25/07/11

Conversazione pratica sull'economia civile

Cari lettori, pubblico una conversazione via mail intercorsa tra me e Tamer, un giovane palestinese studente di economia dell'Università di Bologna, col quale vorrei intraprendere una collaborazione sul blog. L'ho conosciuto tramite Facebook, dove insieme ad altri suoi amici e compagni di studio ha aperto un gruppo, che si chiama CAPITALISM AND WORLD PROBLEMS-THE CHANGING ECONOMIC PARADIGM. Ho trovato molto interessanti le sue pubblicazioni, con commenti o testi  di Nassim Taleb, Stiglitz, Zamagni e altri, e soprattutto ho visto in lui  tanta passione civile. Questa conversazione, per quanto io non sia d'accordo con lui, e spero che cambi idea, dimostra lo spessore di questo ragazzo. La pubblico perché pone un problema interessante, e anche per  invitare i lettori a dare il loro contributo di pensiero.
Premetto che avevo contattato Tamer per chiedergli di collaborare, e gli avevo spiegato che avremmo diviso in base al contributo di ciascuno le entrate della pubblicità, scarse, ma suscettibili di aumento con l'aumentare delle visite. Lui sulle prime si era mostrato d'accordo, e anche entusiasta...
Poi,  ecco la conversazione...

TAMER:  Ciao, ho molti argomenti su cui scrivere, ma ho ripensato alla tua proposta e ho deciso di non seguire il tuo metodo.    
C'è un problema, che si chiama speculazione pubblica...cioè il fatto che uno inizialmente comincia  un'attività con lo scopo di far capire alla gente la verità di qualcosa (con l'idea di fare un dono)...ma dopo man mano che il suo progetto prende piede comincia a guadagnare soldi e lo scopo si trasforma: dal dono al lucro....il tuo blog funziona così...il mio gruppo su facebook no...quindi io sono disposto a scrivere qualche articolo sul tuo blog ma senza che io o te guadagnamo soldi..questa è la mia proposta.

CARMEN: Secondo me non bisogna fare questa distinzione tra attività economica e attività di dono. Bisogna integrare la nuova mentalità di un'economia giusta - che non tiene conto solo del profitto ma anche di altre cose, come la giustezza di quello che si fa, e l'equità dello scambio ecc - "dentro" l'attività economica.  
Questa separazione che fai tu non tiene conto del fatto che il denaro - un po' di denaro - è necessario per vivere - e dimostra anche del pessimismo sulla natura umana, come se davvero non fosse possibile realizzare un'attività economica che sia anche sociale. L'economia civile di Zamagni...
Io credo che il gruppo che detiene il potere oggi non lo fa e detta il paradigma, ma la maggior parte della gente potrebbe farlo...
Metti che io e te guadagnamo qualcosa dalla pubblicità, poi tu ti trovi in un periodo che hai bisogno di soldi per pagare...le tasse dell'università. Io ti darei tutto il guadagno, poi tu in un altro momento potresti aiutare me. Così io intendo questo tipo di economia.
Così se tu con i tuoi amici universitari aiutate a mandare avanti il blog, il guadagno può essere ripartito secondo i bisogni oltre che secondo l'apporto di ognuno. Questa è economia civile. Bell'esperimento, no?

TAMER: Sì, conosco l'economia civile...ma la questione non è sulla dimensione del dono, quanto sulla capacità della cultura del dono di influenzare quella del profitto...concordo con te su questo, ma il mio obiettivo è cercare di diffondere la cultura del dono invece di sperimentarla ...oggi molta gente crede di esercitare l'etica, ma in realtà loro speculano su quest'etica...
Io vorrei fare così...non voglio guadagnare nulla...però scriverò articoli ogni tanto e tu me li pubblichi nel tuo blog.
Un'altra cosa...l'economia civile di Zamagni richiede una nuova generazione istruita bene, che porti intrinsicamente i valori etici che formano la base del paradigma economico civile...l'etica e il profitto devono avere luogo nello stesso tempo ..la mia critica del tuo blog è che mette prima il profitto e poi l'etica (questa è la nuova tendenza del capitalismo che ha esaurito tutte le opportunità di profitto e adesso attacca un poster di etica sui prodotti per venderli)...la questione è molto furba...bisogna stare attenti.
 
CARMEN: Concordo con te che oggi in moltissimi casi dietro l'etica si nasconde il profitto, anzi che spesso usare l'etica è un modo furbo di fare profitto. Però non è vero che il mio blog mette prima il profitto che l'etica, perché se fosse così avrei chiuso già da molto, guadagnando solo 100 euro circa al mese a fronte di articoli quotidiani o quasi sul blog.
La generazione istruita all'economia civile non spunta fuori come un fungo. C'è bisogno di gente consapevole che pratichi questa economia e pian piano si fa massa critica. Solo così è possibile che si diffonda.
L'esempio del dono c'è dovunque dentro la famiglia e nei gruppi di amici. Quello che manca è l'esempio dell'integrazione tra dono e profitto.

TAMER: Vero, ed è su questo che io sto lavorando...ma per esempio in Italia i giovani  se ne fregano di proporre argomenti a favore..non hanno il coraggio  di criticare il paradigma e proporre soluzioni (quello che io ho notato)...seguono con scetticismo il paradigma economico americano pensando che gli Stati Uniti sono il paradiso dell'Eden...ecco dove sono le difficoltà: i giovani (ma forse in Italia meno che in altri paesi)...da noi i giovani sono molto più coraggiosi nella critica ed indipendenti nella loro opinione (non esiste la cultura dell'andare negli Stati Uniti e realizzare il sogno)...bisogna iniziare con le famiglie, e qui servono non solo economisti ma anche sociologici e politici sani e utili, che anche loro sono difficili da trovare...

CARMEN: Vero, i giovani italiani in generale sono molto mal messi. Non a caso io ho trovato te e il tuo gruppo. Ma voi siete qui in Italia, date una mano.
Voi siete economisti, iniziate col vostro lavoro.
Non sono molto ottimista, ma credo che l'unica cosa che si può fare adesso è iniziare a comportarsi diversamente, e dare esempi e diventare contagiosi. La gente è confusa, ma dagli esempi si impara molto bene.
Tamer non voglio farti perdere troppo tempo se stai lavorando. Ti scrivo una lettera completa entro oggi dove ti espongo tutto quello che devo dirti, poi ci rifletti e mi dai una risposta, ok?      
Solo un'ultima cosa, per ora, mi è venuta un'idea. Posso pubblicare questa conversazione nel blog?

TAMER: Certamente sì.

7 commenti:

  1. Visto che chiedi l'opinione dei lettori ti do la mia. In 2 parti.
    1-Non conosco questo ragazzo e le sue idee, ma leggendo mi pare che non ci capisca molto, per usare un eufemismo, di economia e finanza! Lo deduco da frasi tipo "il capitalismo ha esaurito tutte le opportunità di profitto" e deliri simili. Ripeto per l'ennesima volta: un conto è fare i missionari o gli assistenti sociali (quelli che voi chiamate "economisti sociali"), cose per certi versi lodevoli, o sperare che tutti diventino ricchi e che terminino tutte le guerre e le malattie....e se questo non succede incolpare il capitalismo e le multinazionali americane (quelle tedesche, asiatiche o peggio ancora arabe invece vanno bene!)... un altro analizzare l'economia e la finanza in modo scientifico (l'economista liberale)!
    2-Se lui vuole scrivere senza guadagnare è liberissimo di farlo. In realtà penso che anche tu Carmen lo faccia: insomma quanto prendi per la tua attività di blogger? Non credo che quel poco che prendi, ammesso e non concesso che tu prenda qualcosa, ripaghi il tempo e l'impegno che ci metti quindi in realtà, almeno in parte, stai lavorando gratis! Pubblicità? Io sinceramente non mi ero neanche accorto che ci fosse! Che ci siano bloggers che, magari per passioni o ideali, lavorano gratis è ancora plausibile; ma chi lavora nell'informazione certamente non può farlo gratis... l'informazione di qualità non può che essere a pagamento! altrimenti nessuno avrebbe l'interesse a fornirla e sul mercato dell'informazione resterebbero solo quelli interessati a spostare consenso e ottenere favori dai politici in carica in modo da compensare le perdite dei vari giornali: esattamente quello che succede in Italia! E' questo che vorresti Tamer? Morale della favola: in realtà in linea di massima il fatto che si paghi per la news è una garanzia per il lettore, mentre sarebbe pericoloso il contrario!
    3-Il punto chiave per me è se quello che scrivi è condizionato oppure no, e se si in che misura, da chi possiede il mezzo di informazione e chi lo finanzia! Il caso più deprimente sono i "giornali", per modo di dire, in mano al signor Berlusconi e alla sua cricca... Da quello che so il blog è tuo, di pubblicità ce n'è pochissima e non influenza minimamente quello che scrivi.. quindi per me il problema non esiste! Continua. LucaS

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  2. Segue:
    4-Un pratica deplorevole che invece esiste e che per me va assolutamente combattuta è la cosiddetta "responsabilità sociale d'impresa" a cui credo si riferisse Tamer. Ossia che società a fini di lucro si mettano a fare beneficienza o robe simili per farsi pubblicità con l'obbiettivo di essere percepita più politically correct dall'opinione pubblica e cosi guadagnare di più! Un buon esempio è la BP: si faceva pubblicità come la oil-company più verde e poi ha causato enormi danni ambientali... Il grande Milton Friedman (se posso darti un consiglio Tamer leggiti qualcosa di lui e non solo ignoranti populisti come Stigliz o peggio ancora Krugman...) la definiva "beneficenza coi soldi degli altri" fatta senza il permesso dei datori di lavoro dei manager e veri proprietari della compagnia: gli azionisti! Però perchè viene fatta? Perchè i manager spendono milioni di dollari in queste cazzate? Perchè pensano di poterci guadagnare! E come? Perchè l'opinione pubblica e i media sono più attenti al politically correct o alla forma che non alla sostanza! fenomeno che ha raggiunto livelli allucinanti anche in giornali un tempo prestigiosi come il New York Times, che non a caso è in perdita da anni e anni (da quando ci scrivono Stiglitz e Krughman poi...) Questo è il vero problema dell'informazione e non il fatto che si pagni per le news!
    5-Quello che hai scritto sui giovani italiani probabilmente è vero! però scrivere che da dove vieni i giovani sono migliori sinceramente mi ha dato fastidio. Siccome questo è un atteggiamento diffusissimo tra quelli che immigrano in Italia sappiate che alla stragrande maggioranza degli italiani risulta estremamente fastidioso, per usare un eufemismo e di sicuro non ispira all'integrazione! Già gli italiani, e anch'io, siamo fortemente contrari all'immigrazione e va bè.. ma poi farsi dare lezioni spocchiose dagli immigrati è troppo... se qui siamo tanto retrogradi e da te la gente è migliore perchè non torni in Palestina? Forse un pochina più di educazione non guasterebbe! LucaS

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  3. LUcaS, su certe cose sono d'accordo con te, a parte il tuo atteggiamento sufficiente verso l'economia sociale (o per meglio dire civile), che forse non ti farebbe male approfondire un po'. E la tua solita esaltazione di Milton Friedman, causa originaria di molte delle disgrazie economiche attuali.
    Però permettimi di controbattere sull'ultimo punto. Non è il caso di impermalirti così. Lo sappiamo come sono molti giovani italiani,Tamer fa delle considerazioni in genere condivise da tutti. I giovani del mondo arabo (a parte che sono numericamente di più) sono molto meno rammolliti dei nostri. Avranno altri problemi, sicuro, ed è forse proprio per quello che sono così. Ma non rispondere come un bimbo offeso, dai...

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  4. 1)Lo ammatto: ho scritto d'istinto! Ammetto anche di essere contro l'immigrazione, soprattutto araba, per i motivi spiegati magistralmente numeri alla mono da Thilo Sarrazin. Non credo invece che quello che ha scritto su noi giovani sia veritiero, ma anche se fosse non spetta certamente a lui giudicare! Anche perchè non centrava niente col discorso che stava facendo e questo mi fa pensare che non fosse una considerazione di carattere generale funzionale al discorso, che allora poteva anche starci, quanto piuttosto un togliersi un sassolino dalle scarpe... Visto che lui si è tolto il suo, io mi sono rispettosamente tolto il mio! Voglio vedere se fosse in Cina o nel mio amato Texas e facesse un discorso del genere.. altrochè sassolini..
    Cmq a Mantova c'è il detto "a caval donato non si guarda in bocca" oppure "non sputare nel piatto in cui mangi"... sono sicuro che capisci cosa significa!
    2) Sull'economia sociale cerco naturalmente di informarmi, anche leggendo questo blog, però mi sembra parecchio in contrasto con le idee economiche e socio-politiche liberali che ho scritte nel mio DNA... LucaS

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  5. ciao io sono d'accordo con Tamer,trovo che ci sia bisogno d'informazione spinta da ideali e da pensieri che coinvolgano le persone senza però ottenere un profitto,dirò una cosa banale ma chi ha idee in grado di cambiare il sistema,è mette il suo impegno gratuitamente dimostra che dentro di se nasconde un vero leader.In fondo anche chi condivide idee link e informazioni tramite FaceBook lo fà perchè convinto che l'informazione corretta può fare la differenza,anche senza un ritorno personale.
    Pensa leggo spesso questo blog è grazie a Tamer è la prima volta che scrivo....vorra dire qualcosa?

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  6. Grazie Anonimo, è un buon auspicio per Tamer.
    Anch'io ho ricevuto una ottima impressione dallo spirito sano che emana dalle sue parole. Tuttavia credo davvero a quello che ho detto, che l'economia diventi umana e tenga conto di tante cose oltre il profitto individuale, dello spirito di reciprocità, del fatto che siamo sulla stessa barca...in questo contesto - di un'economia "civile" - ammettere in linea di principio un ritorno economico è secondo me lecito e anche giusto! (Naturalmente stiamo parlando di poca cosa...)

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  7. Mi sorprende il fatto che in Italia la gente quando devono affrontare il minimo contraddittorio cominciano a offendere la persona!! ma ciò che mi impedisce di rispondere ai commenti è che io so che il successo non si ha finche non ti toccano il personale.

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