30/08/12

MMT E L'EURO: GLI SQUILIBRI DELLE PARTITE CORRENTI SONO RESPONSABILI DEL DISASTRO DELL'EURO?

Per continuare a seguire il dibattito eterodossi/MMT che va avanti, pubblico adesso la risposta di Wray a Cesaratto, e prossimamente il nuovo intervento di Cesaratto in italiano. Buona lettura.


di L.Randall Wray
traduzione a cura di Arlette
 

Due settimane fa ho citato l'affermazione di Paul McCulley secondo la quale la MMT ha colto nel segno. Ho proseguito la scorsa settimana con l'affermazione di Brad DeLong secondo cui ora siamo tutti minskiani. O comunque la maggior parte di noi.
La MMT sta avendo successo? Beh, forse no, se ascoltate i critici.

In particolare, un economista italiano, Sergio Cesaratto, ha chiamato la vittoria della MMT "falsa".
Cercherò di mettere a fuoco il principale oggetto di contestazione, che sembra essere il fatto che la MMT non ha centrato la vera causa del pasticcio dell'euro: il deficit delle partite correnti, gestito da alcuni membri scialacquatori dell'UEM.
Su NEP [New Economic perspectives], ho appena offerto una serie di primi esempi di analisi MMT che a mio parere hanno "colto nel segno" : non li ripeterò tutti qui, dato che voglio concentrarmi direttamente su ciò che vedo essere le cause della crisi e collegarle alla tesi secondo cui è tutto dovuto a squilibri delle partite correnti.


Mi spiace, ma questo sarà un articolo lungo e complicato, come si addice a un disastro complesso e ancora in corso. E sarà diviso in due parti.

PARTE PRIMA
Anzitutto, è vero che la MMT ha ignorato i problemi delle partite correnti all'interno della UE e dell'UEM?

Ecco una delle citazioni che ho usato, di Jan Kregel:

(Tratto da una presentazione fatta da Jan in una vecchia conferenza MMT organizzata a Londra da Warren Mosler, e pubblicata in Il lancio dell'euro, Atti di "Una conferenza sull'Unione europea economica e monetaria", Annandale-on-Hudson, NY: The Bard Center, 1999)

Citazione:
"La Germania sembra aver adottato una politica di controllo della crescita dei salari nominali a un tasso che è inferiore alla crescita della sua produttività interna. I costi unitari del lavoro tedeschi sono in calo... Se la Germania infatti continua a cercare, come sembra abbia fatto per circa due anni, di abbassare i suoi costi unitari del lavoro al 5 per cento - cioè a prezzi che sono sostanzialmente inferiori a quelli degli altri Paesi europei, senza più la possibilità, come è avvenuto in passato, di rivalutare il marco rispetto alle altre valute - questo significa che, se io sono un costruttore o un governo di un Paese europeo non tedesco, sperimenterò margini di profitto in calo finché anch'io non riuscirò a comprimere i miei costi unitari del lavoro."


Bene, questo è precisamente ciò che ha fatto la Germania per i sei anni seguenti, contribuendo ad alimentare il deficit delle partite correnti della periferia; e Jan ha anche previsto l'impatto deflazionistico che la Germania avrebbe imposto all'Eurozona. Nel 1998.

Ecco un'altra citazione di Jan, questa volta da un articolo pubblicato nella Eastern Economic Journal nell'inverno del 1999: è stato presentato ad un gruppo di ricerca sull'Euro organizzato da Mat Forstater. L'argomento principale di Jan era che la costruzione dell'UEM avrebbe creato forze deflazionistiche che avrebbero prodotto una elevata e cronica disoccupazione; egli quindi aveva proposto di utilizzare l'approccio MMT per formulare una risposta politica: un ruolo di datore di lavoro di ultima istanza per l'UEM. Io qui mi limiterò a rimanere concentrato sugli squilibri delle partite correnti e sui problemi che queste creerebbero (potete leggere il suo giornale per la proposta ELR per l'UEM):


Citazione:
"Se la Francia o l'Italia decidessero di espandere la domanda interna, essa sarebbe rapidamente risucchiata fuori dal Paese: non comparirebbe più nel surplus della bilancia dei pagamenti tedesca e nel deficit italiano, come prima dell'UEM, ma apparirebbe ora come un aumento del flusso di spesa dall'Italia alla Germania, con il deficit fiscale italiano in peggioramento e rischi di credito sui titoli italiani in aumento. I costi sia della manodopera che del capitale saranno in aumento in Italia rispetto alla Germania: questo servirà solo ad esacerbare le divergenze e a rendere più pressante la politica di convergenza dei salari verso il basso. La moneta unica porterà il beneficio di liberare le economie dei Paesi europei dalla necessità di contrarre le loro politiche di spesa interna per difendere i loro tassi di cambio rispetto al marco tedesco, ma comporterà il prezzo di esigere che essi riducano i salari nominali per difendere la competitività della loro produzione nazionale contro le merci tedesche importate, divenute più a buon mercato".

Se questa non è lungimiranza, non so cosa sia.

Ma aspettate, c'è di più. Kregel esamina la possibilità che l'UEM sia in grado di risolvere gli squilibri delle partite correnti interne mediante l'esportazione al di fuori dell'Unione (ad esempio esportando la disoccupazione all'estero):


Citazione:
"La domanda è se l'aumento della domanda al di fuori dell'Unione europea derivante dal reale deprezzamento dell'euro sarà sufficiente a compensare il calo della domanda interna. Mentre il commercio estero era una percentuale molto elevata del PIL di ciascun paese membro prima dell'unificazione, dopo l'unificazione diventerà una percentuale molto piccola. L'ordine di grandezza non sarà verosimilmente sufficiente a compensare la riduzione della domanda nell'UE. Inoltre, dal momento che l'euro sarà fluttuante nei confronti del dollaro e dello yen, e data l'ossessione tedesca di un euro "forte", come evidenziato nella recente politica della Bundesbank, se l'euro dovesse apprezzarsi rispetto a queste valute, questo eliminerebbe qualsiasi beneficio che potrebbe essere maturato dalla riduzione dei costi unitari del lavoro. Se l'euro si comporta come il marco tedesco ha fatto nel corso degli ultimi venti anni, questo significa che nel medio termine si apprezzerà in modo da mantenere un tasso di cambio effettivo reale pressoché costante, con apprezzamenti nominali che compenseranno qualsiasi variazione dei costi relativi unitari del lavoro."

Ed ecco che stavamo appunto guardando al potenziale di squilibri delle partite correnti, una volta che l'euro fosse stato lanciato.

Più specificamente, il modo in cui abbiamo solitamente presentato il bilancio delle partite correnti è l'approccio dei bilanci settoriali di Wynne Godley (che ho spiegato in precedenza su GLF [Great Leap Forward, il blog di Randall Wray]; ci sono molte altre spiegazioni anche su NEP e www.levy.org ). Ecco un pezzo particolarmente istruttivo: Rob Parenteau nel 2009 espone l'identità macroeconomica che afferma che il bilancio interno del settore privato più il bilancio del settore pubblico più il bilancio estero deve dare come risultato zero:

(Tratto da: http://neweconomicperspectives.org/2009/07/employing-krugmans-cross-farewell-mr.html )


Citazione:
"...Un surplus commerciale è l'unico modo in cui sia il GFB [bilancio del settore pubblico] che il PSFB [bilancio interno privato] sono in grado di mantenere contemporaneamente una posizione netta di risparmio, assumendo per qualsiasi motivo che questo sia un obiettivo positivo; ma almeno è un inizio promettente per far capire come i bilanci finanziari settoriali siano collegati, e mette in luce molti dei fraintendimenti che offuscano inutilmente il dibattito".

Il motivo per cui sto sottoponendo ai lettori il lavoro di Rob è il fatto che egli ha continuato ad estendere un semplice modello creato da Paul Krugman specificamente per esaminare i problemi dell'eurozona. Dal 2009 Rob ha esaminato questi squilibri delle partite correnti nell'ottica della MMT. Per una esposizione molto valida di questo modello e grafici sui bilanci settoriali dei membri dell'UEM, si veda il powerpoint di Mitch Green.


Trovo sconcertante che Sergio pensi che la MMT abbia trascurato le partite correnti e il collegamento alla crisi finanziaria che prima ha colpito gli Stati Uniti e poi è passata nell'Eurozona. Wynne ed io abbiamo scritto un paio di pezzi insieme già durante gli anni di Clinton, avvertendo che la combinazione di un disavanzo delle partite correnti più un avanzo di bilancio significava che Riccioli d'oro [Goldilocks economy è un termine che in gergo economico indica una crescita economica moderata e una bassa inflazione, che consente una politica monetaria di mercato amichevole. Il nome deriva dal racconto per bambini The Three Bears, N.d.R.] stava per essere uccisa dal necessario elemento controbilanciante: un deficit senza precedenti del settore privato (potete trovare gli articoli su www.levy.org ). Come Rob sottolinea nella citazione di cui sopra, Clinton avrebbe potuto avere un avanzo di bilancio senza gravare di debiti il settore privato solo se gli Stati Uniti avessero potuto sperimentare un avanzo di partita corrente. Ma questo non sarebbe accaduto, a causa della domanda esterna di dollari.

E abbiamo respinto l'affermazione secondo la quale i problemi potevano essere risolti con aggiustamenti del tasso di cambio - Wynne è sempre stato scettico sul fatto che il deprezzamento del dollaro potesse essere d'aiuto per eliminare il disavanzo corrente degli Stati Uniti. (Ora, eccovi una rivelazione: Wynne e io avevamo un'opinione diversa sull'opportunità di ridurre il disavanzo corrente degli Stati Uniti. Lui avrebbe preferito ridurlo; io volevo aumentare la politica fiscale gradualmente, per consentire al settore nazionale privato di ridurre i suoi deficit).

Dal punto di vista MMT (con cui Wynne era per altri versi molto in sintonia) il problema principale dei disavanzi delle partite correnti nei paesi monetariamente sovrani è la situazione di bilancio del settore nazionale privato (dato un certo risultato del bilancio pubblico). In altre parole, il problema degli attuali disavanzi degli Stati Uniti era il rovescio della medaglia: un settore privato che stava spendendo molto più del suo reddito da quasi un decennio.

Ora, anche alcune nazioni UEM hanno sperimentato cronici disavanzi delle partite correnti; e se queste fossero state nazioni monetariamente sovrane (nel senso che ciascuna di esse avesse emesso la propria moneta a tasso variabile), allora la preoccupazione sarebbe stata il bilancio del settore privato. Ma qui le nazioni UEM si discostavano in maniera significativa le une dalle altre: alcune che avevano disavanzi delle partite correnti non avevano accumulato enormi debiti del settore privato, altre sì. L'elemento controbilanciante, naturalmente, era il bilancio del governo. E, cosa più importante, queste nazioni non erano monetariamente sovrane. Ognuna di esse aveva lasciato decadere la sua moneta in favore di una valuta "straniera": l'euro.

Quindi ci sono due diversi problemi: un disavanzo delle partite correnti in gran parte compensato da un deficit del settore privato, contro un disavanzo delle partite correnti compensato principalmente da un disavanzo del settore pubblico.

La mia tesi è che per una nazione monetariamente sovrana solo il primo di questi è un problema: ma per le nazioni dell'euro, entrambi possono essere problemi.

Ora, perché sto facendo questa distinzione, tra nazioni sovrane e nazioni non sovrane (in senso monetario)? Guardatela in questo modo: qual è la differenza tra il bilancio della partita corrente, diciamo, di Alabama e Idaho? Qualcuno lo sa? Importa a qualcuno?
Entrambi utilizzano il dollaro. Eppure, sia la Germania che la Grecia utilizzano l'euro, e dubito che vi sia anche un solo lettore che ignori che la Germania ha una partita corrente positiva mentre la Grecia no. E alla maggior parte della gente importa. E molto.

A dire il vero, lo squilibrio tra gli stati degli Stati Uniti è importante per alcune considerazioni, e gli economisti regionali studiano cose come i moltiplicatori regionali (se si spende un dollaro di "stimolo fiscale" a Kansas City, quanto si perde dell'effetto del moltiplicatore?): è importante per lo sviluppo regionale e la riduzione della povertà. Ma il motivo per cui i numeri del bilancio dei pagamenti non sono oggetto di un'attenta messa a fuoco per altri [economisti] è che noi usiamo la politica fiscale per cercare di superare in tutti gli Stati gli effetti negativi sul tenore di vita dovuti ai diversi moltiplicatori e ad altri fattori legati a questi flussi di partita corrente. Ovviamente facciamo un lavoro tutt'altro che ottimale: tassi di povertà, salari medi, accesso a buoni posti di lavoro e redditi pro capite variano notevolmente tra gli Stati. Ma i trasferimenti fiscali di Washington sono di grandi dimensioni in termini sia di spesa per beni e servizi, sia di occupazione diretta e di spesa per "trasferire" pagamenti (cose come la sicurezza sociale). E non abbiamo intenzione di cacciare a calci, per esempio, l'Alabama dall'Unione del dollaro a causa del suo cronico deficit nella bilancia dei pagamenti.

Gli acquisti del Governo federale degli Stati Uniti ammontano al 20% del PIL; la spesa totale è di quasi un terzo del PIL. È abbastanza grande da poter fare un po' di ridistribuzione, così da compensare in parte il disavanzo delle partite correnti.
Il Parlamento dell'UE spende meno dell'1% del PIL dell'Eurozona; un po' lo fa effettivamente ridistribuire (vedi le strade in Sicilia, costruite grazie alla spesa UE), ma è di gran lunga troppo poco per poter compensare i disavanzi delle partite correnti. Così la maggior parte della compensazione spetta alle singole nazioni dell'UE.

Bene, questa è dunque una parte del problema dell'UEM: da notare che non è una semplice storia di partita corrente; si tratta di una storia MMT sui vincoli imposti a causa della configurazione della UEM, che separava la politica fiscale dalla valuta. La MMT ha scritto su questo problema fin dall'inizio. Anche in questo caso ci sono molte citazioni nel mio nuovo articolo su NEP: lasciatemi ripetere solo tre esempi, tutti tratti dai primissimi anni della sperimentazione dell'euro.

Quella che segue è tratta dal mio libro del 1998, "Comprendere la moneta moderna":


Citazione:
"Nella UEM la politica monetaria dovrebbe essere separata dalla politica fiscale, con un elevato grado di indipendenza della politica monetaria, al fine di concentrarsi sull'obiettivo primario della stabilità dei prezzi. La politica fiscale, a sua volta, sarà strettamente vincolata da criteri che impongono un rapporto massimo deficit/PIL e debito/deficit.
La cosa più importante, come riconosce Goodhart, è che questo sarà il primo esperimento moderno al mondo su larga scala che tenterà di spezzare il legame tra un governo e la sua moneta... Così come è attualmente concepita, l'UEM avrà una banca centrale (la BCE), ma non avrà alcun ramo fiscale. Questa situazione sarebbe molto simile a quella di Stati Uniti che operassero con una Fed, ma solo con tesorerie di singoli Stati. Sarà come se ogni paese membro dell'UEM dovesse tentare di far funzionare la politica di bilancio in valuta estera; la spesa a deficit richiederà un prestito in quella valuta estera, secondo il diktat dei mercati privati."

Questa citazione proviene da un articolo del 2002 di Stephanie Kelton (allora Stephanie Bell):

(Tratto da qui: http://www.cfeps.org/pubs/wp/wp24.htm )


Citazione:
"I Paesi che vogliono competere per lo status di riferimento, o per migliorare le condizioni alle quali prendono in prestito, avranno un incentivo a ridurre i disavanzi fiscali o a lottare per eccedenze di bilancio. Nei Paesi in cui questo diventa l'obiettivo politico prioritario, non dovremmo essere sorpresi di trovare relativamente poca attenzione rivolta alla stabilizzazione della produzione e dell'occupazione. Al contrario, i Paesi che cercano di evitare i principi della finanza "solida" potrebbero scoprire che non sono in grado di affrontare grandi deficit anticiclici, dato che i finanziatori si rifiutano di fornire credito sufficiente a condizioni desiderabili. Fino a quando non verrà fatto qualcosa per consentire agli Stati membri di aggirare questi vincoli finanziari (ad esempio l'unione politica e l'istituzione di un bilancio federale UE o la creazione di un istituto di credito nuovo, progettato per aiutare gli Stati membri a perseguire una vasta gamma di obiettivi politici), le prospettive di stabilizzazione dell'eurozona appaiono tristi".

La citazione finale è da Mat Forstater, scritta nel 1998 e pubblicata un anno dopo:

(Tratto da qui: http://cas.umkc.edu/econ/economics/faculty/Forstater/papers/Forstater1999/IntroEuropeanEconomicMonetaryUnion )


Citazione:
"Nell'UEM, se gli investitori sono in dubbio sul debito di un membro qualsiasi, possono acquistare il debito di un altro membro senza incorrere nel rischio del cambio, poiché non vi è alcuna variabilità di cambio tra le valute dei Paesi membri. Dato che i Paesi membri sono ora dipendenti dagli investitori per finanziare le proprie spese, l'incapacità di attirare gli investitori dà come risultato l'incapacità di spendere. Inoltre, qualora i ricavi di un membro non riescano a tenere il passo con le spese a causa di un rallentamento economico, gli investitori probabilmente richiederanno un budget equilibrato, molto probabilmente attraverso tagli alla spesa. In altre parole, le forze di mercato possono richiedere una politica fiscale prociclica durante una recessione, aggravando gli effetti recessivi... Anche se non ci fossero limiti imposti sul deficit dei Paesi e dei debiti nazionali, la struttura della UEM rende quasi impossibile per un Paese adottare una politica anticiclica di bilancio anche se ci fosse la volontà politica. Questo perché, cedendo la loro sovranità monetaria nazionale, i Paesi non sono più in grado di condurre una politica fiscale e monetaria coordinata, essenziale per una risposta completa ed efficace alle crisi periodiche della domanda. Perché i Paesi dovrebbero volontariamente sacrificare la capacità di condurre una politica macroeconomica coordinata, soprattutto in un momento in cui il tasso di disoccupazione ufficiale è a due cifre e ci sono chiare pressioni deflazionistiche?"

Tutti questi articoli chiariscono la posizione principale della MMT sul difetto fondamentale di impostazione della UEM. Chiaramente, il problema non può essere semplicemente lo squilibrio delle partite correnti: li abbiamo in tutte le nazioni degli Stati Uniti. E gli Stati Uniti, a loro volta, hanno un deficit cronico di partita corrente. Ma il governo federale degli Stati Uniti è sovrano, emette una propria moneta. Esso aiuta a compensare il deficit delle partite correnti tra gli Stati attraverso trasferimenti fiscali, e non potrà mai esaurire la propria moneta, per grande che sia il suo deficit di bilancio. Può impostare il suo obiettivo di tasso di interesse overnight dove vuole, a zero se lo desidera, e tenerlo lì per sempre, se vuole. Questo abbassa i tassi a breve termine del Tesoro, e lo zio Sam può - se vuole - emettere solo obbligazioni a breve termine. Tutte queste opzioni sono pienamente all'interno del potere sovrano del governo federale, anche se può scegliere di fare qualcos'altro.

I singoli paesi UEM si trovano in un guaio completamente diverso. Essi non hanno nulla di simile a Zio Sam che fornisca finanziamenti significativi: tutto quello che hanno è una BCE la cui missione dichiarata e stabilita per legge è quella di EVITARE di fornire il tipo di supporto che Zio Sam fornisce agli Stati Uniti. (Come sappiamo, quando arriva il momento critico, la BCE utilizza "work arounds" [soluzioni temporanee e di ripiego], e oltre tutto lo fa scalciando e urlando.)

Ed eccoci giunti alla attuale crisi che ha colpito l'UEM. Tutto quanto detto sopra è preliminare: necessario per comprendere che il sistema è vulnerabile alla crisi. E quando Paul McCulley ha detto che dovremmo dichiarare la nostra vittoria, penso che stesse parlando di queste analisi. Ma da dove proverrebbe lo tsunami della crisi? Beh, sappiamo che i venti cattivi soffiavano da ovest, sotto forma di mutui spazzatura americani. Ma per un po' sembrava che l'Eurozona potesse cavarsela con qualche graffio e contusione: poi invece è stata colpita con furia infernale, e la crisi è diventata una crisi dell'euro. Così, se da una parte accettiamo qualche indice puntato contro la crisi degli Stati Uniti, dall'altra vogliamo essere più precisi su cosa è andato storto nella UEM.

Cito di nuovo, sempre dal mio pezzo NEP. Per giudicare quanto la MMT sia stata corretta nelle sue previsioni, naturalmente, dobbiamo capire cosa è andato storto nell'Eurozona. La nostra tesi era che separare la politica fiscale dalla sovranità monetaria avrebbe sollevato questioni di solvibilità che avrebbero limitato la capacità della politica di bilancio di espandersi quando necessario. Questa era la base di tutti questi primi argomenti MMT. Ma c'era un argomento complementare: quale sarebbe stato l'inizio della crisi? Sarebbe stata una recessione che nessun singolo governo avrebbe potuto risolvere con stimoli fiscali? Sarebbero stati i cronici disavanzi delle partite correnti di alcuni Stati membri (a beneficio degli Stati mercantilisti come la Germania o i Paesi Bassi)? O sarebbe stata una crisi finanziaria?
Beh, e perché non una bella tripletta? Tutti e tre in una volta!

Penso che tutti i lettori ora capiscano i problemi sollevati dalla recessione, per cui non c'è bisogno di esaminarla nel dettaglio. Siccome le singole nazioni registravano un calo, i loro bilanci sarebbero finiti bruscamente in un deficit (dato che il gettito fiscale era diminuito e la spesa sociale era aumentata) che avrebbe di gran lunga oltrepassato i parametri di Maastricht; i mercati avrebbero reagito con tassi di interesse più elevati, che a loro volta avrebbero aumentato ulteriormente il deficit, in un circolo vizioso. Bene, questo è ciò che è successo. E poi, naturalmente, abbiamo anche scoperto che (sorpresa, sorpresa!) i governi avevano già manipolato la loro situazione contabile (grazie Goldman Sachs!), e così il loro disavanzo era sempre stato superiore a quello supposto.

E abbiamo già affrontato il discorso della partita corrente, facilmente comprensibile attraverso la lente dell'approccio dei bilanci settoriali di Godley: un deficit di partita corrente deve essere compensato da una combinazione di un deficit del settore privato nazionale e/o di un disavanzo pubblico. Dal momento che questi non sono governi che emettono moneta sovrana, sia i deficit privati che quelli di governo possono entrambi portare a problemi.

Tuttavia è molto più di un problema di partita corrente, come Rob Parenteau ha dimostrato. Ogni nazione UEM può essere fatta saltare in aria dalle proprie banche anche quando ha un surplus di partita corrente. Questa è la storia della "finanziarizzazione" o "Money Manager Capitalism" che proviene da Hyman Minsky: probabilmente ben più del 90% della finanza "cross-border" non ha nulla a che fare con la partita corrente, ed è stata quella parte della finanza che ha fatto saltare in aria Paesi come Irlanda e Spagna. (Ci occuperemo di questo perché è correlato alla questione.)

Così, finalmente, eccoci arrivati al punto di vista della crisi finanziaria. Per quanto ne so, Warren Mosler è stato il primo a comprendere appieno questo. Ha sempre insistito su di essa, fin da quando posso ricordarmene. Presenterò la sua tesi in dettaglio la prossima settimana, quando ci dedicheremo ad un attento esame dei dati e ad analisi che aiuteranno a confutare la tesi secondo cui tutto si riduce agli squilibri delle partite correnti.

PARTE SECONDA

Abbiamo visto l'affermazione secondo la quale la MMT avrebbe ignorato gli squilibri delle partite correnti tra i membri dell'UEM. Che si è rivelata sbagliata.

Abbiamo continuato esaminando l'affermazione secondo cui la crisi dell'euro sarebbe un semplice problema di bilancia dei pagamenti. Anche questo è sbagliato: se l'UEM fosse stata progettata correttamente, non avrebbe avuto alcuna importanza il fatto che alcuni paesi membri avessero un deficit di partita corrente, esattamente come molte nazioni degli Stati Uniti hanno disavanzi delle partite correnti.

Invece, il problema è che l'UEM ha separato la moneta dalla politica fiscale: tutti i membri hanno adottato l'euro, ma ogni Stato separatamente è responsabile della propria politica fiscale. Inoltre, ed è questo il punto che deve essere esaminato in dettaglio in questa sede, ognuno è responsabile di trattare con le proprie banche se dovesse arrivare di colpo una crisi finanziaria.

Warren Mosler aveva a lungo sostenuto che una via molto probabile per arrivare ad una crisi dell'euro sarebbe stata il fallimento di una banca. Senza nulla di equivalente a Washington a venire in soccorso, ogni singola nazione avrebbe dovuto salvare le proprie banche. Questo si sarebbe aggiunto al debito pubblico, avrebbe fatto colare a picco i tassi di interesse e avrebbe condotto ad un prosciugamento delle banche che non poteva essere fermato: tranne che dal centro - la BCE - che però non aveva intenzione di fare nulla del genere.

Pensateci: quando le banche americane cominciano a cadere come pezzi del domino, chi si chiama? Non il Segretario del Tesoro dello Stato del North Carolina! No, si chiamano lo Zio Sam e lo zio Timmy e lo zio Ben. "Per favore, zii, potete mettere da parte, ad esempio, 29 miliardi di dollari per salvarci?"
( http://www.economonitor.com/lrwray/2011/12/14/the-29-trillion-bail-out-a-resolution-and-conclusion/ )

Quando le banche irlandesi hanno iniziato ad essere in crisi, chi hanno chiamato? Beh, non certo Fritz a Francoforte. Vediamo: il totale del debito irlandese era circa dieci volte il PIL irlandese (euro più euro meno) grazie ai banchieri più scialacquatori che il mondo abbia mai conosciuto (gli Stati Uniti erano riusciti ad arrivare soltanto a cinque volte il PIL - tirchi!): i banchieri irlandesi non avevano mai visto un cattivo prestito che non piacesse loro. Così hanno chiesto gentilmente ai bravi ragazzi del Tesoro irlandese: "Per favore, per favore, accollatevi tutti i nostri crediti inesigibili, o l'economia crollerà!". E ricordando la carestia delle patate, il governo se li è accollati tutti. Questo ha fatto esplodere il bilancio, e il governo ha prodotto ugualmente la carestia.

Sergio (ve lo ricordate? Questa è una risposta alla sua accusa che il successo predittivo MMT sarebbe "falso") interpreta tutto questo come uno squilibrio delle partite correnti. I consumatori irlandesi e islandesi hanno semplicemente comprato troppe merci d'importazione. Se la passano bene, su al nord!

Bene, ecco i bilanci settoriali dell'Irlanda:



Prima della batosta della Crisi Finanziaria Globale, osserviamo che il governo irlandese stava seguendo l'indirizzo neoliberista ed aveva dei surplus di bilancio. Aveva anche dei modestissimi deficit delle partite correnti (indicati come positivi perché il grafico riporta l'immagine speculare delle eccedenze di conto capitale). Entrambe sono "fughe" dal flusso circolare del reddito che devono essere compensate da una iniezione sotto forma di un disavanzo del settore privato. Ora potete, suppongo, dare la colpa ai consumatori irlandesi scialacquatori per i loro deficit; o si potrebbe altrettanto facilmente dare la colpa al governo per le sue eccedenze.

In ogni caso, fino al 2007 non c'è nulla che potrebbe far sì che un "mainstreamer" [economista appartenente alla linea dominante, neoliberista, N.d.R.] si preoccupasse per l'Irlanda: e non è un segreto che i "mainstreamers" pensavano che l'Irlanda fosse il modello di successo. Ma, accidenti, ci è saltata per aria!

È stato il minuscolo deficit delle partite correnti? No: è stato l'indebitamento del settore finanziario: i prestiti bancari "cattivi".
Certamente la questione è stata aggravata dai consumatori indebitati, con un debito alimentato in Irlanda (come in molti altri luoghi) da una bolla immobiliare. Ma è una forzatura enorme affermare che i problemi dell' Irlanda sono stati causati da uno sfrenato disavanzo delle partite correnti. L'Irlanda avrebbe potuto continuare ad avere un equilibrio di conto corrente e sarebbe esplosa lo stesso: vedi sotto.

In risposta alla crisi bancaria, il governo ha fatto saltare per aria il suo bilancio cercando di salvare il sistema finanziario. In verità (come ho scritto altrove) questo è stato un atto di carità dell'Irlanda per salvare le banche centrali europee: la cosa intelligente da fare sarebbe stata quella di dichiarare default su tutto il debito estero e nazionalizzare il settore bancario (alcuni dicono che sarebbe stato illegale nel quadro della UE: pazienza!).

Non intendo occuparmi della crisi islandese, ma spiegare che i problemi del settore bancario, sia in Irlanda che in Islanda, nonché i collegamenti tra le banche della "periferia" (anche di Paesi non appartenenti all'area dell'euro) e le grandi banche del centro, sono stati la salva di apertura della crisi dell'euro.

Improvvisamente i re delle banche erano nudi.

E quando il bilancio del governo irlandese è esploso, gli investitori hanno dato uno sguardo ravvicinato ai loro portafogli di debito pubblico in euro e hanno realizzato che anche loro erano esposti a rischi enormi.

Naturalmente, poiché le economie avevano rallentato, anche la maggior parte delle altre nazioni dell'euro avevano un deterioramento nei saldi di bilancio, e molti avevano anche difficoltà ad esportare. La Germania - come Jan Kregel aveva previsto molto tempo fa (vedi più sopra) - ha continuato a passarsela molto bene, e grazie tante: tutto il sistema dell'euro è stato costruito a suo vantaggio! Era il produttore a basso costo e il posto più sicuro per parcheggiare gli euro.

Il resto d'Europa ha iniziato la sua marcia verso l'oblio.

37 commenti:

  1. da quello che ho capito sul blog di Bagnai, il deficit privato dell'Irlanda non è tanto legato alle importazioni di beni dall'estero, ma dalla importazione massiccia di capitali dall'estero sotto forma di IDE, ovvero di aziende estere che investono in Irlanda (aprono la fabbrica lì) per produrre merci destinate all'estero, i cui utili però escono dall'Irlanda (interessi sul capitale), salvo poi chiuderle quando la crisi fa calare la domanda. Questi alla fine sono analoghi a vere e proprie importazioni di capitali dall'estero da parte del settore privato. Questo è stato reso possibile grazie ad una politica fiscale volta ad attirare i capitali esteri, capitali che poi occorre comunque restituire perchè si tratta di debito a tutti gli effetti per il settore privato.

    RispondiElimina
  2. Ah,l'Irlanda è saltata per il debito privato e con l'estero?Grazie Wray,ma in Italia lo ha spiegato benissimo quel modesto professore della modestissima università di Pescara.Ciao Carmen,forse non le capisco bene queste cose ma il deficit delle partite correnti non fa si che ci si debba indebitare con l'estero per coprire i disavanzi e finanziare le importazioni e controbilanciare il saldo negativo del reddito netto estero?Se fosse così perchè Wray si scalda tanto?
    Ah,poi la storia dell'equilibrio dei settori pubblico privato ed estero mica lo hanno inventato gli MMTers.....Continuo a pensare come quel modesto professore che questi hanno reinventato la ruota!
    Attendo fiducioso la traduzione della controrisposta di Cesaratto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli IDE investimenti diretti esteri non rientrano nelle partite correnti, ma nei movimenti di capitali, e come ci insegna l'economia internazionale (e ci ha spiegato il professore di Pescara), anche se lì per lì servono a riequilibrare un saldo delle partite correnti negativo, però poi si traducono in maggiori redditi che escono dal paese, che sono le remunerazioni di questi investimenti fatti dagli stranieri. Quindi, l'Irlanda ha vissuto una crisi di bilancia dei pagamenti - che poi si è ripercossa sul bilancio pubblico.

      Elimina
    2. @Dino977
      perchè dici che Wray si scalda tanto? non sei allo stadio ma stai leggendo un dibattito molto proficuo tra due economisti. Quello che te chiami "modesto professore" ha spiegato la stessa dinamica anticipata da diversi economisti internazionali tra cui alcuni economisti della MMT. Dov'è il problema? dovresti esserne felice poichè l'ipotesi si rafforza. Tra le altre cose lo stesso Bagnai richiama gli economisti che prima di lui hanno evidenziato i limiti del sistema euro. "Ah,poi la storia dell'equilibrio dei settori pubblico privato ed estero mica lo hanno inventato gli MMTers.....Continuo a pensare come quel modesto professore che questi hanno reinventato la ruota!". Perchè ti scaldi tanto? gli economisti mmt specificano sempre i nomi dei colleghi che hanno avuto certe intuizioni e non se ne appropriano. Anche qui come puoi ben vedere viene evidenziato il nome di Godley, il quale, se non lo hai capito, non viene inglobato dalla MMT (Wray afferma che Godley era in sintonia su alcuni punti.. tutto qua!!). Stessa cosa vale per Minsky: hai forse letto che Minsky fosse un fanatico mmt? continua pure a pensare che costoro abbiano inventato la ruota.. ma non ti scaldare troppo!! anch'io attendo fiducioso la risposta di Cesaratto ma per imparare qualcosa e non per vedere chi sarà il vincitore... per quello vado allo stadio!!

      Elimina
  3. Molto interessante!!!

    Premetto che sono grato al professor Bagnai, per il suo impareggiabile lavoro di informazione da puro, ma soprattutto onesto lavoro di "Tecnico dell'Economia", che a differenza dei cosiddetti tecnici del governo, i quali non si abbasserano mai ad abbeverare con semplicità e umiltà noi miserabile plebe, non ha venduto la sua anima alle oligarchie dei Poteri Forti, e al pensiero unico e dogmatico che ci propina il mainstream con furia e determinazione ai limiti del delirio psicopatico.

    Ciò detto, non capisco come non si possa essere altrettanto grati al professor Wray, e alla MMT, che anche loro con notevole esperienza e competenza, si contrappongono energicamente al pensiero unico dogmatico omologante, e contro tutte le menzogne atroci che ci hanno raccontato, sulla crisi mondiale, la crisi finaziaria, la crisi dei debiti e la crisi dell'euro, e dei presunti Paesi "Porci" schifosi, che solo per colpa loro e non dell'euro, con le loro presunte spese folli, da frase tipica idiota "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità", adesso devono pagare atrocemente per tale presunto peccato, fino a dover tramutarci da "Porci ciccioni, col grasso che cola", a vermi sensa spina dorsale, che campano con "sobrietà" a bocconi di austerità, fino a diventare "sobriamente" come l'Albania di 20 anni fa.

    Per il resto il discorso sulla necessità di rientrare dai deficit di partite correnti, avendo piena sovranità monetaria, adrebbe approfondito ulteriormente, per esempio una Germania che ritornasse alla propria moneta il marco, per quanto tempo potrebbe accumulare deficit annuali di partite correnti, senza subire gravi effetti inflattivi o altri tipi di problemi economici e geopolitici? e un qualsiasi altro Stato? per esempio la Slovenia, o la Repubblica Ceca, o la Finlandia, con la propria sovranità monetaria? per quanto tempo potrebbero accumulare deficit?

    grazie cordiali saluti!

    Nicola.

    RispondiElimina
  4. @Mario Volpi
    E meno male che sono io quello che si scalda!Spero che tu Minsky lo abbia letto magari me lo spieghi!I non lo ho letto e non ne parlo!Sai avevo bisogno di un chiarimento e lo ho chiesto a Carmen.
    PS ma chi te se.........
    Come chiamare chi fa passare per novità qualcosa che è conosciuto a tutti gli economisti fin dall'800 come chiamarlo?
    Ciao Donaldino!

    RispondiElimina
  5. Ma no, ma no, questa volta cerchiamo di non discutere, ma di dialogare, eh?
    Prendiamo lo spunto da Nicola, che parla col cuore in mano.

    Nicola sono d'accordo con te, dobbiamo essere grati agli eterodossi, e agli MMTs, perché entrambi denunciano il tremendo pensiero unico e tendono a un'economia sociale.

    Le divergenze a quanto ho capito ruotano intorno ad alcuni punti:

    1. Se gli MMTs affermano che con una banca centrale che finanzia il tesoro i problemi sarebbero superati (perché è crisi di mancanza di sovranità monetaria e gli squilibri di BdP sarebbero superabili), questo rischia di portare acqua al mulino di chi vorrebbe gli eurobonds e più Europa, mentre noi pensiamo che questa Europa è irriformabile...ma qui probabilmente si tratta di intendersi chiaramente, perché sicuramente anche gli MMTs non amano questa Europa.

    2. Il punto fondamentale sembra essere questo: dovendo uscire dall'euro, non ci si può illudere che basterebbe recuperare la sovranità monetaria e fare politiche di pieno impiego senza problemi, come sembra indurre a pensare la MMT, perché bisognerebbe tener conto degli squilibri con l'estero, del tasso di cambio, e prendere opportuni provvedimenti sulla circolazione dei capitali, cose che sembrano essere sottovalutate dagli MMTs, per i quali basta il cambio flessibile a garantire l'equilibrio dei conti con l'estero.

    3. Il terzo punto di divergenza riguarda il modo diciamo maldestro con cui la MMT si è posta in Italia (a causa del brutto carattere di chi pur meritoriamente ce l'ha portata), senza cercare alleanze con i PostKeynesiani già belli presenti e vitali, ma ponendosi come teoria salvifica unica e contrapposta a tutte le altre, in una sorta di autocompiacimento un po' ignorante, perché alla fine la MMT non è che una versione del deficit spending Keynesiano aggiornata alla moneta moderna - e che oltrettutto ha bisogno, mi sembra, di correzioni e integrazioni sui problemi della BdP.




    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meglio non si poteva dire!

      Elimina
    2. Grazie Istwine! Detto da te, è una conferma assai preziosa...

      Elimina
  6. @Dino977
    un pò Minsky l' ho letto ma credo di non poterlo capire per intero visto che non ho gli strumenti. Tanto meno sarei in grado di spiegarlo.
    Sai perchè mi scaldo? perchè il tuo commento non è che fosse proprio carino nei confronti di Wray e della MMT. Vedi, io studio gli articoli di Bagnai, Cesaratto, Brancaccio etc e non mi permetterei mai di liquidarli nei termini da te utilizzati nel commento all'articolo di cui sopra. E sai perchè? perchè rispetto la loro professionalità, la loro lucidità, la loro preparazione e la loro capacità esplicativa. Ho pensato che forse almeno nella forma, pure te avresti dovuto usare un atteggiamento analogo nei confronti di Wray. Tutto qua!!
    Poi te ne esci con Donaldino... allora vorrei farti riflettere su una cosa: sai come nascono le discriminazioni ed il razzismo? il primo passo è quello di racchiudere più persone all'interno di una categoria; poi si passa a giudicare gli individui non singolarmente ma in base alla categoria cui appartengono. E' un banale processo di generalizzazione. Per cui ti invito a distinguere: la mmt è una teoria o scuola di politica economica (innovativa? utile? chi lo sa!!); Barnard (o Donald) è un giornalista d'inchiesta molto bravo, che oltre a promuovere o importare la mmt in Italia, ha fatto inchieste stupende sul FMI, WTO, lobby farmaceutiche quando molti di noi pensavano che il problema più grande fosse Silvio Berlusconi; inoltre ha fatto conoscere al grande pubblico la pratica illegale del comparaggio che, tra l'altro gli è costata la carriera. Aggiungo che ha scritto un libro stupendo sul terrorismo mondiale ed in particolare sulla questione palestinese; è andato fisicamente a caccia di terroristi coperti dalla CIA rischiando pure la pelle. Io invece sono un coglione qualunque che si alza la mattina, va a lavorare, e la sera tra una cazzata e l'altra cerca di informarsi per capire come va il mondo. Giusto per ridare alle cose la loro reale collocazione ed evitare generalizzazioni.
    Perchè insisti nel dire che la mmt voglia far passare per novità cose non del tutto nuove quando ciò non è assolutamente vero?

    RispondiElimina
  7. Ciao Carmen!! e grazie per aver postato la risposta di Wray.
    la tua analisi è precisa ma credo che il punto focale sia il n° 2.
    riguardo al primo punto: t'immagini come gli economisti mmt, in prevalenza statunitensi, presterebbero il fianco a critiche antieuropeiste se individuassero come unica soluzione per la crisi il disfacimento del progetto europa e della moneta unica? Verrebbero tacciati di essere falsari che avrebbero come unico obbiettivo l'impedimento dell'unione europea poichè questa potrebbe contrastare geopoliticamente lo strapotere degli Usa. Molto più credibili se rimangono sul tecnico. Un conto è se lo dicono economisti italiani di uscire necessariamente dall'euro, ed un conto è se lo dicono economisti extraeuropei.
    Il terzo punto credo sia un problema relativo ed ininfluente nel lungo periodo: qui si parla delle conseguenze della crisi (creata ad hoc) su famiglie, imprese, lavoratori dipendenti pubblici e privati... non abbiamo un futuro... e rispetto a tutto ciò credo che il carattere di Barnard passerà decisamente in secondo piano.
    Come dicevo in precedenza, il nodo probabilmente è il secondo punto: personalmente concordo con la mmt che il ritorno alla moneta sovrana, a tasso flessibile e non convertibile sia necessariamente il primo passo. A seguire tutto il resto. Non sono d'accordo sul fatto che la mmt sottovaluti la libera circolazione di capitali o gli squilibri delle partite correnti. A mio giudizio li mettono meno in risalto poichè ritengono necessario in primis il ritorno alla moneta sovrana. Comunque potrei sbagliarmi!!
    Non volevo creare discussioni in precedenza ma ritengo utile porsi nel dibattito senza paraocchi o preconcetti.
    ciao!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mario.
      Sono abbastanza d'accordo con te.
      Sul primo punto è giusto che siamo noi europei a e in particolare noi italiani a decidere cosa vogliamo fare nei rapporti coi nostri vicini.
      Sul terzo, sono d'accordo, è un punto che è stato caldo ma che perderà sempre più importanza.
      Il secondo punto è la vera divergenza, ma sono sicura che se il terzo si smorza...sul secondo troveranno da intendersi.

      Elimina
  8. aggiungo Carmen che la risposta di Wray fatta attraverso citazioni risalenti al 98, è probabilmente la prova del fatto che loro non sottovalutano i deficit con l'estero e tanto meno l'indebitamento privato. tempo fa lessi un'articolo sempre di Wray in cui evidenziava che l'embrione della crisi americana del 2008 ha preso forma dall'indebitamento privato... poi il governo, con la politica fiscale e monetaria che ha adottato ne ha amplificato gli effetti!! non sono un economista, ma non mi sembra in contraddizione con le analisi di Bagnai ed altri economisti italiani... cmq te lo posto: http://democraziammt.info/site/2012/04/24/bilanci-settoriali-recenti-negli-usa-riccioli-doro-il-collasso-globale-e-la-tempesta-fiscale-perfetta-primer-3/ ... ciao e di nuovo grazie!!!

    RispondiElimina
  9. Una considerazione

    Se una teoria (MMT) deve ricorrere agli "epicicli di Tolomeo" per spiegare i fatti, forse conviene adottare una prospettiva diversa, e più semplice. Mai sentito parlare del rasoio di Occam?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Occam, certo, il famoso barbiere..! ..;)

      Comunque la MMT non mi pare inutile o sovrabbondante, soprattutto nella parte in cui descrive come funziona la moneta moderna. E con questo, ciao Fiorenzo, benvenuto!

      Elimina
  10. Forse è l'atteggiamento da primo della classe di Wray che dovrebbe far riflettere.Perchè vantare la capacità predittiva di una teoria che non prevede nulla di nuovo rispetto non già a teorie eterodosse,ma a quelle ortodosse!!!
    Del resto come spiega Cesaratto(del quale IO non sono l'avvocato)dalla prospettiva statunitense è facile,visto che tutto(quello che è più importante) è prezzato in dollari.
    Fra l'altro Wray nega che che in Europa la crisi sia dovuta agli squilibri della bilancia dei pagamenti ed io aspettavo la traduzione della risposta perchè sul blog di Cesaratto c'è già,in inglese.Ma io so il francese!
    Per quanto riguarda i tre punti di divergenza citati da Carmen,a me le beghe del nostro cortile non interessano.Pensò però che un atteggiamento alla Wray sia molto più utile a facilitare il primo punto che al secondo.Allora lo critico aaaaaaah se lo critico!
    Comunque quando ci incontriamo(Mario Volpi) possiamo scambiarci le copie di "Perchè ci odiano".
    IO oooooooodio gli epicicli!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la cosa che non mi convince della MMT sta proprio nel fatto che, non considerando gli squilibri di bilancia dei pagamenti, potrebbe benissimo essere utilizzata per supportare il progetto di una BCE come la FED e del più Europa, essendo sufficiente secondo i proponenti che la BCE si metta a stampar moneta da trasferire ai Paesi in costante deficit (ero a Rimini, e ricordo molto bene che tra i relatori c'era chi consigliava all'Italia di uscire dall'euro, e c'era chi invece non lo riteneva necessario), ma questo è esattamente ciò che metterebbe una pietra tombale definitiva al sistema produttivo italiano e porterebbe alla "mezzogiornificazione" di tutta la penisola. Insomma, credo che la MMT, oltre a non aver previsto nulla, sia un'arma a doppio taglio perchè può addirittura essere utilizzata per sostenere la tesi del "più europa".

      Elimina
    2. sono assolutamente d'accordo con te sul fatto che trasformare la BCE nella FED e consentire trasferimenti dai paesi in surplus verso quelli in deficit comporterebbe la morte dell'industria italiana. Questa cosa la pensano credo il 95% di coloro che seguono la MMT per cui siamo totalmente in accordo. PUNTO!! gli economisti MMT al summit di Rimini erano tutto d'accordo sul fatto che questa non sarebbe stata la soluzione!!! l'unico che ha prospettato l'ipotesi dei trasferimenti è stato Auerback (canadese!!) il quale però ha messo in evidenza il limite della soluzione dovuto alle differenze culturali tra i vari stati e il fatto che già i media tedeschi stanno incolpando i pigs della crisi ed i media greci stanno dipingendo la Merkel come la nuova Hitler; in un contesto del genere come possono essere attuati tali trasferimenti? inoltre sempre Auerback ha illustrato il pericolo del ritorno a nazionalismi di vario genere che potrebbero sfociare in un nuovo conflitto europeo!! come dicevo prima a Carmen, non è molto intelligente per economisti extraeuropei delineare come unica soluzione l'uscita dall'euro poichè presterebbero il fianco a critiche maggiori; cosa che è meno probabile se a proporre tale soluzione siano economisti europei o italiani!!! Ti ricordi le famose critiche al sistema euro fatte da economisti inglesi o americani (costantemente ricordate da Bagnai) durante gli anni 90 come furono archiviate? i media e gli economisti europei li accusarono di voler ostacolare la costituzione di un polo unito europeo con moneta unica che potesse contrastare lo strapotere del dollaro!!
      Per cui la tua preoccupazione è totalmente infondata!!! Economisti italiani e economisti mmt non saranno d’accordo sulle cause della crisi, ma sulle soluzioni sono molto più vicini di quanto credi!!!
      Insiste nel dire che non hanno previsto nulla ed io non farò assolutamente qualcosa per farti cambiare opinione; tra chi ha previsto e chi sostiene coloro che hanno previsto per me c’è ben poca differenza alla luce di quello che ora è necessario!!
      In concomitanza posti un filmato con Craxi!!! Lo trovo di pessimo gusto!! Cosa intendi dire? Che ciò che afferma la mmt lo diceva pure quel corrotto di Craxi? La mmt è una teoria economica che ha di nuovo e di vecchio (riprende concetti che condivide da altre correnti di pensiero..)… Craxi è un politico italiano corrotto ma che probabilmente valeva qualcosa in più dei suoi successori di destra e di sinistra. E allora? Cos’è questa l’arte della mistificazione?
      Saluti!!

      Elimina
    3. Ammetto che il postare il video di Craxi è stata una provocazione, ma tesa solamente a dire che pure lui l'aveva previsto e ad esprimere, in subordine, la mia opinione secondo la quale la sua fine politica sia stata il prezzo da lui pagato per il suo non allineamento (altro esempio di disallineamento fu Sigonella). In questo contesto la corruzione non fu nient'altro che il pretesto per farlo fuori (non sto assolutamente negando che fosse corrotto ma come al solito noi cittadini comuni non sappiamo proprio tutto).

      Ho voluto mettere in evidenza che il prezzo che l'Italia avrebbe pagato per entrare nell'euro era prevedibile e infatti fu previsto da chiunque allora avesse una minima capacità e competenza in economia (io non sono tra questi), senza bisogno di citare dei nobel.

      Ciò detto, al di fuori della provocazione, già negli anni 90 molti economisti premi nobel avevano avvertito che l'euro era una pessima idea, e questo Blog ricorda lo stesso Mundell, cioè colui che ha formulato la teoria delle AVO, salvo poi utilizzarla per promuovere l'euro come strumento di lotta di classe a danno dei diritti dei lavoratori. Per queste ragione dire che la MMT è innovativa mi sembra eccessivo.

      Dal punto di vista dell'opportunità, credo che la MMT attualmente non sposti di molto il dibattito sull'euro, se non in modo addirittura fuorviante: non spiega l'origine degli squilibri delle partite correnti, addirittura sembra fornire una giustificazione a chi vorrebbe il "più Europa". Ritengo che la teoria da studiare semmai sia proprio quella delle AVO, ma nella MMT non mi sembra che vi sia traccia di ciò. Che poi i relatori a Rimini concordassero (tranne uno) nel concludere che per l'Italia sarebbe conveniente uscire dall'euro non fa che confermare la mia idea che tale conclusione non nasce come conseguenza necessaria della teoria MMT.

      Concludo con un'altra provocazione, ma questa volta la fa direttamente Mundell il quale propone la moneta unica mondiale! Ovvero l'agganciamento dell'euro al dollaro; essendo questa una moneta sovrana non dovrebbero più esserci problemi! C'è la FED, c'è il congresso, tutto ok!


      Elimina
  11. Non ho competenze bastevoli a entrare nel merito. Tuttavia ...

    La formulazione di una teoria (in qualunque modo venga edificata) serve per interpretare certi fenomeni che non hanno, altrimenti, spiegazione condivisa.
    Ad es.
    La meccanica newtoniana prevede la precessione del perielio del pianeta Mercurio; le osservazioni forniscono valori difformi da quelli previsti; la relatività generale predice correttamente l'anomalia nell'orbita del pianeta Mercurio (senza necessità di inventarsi un nuovo pianeta). Per gli altri pianeti del sistema solare gli effetti relativistici sono trascurabili.

    RispondiElimina
  12. Voci dall'estero coglie nel segno, (cito):

    «1. Se gli MMTs affermano che con una banca centrale che finanzia il tesoro i problemi sarebbero superati (perché è crisi di mancanza di sovranità monetaria e gli squilibri di BdP sarebbero superabili), questo rischia di portare acqua al mulino di chi vorrebbe gli eurobonds e più Europa, mentre noi pensiamo che questa Europa è irriformabile...ma qui probabilmente si tratta di intendersi chiaramente, perché sicuramente anche gli MMTs non amano questa Europa.

    2. Il punto fondamentale sembra essere questo: dovendo uscire dall'euro, non ci si può illudere che basterebbe recuperare la sovranità monetaria e fare politiche di pieno impiego senza problemi, come sembra indurre a pensare la MMT, perché bisognerebbe tener conto degli squilibri con l'estero, del tasso di cambio, e prendere opportuni provvedimenti sulla circolazione dei capitali, cose che sembrano essere sottovalutate dagli MMTs, per i quali basta il cambio flessibile a garantire l'equilibrio dei conti con l'estero.

    3. Il terzo punto di divergenza riguarda il modo diciamo maldestro con cui la MMT si è posta in Italia (a causa del brutto carattere di chi pur meritoriamente ce l'ha portata), senza cercare alleanze con i PostKeynesiani già belli presenti e vitali, ma ponendosi come teoria salvifica unica e contrapposta a tutte le altre, in una sorta di autocompiacimento un po' ignorante, perché alla fine la MMT non è che una versione del deficit spending Keynesiano aggiornata alla moneta moderna - e che oltrettutto ha bisogno, mi sembra, di correzioni e integrazioni sui problemi della BdP».

    Che poi la terapia keynesiana sia riuscita davvero a far uscire il capitalismo dalla crisi del '29 (il suo presunto blasone), questa, com'è noto, è una mezza-bugia.

    Nella Mmt il difetto sta nel manico. Non avendo una teoria del capitale, non afferra le cause delle sue crisi generali.

    Dirò di più: la Mmt, soggiacendo alla teoria neoclassica, non ci offre nemmeno una teoria adeguata del denaro, della moneta e delle loro diverse funzioni.

    Moreno Pasquinelli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @redazione (Moreno Pasquinelli)
      Non ritengo la MMT una teoria salvifica né tantomeno la vedo in contrapposizione ad altre correnti economiche (escludendo ovviamente il mercantilismo, i classici, i neoclassici, i teorici della sintesi neoclassica (o neokeynesiani?), la teoria monetarista, il neoliberismo, i, la scuola austriaca, la supply-side economics).
      Per chiarirci: quando si parla di ritorno alla moneta sovrana (fiat) non si intende rendere l’euro fiat attraverso finanziamenti del tesoro tramite la BCE; ma bensì tornare ad una valuta nazionale con cambio flessibile rispetto alle altre valute. Credo sia questa la posizione prevalente della MMT.
      Detto ciò ritengo che per quanto sembri una operazione di marketing, il darsi un nome (mmt) ed una identità non sia così negativo. Grazie a tale metodo ho iniziato ad interessarmi di economia ed a dare un senso a tante parole e concetti costantemente deformati dai media. E come me, immagine molte altre persone.
      La mmt ha creato un interesse per l’economia in molte persone totalmente digiune della materia. E quindi ora si studia, si leggono altre fonti informative diverse dalla mmt e si crea una base di conoscenze importanti per comprendere le immani menzogne che ci vengono propinate ogni giorno. È grazie a Barnard ed alla mmt che ho conosciuto Bagnai, Cesaratto, Brancaccio, Zezza ed altri. Che ci posso fare?
      Più che dire la mmt non va bene per questo o per quell’altro motivo, demotivando le persone ad approfondire, a mio giudizio, potrebbe essere più proficuo riconoscerne i pregi e l’utilità ed, in seguito, illustrarne i difetti in maniera dettagliata, argomentata senza gettare quello che c’è di buono.
      Dire che una soluzione alla crisi è stimolare la domanda aggregata attraverso un politica fiscale espansiva e una politica monetaria adeguata per rilanciare i consumi è importante. L’hanno detto gli mmtiers? No, è stato Keynes nel 1933? In verità il messaggio è stato potenziato dai post-keynesiani? Chissenefrega!!! Importante è far passare il messaggio ai cittadini e renderli consapevoli. Evidenziando solo i difetti e le critiche demotivate alcune persone ad approfondire ed a ragionare con la propria testa.
      Fai le seguenti affermazioni:
      “Che poi la terapia keynesiana sia riuscita davvero a far uscire il capitalismo dalla crisi del '29 (il suo presunto blasone), questa, com'è noto, è una mezza-bugia.
      Nella Mmt il difetto sta nel manico. Non avendo una teoria del capitale, non afferra le cause delle sue crisi generali.
      Dirò di più: la Mmt, soggiacendo alla teoria neoclassica, non ci offre nemmeno una teoria adeguata del denaro, della moneta e delle loro diverse funzioni.”
      La prima la condivido totalmente: sto leggendo il libro di Yanis Varoufakis “il minotauro globale” che conferma appieno la tua affermazione.
      Le altre due non le capisco e vorrei capirle. La mmt soggiace alla teoria neoclassica? Per quanto poche sono le mie conoscenze mi sembra un’affermazione forte. Potresti argomentarla?
      Spesso si critica la mmt e le sue teorie dimenticando che probabilmente il 50% della mmt si basa sulla spiegazione/descrizione di ciò che accade ora. La mmt non ha una teoria del denaro o della moneta, ma descrive quello che secondo la mmt è ora la moneta ed il denaro. Cerca di spiegare come funziona il sistema monetario oggi. Si può non essere d’accordo ma sarebbe anche opportuno evidenziare perché non lo si è.
      Magari non è questo il luogo adatto ma io sono curioso e ci provo!!!

      Saluti!!

      Elimina
    2. "Dirò di più: la Mmt, soggiacendo alla teoria neoclassica, non ci offre nemmeno una teoria adeguata del denaro, della moneta e delle loro diverse funzioni.

      Moreno Pasquinelli"

      Un incompetente al cubo che scrive gratuitamente e temerariamente stupidaggini.
      Enrico

      Elimina

  13. @Dino977
    Wray non ha un atteggiamento da primo della classe; da quanto si evince dalla sua risposta non è stato lui ad affermare la capacità predittiva e la supposta vittoria della MMT; bensì lo hanno detto Paul Mc Culley e Brad DeLong che sinceramente non so chi siano; sono d'accordo sul fatto che non ci sia nulla da vincere ma a quanto sembra non è una affermazione di Wray. La capacità predittiva sull'euro tuttavia l'hanno azzeccata nella stessa maniera in cui l'hanno colta altri economisti internazionali o italiani (vedi Bagnai!!).
    A me non risulta che Wray neghi l'importanza degli squilibri della bilancia commerciale o dell'indebitamento privato ma insiste sul fatto che non sono le sole cause o per meglio dire non sono il fattore primario della crisi che egli individua bensì nella mancanza di moneta sovrana a tasso di cambio flessibile. Io non so chi ha ragione, non ho gli strumenti per capirlo: certo questo dibattito è utile per comprendere. E mi sembra svolto con educazione e cognizione di causa dagli economisti in questione; se c'è stato un piccolo scivolone, successivamente recuperato, non è stato certo di Wray!!! Lo stesso Cesaratto nella prefazione alla sua critica, prima di focalizzarsi su quello che ritiene essere il punto debole della mmt, ne condivide alcune delle ottime intuizioni.
    Io non sono in grado di capire cosa ci sia di nuovo nella MMT poichè non sono ferrato di politica economica però, da quanto mi risulta (e mi potrei sbagliare!!)se fosse vero che in uno stato a moneta fiat:
    - la funzionalità delle tasse non fosse quella di finanziare la spesa pubblica ma bensì quella di drenare liquidità;
    - il meccanismo di emissione del debito tramite titoli fosse soltanto funzionale a gestire il tasso d’interesse sulle riserve e a drenare le stesse e NON a finanziare la spesa pubblica
    - la monetizzazione del debito fosse soltanto un concetto/ragionamento errato (come afferma Bill Mitchell)
    - il deficit pubblico facesse calare il tasso d’interesse (e non lo aumenta come scritto nei libri di testo)
    - il crowding out fosse soltanto una falsa superstizione come lo è il rischio default per uno stato a moneta sovrana.
    Se fosse vera soltanto qualcuna di queste affermazioni, allora ritengo che la mmt sia rivoluzionaria!! (ri-sottolineo che è il pensiero di una persona poco ferrata di economia che si prende la libertà di avere una opinione personale e di esprimere un giudizio… poiché la possibilità di esprimerci e di dire cazzate grazie non certo a Dio, ancora non ci è stata tolta!!).
    Altre concetti invece, come la teoria endogena della moneta, come l’intuizione della prociclicità della finanza, come l’efficacia delle politiche fiscali anticicliche sono concetti elaborati da altri economisti o altre scuole di pensiero; ma la mmt ha avuto comunque il merito (insieme ai Keynesiani ed ai postKeynesiani) di riprenderle, di confermarne la veridicità, di metterle in risalto, di potenziarne il messaggio e di inserirlo in un discorso complessivo ed organico.
    Io non ritengo che la mmt sia verità rivelata, nè tanto meno che sia la panacea di tutti i mali: ma la ritengo essere un gran punto di partenza!!
    Comunque Dino, mi scuso se sono stato un po’ troppo “surriscaldato” nella prima risposta, ma ritengo che si butti troppa merda sulla mmt e su chi ne simpatizza. Forse mi sbaglierò anche su questo chissà… magari sono solo paranoie!! (noto con molto piacere che hai letto quel libro!!) 
    Non conosco gli epicicli di Tolomeo né il rasoio di Occam… però mi piacerebbe sapere qual è il concetto o la critica che si nasconde dietro questo accostamento alla mmt…
    Ciao!!

    RispondiElimina
  14. Innanzitutto faccio i complimenti a Moreno Pasquinelli per l'interessante articolo su Sollevazione: "Deutschland über alles".
    Ci dice che persino De Rita si angoscia dicendo che in questa UE siamo letteralmente "ETERODIRETTI", in un destino cupo che non fa certo gli interessi del popolo italiano.

    Cio detto vorrei sapere da lui se dobbiamo uscire nell'Unione Economica Monetaria, e ritornare ad essere Sovrani a casa nostra, o invece provare a rifare una versione aggiornata e "politically correct" dell'Unione delle Repubbilche Socialiste Sovietiche Europee, come mi pare sia il sogno di gente come Monti, Draghi, Prodi, Barroso, Van Rumpoy e così via.

    Se tu stimato Moreno Pasquinelli, opti per la prima soluzione, e non per l'infernale seconda soluzione degli Oligarchi Tecno-Banchieri, allora credo che vada studiata e valutata molto bene la MMT come ottima base di partenza, ed eventualmente focalizzarsi e sviscerare a dovere il secondo dei punti individuato da Carmen come fondamentale, nel commento del 30/ago/2012 22:13:00, una volta che sia riaquistata la sovranita monetaria.
    E sul quel punto che credo vada fatto un dibattito molto approfondito, piuttosto che azzuffarci tra noi come i capponi di Renzo, che siamo tutti contro questa Europa delle banche.
    Scagliamoci piuttosto contro chi urla che vuole più Europa, e non contro chi con il coraggio di andare controcorrente, vi si oppone.

    Con Stima e affetto,
    cordiali saluti, Nicola.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il sogno dei vari Draghi, Monti & Co. sono gli Stati Uniti d' Europa, non l' URSSE... sono entrambi progetti improponibili comunque, ma i questi personaggi sono tutto tranne che socialisti. E comunque oltre a leggere "Deutschland über alles" leggi il resto del blog di sollevazione vedrai che la loro proposta è di uscire dall' euro e dall' ue.

      Elimina
  15. Se fosse vera soltanto qualcuna di queste affermazioni, allora ritengo che la mmt sia rivoluzionaria!!
    Falso tutto ciò è previsto dalle teorie ortodosse....Quindi non c'è nulla di rivoluzionario.PS ancora non mi è capitato di leggere(nei libri di testo) che il deficit pubblico fa aumentare il tasso d'interesse.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Dino977
      cosa vuoi dire:
      1) che le affermazioni di cui sopra sono false e quindi la mmt non è rivoluzionaria
      oppure
      2) che sono vere ma già "previste" dagli ortodossi e quindi la mmt non è rivoluzionaria?

      se fosse la prima ti consiglio di approfondire la mmt un pò meglio.
      se fosse la seconda mi indichi per cortesia chi ha evidenziato tra gli ortodossi le affermazioni di cui sopra?

      sarei molto felice di sapere che certi concetti sono condivisi da altre scuole di pensiero ed andrei subito ad approfondire... però i nomi per cortesia.

      p.s. il deficit pubblico aumenta il debito pubblico; un alto debito pubblico comporta un aumento del tasso d'interesse sui titoli di stato per convincere gli investitori a comprarli... non credi?

      Elimina
  16. Alcuni stralci dell'ottimo articolo di Piero Valerio, sui saldi delle partite correnti e ritorno alla sovranità monetaria:

    RITORNO ALLA LIRA: LA BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA E I VANTAGGI DELLA SVALUTAZIONE

    Periodicamente il saldo delle partite correnti ci informa in che modo stanno affluendo o defluendo i capitali dall’estero: se è positivo, significa che le esportazioni sono maggiori delle importazioni e questi nuovi capitali in ingresso stanno creando ricchezza finanziaria netta nel paese e un maggiore accreditamento nei confronti del resto del mondo, se invece è negativo, le esportazioni sono inferiori alle importazioni e i capitali stanno fuggendo dal paese creando le premesse di un maggiore impoverimento netto (nel caso la banca centrale sia costretta a bruciare parte delle riserve di valuta estera) o indebitamento del paese (nel caso questi capitali in fuga vengano poi utilizzati dagli investitori stranieri per effettuare prestiti ai residenti, acquistare titoli, comprare azioni o acquisire il controllo di maggioranza di intere aziende nazionali). Quindi le informazioni fornite dal saldo delle partite correnti sono fondamentali per conoscere lo stato di salute di un paese e non appena vi imbattete in uno di quegli strani personaggi che circolano a piede libero in Italia rivolto verso la Mecca in attesa dell’arrivo messianico dei capitali dall’estero, sappiate che avete di fronte o un ignorante (nel senso che ignora il funzionamento della bilancia dei pagamenti) o un farabutto (che conosce benissimo come funziona la bilancia dei pagamenti e consapevolmente vuole svendere o mettere in condizioni di disagio internazionale il nostro paese per un proprio tornaconto personale).
    Per carità, una certa dose di investimenti esteri è fisiologica e positiva per il paese perché consente di mettere in moto attività e distribuire redditi altrimenti impossibili da finanziare con i soli capitali interni (soprattutto quando si tratta di nazioni arretrate, ricche di risorse umane e naturali non sfruttate, dotate di una moneta poco apprezzata all’estero: non è il caso dell’Italia dunque, che ha un tessuto produttivo abbastanza sviluppato e avviato, una discreta solidità finanziaria e patrimoniale, know-how, professionalità, competenze sufficienti per potere farcela da sola, almeno per il momento), ma far dipendere tutta l’economia di un paese dagli investimenti stranieri e dai cosiddetti “mercati” (vedi la tiritera meccanica e demagogica del fantoccio mercenario Monti e della sua cricca di briganti capeggiata da Bersani, Berlusconi, Casini, e dai sindacalisti da salotto televisivo e ansiosi di entrare in parlamento alla Camusso, Bonanni, Angeletti, Landini) significa mettere un cappio al collo al paese e stringerlo di più ogni anno che passa, fino al definitivo soffocamento per eccesso di debito estero (soprattutto nelle condizioni miserevoli in cui si trova adesso l’Italia, costretta ad operare con un moneta straniera come l’euro, alla stregua dell’Ecuador o dei paesi del Terzo Mondo)……

    segue....

    RispondiElimina
  17. ......

    ………Quello che in verità manca all’Italia non è la forza lavoro, le competenze, le professionalità (ripetiamo, sempre per adesso, ma più avanti si va in questa lenta agonia e maggiori sono le possibilità che la meschina classe dirigente attuale riesca a piegare le ultime resistenze ancora vive del paese), ma una vera classe dirigente, fatta di politici e imprenditori capaci di valorizzare queste risorse e di seguire un progetto dall’inizio alla fine, senza ripiegare su facili scorciatoie, intrallazzi, salvacondotti personali. E’ chiaro che con la svalutazione della nuova lira, gli investitori esteri avrebbero maggiori vantaggi a comprare a buon mercato le aziende italiane più attraenti, ma in questo caso dovrebbe essere la politica con giuste norme e sanzioni amministrative ad impedire le acquisizioni sregolate. Dovrebbe essere ancora la politica a favorire con sussidi e barriere all’ingresso delle merci concorrenti la nascita di aziende nei settori dove siamo carenti, perché il protezionismo non è affatto in contraddizione con il liberismo, dato che i due approcci possono benissimo convivere all’interno della stessa nazione: si può essere protezionisti con le aziende o i settori in fase di start-up e liberisti con le imprese già avviate e capaci di confrontarsi alla pari con i mercati internazionali. E’ sempre l’eccesso di protezionismo o di liberismo a creare squilibri irreparabili, non la giusta misura fra due strategie solo apparentemente opposte……
    …………L’euro è stato l’alibi con cui è diventato più conveniente per questa sottospecie di decerebrati, gli imprenditori mercenari collusi con la politica corrotta che ha trascinato l’Italia nella gabbia depressiva e deflattiva dell’eurozona (i vari De Benedetti, Colaninno, Chicco Testa, Marchionne, Tronchetti Provera), ad abbandonare quasi del tutto la strada dell’innovazione e dello sviluppo e a mettersi al traino dell’allucinogeno miraggio europeista, basato sulle grandi corporazioni, la finanziarizzazione spinta delle attività, l’apertura convinta senza protezioni ai mercati internazionali, la riduzione dei salari e delle tutele sindacali, la bassa inflazione come unica arma di difesa nel tempo del valore dei grandi capitali accumulati dai cartelli monopolisti europei. Ma cosa si voleva sperare mettendosi in libera concorrenza con un lavoratore schiavizzato cinese? Che il salario dell’operaio italiano o tedesco sarebbe cresciuto? Che saremmo riusciti a piegare i mercati cinesi? Servono ancora grafici per spiegare che gli straordinari surplus commerciali tedeschi si sono creati grazie ad una guerra fratricida interna all’eurozona e non un centesimo è stato fatto a spese della Cina? Ma soprattutto, quale legge divina impone alle democrazie evolute europee di accettare la globalizzazione sfrenata e selvaggia come unica e definitiva forma di organizzazione degli scambi commerciali internazionali?...........

    segue......

    RispondiElimina
  18. .....
    ……………..Questo tipo di globalizzazione, che avvantaggia in maniera spropositata chi non rispetta le regole, chi inquina, chi sfrutta i lavoratori, si può e si deve rimandare con forza al mittente (FMI, WTO, Banca Mondiale, BIS), come già hanno fatto parecchi stati del Sudamerica (Argentina, Ecuador, Venezuela, Bolivia). La conseguenza più ovvia della passiva assuefazione è stato invece il prevedibile, lento ma inarrestabile massacro della piccola e media impresa italiana, che a seconda dei casi è stata inglobata nei grandi gruppi industriali oppure, quando i costi di incorporazione o di gestione risultavano troppi elevati, lasciata da sola in balia dei “mercati” in attesa che venisse travolta e costretta al fallimento. Oggi come ieri, la piccola e media impresa italiana risulta un ostacolo per il progetto europeista di globalizzazione sponsorizzato dai banchieri e dalle multinazionali (che spesso sono un unico soggetto, suddiviso in un ginepraio di diramazioni, holdings, controllate, joint venture, società off-shore, scatole cinesi), iniziato da Kohl, Mitterand, Prodi e che Merkel, Monti, Hollande sperano di portare a termine: una struttura totalitaria compatta, che abbia il suo cuore finanziario nella BCE, nella Bundesbank, nelle banche tedesche e francesi, la muscolatura produttiva nelle grandi corporazioni transfrontaliere che non hanno più identità o appartenenza, fino ad arrivare alle sacche intestinali di manovalanza a buon mercato della periferia, passando per il centro nevralgico degli affari con sede a Bruxelles. Niente più propaggini, apparati pubblici ridondanti, enti locali battaglieri, imprese a gestione familiare, cani sciolti. Nessuno spazio per la democrazia. La contrattazione. I diritti umani……..
    ………………..Un’ultima considerazione prima di concludere. Finora abbiamo parlato solo di bilancia commerciale, esportazioni di beni e servizi, ma abbiamo trascurato il conto finanziario, ovvero il bilancio delle attività e passività finanziarie da cui dipendono poi gli interessi che paghiamo sul debito estero e i profitti che dobbiamo corrispondere agli investitori stranieri. Una moneta nazionale e una politica monetaria autonoma consentirebbero non solo di procedere ad un’indispensabile detassazione sia dei cittadini che delle imprese (ormai sappiamo che in un quadro di piena sovranità monetaria le tasse non servono per ripagare né le spese né i debiti pubblici) in vista di un ulteriore recupero di competitività, ma ad orientare perfettamente il regime dei tassi di interesse. Mantenendo un livello di tassi di interesse bassi per tutto il tempo necessario, potremmo rimborsare o rinnovare nel giro di pochi anni l’intero debito estero cumulato (che a dispetto di tutto e a differenza degli altri paesi della periferia europea è ancora gestibile, intorno al 30% del PIL, vedi grafico sotto), anche in presenza di una forte svalutazione della nuova lira (bisognerebbe vedere poi caso per caso, a secondo delle tipologie contrattuali adottate, quale parte di debito estero potrebbe essere denominato in nuove lire e quale invece dovrebbe essere denominato in una valuta internazionale). Questa conclusione deriva dallo stesso surplus della bilancia commerciale, che sospinto dalla svalutazione della lira escluderebbe, almeno inizialmente, la necessità di tenere alti i tassi di interesse per attirare capitali esteri necessari a riequilibrare eccessivi disavanzi nelle partite correnti. Si innescherebbe in pratica un circolo virtuoso capace di annullare con i surplus commerciali gli effetti nefasti di crescita degli interessi dovuti all’adozione dell’euro, che sono la causa maggiore del nostro attuale deficit nelle partite correnti.....
    Fonte: http://tempesta-perfetta.blogspot.com/2012/08/ritorno-alla-lira-la-bilancia.html

    RispondiElimina
  19. Salve a tutti.
    Ma vorrei solo introdurre un dubbio in questa "disfida" economica;
    ma se la apparente non sottolineatura dell'importanza delle partite correnti, dipendesse solo dal fatto che la MMT, implicitamente, conferisce alla libertà di spesa di uno stato a moneta sovrana, la capacità di riassorbire il gap della BdP, tramite investimenti e piena occupazione?
    Cioè, a mio parere, se nell'analisi delle cause che hanno creato la crisi, attualmente anche i problemi di BdP risaltano, nella dinamica proposta dalla mmt per la soluzione, l'intervento sulla BdP avverrebbe per effetto della sovranità monetaria e della moneta fiat e dei relativi benefici.Da qui la messa in secondo piano negli interventi da attuare.
    Logico presuppore nell'immediato misure protezionistiche, ma nel caso dell'attuale situazione italiana, non ancora del tutto compromessa a livello di capacità produttiva e di know how, forse sarebbero inutili se non dannose. Altra questione è quella del controllo dei movimenti dei capitali, questione da risolvere ugentemente. Ma anche su questo la divisione fra banche commercial e trader limiterebbe molto il problema.Resterebbero solo gli IDE, tanto agognati, ma mai veramente capiti, sopratutto dai parolai che affollano il parlamento.

    RispondiElimina
  20. "...la MMT, implicitamente, conferisce alla libertà di spesa di uno stato a moneta sovrana, la capacità di riassorbire il gap della BdP, tramite investimenti e piena occupazione?"

    Ciao braveheart, Non è chiaro Come la MMT possa riassorbire questo gap; infatti le politiche di piena occupazione portano facilmente ad aumentare le import e a squilibrare la bilancia.
    Non che non si possa fare, ma occorrerebbero controlli ai movimenti di merci, non facili da attuare, e dei capitali. Gli IDE mi pare che sono un sollievo momentaneo e un problema a medio e lungo termine.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la celere rspiegato male: la capacita' di spesa entrerebbe nel miglioramento della BdP nel senso di abbattimento del costo del lavoro, o Cuneo fiscale, investimenti strutturali per abbattimento costi logistici delle aziende, insomma tutto ciò che uno stato può fare per aumentare la sua capacita produttiva, senza abbassa il potere da acquisto dei salari. Naturalmente interverrebbero anche investimenti a medio lungo, tipo su scuola e ricerca.
      Per gli IDE era proprio quello che volevo dire io.

      Elimina
    2. Ok, sono tutti aspetti da tenere presenti insieme.

      Elimina
  21. ma la cosa che forse sfugge della mmt, riguardo alle partite correnti, è che con una domanda aggregata sostenuta e controllata in funzione anticiclica, esse passano in secondo piano.
    Lo so che sembra un paradigma insostenibile alla luce della tradizionale scuola economica, ma in uno stato a moneta sovrana Fiat, cioè con l'emissione in mano alla comunità, possono essere soddisfatti tutti i bisogni della stessa comunità attraverso la monetizzazione dell'operosità dei sui cittadini.
    In questa ottica il saldo delle partite correnti assume una importanza minore, rispetto alla moneta attuale a debito, ove l'attivo delle partite correnti permette allo stato di evitare di corrispondere interessi per avere moneta, o per salvaguardare il cambio della sua moneta.

    RispondiElimina