a quel punto).
Se scompaiono la ecb e il marco continentale, in teoria e in pratica la (budensbank) Germania perde crediti nominali verso se stessa. Il principale problema diventa quello rilevato puntualmente da PDG della conversione dei depositi in mano a stranieri e l’operazione avverrebbe secondo criteri ampiamente discrezionali e negli interessi della Germania e della sua politica monetaria.
La perdita di crediti derivanti dall’accumulo di surplus delle partite correnti come osserva pure PDG ha un risvolto reale per un sistema paese, ma nel caso della Germania in pratica le sofferenze sarebbero contenute o nulle, dato che il marco come valuta più forte funzionerebbe da mezzo di pagamento in Europa.
Se la Germania uscisse dall’euro e gli altri continuassero nella barca comune ma meno squilibrata la Germania vanterebbe crediti nominali e denominati in euro (ex marco continentale) nei confronti della ecb che senza grossi problemi potrebbe ripagarli.
Per i depositi in marchi varrebbe quanto già detto.
Per quanto concerne il comportamento della ecb, le regole che si impone sono ovviamente determinanti nel processo di regolazione formale degli scambi. Ma si tratta di regole politiche definite dalla Germania in relazione alla gestione del marco continentale e in funzione del progresso dell’imperialismo e annessione della periferia.
Perciò paradossalmente vale (al solito) l’esatto opposto di quello che sostiene il limitato Ramanan, cioè in teoria tutti i capitali speculativi potrebbero essere accomodati, quando negli altri sistemi ciò sarebbe impossibile e solo i primi ce la farebbero.
In merito al terrore di Sinn esso non si riferisce per nulla esclusivamente al momento della rottura ma riguarda soprattutto ciò che avviene (nella sua drammatica visione) prima, cioè la scriteriata creazione dal nulla di base monetaria in marchi continentali (euri) a favore dei periferici. Ai quali invece dovrebbe essere impedita la creazione di base monetaria, perché possano praticare una salutare e religiosa deflazione, da correggere in teoria e con i giusti sacrifici tutti gli squilibri.
E placare così i suoi incubi.
E
Grazie dei commenti molto interessanti, e a favore di me stessa (e forse dei lettori) tento un breve riepilogo di alcuni punti essenziali.
RispondiEliminaIn sostanza possiamo dire che Target2 è effettivamente un sistema potenzialmente instabile. Sia in caso di crollo dell'EZ, laddove i crediti della Bundesbak diventano crediti insoluti nella bdp tedesca, e nella misura in cui non si può sic et simpliciter fare l'equivalenza Bce= Buba.
Sia nella gestione ordinaria, in mancanza di collaterali adeguati da parte delle banche periferiche, che verrebbero a dipendere da interventi di emergenza della bce.
Risulta a questo punto chiaro a tutti, mi pare, che questa è un'arma politica che le istituzioni ue avranno modo di manovrare al meglio secondo gli interessi da loro rappresentati, e che eventualmente useranno l'argomento monetarista per giustificare... condizionalità più aspre, o un crollo? PDG purtroppo casca sull'argomento monetarista, pensando che la base monetaria possa essere inflattiva.
Gli scenari futuri restano l'incognita. Io personalmente temo che non lasceranno collassare facilmente la moneta unica...
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RispondiElimina@Enrico, ripubblico il tuo nuovo commento liberandolo dalle frasi più sprezzanti che, come ti ho già detto, preferirei non vedere sul blog, e che tra l'altro non ti fanno onore.
Elimina"È ovvio che da un punto di vista formale l’euro non è il marco, ma da quello pratico e politico sostanzialmente lo è, e è stato gestito secondo il modello e interessi tedeschi, e l’ecb replica la budensbank. (E fa esattamnte quello che imperialisticamente i tedeschi impongono). Gli squilibri che sono sorti vengono ora usati per ristrutturare l’Europa in una sorta di articolazione gerarchica feudale in cui comandano la Germania e la sua oligarchia. Quella italiana si è già inginocchiata a svolgere il ruolo locale di proconsoli e satrapi. Il tipo di Europa che si ha oggi è il frutto di specifiche scelte politiche che hanno privilegiato un equivoco neoliberismo. Politiche che probabilmente sarebbero prevalse in modo distruttivo all’interno di ogni stato anche senza euro.
L’elite mondiale ha reagito in forma regressiva alla crisi di crescita del capitalismo degli anni 70, il potere si è concentrato nell’1% e il canone di capitalismo proposto è il più rozzo, volgare e distruttivo possibile, per il suo impianto ottocentesco inadeguato alle condizioni attuali . Non a caso Kaldor e le sue idee non esistono per l’educazione ufficiale, tutto ciò che poteva dare fastidio al pensiero unico imposto dall’1% è stato eliminato.
Al 99% magari restano pifferai magici, cartelli elettoralistici da supermercato e pseudosinistre di sicofanti, ma scientificamente viene tolta loro la possibilità di leggere e capire il mondo. E quindi di elaborare progetti politici e contare.
Il Ramanan e la sua contabilità (e poi non sarebbe neanche un problema contabile) sono del tutto irrilevanti.
Le sue sterili e marginali polemiche sono diversivi che al massimo soddisfano qualche desiderio esibizionistico.
È completamente insano dire che PDG avrebbe sbagliato per avere lasciato fuori i movimenti di capitale speculativi dei non residenti e che non sia in grado di capirlo.
Detenere attività estera che si accumula per esportare qualche cosa tra cui titoli di debito a favore di speculatori esteri rappresenta un rischio.
Se a un certo punto il dollaro venisse abolito e si passasse al nuovo dollaro la Germania (supposta isolata) rischierebbe di perdere tutta la sua attività estera denominata in vecchi dollari.
Cosa possa accadere dipende da vari fattori, ma trattandosi della Germania, potendo in parte usare internazionalmente la sua moneta, ottenendo qualche prestito e consolidando alcuni surplus dovrebbe sopravvivere allo stesso modo. (E invero ciclicamente gli americani li hanno tosati e trattati come gallina dalle uova d’oro e sono tanto ottusi che ci cascano regolarmente).
Nel caso dell’euro vecchi crediti potrebbero pure parzialmente convertirsi in crediti nelle nuove monete. Ad ogni modo il problema non sarebbe quello ma il modello mercantilista che da ragione di esistenza alla sua politica e politica economica e probabilmente e equivocamente persino alla loro identità nazionale. E che oggi deprime l’Europa, facendo delle periferie aree para-africane.
Ma il marco continentale, che non ha problemi se non di squilibri e rapporti di forza tra aree interne e su cui si estende l'imperialismo tedesco non è destinato a tramontare facilmente, solo una rivolta politica delle oligarchie locali potrebbe seriamente e rapidamente metterlo in disussione, ma apparentemente accettano la gerarchia e il loro ruolo di proconosoli locali.
E
Cara Vocidallestero il blog è tuo e quindi ci puoi fare tutto quello che vuoi, come sul mio ci faccio quello che mi pare.
EliminaQuando perdo tempo su blog altrui non ho la minima pretesa che venga pubblicato quello che scrivo e non vado a sindacare i criteri del proprietario del blog.
Non mi sembra di avere offeso nessuno in modo particolare a ogni modo mi spiace di averti creato dei fastidi.
E
Giusto una curiosità personale:
RispondiEliminama Quarantotto é in realtà Bagnai?
Perchè parla anzi scrive proprio come lui.
Ed é lo stesso Quarantotto che interviene nel blog Voci contro la Germania?
Indubbio che sia lo stesso Quarantotto, ma non mi è mai passato per la testa che sia Bagnai, e anzi non credo proprio...anche se sicuramente è uno che...il a l'habitude..;)
EliminaEd è anche lo stesso quarantotto che scrive sul blog di Bagnai.Bagnai che ha tanto tempo da perdere da scivere e rispondere a se stesso!E daje su.........
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaOh, ragassi, siamo mica a smacchiare i leopardi?
RispondiEliminaMa come vi (ti) viene in mente, sarebbe un po' troppo bizzarro e "inutile"!?
Ma poi non è un vantaggio che la situazione sia "resa" da diverse angolazioni ma in modo convergente?
Vi sono altre fervide "menti" che si esprimono in termini omogenei. Ciò conferma la creazione unitaria e omogenea di una "cultura" della Resistenza. Proprio ciò di cui abbiamo bisogno no?
Aggiungerei: viva la "liberazione", hasta siempre...
Il dubbio e'un grande segnale di liberta'.
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