29/09/13

I Cattivi Samaritani del Prof. Chang

Dalla Prefazione al libro del prof. Ha-Joon Chang,  “Bad Samaritans – The myth of Free Trade and the secret story of Capitalism ” ("Cattivi Samaritani – Il mito del libero commercio e la storia segreta del Capitalismo"), alcune interessanti   considerazioni sui perché della continua propaganda alle fallimentari politiche neo-liberiste:  dei Cattivi “Buoni Samaritani” cercano di impedire ad altri di raggiungere una posizione dominante, “buttando giù la scala” che è servita loro per arrampicarsi in cima; altri le sostengono in buona fede, irretiti da una ricostruzione distorta della storia del capitalismo. 


Traduzione di Alex
(..) Nel 1841 un economista tedesco, Friedrich List , criticò la Gran Bretagna per le prediche sui benefici del libero scambio rivolte ad altri paesi, laddove lei stessa aveva raggiunto la supremazia economica imponendo dazi elevati e sfruttando largamente i sussidi [di stato, n.d.t.]. Accusò i britannici di “aver dato un calcio alla scala” che avevano utilizzato per raggiungere una posizione economica dominante nel mondo: “[ è] prassi comune e scaltra, una volta che si sia assurti a una posizione di dominio, dare un calcio alla scala che è servita per salire, al fine di privare gli altri del mezzo per potere fare altrettanto”.


Oggi nei paesi benestanti ci sono sicuramente coloro che, al fine di accaparrarsi maggiori quote di mercato nonché di prevenire l'emergere di possibili concorrenti, predicano ai paesi poveri i benefici del libero mercato e del libero scambio. A guisa di “Cattivi Samaritani”,  dicono loro “fate come vi diciamo di fare, non come noi abbiamo  fatto'” per poi così approfittare  delle difficoltà altrui.

Ma ciò che preoccupa di più è che molti dei moderni “Cattivi Samaritani” nemmeno si rendono conto di stare danneggiando, con le loro politiche, i paesi in via di sviluppo. La storia del capitalismo è stata talmente soggetta a revisioni, che molte persone nella parte benestante del pianeta non percepiscono nemmeno la doppiezza storica insita nel patrocinare il libero scambio ed il libero mercato presso i paesi in via di sviluppo.

Non sto suggerendo che vi sia una qualche sinistra società segreta  da qualche parte che sistematicamente ritocchi le fotografie cancellando personaggi scomodi, o si metta a riscrivere la storia. Va da sé che la storia la scrivono i vincitori, ed è nella natura umana reinterpretare il passato con gli occhi del presente. Di conseguenza, i paesi ricchi hanno, nel tempo, a poco a poco, spesso inconsciamente, riscritto la loro stessa storia per renderla più coerente con la visione che oggi hanno di se stessi, piuttosto che  renderla come effettivamente era, così come oggi c’è chi fa riferimento ad un rinascimento Italiano (cioé di una nazione che fino al 1861 non esisteva) o che annovera nella lista dei Re e delle Regine “inglesi” anche gli Scandinavi francofoni (i Re conquistatori normanni).

Il risultato è che molti Cattivi Samaritani raccomandano ai paesi poveri il libero scambio e le politiche di libero mercato nella convinzione errata, ma in buona fede, che questo sia proprio l’iter che i propri paesi hanno seguito in passato per diventare ricchi. Nei fatti rendendo più difficile la vita a coloro che stanno cercando di aiutare. Fino talvolta a costituire, codesti “Cattivi Samaritani”, un problema persino peggiore di quelli che coscientemente “prendono a calci la scala”, dato che spesso coloro che agiscono  nella convinzione di essere nel giusto sono molto più ostinati di coloro che agiscono per mero interesse personale (..)

11 commenti:

  1. piccola critica alla traduzione (almeno spero che sia solo un errore di traduzione) : nella frase

    "come oggi c’è chi fa riferimento ad un rinascimento Italiano (cioé di una nazione che fino al 1861 non esisteva)"

    credo proprio che la parola rinascimento andrebbe sostituita con risorgimento, essendo il rinascimento precedente.

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    1. ?
      Si parla di un Rinascimento "italiano", anche se l'Italia come nazione ancora non esisteva, perché si è costituita solo nel 1861.
      Questo il senso, almeno per come l'ho inteso io.

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    2. Giusto. mi cospargo il capo di cenere. Non ho capito io il senso della frase.

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    3. penso sia stato tradotto bene...è che Chang penso sostenga sarebbe più appropriato chiamarlo rinascimento fiorentino o qlcs del genere....cmq sia anche italiano non lo trovo sbagliato....sarò di parte ma la penisola italica era chiamata Italia nella sua interezza anche allora, seppur fosse divisa.

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    4. ?
      Anche io ho inteso come Carmen

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  2. La frase finale mi trova molto d'accordo ma ritengo che quel pizzico di malafede sia stato, e lo è nel presente, un ingrediente determinante in chi vanta le virtù e propaganda certi meccanismi e teorie.

    La sindrome del controllo assolutizza il pensiero e se spesso è istintiva ciò non vuol dire che non sia altrettanto consia.

    Nulla di più consapevole nella pratica del mercato di soddisfare un interesse prossimo e personale magari anche a discapito di un interesse dilazionato e più generale. Perfettamente razionale anche se non propriamente logico.

    Un saluto,
    Elmoamf

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    1. Giusto, Massimo, l'atteggiamento superficiale di chi non approfondisce oltre perché la vulgata corrente è quella che soddisfa i suoi interessi, è una malafede inconscia!

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  3. Ahi serva Italia, di dolore ostello,
    nave sanza nocchiere in gran tempesta,
    non donna di province, ma bordello!
    Purgatorio, Canto VI
    Questi versi di Dante (che fra l'altro si adattano benissimo alla situazione attuale) dovrebbero ricordarci che l'Italia esisteva già nel 1300, per non parlare poi del Principe di Machiavelli. Certo non esisteva come unità politica, ma come spazio geografico e culturale. Dunque naturalmente c'è stato eccome un Rinascimento italiano, non è una ricostruzione moderna, basta leggersi le fonti per rendersene conto... Quanto ai re "Scandinavi francofoni", basta leggere la lingua del Beowulf e confrontarla con l'inglese attuale per rendersi conto che la lingua e la cultura inglese moderne hanno la doppia eredità germanica e latina. Quei re dunque fanno legittimamente parte della storia inglese. Spero che siano solo sviste e che l'attendibilità storica del libro non sia allo stesso livello...

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    1. Non c'è dubbio, la penisola italica esisteva già...però è vero anche che la culla del Rinascimento è Firenze. Chan butta là degli esempi senza argomentarli, proprio perché sono esempi del tutto incidentali, ma non credo che dobbiamo tanto sottilizzare su questi, quanto valutare ed apprezzare la profondità della sua analisi in materia economica e di storia del capitalismo. Il libro è da leggere, c'è anche la versione italiana anche se non è liberamente accessibile online come quella originale.

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  4. E' sempre stato così.
    I dominanti si sono sempre imposti "aprendo" i mercati altrui (e chiudendo, cioè salvaguardando i propri).
    Sempre, le compagnie mercantili italiane e poi olandesi e britanniche hanno imposto il commercio dei propri prodotti.
    L' epoca moderna si intende aperta dal rinascimento fiorentino.
    Bene; come fece la Firenze di allora a diventare la super potenza finanziaria dell' epoca?
    Esattamente con il contrario del libero mercato (che non esiste, per altro); ovvero, con un sistema di lobbies (le corporazioni) e dando una nuova forma al loro sisema del credito, col quale fornivano i loro "servizi finanziari" in tutta Europa.
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    E' sempre stato così il sistema capitalistico:
    Si fa sovraproduzione (a costo di affamare i lavoratori che quella sovraproduzione hanno prodotto) e si cerca di piazzare tali sovraproduzioni in nuovi mercati, al fine di CONTROLLARLI e infine assoggetarli nel ruolo di colonia.

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  5. Accidenti! Ma allora aveva ragione Marx! Le ideologie ESISTONO.
    Ma non erano tutte morte, santa polenta?

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