E'
nato Orizzonte48 (lo
troverete sempre nel blog roll qui a sinistra). Il significato del
nome e le sue proposte le potete leggere nel
suo post di presentazione , ma io dico soltanto quello che da 48
so di potermi aspettare: il suo blog nasce per fornire alla rete i
più raffinati strumenti della democrazia che, insieme
a quelli dell'economia, forse, e se Dio vuole, ci aiuteranno a costruirci un
futuro "migliore" (sì, vogliamo essere ottimisti!)
E la
democrazia, come dice bene Zagrebelsky, è il peggiore dei regimi
(il più tremendamente difficile da utilizzare e da far funzionare),
ma è anche per noi l'unico possibile...
Quindi,
dobbiamo "imparare democrazia". Come dice 48, "comprendere
le istituzioni, costituzionali nazionali o europee, i meccanismi che
le regolano, le leggi, le varie norme, e il loro significato e
funzione sostanziali, è infatti un'arma,
appunto, democratica."
Per
cercare di dare il benvenuto a 48 e all'opera a cui si accinge, mi sono messa al
lavoro per offrire una breve presentazione e qualche considerazione
aggiuntiva sul suo primo post tecnico, invero abbastanza impegnativo,
ma poi
ne raccomando a tutti la lettura diretta, anche dei commenti,
che soltanto può dar conto di tutte le numerose e importanti
implicazioni e sfumature....di questa straordinaria proposta di
taglio ai costi della politica!
Volevamo tagliare i costi della casta? Va bene,
ma facciamolo per benino..!
E' il
Presidente di Sezione del Consiglio di Stato Luciano Barra Caracciolo
che parla, in una relazione di un anno fa pubblicata su una rivista
specializzata, che propone una straordinaria revisione della
Costituzione per l'attuazione di una possibile forma di "democrazia
diretta o partecipata" che abolisca le attuali Regioni e
Province, mantenendo soltanto i Comuni come enti dotati di potere
decisionale, in una forma però particolare di democrazia diretta.
In sostanza,
le Province e le Regioni non esisterebbero più come enti "politici"
– quindi dotati di propri organi rappresentativi eletti col potere
di emanare leggi sul loro territorio, niente Consigli regionali o
provinciali o Giunte – con tutto il risparmio che ne conseguirebbe
in termini di taglio dei costi per la soppressione degli organi
politici e del loro staff, dei fringe benefits e delle consulenze
varie.
Questi enti,
liberati da tutta questa sovrastruttura "politica",
rimarrebbero:
- come enti
di "autogoverno", nel senso di strutture utili a un
decentramento delle funzioni amministrative statali, per fornire i
servizi nel territorio a un livello vicino ai cittadini.
(In questo
modo, i risparmi realizzati tagliando i costi della sovrastruttura
politica, potrebbero essere indirizzati a potenziare questi servizi,
sia in termini di personale dirottato dai servizi alla politica ai
servizi per i cittadini, sia in termini di maggiori risorse per
migliori servizi.)
- come
semplici "associazioni o consorzi di comuni" (le uniche
comunità locali che come vedremo manterrebbero l'autonomia politica
e decisionale) che operando insieme in un ambito territoriale più
ampio, potrebbero esercitare funzioni istruttorie (di studio e
analisi dei problemi e di come affrontarli attraverso gli uffici
tecnici) e deliberative (prendere decisioni e pianificare attraverso
le assemblee di cui parleremo più avanti).
– la
comunità territoriale corrispondente a queste associazioni di comuni
eleggerebbe un Presidente, scegliendolo non in maniera formalmente
egualitaria, ma tra le persone dotate dei
titoli
e dell'esperienza professionale connessi alle funzioni, tecniche, da
esercitare per una buona gestione del territorio. Il presidente
avrebbe infatti il delicato compito di verificare la coerenza delle
decisioni prese con le risultanze degli studi e delle analisi
effettuate (non costruire una diga in zona sismica, ad es.) e
potrebbe anche modificare le decisioni prese, ma solo per questioni
di razionalità ed efficienza.
A baluardo della democrazia diretta e
quindi delle decisioni prese dalle comunità, , si potrebbe porre la
regola generale della possibilità di svolgere referendum propositivi
e abrogativi (regolati con legge dello Stato in base a previsione
costituzionale) sulle norme emanate da tutti i livelli territoriali
(inclusi i comuni) – ma resta comunque auspicabile che i
criteri scientifico-razionali adottati nelle procedure trasparenti
seguite per adottare le decisioni bastino a rendere eccezionali i
referendum, limitandoli alle questioni oggettivamente insolubili.
Ma
veniamo alle comunità di base cui è affidato il potere decisionale,
e vediamo come e attraverso quali procedure si può realizzare la
democrazia diretta.
Le regole da introdurre seguono il procedimento dell'
“Accertamento dell’impatto della regolazione” (AIR),
dove, in fase di avvio, sono elaborate dagli uffici
tecnici-amministrativi dell’ente “maggiore” associazione di
comuni, e poi attraversano una fase istruttoria “partecipata”,
dove vengono discusse e approvate dalle assemblee delle comunità
interessate, realizzando una esperienza di democrazia diretta e una
più trasparente ed efficiente gestione delle decisioni e della e
pianificazione.
Su questo argomento dell'AIR – veramente importante per capire
come può funzionare in pratica la democrazia diretta - 48 ci ha
promesso altri post, quindi non mi dilungo.
L'ulteriore domanda da porsi è quella della ammissibilità di una tale
profonda riforma costituzionale, e la risposta è assolutamente sì,
perché anzi questa revisione della Costituzione rispecchierebbe in
pieno proprio quella parte fondante della Costituzione del 48 che non
è riformabile, perché ne esprime i Principi Fondamentali, e sarebbe
anche in perfetta sintonia con le norme del diritto internazionale e
coi Trattati ratificati dal nostro paese che anch'essi risultano
irrinunciabili, solo nella misura in cui riflettono i principi fondanti della
nostra Costituzione.
Senza dilungarmi, perché lo spiega benissimo il post di 48, ma
dall'art. 5 dei Principi Fondamentali della Costituzione si evince
che le uniche autonomie locali che la Costituzione "riconosce"
sono i Comuni, in quanto comunità naturali preesistenti alla
Costituzione stessa. E nella stessa direzione si esprimono la “Carta
europea delle autonomie locali” del Consiglio d'Europa,
ratificata dall’Italia nel 1989 e richiamata dal Trattato
sull’Unione europea, e la successiva "Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione Europea”.
Per finire, due considerazioni. Siamo partiti dai tagli ai costi
della politica (sull'entità di questi tagli vedere meglio il post di 48), ma risulta evidente che questi tagli non sono
ispirati dal luogocomunismo liberista che dilaga e che vuole distruggere lo
statobruttoecorrotto per far spazio al mercato e agli interessi
privati, considerati miracolosamente capaci di realizzare l'armonia
prestabilita qui in terra e subito. Questi tagli servono invece
proprio a liberare lo stato dalle incrostazioni degli interessi
privati che in questi anni di deregolamentazione in certi campi e di regolamentazione eccessiva in altri, lo hanno sempre più ingrippato, impedendogli di funzionare.
Altro aspetto, il processo decisionale qui prospettato può
sembrare difficile da realizzare, forse un po' utopistico (dati i
tempi), e anche pieno di insidie, ma come si diceva all'inizio, la
democrazia è una brutta bestia ma è anche l'unico regime a cui
possiamo aspirare, quindi non ci resta che... educarci a impararlo.
Mi hai convinto: sulla riforma delle regioni farò un altro post "aggregando" tutte le osservazioni e sintesi, a partire dalla tua, e cercando una illustrazione schematica che chiarisca lo scenario istituzionale-organizzativo.
RispondiEliminaFare la Costituente serve, a quanto pare :-)
SECONDLY: TI MANDO LE MAIL A QUELL'INDIRIZZO, MA...SCOMPAIONO.
PROVO A RIMANDARTI UN POST "CORRUZIONE" CHE DOVREBBE USCIRE IN SIMULTANEA SU PIU' BLOG OGGI NEL POMERIGGIO. ARE YOU COPYING ME, DARLING?
certo, certo, I am!!!
EliminaBene Quaratotto, sono contento davvero,
RispondiEliminache ti sei impegnato in prima persona, aprendo un blog, per una battaglia comune per la Democrazia, e contro i Poteri che la soverchiano e la rendono un vuoto ed ingannevole simulacro, buona solo per la massa maggioritaria credulona!
Adesso posto un'articolo interessante di un'uomo, da destra Marcello Veneziani, che in modo speculare all'intelletuale Costanzo Preve da sinistra, afferma le stessi tesi!!! Chi l'avrebbe mai detto, i concetti di destra e sinistra superati, da cause di forza maggiore!!!
Il nemico non è più a sinistra
Il ne¬mico frontale, concreto e ideale, oggi, è il dispotismo dei mercati finanziari tramite i tecnici e gli eurocrati, le agen¬zie di rating e i circuiti speculativi, le lo¬ro banche e i loro circoli.
Marcello Veneziani - Mer, 28/11/2012 - 17:19
No, onorevoli pidiellini, il nemico principale da battere oggi non è la sinistra. È inutile agitare il solito drappo rosso nella speranza che il to¬ro moderato si spaventi e si ricompatti. Non funziona, in questa situazione abbiamo ben altri cavoli. Stiamo messi male, e la politica ha le sue colpe, ma tutta. La sinistra è un rimedio sbagliato, però il male oggi è un altro. Il ne¬mico frontale, concreto e ideale, oggi, è il dispotismo dei mercati finanziari tramite i tecnici e gli eurocrati, le agen¬zie di rating e i circuiti speculativi, le lo¬ro banche e i loro circoli, che ci tartas¬sano, ci riducono da cittadini a debitorie sono pronti a cancellare stati sovrani se non hanno i conti a posto.
Far fallire i popoli e le nazioni è una follìa che non si può accettare, rispet¬to a cui anche l’impegno di onorare i debiti va in second’ordine.Per i debiti vale il principio di realtà: si pagano i debiti verso persone, gruppi, azien¬de, non si sacrificano i popoli ad astratte entità e contabilità sovranna¬zionali.
Sosterrò chi avrà il coraggio di spez¬zare quel circolo vizioso e far saltare quell’agenda. Spero che lo faccia la «destra», ma in sua mancanza preferirò chiunque lo faccia. Certo, vorrei pu¬re un piano di ricostruzione naziona¬le, una linea comune ad altri Paesi eu¬ropei e mediterranei, una ripresa effettiva di sovranità.
È tempo di nuove sintesi e grandi de¬cisioni. È tempo di dire addio ai tecnici e ai poteri da cui derivano e di rimettere al centro la vita dei popoli, non i conti. La sinistra oggi è uno spauracchio fesso.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/nemico-non-pi-sinistra-860169.html
Ho letto per ben due volte il post di 48....e credo che lo rileggerò una terza(e tu cara Thesister sai bene perchè ;)), in ogni caso che cavolo.....vedo una luce in fondo al tunnel....Quindi si,facciamo gli ottimisti,perchè finalmente....qualcosa sembra muoversi...soprattutto nella mia testa ;)
RispondiEliminaBisogna retrocedere fino al 1982 (fine dell'era Breznev) per trovare una sinistra pericolosa!
RispondiEliminaA qualcuno si è fermato l'orologio.
Grillo o non Grillo, questo è il problema per chi voterà il prossimo anno: se affidare il timone ai soliti Noti o metterlo nelle mani di chi dice pane al pane e vino al vino ?
RispondiElimina