28/09/13

La mappa della democrazia perduta (in eurozona)


Una breve nota di ZeroHedge a proposito dell'ultimo rapporto sull'Indice di Democrazia stilato dall'Economist Intelligence Unit. Risultato: negli ultimi cinque anni la democrazia nell'eurozona è regredita in misura maggiore che in qualsiasi altra macro-area del pianeta.

Zerohedge scrive:

Secondo l’indice di democrazia elaborato dall'Economist Intelligence Unit (EIU), dal 2008 la democrazia è regredita in 15 su 17 paesi dell’eurozona. Come evidenzia Niraj Shah su Bloomberg, l’indice è precipitato di 0,48 punti in Grecia tra il 2008 e il 2012, poiché le politiche sono state sempre più influenzate dalla BCE, dall’EU e dal FMI, invece che da politici eletti. Nello stesso periodo l’indice è calato di 0,48 punti anche in Germania, per la mancanza di ricambio dei membri dei maggiori partiti alle elezioni. Secondo l’indice, che viene calcolato dal 2006 e si basa su 60 indicatori appartenenti a 5 categorie che includono pluralismo politico, libertà civili, partecipazione politica e cultura, la Finlandia è il paese più democratico dell’eurozona. Siamo certi che Nigel Farage avrà qualcosa da dire riguardo a questa lugubre perdita di controllo democratico. ”

 
Tabella di ZeroHedge adattata da Vocidallestero

Abbiamo anche noi analizzato l’indice (che varia da 0 a 10) nel periodo 2008-2012, ed ecco cosa risulta:

  • Tra i continenti, l’Indice di Democrazia è aumentato in Medio Oriente (+0,19 punti) e in Africa (+0,04 punti).
  • È sceso di -0,03 punti a livello globale, di -0,05 punti in Nord America, di -0,07 punti in Sud America, di -0,02 punti in Asia, e… risultato peggiore, di -0,23 punti nell’eurozona e di -0,13 nei paesi non-euro dell'UE.
  • Il calo maggiore all’interno dell’eurozona si è avuto in Olanda (-0,54), Grecia (-0,48), Germania (-0,48), Irlanda (-0,45), Spagna (-0,43) e Cipro (-0,41). L’Italia invece “perde democrazia” in linea con la media dell’eurozona (-0,24), ma si collocava già tra gli ultimi posti. 

6 commenti:

  1. E c'è pure da guardare con una certa "indulgenza" (in fondo, del problema almeno si occupano) al concetto di democrazia utilizzato, molto ristretto e proprio dell'epoca costituzionale "liberale", e non pluriclasse, degli ordinamenti democratici.
    Si potrebbero ovviamente utilizzare altri e più appropriati parametri, riguardanti, su tutti, la tutela del lavoro, la garanzia previdenziale e sanitaria: cioè i diritti civili e sociali e non le mere "libertà civili".
    Senza i primi,infatti, le seconde sono un pochino "ipocrite": la libertà di espressione del pensiero, ad esempio, sarà sempre circoscritta alle classi dominanti e comunque squilibrata quantitativamente a loro favore (basta vedere lo stato dei media in Italia).

    Ma accontentiamoci pure di questa "classifica": un bollettino parziale ma indicativo del consolidarsi delle oligarchie. Tanto più odioso perchè più vistoso nei popoli più "svantaggiati" dall'euro.

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    1. E' vero, stiamo degenerando anche in termini di democrazia puramente liberale, non si parli poi di democrazia sociale.
      E pensare che l'Europa è stata la culla dello stato sociale, e che il nostro art. 3 principio di uguaglianza sostanziale ne è un fulgido esempio...
      La Costituzione materiale è già stravolta, ma per sicurezza vogliono metter mano anche a quella formale, sia mai...

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    2. JPMorgan insegna che :
      - Le Costituzioni anitfasciste devono essere riscritte
      - I diritti sociali devono essere ridotti al minimo ed è quello che sta accadendo da noi
      - Quasi certamente la nuova Carta non conterrà molto degli articoli della Costituzione nata dalla Resistenza e che ha saputo coniugare la giustizia sociale e le libertà

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  2. Cara Carmen,
    Ciò che è degenerato e pertanto svilito è lo spessore culturale. Ormai da diverso tempo batto il tasto su questo concetto affinché le persone abbiano il coraggio di riappropiarsi dell'insindacabile e personale "libero arbitrio" in un ottica di rinnovato impegno intellettuale e formativo. In fondo, il concetto di sovranità (costituzionale, sociale, comunitaria, individuale) passa insolubilmente attraverso di esso. Ma il libero arbitrio, privo di una coscienza critica e quindi di un sano e solido spessore culturale, rischia di essere (come l'evidente realtà dimostra nella teoria dogmatica del "laissez faire" liberista o capitalista selvaggio come un tempo chiamavo) nefasto non solo per la società intera ma per implicito "riverso"... principalmente per se stessi.
    Il perseguire un ottica egoistica di per se non è un male fin quando non implichi la distruzione implicita del sistema.
    Un caro saluto,
    Elmoamf

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  3. Personalmente, resto scettico rispetto a queste misure statistiche di concetti ben poco misurabili come la democrazia. Cio' perche' una qualunque misura va fatta a partire da un'unita' di misura assoluta.
    Detto questo, mi trovo d'accordo con le tesi finale del testo (sto percependo queste diminuzione di liberta' personali e sociali), ripeto, anche se non userei mai tali statistiche a supporto.

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  4. La regressione culturale è fondamentale, ma è la seconda faccia della medaglia.
    Le stesse logiche (secondo me quelle monetariste e mercantiliste) che stanno dietro la caduta delle democrazie e dei diritti, per essere attuate, hanno necessitato di giovani che anzichè ribellarsi e difendere le proprie prospettive di vita, si rincoglionissero nelle discoteche o con le droghe.
    Ecco perchè quando ho sentito alcune allusioni sul fatto che il commercio delle droghe nasconda a livello mondiale anche qualche zampino di alcuni stati e di servizi di sicurezza, non ho mai etichettato la cosa come complottistica o campata in aria.
    Poi l'argomento è estremamente complesso e si può dire tutto e il suo contrario, senza smentite o conferme.

    Ma rimanendo all'Europa, come sostiene Farage, è chiaro che siamo di fronte ad una struttura tecnocratica che ha come unico obiettivo quello di un euro basato sulla lotta all'inflazione (visione monetarista), e come unico indirizzo politico quello tedesco basato sulla competitività delle esportazioni nazionali (visione mercantilista).

    Finchè la disoccupazione o il riequilibrio interno non sarà inserito nel mandato BCE, non potremo aspettarci nulla da questa Unione Europea.
    La Germania non ha alcun interesse a modificare questo assetto ed agli stati non resta altro che aspettare le letterine tecnocratiche scritte da persone a mio parere profondamente corrotte da lusso, lobby e potere.

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