Ecco tradotto in italiano l'intervento di Sergio Cesaratto in risposta a Randall Wray nel dibattito MMT/eterodossi, dove viene affrontato il punto se la piena sovranità monetaria sia condizione sufficiente per evitare le crisi di bilancia dei pagamenti.
"Il fatto che i
singoli paesi non hanno più le loro valute e le banche centrali
metteranno nuovi vincoli alla loro capacità di attuare politiche
fiscali indipendenti. ... Ma ancora più inquietante è l'idea che
con una moneta comune 'il problema della bilancia dei pagamenti'
venga eliminato e, pertanto, che i singoli paesi siano sollevati
dalla necessità di pagare
le loro importazioni con le esportazioni. Al contrario:
l'esistenza di una moneta comune rende un paese più direttamente
dipendente dalla sua
capacità di esportare, più di quanto non lo fosse prima
... ". Godley 1991
Ci sono due aspetti del
dibattito che ha avuto luogo nelle ultime settimane (qui,
qui,
qui,
e qui).
Il primo riguarda principalmente il
mio primo post e concerne
la questione se la sovranità monetaria sia una condizione
necessaria e sufficiente per qualsiasi paese per perseguire politiche
di sviluppo e di piena occupazione; il secondo riguarda la crisi
dell'Eurozona (EZ) che è stata oggetto del mio
secondo post. Wray si concentra principalmente sul secondo tema,
e io farò lo stesso. Nella parte 1 della mia risposta, però, mi
soffermo brevemente sul primo aspetto che è in ogni caso preliminare
e che comunque ci porterà a toccare i problemi dell'EZ. Le due
questioni di cui ci occupiamo nella parte 1 saranno, rispettivamente,
le seguenti: le preoccupazioni sulla bilancia dei pagamenti (BdP)
sono irrilevanti per i paesi dotati di piena sovranità monetaria?
Una unione monetaria può soffrire di problemi interni di bilancia
dei pagamenti? La parte 2 sarà quindi dedicata alle spiegazioni di
Wray della crisi dell'EZ.
1. Born in the USA
L'argomento principale del
mio primo post era che la sovranità monetaria, anche se è una
condizione necessaria per lo sviluppo e le politiche di piena
occupazione, non è la bacchetta magica che può risolvere il vincolo
estero a quelle politiche. Questo vincolo può essere riassunto come
la necessità per i paesi periferici - un insieme che va dai paesi in
via di sviluppo ai paesi altamente sviluppati come la Francia o
l'Italia - di acquisire liquidità internazionale sufficiente a
finanziare l'ammontare delle importazioni generate da un livello
soddisfacente di crescita (una utile discussione critica della teoria
della crescita vincolata dalla bilancia dei pagamenti, presentata da
Thirwall - e ispirata da Kaldor – si trova in Palumbo (2012)).
A meno che un paese emetta
una moneta accettata a livello internazionale, la sovranità
monetaria non può automaticamente consentire alla politica fiscale
di sostenere la domanda interna nei paesi periferici, senza rischiare
il circolo vizioso di una svalutazione del cambio e di una elevata
inflazione. Quando Mitterand ha preso il potere nel 1981 con forti
idee Keynesiane, pochi mesi gli sono stati sufficienti a cambiare
idea – cioè a rendersi conto che senza la cooperazione Tedesca,
che non c'era, l'espansione in un singolo paese non era possibile (a
meno che non si fosse pronti ad adottare misure più radicali come le
restrizioni alle importazioni che, in effetti, in quegli anni erano
proposte da Godley). E quella era la Francia! Questo non vuol dire
che la piena sovranità monetaria non sia rilevante, al contrario, in
primo luogo al fine di perseguire un tasso di cambio competitivo e
al fine di lasciare più spazio a politiche di sostegno della domanda
interna, ma compatibilmente con l'equilibrio delle partite correnti
(CA). Purtroppo, almeno fino alla fine degli anni '90, i paesi
periferici hanno sempre cercato la scorciatoia della stabilizzazione
del tasso di cambio nominale e delle liberalizzazioni finanziarie, al
fine di attirare capitali stranieri. In modo significativo l'infelice
esperienza di un certo numero di paesi periferici dell'Unione
Monetaria Europea (UME) - tra cui Spagna, Irlanda e Portogallo - è
stata simile ed è descritta sulla stessa falsariga da Roberto
Frenkel (2012),
Cesaratto
(2012a), , Bibow
(2012) e molti altri. Dovremo tornare su questo.
Dal successivo dibattito
sui blog, FB, ecc, sembra che la mia posizione abbia convinto un
certo numero di persone, probabilmente aprendo gli occhi ad alcuni.
[1]
Questo è stato molto importante per il mio paese, in cui è molto
pericoloso che delle formule troppo semplici entrino nel dibattito
politico, che già soffre della
vulgata del mainstream
che influenza anche la sinistra (vedi Cesaratto
and Pivetti), e del "Berlusconismo".
Naturalmente, la " Moderna Teoria Monetaria" (MMT) in
quanto tale non ha nulla a che fare con questo. [2]
Ho anche fatto attenzione a isolare i messaggi importanti che ne
derivano, ad esempio, che un paese con la piena sovranità monetaria
non può fare default sul proprio debito sovrano, se denominato nella
sua propria valuta. Questo è importante e consolante, ma non
possiamo fermarci qui.
La MMT riconosce naturalmente che gli squilibri del CA possono essere fonte di problemi, ma probabilmente non ne sono convinti. Con quali argomenti? Citiamo a questo proposito un passo rivelatore di Wray :
"Quindi, sì, gli Stati Uniti (e altri paesi sviluppati a vari livelli) sono speciali, ma i popoli che sono "meno speciali" non sono del tutto senza speranza. Nella misura in cui la popolazione interna deve pagare le tasse in moneta del governo, il governo sarà in grado di immettere la propria moneta in circolazione. E dove la domanda estera di attività in valuta nazionale è limitata, vi è ancora la possibilità dell'indebitamento in valuta estera per promuovere lo sviluppo economico che aumenterà la capacità di esportare. Vi è anche la possibilità di aiuti internazionali in forma di valuta estera. Molti paesi in via di sviluppo ricevono valuta estera attraverso le rimesse (lavoratori in paesi stranieri che inviano a casa la valuta estera). E, infine, gli investimenti diretti esteri [IDE] forniscono un'ulteriore fonte di valuta estera."
Così Wray riconosce la particolarità degli Stati Uniti e di alcuni altri paesi sviluppati che, come l'Australia, hanno istituzioni stabili ed enormi doti di risorse naturali. Ciò che i paesi normali potrebbero fare quindi è fare appello agli interventi pubblici, fare affidamento sulle rimesse o sugli IDE, [3] o, infine ... liberalizzare la finanza e impegnarsi in un tasso di cambio nominale stabile nel tentativo di attirare capitali stranieri (ciò che è implicito nel suggerimento di Wray sui "prestiti in valuta estera"). Una posizione simile espressa da Bill Mitchell è citata dal blogger "Lord Keynes" (che ha parole di apprezzamento per i miei post, grazie!) come possibile risposta della MMT al mio punto di vista. Quel che dice Mitchell è che dovremmo avere un FMI nuovo e progressista che possa alleviare il vincolo estero. Ma non l'abbiamo, e non l'avremo, ammesso che possa essere abbastanza potente da risolvere i problemi dei grandi paesi. [4] Beh, chiunque può giudicare la fragilità di queste risposte. [5] Così noi rimaniamo con un unico risultato: una banca centrale sovrana (intendo piena sovranità monetaria) è una condizione necessaria, un passo essenziale, ma non è la soluzione a qualsiasi problema in qualsiasi paese[6].
2. Born in the EU
Naturalmente,
la rinuncia alla piena sovranità monetaria è alla base della crisi
dell'EZ, ma, come ho sostenuto nei miei post, in primo luogo dal
punto di vista "esterno" per via della perdita di
competitività dei paesi periferici e non-così-periferici come
l'Italia (vedremo nella seconda parte che Wray nel suo
riferimento a Kregel non è lontano dal riconoscere questo fatto;
l'unificazione monetaria e la liberalizzazione finanziaria hanno
creato ulteriori difficoltà su cui torneremo nella seconda parte).
Wray tende tuttavia a negare che l'origine della crisi dell'EZ
risieda principalmente negli squilibri esteri.
La sua tesi principale è che se l'EZ fosse stata un'area valutaria come gli Stati Uniti, non avrebbe potuto avere una crisi della bilancia dei pagamenti. Questo perché negli Stati Uniti "si usa la politica di bilancio [cioè i trasferimenti] per cercare di superare gli effetti negativi sulle condizioni di vita nei diversi Stati dovuti ai diversi moltiplicatori e agli altri fattori relativi ai flussi delle partite correnti." (Wray qui). Quindi la conclusione è che la crisi dell'EZ "non è una semplice questione di partite correnti. Si tratta della spiegazione data dalla MMT riguardo ai vincoli imposti dall'organizzazione dell'UEM, che separa la politica di bilancio da quella monetaria ". Si consideri anche (Wray qui): "Siamo andati avanti ad analizzare l'affermazione che la crisi dell'euro sia un semplice problema di Bilancia dei Pagamenti. Anche questo è sbagliato. Se l'UEM fosse stata progettata correttamente, non avrebbe avuto importanza che alcuni paesi membri registrassero dei disavanzi delle partite correnti, proprio come molti stati americani hanno dei disavanzi delle partite correnti". Quindi il problema è che l'EZ non sono gli Stati Uniti, poiché se così fosse, non si sarebbe verificata nessuna crisi di bilancia dei pagamenti! E' come se qualcuno dicesse che non si può guidare una macchina con tre ruote, e qualcun altro rispondesse: non ti preoccupare, basta solo supporre di averne quattro. L'(implicita) risposta di Warren Mosler al mio post ammette: gli squilibri del CA sono un problema che una banca centrale sovrana non può risolvere e la soluzione è che l'Unione Europea abbia dei trasferimenti fiscali delle dimensioni degli Stati Uniti e nessuno parlerebbe più degli squilibri UE. Bene, ma non abbiamo questa Europa e mai l'avremo (io stesso ho scritto in modo chiaro, come "Lord Keynes" correttamente ricorda, che l'EZ potrebbe essere un perfetto paese MMT).
In sintesi, il ragionamento di Wray è il seguente:
l'unificazione monetaria avrebbe potuto creare problemi di CA (vedi
nella parte 2 di questo post il suo riferimento a Kregel).
Trasferimenti da un sostanziale bilancio federale Europeo sostenuti
da una Banca Centrale Europea (CB) vera e propria avrebbero
compensato questi squilibri senza molta sofferenza per i paesi più
ricchi, ma come parte delle politiche per la piena occupazione.
[7]
Si può quindi dedurre da questo che finché l'Europa non ha
questa organizzazione, subirà delle crisi di CA (anche se una crisi
di tipo speciale, come io o Frenkel
abbiamo fatto notare, ma torneremo su questo). Wray, tuttavia, ne
deduce che, poiché l'EZ avrebbe potuto evitare la crisi, se avesse
avuto la giusta organizzazione, allora è sbagliato parlare di crisi
di CA. Sembra alquanto illogico, no? [8]
Tuttavia, una volta che l'argomento viene presentato in modo
chiaro - un disegno istituzionale sbagliato di un'area valutaria
non-ottimale produce appunto una (specifica) crisi di Bilancia dei
Pagamenti - la distanza tra me e Wray può scomparire (vedi Godley
1991 e Kregel).
In particolare, le origini di questo "progetto istituzionale
sbagliato" non stanno nell'ignoranza dei progettisti politici.
Lo stesso inventore dell'area valutaria ottimale (OCA), l'economista
conservatore Robert Mundell, ha recentemente sottolineato che l'euro
non è stato un fallimento nel momento in cui i disastri che ne
derivano stanno portando alla distruzione dei sindacati e dello stato
sociale, ma suppongo che anche su questo ci sia un ampio consenso.
[1] Un commentatore ha scritto: "La bilancia dei pagamenti è il tallone di Achille della MMT e sempre più persone stanno iniziando a rendersene conto". Io non credo che questo implichi che la MMT non abbia cose molto interessanti da dire una volta che diventi meno auto-referenziale.
[2]
Gli esponenti della MMT dovrebbero, tuttavia, discostarsi
dall'aperto sostegno al comportamento incivile
del presunto guru (un giornalista) dei MMTs
Italiani. Questo è irrilevante per me e per i miei colleghi vittime
di varie volgarità - siamo apprezzati dalla comunità scientifica
internazionale (eterodossa) e ben noti alle forze progressiste serie
Italiane, così che non ci preoccupiamo di questo, davvero - se non
della reputazione delle istituzioni accademiche di cui alcuni MMTs
fanno parte. Il contributo Italiano alla tradizione eterodossa non è
stato e ancora non è secondo a quello di nessun altro paese, quindi
ci si aspetterebbe che gli economisti stranieri con scarsa conoscenza
della situazione Italiana che vogliano entrare nel dibattito Italiano
cerchino in primo luogo di mettersi in contatto con i loro colleghi
locali, ad esempio, qui.
Fare altrimenti suonerebbe come un neocolonialismo anglosassone o una
missione Evangelica Americana di educazione di persone meno dotate,
una missione per fortuna confinata nella irrilevanza politica (per
non parlare di quella culturale).
Le cose sono cambiate nel frattempo. Stephanie Kelton ha mostrato grande comprensione per noi, e credo che il suo sentimento sia condiviso anche dagli altri MMTs. Stiamo pensando di partecipare a un evento insieme a Roma, durante la sua visita in Italia (con Auerbach e Mosler). Ma anche se poi non saremo in grado di organizzarlo, il fatto stesso di aver provato è molto incoraggiante.
[1
settembre 2012: purtroppo Barnard , mi han riferito, ha tratto da
questo occasione per ulteriori insulti. Speriamo che Kelton e gli altri si dissocino pubblicamente da questi atteggiamenti di Barnard,
ripetiamo, non per noi, ma per la dignità delle istituzioni a cui
appartengono, e anche per i molti che in Italia seguono Barnard
e che hanno diritto (e molti lo chiedono apertamente) ai frutti che
potrebbero nascere da un dialogo aperto e alla pari tra economisti MMTs ed economisti eterodossi Italiani.
[3] In un vecchio paper, che cito in Cesaratto (2012), Kregel avverte che gli IDE sono una pericolosa forma di debito estero.
[4] Ho trovato particolarmente opportuno il riferimento di
Ramanan,
nella discussione di uno dei miei post, al caso del Messico del 2008,
che illustra bene un caso tipico di un paese con piena sovranità
monetaria che deve ricorrere al FMI e accettare le sue condizioni al
fine di evitare una crisi del tasso di cambio. Egli respinge la tesi
che "con una valuta a cambio flessibile ci saranno sempre
acquirenti [della moneta] a un certo prezzo", in quanto alla
fine "diventerebbe estremamente redditizio per alcuni
comprare merci dal Messico" A questo Ramanan ribatte che
"se fosse così non ci sarebbe stato alcun bisogno per il
Messico di rivolgersi al FMI. Ora si può partire a sostenere che la
banca centrale non ha utilizzato questa enorme linea di credito ma è
la disponibilità di questa linea di credito che ha dato fiducia ai
mercati valutari. In questo caso il FMI ha aiutato, ma non è
obbligato a intervenire ogni volta. E ogni volta che si verificano
questi eventi, la domanda
interna deve cedere per stabilizzare il debito estero. Non si può
semplicemente dire che c'è un prezzo e il mercato si regola
e questa è la fine della storia. Una caduta del cambio è in grado
di stabilizzare temporaneamente, ma questo nell'attesa di un qualcosa
che accada, come un intervento. Ora, se la banca centrale non
reagisce, si potrebbe creare un ulteriore deflusso di fondi che
deprezzerà ulteriormente la valuta. Anche le banche - soprattutto -
hanno passività in valuta estera e un flusso in uscita può
accrescere queste passività,
con la svalutazione che arriva alle banche le quali finiranno con
l'avere dei problemi a rinnovare i loro debiti. E' per
questo motivo che il Messico ha utilizzato le
swap lines della Fed. In altre circostanze, c'è la
vendita delle
riserve, con assunzione di passività in valuta estera da parte del
governo, ecc, per aiutare il funzionamento del mercato
valutario. Se quello che pensate fosse vero, non ci sarebbe stato
alcun bisogno per il Messico di rivolgersi al FMI. Purtroppo questa è
roba di pura fantasia. C'è una vasta letteratura su come la crescita
delle nazioni è legata al vincolo della bilancia dei pagamenti e la
'moderna teoria monetaria' appare improvvisamente come il Magic
Pudding Economico!" L'Italia, un Paese leader
industrializzato, in una situazione simile nel 1975 fu costretta a
rivolgersi a un prestito ufficiale della Germania (che il cancelliere
socialdemocratico Schmidt concesse utilizzando espressioni
sgradevoli sull'Italia).
[5] In questa nota vorrei essere conciliante ed evitare
sarcasmi, ma queste risposte mi ricordano la frase che Rousseau
attribuì a Maria Antonietta: « Enfin
je me rappelai le pis-aller d’une grande princesse à qui l’on
disait que les paysans n’avaient pas de pain, et qui répondit :
Qu’ils mangent de la brioch». Purtroppo, come le
brioches di Maria Antonietta, né un cospicuo aiuto ufficiale, né un
FMI progressista, né degli IDE democratici che distribuiscano o
reinvestano i profitti nel paese ospitante, né regimi di cambio
fisso di successo sono lì per aiutarti.
[6] Il punto di vista
particolare della MMT è stato riconosciuto da "Lord
Keynes": "La MMT funzionerebbe molto bene per (1) gli
Stati Uniti, (2) i paesi con forti surplus commerciali (ad esempio,
Germania e Giappone), ( 3) quei paesi che sembrano incorrere in
perpetui disavanzi delle partite correnti, ma attirano un sacco di
capitale straniero (ad esempio, l'Australia), e (4) anche l'Eurozona,
se fosse opportunamente riformata con un'unione a livello di politica
di bilancio, sarebbe in grado di conseguire la piena occupazione
tramite delle politiche in stile MMT. In breve, per la maggior parte
del mondo occidentale ha certamente senso, e può essere considerata
solo una forma più radicale di economia di piena occupazione
Keynesiana. Questo è il motivo per cui i Post Keynesiani, nel
complesso, sono abbastanza ricettivi nei suoi confronti.” A
questo Ramanan ha risposto che "per la maggior parte dei
paesi occidentali" è inesatto: "La maggior parte
dei paesi occidentali comprende la Spagna, che ovviamente ha dei
vincoli. Voi ragazzi incorrete sempre in degli eccessi per dimostrare
un punto sbagliato". È interessante notare che Dan
Kervick ha aggiunto:"Secondo i principi
neo-chartalisti, la portata della capacità di un paese di generare
domanda per la sua valuta sarebbe determinata dalla portata del suo
potere impositivo. Se il Ducato di Grand Fenwick può imporre e
riscuotere con successo una tassa pagabile in Fennies, allora può
correttamente creare la domanda di Fennies all'interno del suo paese
e tra il suo stesso popolo. Ciò non significa che possa creare la
domanda di Fennies in Indonesia semplicemente imponendo la tassa sui
Grand Fenwickians". E Bruce ha detto: "La MMT non è
la pillola magica in grado di trasformare un paese carente di vitali
competenze scientifiche e lavorative in una nazione ricca"
(non credo che queste persone siano Trolls
, anche se preferirei di gran lunga che tutti utilizzassero il loro
nome proprio, in particolare gli accademici, che non hanno problemi
di privacy professionale). Tutte le citazioni da qui.
[7] L'intervento diretto della BCE per sostenere i debiti
pubblici dei paesi periferici non competitivi dell'Eurozona è un
surrogato dei trasferimenti fiscali, come allude Wray
in una discussione con Ramanan (che, ovviamente, è pienamente
d'accordo): "'trasferimento' è la parola sbagliata. Zio Sam
emette la moneta e non deve ridurre il reddito in uno Stato per
aumentarlo altrove. ... Se avessimo una torta economica fissa allora
staremmo trasferendo in termini reali vera
ricchezza alle regioni povere. Ma nemmeno questo è
vero, perché al di fuori della seconda guerra mondiale non
abbiamo mai operato con continuità a un livello che si avvicini al
massimo della capacità". In altre parole, sarebbe
equivalente se, usando la stessa formulazione della MMT, un
funzionario di Bruxelles "scrivesse un assegno" (creando
un deposito presso la BCE) finanziando dei "trasferimenti
fiscali", o se la BCE acquistasse direttamente il debito
pubblico dei paesi in deficit (per un chiarimento del punto di vista
MMT vedere Lavoie).
[8] Così la presentazione della mia tesi fornita da Wray
è piuttosto ingiusta: "Come discusso al GLF di
recente, Sergio Cessaratto [sic] (e altri) pensano che abbiamo
sbagliato - la nostra pretesa è 'falsa'. La MMT non è utile per
aiutare a capire la crisi. Non è una crisi monetaria sovrana, si
tratta di una crisi della bilancia dei pagamenti. Non hanno ancora
spiegato perché il South Dakota o l'Alabama o il Mississippi non
subiscono lo stesso destino della Grecia." E' proprio perché
la Grecia non è il South Dakota, che il paese sta subendo questo
destino.
DIBATTITO MMT/ETERODOSSI:
LA FALSA VITTORIA DELLA MMT di Sergio Cesaratto
MMT E L'EURO: GLI SQUILIBRI DELLE PARTITE CORRENTI SONO RESPONSABILI DEL DISASTRO DELL'EURO? di Randalla Wray
Replica a Wray - Parte 2 (di Sergio Cesaratto)
Come, da profano dell'economia, mi era sembrato di dedurre dal dibattito, la posizione degli economisti italiani è attaccabile nel momento in cui si afferma che la crisi dell'EZ è esclusivamente crisi da bilancia dei pagamenti; allo stesso modo la posizione degli economisti MMT è attaccabile nel momento in cui affermano che la medesima è esclusivamente crisi da mancanza di moneta Fiat nazionale. E se influissero entrambe le cose in percentuale diversa? e se magari in Spagna ed Irlanda forse influisce più la prima mentre nel resto dei casi è più determinante la seconda?
RispondiEliminaPoco cambia: la soluzione è la medesima.
dibattito stimolante e che sembra tendere verso una convergenza: il ritorno alla moneta sovrana (nazionale!!) è condizione necessaria. Utile è attuare altre "condizioni" per migliorare, monitorare e gestire la bilancia dei pagamenti. Nessuno ora potrà negare che la MMT non sia una teoria economica quantomeno interessante e condivisibile in molti punti (come lo stesso Cesaratto ha affermato in più di una occasione. La mmt non ha inventato niente? va bene, chissenefrega, io ho conosciuto certi concetti economici con questo brand ed a loro faccio riferimento!!). Allo stesso modo Cesaratto individua una criticità che probabilmente la MMT ha sottovalutato.
Dalla sua analisi si deduce che la MMT non è teoria salvastati a prescindere causa bilancia dei pagamenti. Mi viene da osservare tuttavia che uno stato povero, pur non risolvendo i suoi problemi con la moneta FIAT sicuramente si troverebbe in una situazione migliore che se legasse la propria moneta a tasso fisso con quella di uno stato più ricco. Magari, grazie alla spesa a deficit e senza vincoli sul debito pubblico potrebbe anche provare a sopperire i suoi problemi strutturali. Vedete altrimenti soluzioni migliori? Per cui mi sento di dire che la MMT (o teorie newpostkeynesiane o come cazzo preferiamo chiamarle!!) pur non essendo economia salvastati è comunque la soluzione migliore che si possa adottare.
Grazie e ciao!!
Perchè, MMT considera un dilemma che :
Eliminaa)- lo Stato prenda denaro a prestito dai Chigi o Fugger o Rothschild (.....),
oppure :
b)- lo Stato gestisca in maniera monopolistica la produzione ed emissione di moneta ?
Scusate il ritardo, ma praticamente in questi due giorni tra scuola che avanza e famiglia che non resta indietro non ho avuto un attimo di pace ...
RispondiEliminaMario, ti farei due appunti: gli eterodossi dicono che l'"origine" della crisi sta negli squilibri della bilancia dei pagamenti...il che è diverso dal dire che è "solo" una crisi da bilancia dei pagamenti. Infatti dicono che il debito da privato si trasforma in pubblico, e nessuno nega l'assurdità del rifiuto dell'Europa di finanziare i deficit di bilancio tramite banca centrale.
Inoltre, quello che si sostiene è proprio che uno stato povero potrebbe doversi trovare "costretto" a fissare il cambio...e che quindi il vincolo estero alle politiche di crescita è purtroppo una realtà.
Ma in sostanza, concordo con la tua posizione. Alla fine il nome o la paternità di una teoria conta poco per noi, mentre quello che conta davvero è che chi ha le competenze per farlo si metta a disposizione dell'interesse generale in un dibattito aperto, e fruttoso.
Questa polemica mi sta provocando tanto dispiacere/disappunto, perché mi pare assurdo che in Italia si tengano manifestazioni di economia con migliaia di persone e gli Italiani non siano invitati come relatori, che non ci sia la capacità di apprezzare il loro lavoro di ricerca e divulgazione in Italia (OLtre l'Austerità, dove lo mettiamo?), e questo non tanto per dare soddisfazione a loro, ma perché una vera forza di rinascita deve venire dall'interno del paese e gli economisti Italiani devono essere naturalmente i nostri i punti di riferimento, dato che non gli manca né la consapevolezza e né la competenza.
Quanto a Neri...scusa, forse manco di lucidità, ma non riesco a cogliere il senso del tuo intervento...
mario volpi dice :
Elimina«allo stesso modo la posizione degli economisti MMT è attaccabile nel momento in cui affermano che la medesima è esclusivamente crisi da mancanza di moneta Fiat nazionale ... ... ... Mi viene da osservare tuttavia che uno stato povero, pur non risolvendo i suoi problemi con la moneta FIAT sicuramente si troverebbe in una situazione migliore che se legasse la propria moneta a tasso fisso con quella di uno stato più ricco ...»
Non so niente di MMT (e poco di economia).
Da quanto sopra ho creduto di capire che una delle ipotesi fondanti della MMT sia la moneta fiat nazionale (ad. es. il Giappone : pieno controllo della sua moneta) contro il caso dell'Italia (moneta fiat ma NON nazionale : approvvigionamento sui mercati finanziari).
E' una richiesta di delucidazioni.
Certo, sì, l'ipotesi fondante della MMt è la sovranità della moneta, che essendo oramai a corso forzoso inconvertibile (fiat), può essere emessa in quantità sufficiente e a stimolare l'economia per raggiungere la piena occupazione.
EliminaSi discute appunto sull'esistenza del vincolo esterno legato ai conti con l'estero da mantenere in equilibrio.
Ciao Carmen,
RispondiEliminacredo che entrambe la fazioni abbiano un pò smussato la loro posizione ed enfatizzato quella degli altri per poterle criticare meglio; non ho tempo di ricercare le fonti ma quando gli italiani criticano la MMT affermano che la crisi non è dettata esclusivamente dalla mancanza di moneta Fiat (anche se mi sembra, e dico mi sembra, che all'inizio hanno affermato che fosse crisi da bilancia dei pagamenti). Wray fa la stessa cosa: quando deve rispondere alle critiche degli economisti italiani dice che la bilancia dei pagamenti è importante ma non è la sola causa della crisi ma su questa incide più la mancanza di moneta fiat (anche se mi sembra, e dico mi sembra, che all'inizio affermasse fosse soltanto crisi da moneta Fiat). Spero di essere stato chiaro.. Cmq, aldilà del dibattito tra economisti ciò che a mio giudizio conta è rendere più persone consapevoli della situazione e delle soluzioni: bisogna fare opera di informazione e divulgazione tra le persone, organizzare incontri etc; bisogna rivolgere lo sguardo verso il basso (la gente) e non verso l'alto (economisti italiani o stranieri, giornalisti, Barnard etc). Questo è il nostro compito ed è ciò che è nelle nostre corde!!! dobbiamo rendere l'economia "masticabile" ai più!!!
C'è un punto fondamentale nel fare questo: l'uscita dall'euro, se subita e non guidata o coordinata può fare veramente male!! cambierebbe tutto!! potrebbe dare ragione a coloro che ne amplificano i costi ed i drammi!! anche questo punto è importantissimo e deve essere comunicato alla gente; infatti in nel secondo caso le responsabilità verrebbero addossate a coloro che ne illustravano i benefici (economisti italiani, mmtiers etc) quando invece dovrebbero gravare sui politici che non sono stati in grado di leggere la situazione!! ripeto: l'uscita dall'euro potrebbe portare i vantaggi evidenziati da MMT ed economisti italiani solo se guidata ed attuata dal governo italiano in determinati modi; mentre se subita e compiuta in modo disordinato da politici incompetenti potrebbero verificarsi le situazioni illustrate dai neoliberisti, monetaristi etc!!!! e verremmo schiacciati e diffamati!!! è un punto fondamentale da comunicare!!!!