Mercato Libero ci segnala un bel Commento del Telegraph sul "salvataggio" della Grecia: ci hanno messo un'altra pezza che non risolverà il problema, mentre una soluzione ci sarebbe (ma la G della UIG non è Germania!!!)
di Roger Bootle - 6 giugno 2011
Le questioni sono due: se la Grecia alla fine rimborserà i soldi, e se il popolo greco accetterà le condizioni. E questo accordo non rappresenta altro che un cerotto. La Grecia ha bisogno di una cancellazione del debito, in sostanza un regalo a titolo definitivo. Ma una scelta del genere sarebbe minacciosa per la stabilità finanziaria, oltre che politicamente sgradevole per gli altri paesi membri.
Che fare? Dato il punto in cui siamo, occorre una soluzione radicale. L'Unione monetaria europea è sempre stata una unione a metà - più di un sistema di cambi fissi, ma meno di una piena unione economica. Tra non molto, si dovrà scegliere se andare in una direzione o nell'altra. Una piena integrazione fiscale implica che i debiti di un paese sono automaticamente condivisi dagli altri. Ma questo non è plausibile senza un controllo centrale sulla spesa, la tassazione e i prestiti. E questo a sua volta non è accettabile senza una unione politica. Con l'euro-scetticismo in aumento in tutto il continente, è improbabile che si vada per questa strada.
Una soluzione potrebbe essere semplicemente accettare il fatto che la Grecia era in realtà troppo lontana da una possibilità di integrazione, e permetterle di uscire. Ma non è una scelta facile. La Grecia andrebbe in default, minacciando in tal modo una crisi finanziaria, e dovendo comunque mantenere un rigore fiscale e varare riforme radicali.
Ma almeno potrebbe avere una chance. La nuova dracma crollerebbe, rendendo la Grecia più competitiva. Si dice spesso che un paese nella situazione della Grecia non può permettersi il default, perché nessuno gli farebbe mai più dei prestiti. Non è così. Certo, prudentemente si attenderebbe fino a quando non avesse raggiunto un equilibrio di bilancio, e quindi non dovrebbe aver bisogno di fondi immediatamente. Ma la storia è piena di esempi di paesi inadempienti che ritornano a ricevere dei prestiti anche abbastanza rapidamente. Ed è perfettamente razionale. Una volta che il vecchio debito è stato "ridotto", vi è più possibilità che il nuovo prestito possa essere onorato. Inoltre, una combinazione di default e svalutazione darebbe la possibilità di una crescita economica reale, che è la soluzione di tutti i mali finanziari.
Paradossalmente, se la Grecia avesse successo al di fuori dell'euro, costituirebbe una grande minaccia per l'Unione monetaria. Gli altri paesi periferici ancora in lotta per onorare i loro debiti e riguadagnare competitività subirebbero delle pressioni politiche e dei mercati irresistibili. Così, i membri più deboli potrebbero staccarsi uno ad uno, come è successo col vecchio accordo di cambio.
Potrebbe essere una salvezza, ma sarebbe anche uno scenario estremamente disordinato e pericoloso. La mia soluzione preferita è che sia la Germania a uscire, portando con sé quei paesi che sono strettamente allineati. Questo gruppo dovrebbe includere l'Austria, la Finlandia e il Benelux. La Francia potrebbe andare in entrambe le direzioni. Il mio suggerimento è che questo gruppo dovrebbe dotarsi di una nuova moneta, chiamiamolo il nuovo marco, l'euro del Nord, o quel che volete. I restanti paesi rimarrebbero con l'euro.
Ci sarebbero quattro vantaggi. In primo luogo, i paesi più deboli non sarebbero buttati fuori uno a uno, ma resterebbero uniti agli altri paesi più simili a loro. In secondo luogo, il debito dei paesi più deboli continuerebbe ad essere denominato nella stessa valuta. In terzo luogo, sarebbero i Paesi più forti, guidati dalla Germania, a dover affrontare i difficili problemi tecnici, giuridici e finanziari legati alla nuova moneta. Infine, questi paesi potrebbero essere in grado, e disponibili, ad andare fino in fondo nell'unione fiscale e politica.
Tuttavia, questa soluzione radicale non è politicamente praticabile in questo momento. Per cominciare, praticamente nessuno del mondo degli affari tedesco lo appoggerebbe. L'euro è stato un vantaggio per loro, perché ha fermato l'impennata marco che avrebbe attenuato il boom delle esportazioni della Germania. Ma alla fine il pubblico tedesco potrebbe cambiare musica, dopo ripetuti salvataggi e sovvenzioni.
Tutto questo può essere evitato? Naturalmente. Nulla è inevitabile negli affari economici, e la famoso volontà politica ancora esiste. Quasi. Inoltre, la Grecia è molto piccola. Qualunque amara medicina che voelsse somministrare agli altri membri dell'eurozona, sarebbe pur sempre una piccola dose. L'eurozona ha bisogno di un po' di fortuna. Una forte ripresa economica accrescerebbe le possibilità di limitare il default/svalutazione alla sola Grecia. Come avrebbero detto gli antichi greci, siamo nelle mani degli dei. Ma avrete notato i recenti segnali di indebolimento in tutta l'economia mondiale. I presagi non sono buoni.
Nonostante "l'eventualità di uno scenario disordinato e pericoloso",se si potesse decidere votando, voterei per l'uscita dall'Unione (sia per la Grecia, che per noi),
RispondiEliminaaltrimenti:"Benvenuti al sud"!!!
Veramente opterei per una uscita non solo dall'Euro, ma anche ed in particolare modo dai vari trattati sino ad oggi contratti, che sono degli incatenamenti al debito ed alla moneta sovrana.
RispondiEliminaSaluti
Orazio
Se l'Europa fosse uno stato federale con ampie autonomie ed organi democraticamente eltti, sia a livello federale che a livello statle, ci potrebbe anche essere utile una unione monetaria E fiscale (imprescindibile per far funzionare la prima).
RispondiEliminaMa siccome così non è, allora non resta che uscire dalla gabbia. Meglio sarebbe se a uscire fossero i paesi forti, in questo secondo me l'editorialista ha proprio ragione. Ma alla peggio, uscire i paesi "deboli" però tutti insieme in maniera coordinata, senza farsi sbranare ad uno ad uno. L'unione fa la forza.