16/09/14

Le Monde: No, lo scioglimento dell'euro non provocherebbe un cataclisma finanziario

Il quotidiano francese Le Monde, sinora eurista a spada tratta, corregge il tiro pubblicando un articolo che  mette in discussione le precedenti granitiche certezze sulla pioggia di cavallette in caso di uscita dall'euro: in Francia il vento comincia a cambiare anche sui grandi media?
Segnalato dal Leprechaun
  
  
di Alois Navarro - Un recente articolo pubblicato su Lemonde.fr difende l'idea che un'uscita dall'euro causerebbe un disastro finanziario per le imprese. Vi è infatti scritto che il debito delle imprese esploderebbe a causa del rincaro del debito estero, portando così alla peggiore crisi finanziaria che il mondo abbia mai conosciuto.
 
Gli autori in un primo tempo danno conto dell'esistenza della Lex monetae ("L'indebitamento con l'uscita dall'euro"), vale a dire, il fatto che nel caso di un'uscita della Francia dall'euro il debito pubblico francese sarebbe convertito nella nuova moneta nazionale.
 
Poi analizzano il debito privato. E' vero che si parla raramente del debito privato delle società finanziarie e non finanziarie.
 
Ma, contrariamente a ciò che questi economisti sostengono, i debiti delle imprese finanziarie e non finanziarie emessi sotto il diritto estero o non riconvertibili non ammontano al 70%, ma al 33%, cosa che riporta la questione alla sua importanza relativa. Questo risultato deriva da un lungo studio di Jens Nordvig, capo economista della sezione "tassi di cambio" della banca Nomura, che si propone di valutare i rischi finanziari in caso di uscita o di scioglimento dell'euro (Jens Nordvig , Nick Firoozye , « Rethinking the European monetary union », 2012).

PERDITA DI 100 MILIARDI DI EURO
 
Quindi, supponendo che i contratti privati di diritto estero non siano ri-denominati nella nuova moneta nazionale dalla giurisdizione degli altri paesi, e in caso di svalutazione del 20%, le "perdite" per le imprese ammonterebbero a circa l'equivalente di 100 miliardi di euro (e non 200 come pubblicizzato).
 
Inoltre, si ignorano diversi elementi di cui non si fa menzione:
 
1 / Il bilancio di una società consiste di un passivo (il debito), ma anche di un attivo (il credito). Ora, se ci soffermiamo sulla posizione netta (attività-passività), vediamo che per quanto riguarda i contratti di debito e credito di diritto estero, essa è in gran parte positiva (più del 13% del prodotto interno lordo francese secondo J.Nordvig). Chiaramente, secondo Jens Nordvig, se si uscisse dall'euro, le perdite sulle passività delle società sarebbero più che compensate dai guadagni sulle attività! E questo vale a smentire la visione apocalittica di cui sopra.

2 / Chi può credere per un solo momento che l'uscita non sarebbe negoziata o concertata? Come se gli altri paesi potessero accettarre una perdita sulle loro attività senza prevedere degli aiuti o un meccanismo di solidarietà? Chi può pensare anche che nel caso di un'uscita della Francia, che svaluterebbe e guadagnerebbe in competitività, altri paesi non seguirebbero (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo …)? Chi può infine credere che la moneta unica esisterebbe ancora se la Francia e questi paesi decidessero di uscire? In tal caso, non esistendo più l'euro, la questione diventerebbe obsoleta nel senso giuridico del termine.
 
SOVRANITA' MONETARIA
 
3 / E' poi assolutamente possibile che i tribunali stranieri applichino la Lex monetae (Una piccola simulazione: se si esce dall'euro, il debito pubblico aumenterà?).

4 / Che cosa è successo quando l'euro si è deprezzato bruscamente primi anni 2000? La Francia si è trovata in un buco nero, o invece ha attraversato uno dei suoi periodi economici migliori da molti anni a questa parte? Come ha fatto il Giappone a sopravvivere al deprezzamento del 25% del suo yen nel 2013? Come ha fatto il Regno Unito a rimanere in piedi dopo la svalutazione della sua moneta del 20% dopo la crisi? Le imprese sono state tutte messe a terra dal maggior costo del debito? La risposta è ovviamente no.

Stranamente, di questi fatti non se ne parla, né del fatto che per un paese che si riappropria della sua sovranità monetaria, avere la sua banca centrale significa poter limitare i presunti danni causati dalla svalutazione (http://www.agoravox.fr/actualites/economie/article/non-monsieur-wauquiez-la-150637).


13 commenti:

  1. 8 settembre 1943
    da spedire subito in Via del Nazzareno :)

    RispondiElimina
  2. Sta davvero arrivando il momento, finalmente. Bagnai, resosi conto di questo fatto, sta attuando le necessarie contromisure per impedire che il 9 settembre possano dichiararsi tutti anti fascisti.

    RispondiElimina
  3. Articolo interessante che riprende temi già noti. Alcuni appaiono comunque deboli. Analizzare l'aspetto macro del balance tra attività e passività estere è esercizio insufficiente. Conta di più l'aspetto micro (se Total, tanto per dire, ha crediti netti per 5 miliardi di euro e Carrefour debiti netti per 5 miliardi di euro non posso certo compensare!). Cosi' come è debole paragonare quanto accaduto in GB o in Giappone esistendo in questi Paesi la possibilità di coprire ex-ante i rischi di cambio (cosa non possibile oggi tra Paesi euro). Ma sono soprattutto i debiti delle banche con la BCE il vero problema. La BCE lo sa benissimo ed infatti sta per lanciare un piano di crediti pari a un trilione di euro. Solo lo banche italiane accumuleranno, compreso quanto già ora esistente, debiti per oltre 300 miliardi di euro. Non ridenominabili (con un sovranazionale nemmeno l'Argentina ha osato fare default). E poi, per complicare la situazione, potrebbe scattare un piano di QE su titoli governativi. Un puzzle enorme. La questione della svalutazione e dell'eventuale inflazione viceversa sono specchietti per le allodole cui credono solo i politici nostrani. I rischi di medio periodo, da qualunque parte della barricata si voglia stare, appaiono altissimi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ridenominabili, vuoi dire fuori dalla lex monetae? figli di buona donna...precisa meglio, ti prego....

      Elimina
    2. Meglio correre il rischio o avere la certezza di una morte lenta ma inesorabile ?

      Elimina
    3. caposaldo, sono i sitemi bancari che preccupano. I debiti di quelle banche con l' esetero NON li ridenomini.

      E' verissimo che il punto critico è quello.

      Le banche italiane fallirebbero come mosche e quelle spagnole e a catena quelle tedeche, ecc.

      Bè, è certamente uno shock di proporzioni incalcolabili.
      MA NON SERVE FORSE UNO SHOCK DEL GENERE -E PROPRIO QUELLO SUL SISTEMA DEL CREDITO PRIVATO- per resettare questo sistema finanziario FOLLE?

      Sarebbe l'occasione buona per fare pulito di quel branco di falliti fanatici e idioti che ha combinato questo casino (E SOPRATTUTTO PER FARE PULIZIA DELLA LORO IDEOLOGIA). Le banche sarebbero NAZIONALIZZATE in massa (in Italia e certo non solo in Italia). In fondo non tutto il male (perché un cataclisma finanziario di questa entità non è una passeggiata di salute) verrebbe per nuocere...

      Elimina
    4. Sè l'euro implode la BCE semplicemente smette di esistere, che equivale più o meno ad un defaut. Il problema dopo c'è là il creditore di qui 300 mrd. la Germania.





      Elimina
  4. La propaganda del prof Bagnai ha fatto sfracelli pure in Francia. :-))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I francesi mi sembrano molto più intelligenti degli italiani, piddini in caduta libera, altri 6 mesi è il PS và sotto il 10%.

      In italia invece ci sono quelli che non vedono l'ora che la troyka metta piede in italia per farsi tirar giù anche le muttande.



      Elimina
  5. Uscire dall'euro subito e ripristinare la sovranità monetaria. Nei talk show nessuno ne parla mai, ma è l'unica operazione macroeconomica da fare e che avrebbe successo.

    RispondiElimina
  6. Vediamo cosa scrive Repubblica...

    RispondiElimina
  7. la mia ignoranza non mi permette tanti tecnicismi, pongo solo una domanda. Nei commenti dei lettori , nonostante l'articolo sia chiaro addirittura a me, risulta una forma "strisciante" di incredulità, di paura.. Ma parliamoci chiaro, fino ad ad un sessantennio fa in europa (la minuscola non è un refuso) si combattevano le guerre con i proiettili, bombe anche atomiche..... oggi le guerre si combattono con la finanza, basta spargimenti di sangue.... ma il fine è lo stesso, distruggere! solo non è per ricostruire.....Siamo usciti da tante guerre di proiettili... perchè nemmeno tentare di uscire da una guerra di questo tipo? Sarà una catastrofe? perchè, pensate che nella situazione attuale, la catastrofe non avverrà? Avverrà comunque, la differenza è che non ci permetteranno nemmeno di rialzarci, perchè questo non farà comodo a nessuno di quelli che "realmente" contano....

    RispondiElimina