04/09/14

Il futuro dell’euro è in forte dubbio mentre il centro franco-tedesco si sbriciola

Dan O'Brien sull’Independent analizza la crescente tensione tra Francia e Germania, osservando una cosa talmente ovvia che in Italia l’ha detta solo Goofy: una moneta nata per unire l’Europa e contenere l’egemonia tedesca sui propri partner, sta ottenendo risultati diametralmente opposti. Al punto che un importante ministro francese richiama gli spettri della Resistenza al nazismo. Questa e molte altre considerazioni portano a una conclusione inevitabile: l’eurozona è destinata a disgregarsi, prima o poi.

 
Quanto sarebbero diverse le cose in Irlanda e in Europa, oggi, se l'euro non fosse mai nato? Data l'enorme importanza - politica, economica e finanziaria - di paesi sovrani che condividono una moneta, è difficile persino fare congetture su come potrebbe apparire il mondo se i paesi europei avessero tenuto le loro sterline, franchi, marchi, lire e pesetas. Ma si può dire con un elevato grado di certezza che un evento molto significativo, che ha avuto luogo lo scorso fine settimana, non sarebbe accaduto.

Questo avvenimento è stata la straordinaria critica pubblica alla Germania da parte di un importante ministro del governo francese. Il ministro dell'economia, Arnaud Montebourg, ha detto in una riunione del partito socialista: "la Francia è la secondo economia più grande dell'Eurozona - la quinta più grande potenza mondiale - e non intende allinearsi alle eccessive ossessioni dei conservatori tedeschi".
 
Egli ha proseguito chiedendo una  "giusta e sana resistenza" alle politiche di austerità, secondo lui imposte  dal governo tedesco (che, come spesso accade, è una coalizione destra-sinistra di conservatori e socialdemocratici) sul resto dell'Europa. Indipendentemente dal fatto che egli abbia ragione
o meno sulla questione politica, è difficile pensare a un membro di un governo europeo che ne attacca apertamente un altro in questo modo. È impossibile pensare che qualche membro un partito storicamente impegnato nel riavvicinamento Franco-tedesco che possa farlo. Il fatto che Montebourg abbia alluso alla seconda guerra mondiale parlando di "Resistenza" è ancora più stupefacente.
over the past half century overcoming the two countries' bloody history of three wars between the 1870s and 1940s has been an imperative for both nations.
The attack illustrates the dire state of Franco-German relations, which have been the most important single relationship between any two European countries in the post second world war era. That spells serious trouble for Ireland - and all other countries in the Eurozone - if Paris and Berlin cannot get along, the single currency and the entire European integration project are in peril.
- See more at: http://www.independent.ie/opinion/comment/future-of-the-euro-in-grave-doubt-as-francogerman-core-crumbles-30549580.html#sthash.eAdFti31.dpuf
over the past half century overcoming the two countries' bloody history of three wars between the 1870s and 1940s has been an imperative for both nations.
The attack illustrates the dire state of Franco-German relations, which have been the most important single relationship between any two European countries in the post second world war era. That spells serious trouble for Ireland - and all other countries in the Eurozone - if Paris and Berlin cannot get along, the single currency and the entire European integration project are in peril.
- See more at: http://www.independent.ie/opinion/comment/future-of-the-euro-in-grave-doubt-as-francogerman-core-crumbles-30549580.html#sthash.eAdFti31.dpuf
over the past half century overcoming the two countries' bloody history of three wars between the 1870s and 1940s has been an imperative for both nations.
The attack illustrates the dire state of Franco-German relations, which have been the most important single relationship between any two European countries in the post second world war era. That spells serious trouble for Ireland - and all other countries in the Eurozone - if Paris and Berlin cannot get along, the single currency and the entire European integration project are in peril.
- See more at: http://www.independent.ie/opinion/comment/future-of-the-euro-in-grave-doubt-as-francogerman-core-crumbles-30549580.html#sthash.eAdFti31.dpuf
over the past half century overcoming the two countries' bloody history of three wars between the 1870s and 1940s has been an imperative for both nations.
The attack illustrates the dire state of Franco-German relations, which have been the most important single relationship between any two European countries in the post second world war era. That spells serious trouble for Ireland - and all other countries in the Eurozone - if Paris and Berlin cannot get along, the single currency and the entire European integration project are in peril.
- See more at: http://www.independent.ie/opinion/comment/future-of-the-euro-in-grave-doubt-as-francogerman-core-crumbles-30549580.html#sthash.eAdFti31.dpu

Nell’ultimo mezzo secolo, il superamento della sanguinosa storia di questi due paesi con tre guerre tra il 1870 e il 1944, è stato un imperativo per entrambe le nazioni. L'attacco illustra lo stato terribile delle relazioni franco-tedesche, che sono state il rapporto bilaterale europeo più importante nell'era successiva alla seconda guerra mondiale. Ciò preannuncia guai seri per l'Irlanda - e per tutti gli altri paesi nell’eurozona - se Parigi e Berlino non riescono ad andare d’accordo, la moneta unica e l'intero progetto di integrazione europea sono in pericolo. 

Ma ecco la grande ironia di tutto ciò - una valuta che è stata progettata per riunire l'Europa e contenere il potere della Germania unita, sta ottenendo esattamente l'opposto. L'inevitabile necessità di regole condivise nell'area valutaria porta a scambi di accuse che stanno avvelenando i rapporti fra i suoi membri. Questa tendenza è evidente già da tempo nella periferia europea, ma ora si è diffusa al centro franco-tedesco. Queste recriminazioni potrebbero svanire se l'economia europea si riprendesse per proprio conto o se venissero implementate delle modifiche di politica economica sostenute da tutti i paesi. Ma se non dovesse accadere nessuna di queste due cose, il centro franco-tedesco della zona euro si indebolirà ulteriormente e probabilmente aumenterà ancora in entrambi i paesi il consenso verso i partiti favorevoli all'uscita dall'euro - compreso il Front National francese, che ha già il consenso di 1 elettore su 4.
 
Una ragione ancora più fondamentale per essere pessimisti sul futuro dell'euro è la difficoltà di trovare un modo condiviso di gestione del progetto euro, data la divergenza tra i due paesi sulla maggior parte delle questioni economiche. Mentre ci sono delle cose in comune a entrambi i lati dello spettro politico dei due paesi - come la fiducia  in una robusta presenza del settore pubblico nella fornitura dei servizi di sanità, istruzione e welfare - ci sono molte più differenze che somiglianze. Mentre i tedeschi hanno sempre visto la concorrenza del mercato come un mezzo per aumentare l'efficienza e la prosperità, i francesi sono notoriamente scettici sulla “mano invisibile” del mercato e da tempo preferiscono istintivamente la mano guida di uno stato forte. Questo vale non solo negli affari interni, ma anche nelle relazioni economiche internazionali. Mentre la Francia è sempre tra i paesi UE più restii a liberalizzare il commercio con altri paesi (inclusi, attualmente, gli Stati Uniti), la Germania è tradizionalmente nel campo pro-liberalizzazione. I loro diversi punti di vista sull'importanza relativa del mercato e dello stato nella vita economica si riflettono anche nelle opinioni sulla gestione macroeconomica. Nessun governo francese, come si ricorda di continuo, ha presentato un bilancio in pareggio da quasi 40 anni, e le proposte di tagliare la spesa pubblica quasi inevitabilmente portano a proteste. I tedeschi, invece, hanno quasi un'ossessione per la disciplina fiscale e un'avversione a “vivere al di sopra dei loro mezzi” - la Germania è una rarità in quanto i politici che promettono tagli possono aspettarsi applausi, piuttosto che proteste. Le tendenze sulla politica monetaria sono diverse tanto quanto quelle sulla politica fiscale. La classe politica francese chiede frequentemente alla Banca Centrale Europea di fare questa o quell’azione, mentre la loro controparte a est del Reno ritiene sacrosanta l'indipendenza dell'autorità monetaria e crede che anche il solo cercare di influenzarla, comprometta tale indipendenza. Anche se l'euro fosse stato un club di soli due paesi - Francia e Germania - una serie dettagliata di regole avrebbero dovuto essere concordate, prima o poi, sulla falsariga del "two pack" e "six pack" che ora governano l'Eurozona. Tali regole sono sostenute da opinioni e ipotesi sulla gestione economica. Poiché la Germania è
economicamente e politicamente più forte della Francia, la sua filosofia economica è dominante. Ciò è particolarmente difficile da digerire per i francesi. 

Le parole di Montebourg della settimana scorsa sottolineano non solo quanto molti in Francia già pensano,  che le politiche vengono loro imposte, ma anche che lasciare che ciò accada significa subire un'umiliazione, per un paese non incline a sottovalutare la sua grandeur. Questo senso di umiliazione ha svolto un ruolo considerevole nell’ascesa del reazionario Jean-Marie Le Pen – la cui retorica anti-Bruxelles è perfino più estrema di quella della maggior parte dei membri dell’UKIP in Gran Bretagna. 

Lo sfogo dello scorso fine settimana ha portato all’allontanamento di Montebourg, insieme ad altri due membri di sinistra del governo che si sono uniti alla sua rivolta. Questo ha costretto, a sua volta, a un secondo rimpasto di governo in soli quattro mesi. La parola "crisi" non riesce nemmeno a descrivere la condizione della presidenza ormai biennale di François Hollande, ridicola perfino per gli standard di un elettorato francese perennemente scontento. Nessun presidente francese ha mai sperimentato gli infimi livelli che Hollande sta attualmente registrando nelle valutazioni di soddisfazione dell’elettorato. 

Anche se lo stato dell'economia francese non è tremendo come molti commentatori anglofoni sostengono, è comunque stagnante. Poiché le democrazie moderne sono diventate dipendenti da una costante crescita economica, l'assenza di crescita sta esacerbando le sottostanti tensioni politiche, venute a galla a causa dell'euro. 

Ciò non significa che la moneta unica non abbia portato benefici - a causa dell’euro abbiamo più commercio e quindi prosperiamo  (cosa da sempre molto controversa e ormai smentita, NdVdE) e gli europei hanno risparmiato innumerevoli miliardi sulle commissioni di cambio quando viaggiano (un numero grande in assoluto ma irrilevante in termini relativi, come ricordava più di 15 anni fa Bagnai qui ndVdE).  Esso ha inoltre messo fine alle tensioni causate dai paesi che svalutavano le monete nazionali per rubare competitività ai loro vicini (innescando così tensioni a causa dei paesi che possono evitare di rivalutare, rubando così competitività ai propri vicini… ndVdE). 

Ma perché un’unione valutaria funzioni, la libertà di manovra in molti aspetti della gestione economica, compresa la libertà di imparare dai propri errori (come la Francia ha fatto con Francois Mitterand nei primi anni ottanta), deve essere sacrificata. Non è chiaro se l’élite politica dell’eurozona abbia pienamente interiorizzato la dimensione del cambiamento avvenuto con l'adesione all'euro. È molto chiaro che l’élite politica francese non l’ha fatto (e forse se l’avesse fatto sarebbe già fuggita dall’eurozona a gambe levate, ndVdE). Ciò, insieme a una serie di altri fattori, porterà - prima o poi - a una rottura dell'eurozona.

15 commenti:

  1. "La classe politica francese chiede frequentemente alla Banca Centrale Europea di fare questa o quell’azione, mentre la loro controparte a est del Reno ritiene sacrosanta l'indipendenza dell'autorità monetaria e crede che anche il solo cercare di influenzarla, comprometta tale indipendenza. "

    eccerto. si vede che Schauble e Weidmann quando parlano e giudicano le parole di Draghi li leggo solo io. andiamo bene.


    "la Germania è una rarità in quanto i politici che promettono tagli possono aspettarsi applausi"

    questo la dice tutta sui livelli di autolesionismo e scollamento dalla realtà raggiunti anche dai tedeschi.
    ancora una volta, come nelle esportazioni, ce la giochiamo noi Italiani e i Tedeschi. è una gara a due a chi si vuole fare più male e a chi vuol esser più rincretinito. noi direi che stavolta sembriamo essere in vantaggio.

    RispondiElimina
  2. Se piu semplicemente invece di lamentarci, di chiedere a gran voce piu sprechi e piu assistenzialismo, lavorassimo seriamente per produrre ricchezza vera invece di consumarne a debito? Guardimo l'Italia. Pochissime multinazionali d''eccellenza e una bacino enorme di piccole e piccolissime imprese (le medie sono un'eccezione) spesso con meno di 15 addetti (per evitare l'articolo 18). Ma come dovrebbe fare l'econmia italiana a ripartire in queste condizioni? Per non parlare del sud. Metà del paese è completamente incancrenito da anni di mafia e malgoverno. La metà di un paese che ha vissuto solo e soltanto di assistenzialismo statale. Che ben venga l'europa e la sua austerity. Questo paese nel XXI secolo deve obbligatoriamente uscire dalle logiche di paternalismo statale, rilanciare la libera impresa e la concorrenza, abbattere tutti gli ostacoli istituzionali all'impresa e eliminare soggetti parastatali di controllo del territorio e dell'economia come la mafia. Dobbiamo imparare che si puo consiumare solo quello che si produce e che non si campa perchè lo stato fa trasferimenti dalle regioni ricche a quelle piu povere o perchè di indebita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il solito troll di m...a vai a vivere in Germania e non rompere il c...o

      Elimina
    2. Forse il Sig. Anonimo si nutre dei luoghi comuni della stampa venduta, o forse è in malafede, o forse non capisce nulla di macroeconomia. L'Italia HA EFFETTIVAMENTE i problemi da lui riportati, ma li aveva anche prima, e invece ora sta crollando il tessuto industriale del nostro Paese. Sono discorsi differenti. Certo che l'Italia potrebbe essere migliore, anni fa, prima dell'euro eravamo al settimo posto nel mondo e potevamo magari stare al quinto con meno corruzione e più efficienza. Ora invece la moneta comune e le regole atroci imposte dalla UE con la collusione dei nostri politici di tutti i colori ci stanno letteralmente distruggendo. Non è la stessa cosa. Ci sono motivi tecnici per dirlo, MA NON li troverete su La Repubblica di De Benedetti né sul Corriere dei grandi industriali né alla RAI della Tarantola, dirigente Bankitalia. Ce lo stanno dicendo da anni i migliori premi Nobel per l'economia, da Krugman a Stiglitz, che l'euro conviene solo alla Germania perché annulla i normali assestamenti tra valute diverse di economie diverse, impedendo il naturale riequilibrio dei mercati, e che con i vincoli di deficit imposti dalla UE e dai Trattati collegati non possiamo consentire la spesa pubblica, UNICA spinta per la ripartenza dell'economia nazionale in periodi di crisi, dato che i privati durante le crisi licenziano, delocalizzano, falliscono. Che altro possono fare?
      Piantatela di ingannare la gente!

      Elimina
    3. @anonimo
      dalle tue parole deduco che odi o quanto meno, avversi il capitalismo.
      Ti avviso che il debito di un tizio è il credito di un altro, non so se è chiaro.
      Ti ricordo, inoltre, che la moneta usata maggiormente negli scambi, è il credito/debito bancario. Augurati che l'austerità non ti investa, o pensi che colpisca solo i cattivi debitori?
      Beato te.....

      Elimina
    4. Ma da dove le prendi tutte queste perle di saggezza da facciamocome.org.

      Io aggiungerei anche:
      L'industria lasciamola al Sahara Occidentale, a noi conviene concentrarci su pizza e turismo.
      A Gibuti le politiche espansive hanno prodotto aumento del debito, voto di scambio e corruzione.
      Una volta eliminata la spesa pubblica, le aziende della Liberia hanno finalmente ripreso a produrre.
      Nel ranking della banda larga, siamo dietro alla Réunion.
      Infine è inutile che i nostri operai si lamentano se a Cuba i loro colleghi producono il doppio e costano la metà.

      Elimina
    5. Te sei un'altro di quelli che pensa che le PMI siano un cancro...beato te...
      I soliti luoghi comuni, parassitismo, spesapubblicabbrutta...Libera iniziativa ed impresa..
      l'Italia e' nella merda per colpa di quelli che la pensano come te.

      Elimina
    6. Se lei crede che al Europa interessi tanto le stronzate che lei descrive nel suo post, allora lei è un povero pirla, sorry.

      Quello che al Europa è qui specialmente le banche europee, tedesce in primis interessa di più del italia è la RICCHEZZA DEGLI ITALIANI, se lò stampi bene nel suo cervello.

      - consumare a debito, ma che cazzo dice, l'italia prima di questo delirio in atto attualmente era il paese con il debito privato più basso in Europa.

      - PMI, la svizzera ha tante multinazionli, 90% dei posti di lavoro però le creano le PMI svizzere.



      Elimina
    7. I soliti luoghi comuni. Quanta ignoranza, non sai dove vivi.
      Da 25 anni mi occupo di commercio estero: l'€uro + la riforma Hartz ci massacra sui prodotti standard (alimentari, mobili etc), sopravvivono solo le eccellenze come quelle che tratto (alcuni tipi di macchine per l'imballaggio), solo perchè i tedeschi con la loro visione ottusa non hanno ancora capito come si fanno in 20 anni.
      Speriamo nella Francia, se salta l'€uro l'Italia ripartirà a razzo.

      Elimina

  3. Caro Anonimo, ricorrere a luoghi comuninon è peccato, lo si fa un po tutti , aiutano a spiegare a volte, specie se non si è scrittori di mestiere (parlo per me) ma usarli per non informare o disinformare..non mi sembra cosa buona.La solita tiritera contro il sud copre,non volendo immagino,la realtà attuale acclarata da polizie e magistratura.La mafia opera dove stanno i soldi, se ne infischia della stanzialità diciamo, infatti da tempo opera perlo più al Nord- Italia .Della austerity europe sciocca ed inutile, si sta avvantaggiando la mafia,visto che attivamente si sta dando da fare per approfittare, come sempre, della crisi acquistando aziende per un tozzo di pane,specie le piccole e piccolisisme che stoltamente vengono demonizzate dai soliti qualunquisti di stampino rosso,malati di europrovincialismo a mio modo di vedere. E sempre le mafie si avvantaggiano ,grazie al credito negato da questa europa miope,per esser gentili,nell'esercizio della USURA MAFIOSA che si sostituisce per forza di cose a quella bancaria.Usura spinta ed agevolata dall'atteggiamento intransigente ed usuraio delle agenzie fiscali. I luoghi comuni a mio avviso , con le loro frasi fatte ed i concetti miseri che si ripetono da decenni,che spengono il confronto e danno per accertato quello che certo non è, coprono questo malaffare..nel senso di "fare male" il proprio dovere .. delle nostre Istituzioni che trovano valida spalla in certi dictat europei..cosa che fa disperare per il futuro. Ci sarebbe molto da dire,altro che eurobubbole!

    Marista

    RispondiElimina
  4. Lacrime di coccodrillo francesi! Larga parte delle colpe di questa moneta unica è loro: dopo che l'UK se ne è lavata - giustamente - le mani si sono sentiti interlocutori privilegiati degli yankee nella creazione di un'area di libero scambio (la Carta Atlantica parla chiaro e già negli anni '40 si prefigurava questo scenario inquietante) e proprio il loro illuminatissimo Mitterand è tra gli aguzzini che hanno permesso di mettere in piedi questo scempio. Come al solito l'Italia è tra i Paesi di secondo livello. La fine dell'euro - imminente - avverrà per la definitiva rottura tra mangiarane e crucchi.

    RispondiElimina
  5. …le multinazionali eh già…queste sane istituzioni economiche per nulla foraggiate illimitatamente da un settore bancario fallito…per nulla scortate da stati agguerritissimi e indifferenti a qualsiasi deficit...

    RispondiElimina
  6. @Anonimo


    Ignorante, inutile produrre se poi non si trova nessuno che consumi.


    L'imprenditore medio pretende che i suoi lavoratori prendano sempre meno riguardo al salario.
    Poi si lamentano se i consumi dei propri prodotti calano...


    salario = reddito per consumi

    RispondiElimina
  7. Qui un gioiello italiano, è l'unica cosa che viene in mente a quei testa di cazzo al governo è svenderla, qui siamo al totale delirio economico.

    http://www.ilmessaggero.it/marche/fano_stop_sel_saipem_governo_non_svenda_eccellenze/notizie/858460.shtml

    Invece di svendere il governo deve abbassare le Tasse per le imprese del 40%, è sè vengono a rompere le balle i criminali di brüssel, rispondere così: non azzardatevi à dirci cosa dobbiamo fare o non fare, cosa dobbiamo fare o non fare lo dicidiamo noi è nessun altro, non tolleriamo nessuna interferenza nelle nostre facende interni, punkt aus!!!

    Io attiverei persino la banca d'italia in caso di necessità, è sè weidmann si azzardasse a fare la voce grossa, gli direi, ma tù chi cazzo sei, ZITTO!!!!!!

    RispondiElimina