Avevamo già in passato presentato due articoli (qui e qui) sulla follia rappresentata dall'accordo tra UE e Turchia sugli immigrati, oltre all'articolo di Kelly Greenhill sull'uso sistematico di immigrati e profughi come strumento di coercizione. Oggi arriva la conferma di quanto si prevedeva: alla prima occasione di scontro Ankara utilizza questo accordo come strumento di ricatto, minacciando di inondare l’Europa di immigrati se questa non cede alle richieste turche. La politica europea colleziona così un altro fallimento: si trova nella necessità di sbarrare le porte agli immigrati (per non incorrere in ulteriori ire del proprio elettorato risvegliatosi), ma evitando di cedere troppo nei confronti di Ankara, atteggiamento che ferirebbe l’orgoglio degli elettori europei (in questo caso olandesi), costretti a prendere ordini dalla Turchia.
Di ZeroHedge, 14 marzo 2017
Come abbiamo fatto notare poco fa, la guerra colpo su colpo tra Turchia e Olanda ha ricominciato a infuocarsi, con il vice Primo Ministro turco Numan Kurtulmus che da Ankara ha dichiarato che “i politici europei sono influenzati dal fascismo e dal neonazismo” e che di conseguenza la Turchia sospenderà gli incontri diplomatici di alto livello e cancellerà tutti i permessi di volo ai politici olandesi.
Nell’ambito della sua indignata risposta, la Turchia ha detto di voler imporre divieti di ingresso ai diplomatici olandesi e di voler congelare tutte le discussioni politiche di alto livello con l’Olanda, in seguito alla decisione del governo olandese di impedire a due ministri turchi di fare propaganda politica (per il prossimo referendum turco NdVdE) in Olanda. Durante una conferenza stampa tenuta a seguito della riunione di gabinetto settimanale, Kurtulmus ha dichiarato che Ankara chiuderà il proprio spazio aereo ai diplomatici olandesi fino a quando l’Olanda non accoglierà le richieste turche, secondo l’agenzia AP.
Kurtulmus ha anche affermato che all’ambasciatore olandese in Turchia, che quando ha avuto inizio la crisi diplomatica era in viaggio, non sarà permesso di riprendere il suo posto, e ha detto che il governo turco pensa di suggerire al parlamento di ritirarsi da un’iniziativa per l'amicizia turco-olandese.
Non è chiaro che cosa significhi questa improvvisa escalation in termini di legami economici tra le due nazioni: ricordiamo che gli investimenti diretti olandesi in Turchia ammontano a 22 miliardi di dollari, il che fa dell’Olanda la più grande fonte di investimenti esteri, con una quota del 16% sul totale. Inoltre, l’export turco in Olanda valeva 3,6 miliardi di dollari nel 2016, il che significa che l’Olanda è la decima destinazione principale per le merci turche, secondo l’ufficio statistico turco. La Turchia ha importato tre miliardi di dollari di beni olandesi nel 2016. Se lo scontro diplomatico dovesse tradursi in un collasso dei rapporti commerciali, la Turchia entrerebbe quasi certamente in recessione.
Kurtulmus ha dichiarato che le sanzioni politiche verranno applicate finché l’Olanda non rivederà le sue posizioni. Ha detto che “C'è una crisi, e molto profonda. Non siamo stati noi a causarla né a spingerla a questo stadio”.
Tuttavia lo sviluppo più preoccupante, che potrebbe anche influenzare l’esito delle elezioni olandesi che si terranno tra meno di due giorni, è che per alzare ulteriormente il tiro in direzione della Merkel Kurtulmus ha dichiarato che siccome “l’Europa non ha mantenuto le sue promesse riguardo l’accordo sugli immigrati, per quel che ci riguarda quell’accordo è saltato”.
Ciò significa che, un anno dopo aver ricevuto tre miliardi di dollari per l’accordo sugli immigrati, la Turchia lo ha appena ripudiato, e il prossimo passo sarebbe quello di inondare l’Europa con i rifugiati al momento trattenuti dentro i confini turchi. Dal momento che, secondo alcune stime, la Turchia attualmente ospita più di due milioni di potenziali immigrati, la situazione europea dei rifugiati sta per peggiorare moltissimo, e di conseguenza l'appoggio alle organizzazioni politiche anti-immigrazione è destinato a crescere in tutto il continente.
Pronta l'invasione della Grecia (e poi dell'Europa).
RispondiEliminaPoi non lamentiamoci se partiti filonazisti andranno al governo.
Ma la colpa è del populismo fascita xenofobo omofobo trumpista.