04/09/12

Il deficit di democrazia fa danni come il debito




Il debito pubblico, in questo momento storico, coinvolge in tutti i Paesi occidentali il problema della “democrazia”. Ai cittadini sconcertati e impauriti dalle continue e contraddittorie dichiarazioni e decisioni sul debito pubblico, sull'influenza che quello degli altri Paesi può avere sul nostro, sui comportamenti altalenanti dei mercati, si pone drammaticamente ora un problema ancor più grave e finora sottovalutato. 

Ovvero se debbano essere ridiscussi completamente la democrazia come sistema e i diritti dei cittadini, le loro disuguaglianze, le caratteristiche della società in cui sono destinati a vivere. Il debito pubblico è invece un problema che riguarda soprattutto i suoi creditori, i cui interessi molto spesso, e in questo frangente quasi mai, non coincidono con quelli dei cittadini. L'equilibrio tra debito e democrazia è peraltro assai difficilmente raggiungibile. Ed è per questa ragione che quando il mercato del debito diventa despota quell'equilibrio viene infranto, a tutto danno della stragrande maggioranza dei cittadini, ed a vantaggio di quell'uno o poco più per cento che “si mangia” quasi tutta la ricchezza nazionale.


Il sistema democratico non è quasi mai riuscito a imporsi poiché si è sempre scontrato con l'ostacolo del potere economico, potere che anche nell'antica Roma, maestra del diritto, era quello smisurato di un'aristocrazia latifondista, la quale vedeva nella democrazia un nemico frontale. Il mercato oggi più che mai condiziona i governi ed è lo strumento dell'unico vero potere, che fa sì che il sistema democratico assomigli sempre più ad un governo dei ricchi. 

Tutto questo spiega non solo la corruzione delle élite, ma le angosce e le inquietudini del resto dei cittadini, storditi da dichiarazioni sempre più contraddittorie che riguardano la crisi, la quasi fine della crisi stessa, ma un futuro sempre più incerto dove dominano ricette di crescita arbitrarie e che paiono a legittimazione di coloro che detengono il potere, più che vere soluzioni.

Mentre i cittadini in un frastornante processo kafkiano si sentono colpevoli, non è chiaro di quale misfatto e restano in ansia, in attesa di un verdetto, senza conoscere né le regole né i giudici che pronunceranno la sentenza.

Mi bastan tre esempi. Il primo concerne l'andamento altalenante dello spread e delle borse, condizionato dalle valutazioni delle non meglio qualificate opache agenzie di rating, tra cui Moody's che nel giro di poco tempo è passata dal declassare l'Italia all'esaltarne il Governo, anche se in quei pochi giorni nulla era cambiato.

Il secondo ha come oggetto il governatore della Bce nei suoi tentativi di arginare la speculazione, che non pare peraltro la priorità di nessun governo europeo. Mario Draghi è stato accusato brutalmente dall'autorevole economista tedesco Manfred Neumann di perseguire un'arrogante politica che mette in pericolo l'esplosione di un'inflazione, pari a quella di cui soffrì la Repubblica di Weimar e di confondere quindi la politica con l'esclusiva funzione monetaria della Bce.

E che dire infine della recente uscita di Mitt Romney, che propone di legare il dollaro al Gold standard, cioè a quel sistema che giustamente John Maynard Keynes bollava come una "reliquia barbara"?

Insomma, il problema che assilla l'umanità in questo momento è solo uno e si chiama: denaro. Il denaro che ha i suoi riflessi non solo sul debito pubblico, ma sulla vita decente dei cittadini, vittime sempre più della disoccupazione, della sottovalutazione dei loro diritti, mentre cercano di avere speranze di vita migliore, e sono invece colpiti e commissariati da una speculazione che, aiutata anche nella tecnologia, gioca solo sul brevissimo termine. E così produce ricchezza il più velocemente possibile e impone ad altri quelle procedure di austerità che finora hanno giovato, con l'aiuto dei governi, solo alle banche e alle grandi istituzioni finanziarie. 

L'asserzione ripetuta dovunque è che non vi è alternativa all'austerity e con l'aiuto quasi indiscriminato dei media quelle asserzioni sono riuscite a trasformare la crisi delle banche, che avevano temerariamente giocato sulla speculazione, nella crisi del "welfare state", dando così ai governi la chance di rimodificarlo a uso e consumo del capitale finanziario. Ma il potere del denaro ha provocato, oltre che uno scoraggiante e devastante decadimento delle élite, un assopimento totale della legalità. Il disastro che è avvenuto con le falsità dei dati forniti nel Libor avrebbe in altri tempi provocato uno sgomento. Ora questo sembra solo uno dei modi di operare del sistema, tant'è che le reazioni dei banchieri colpevoli, che hanno fornito i dati falsi, è che tutto ciò non sarebbe né illegale né criminale. Identica assuefazione ha declassato l'avidità, che pur secondo San Paolo era "radice di tutti i mali", a male minore dell'attuale società. Infatti la reazione morale del pubblico americano agli enormi bonus dei manager di Wall Street (ma non solo) non è stata, secondo Micael Sandel, filosofo di Harvard, l'indignata ribellione alla esagerata avida remunerazione del manager, quanto invece il compenso per il fallimento delle imprese da loro gestite. È così che anche la morale ha preso l'aspetto di "morale del denaro".

Ma questa insofferenza per la legalità si riscontra in quel che sta ora avvenendo negli Stati Uniti d'America. Dopo le pesanti recenti ammende inflitte dalla giustizia federale americana a Ing, a Standard Chartered e a Deutsche Bank, si è appreso mercoledì scorso che anche la Bank of Scotland è indagata per sostegno al terrorismo, per illegalità internazionali e per riciclaggio. Né fa più scandalo che anche grandi istituzioni finanziarie siano nel recentissimo passato state condannate a pesanti ammende, quali la Barclays, il Credit Suisse, i Lloyd's e Jp Morgan.

Il denaro (nelle sue varie vesti di speculazione, di debito pubblico, e di austerità) è ora purtroppo protagonista delle scadenze elettorali di varie democrazie, o di fine dei mandati dei governi tecnici. Queste scadenze inducono all'instabilità delle dichiarazioni, alle promesse e alle decisioni sovente contraddittorie, che hanno due esempi piuttosto clamorosi.

Il primo è l'ondivago e contraddittorio atteggiamento europeista della Cancelliera Angela Merkel, sia per quel che riguarda la Grecia, sia sulla tenuta dell'euro, e il suo futuro. Le strutture interne della democrazia tedesca dalla Corte Costituzionale al Parlamento, così come l'opinione pubblica, sono spaccate, e l'unico denominatore comune rimane il mito dell'austerity, soprattutto per gli altri, e ciò spiega l'atteggiamento della Merkel.

Il secondo clamoroso esempio è costituito dalle elezioni americane del prossimo novembre. Un lungo articolo sull'ultimo numero del New Yorker entra negli sconvolgenti dettagli dell'influenza che i contributi in denaro ai due candidati avranno sull'elezione del prossimo presidente, soprattutto dopo che, con la sentenza Citizen United del 2010, la Corte Suprema ha dato il via libera, senza limitazioni, ai contributi elettorali da parte delle grandi Corporation. La conclusione del lungo articolo, che riporta una dichiarazione di Bill Burton è: "una volta che il big business si rende conto che può comprare la Casa Bianca, voi dovete domandarvi quale sia il limite".

Non posso al termine che dichiarare che, a parer mio, non è urgente soltanto la lotta alla speculazione dei mercati finanziari, ma diventa urgentissima per la classe politica e le istituzioni una seria ridiscussione dei principi basilari della democrazia, dei rapporti fra i poteri dello Stato, dell'influenza diretta e indiretta delle lobby economiche. Altrimenti dovunque le prossime elezioni saranno inutili. Ma questa volta la discussione dovrà essere portata avanti anche dai cittadini nelle loro varie e diverse formazioni, perché è solo dalla loro volontà, e non da quella imposta dall'interno o dall'esterno, che si giocherà il destino della democrazia in Italia, in Europa e negli altri Paesi.

10 commenti:

  1. Buongiorno Carmen,

    quando ero verso la metà, ho pensato d'istinto : G.R., reduce da un lungo soggiorno su Marte, scrive un promemoria di sensazioni immediate avute al ritorno.

    Hai anche tu un'impressione di demagogia che pervade l'articolo ?

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  2. Senti, non seguo da vicino cosa fa e cosa scrive Guido Rossi, mi pare di ricordare anche altri articoli di denuncia...certo se un articolo così appare sul Sole 24 ore significa che una parte della società (anche quella imprenditoriale) Italiana comincia a svegliarsi. Speriamo.

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  3. "Il sistema democratico non è quasi mai riuscito a imporsi poiché si è sempre scontrato con l'ostacolo del potere economico"........
    ........"E così produce ricchezza il più velocemente possibile e impone ad altri quelle procedure di austerità che finora hanno giovato, con l'aiuto dei governi, solo alle banche e alle grandi istituzioni finanziarie."

    Caro Neri, Guido Rossi, sarà anche un grande demagogo, ma ha detto delle verità cristalline e solari, che solo gente squallida e venduta tipo Monti, Passera, Fornero, Draghi, ecc.......non diranno mai e poi mai. Figuriamoci, loro i servi degli Oligarchi........

    Ti riporto un articolo illuminante sulla falsa democrazia che ci vuole imporre questa indecente Europa, un vero e proprio potere Totalitario e Autoritario, un vero e proprio IV Reich:

    "MES, l’Europa ha varato la novella istituzione hitleriana
    di NEREO VILLA

    La creazione del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), o MESF (Meccanismo Europeo di Stabilità Finanziaria), o ESM (European Stability Mechanism), è l’ultimo approdo alla dittatura. Il 12 settembre sembra che la Germania debba firmarne la ratifica. Se dovesse farlo, la rovina sarà irrecuperabile. Perché? Dal documento “Entwurf Für Einen vertrag Zur Einrichtung Des Europäischen Stabilitätsmechanismus” del MES risulta che, in base alla crisi dell’euro e dell’UE, si sta pianificando una nuova legge fondamentale in base alla quale si richiederanno agli Stati 700 miliardi di euro. Sorgono alcune domande: perché proprio 700 miliardi? Da dove viene questa somma? Chi l’ha calcolata?
    Gli Stati membri del MES, cioè dell’UE – detta dai tedeschi “Die Schuldenunion”, “l’Unione del debito” – si impegnano in modo “incondizionato ed irrevocabile” (“bedingungslos und unwiderruflich”) “a pagare qualsiasi somma richiesta a 7 giorni dalla richiesta”. Ma cosa significa “irrevocabile”? Nel caso ci fosse un nuovo parlamento che volesse opporsi non lo potrebbe fare! Oltretutto nell’art. 10 del documento è scritto che i dirigenti del MES possono cambiare (“ändern”) a piacimento la somma autorizzata, cosa che fa pensare che quei 700 miliardi sarebbero solo l’inizio, dato che i redattori del documento possono, secondo esso, chiedere sempre di più e senza limiti, rendendo gli Stati in costante dovere rispetto al MES.
    Il MES avrà piena capacità legale e giudiziaria per la sua procedura (“Gerichtsverfahren”) di riscossione e godere di totale immunità (“Immunität”) per qualunque provvedimento giuridico. Ma come può un’istituzione incriminare senza essere incriminata se non è totalitaria? Su proprietà, fondi e attivo, i suoi redattori saranno “esonerati” (“befreit”), appunto, da ogni perquisizione, requisizione, confisca ed espropriazione di qualsiasi genere o pignoramento dovuto a provvedimenti esecutivi, giudiziari o legislativi. Immune davanti ai tribunali? Cosa sta arrivando allora, la novella istituzione hitleriana? "
    segue.......

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  4. ........continua:

    "Sì, perché anche i nostri governi, amministrazioni e leggi democratiche non avranno alcun diritto contro il MES, i cui membri e dirigenti di ogni livello saranno immuni da provvedimenti legali riguardo alle loro azioni e godranno di totale protezione dei loro documenti (Artikel 30: Immunität von Personen). Il MES dunque non risponderà davanti a nessuno! Documenti inviolabili significa che non li si può modificare, né addirittura leggere? Il MES è dunque una nuova autorità alla quale si dovranno trasferire fondi illimitati in 7 giorni dal momento in cui lo chiedono. Essa potrà incriminarci ma noi (ed alcuna legge o governo) le saremmo inermi, avendo essa l’immunità. Gli Stati dell’UE stanno dunque subordinandosi ad un’istituzione nemmeno eletta. È questo il futuro, la nuova Europa, la nuova UE? Un’Europa senza democrazia? È questo che vogliamo, appoggiando Mario Monti? Sembra proprio di sì. In altre parole, quando Monti aprirà la botola del MES – dopo che i nostri politici, tutti, ci hanno messo il cappio al collo con l’euro e con l’UE, e dopo che Napolitano lo ha stretto negli anni pian piano, facendo passare tutte le leggi fino a consegnarci con sotterfugi a Monti, uomo di fiducia dei creatori della crisi in combutta con ogni Governo del passato – tutti saremo intrappolati. Ma lo siamo già.
    Oggi la nuova chiesa è la banca e già dal 1992 – con Prodi della Goldman Sachs, e Tremonti, ospite del transatlantico Britannia, procedeva la sottomissione dell’Europa al Trattato di Maastricht, concepito per sottoporre le diverse nazioni ad una totale dittatura monetaristica al servizio degli interessi dei banchieri. Come mai Monti e tutta la sua masnada tengono così tanto a raggranellare più denaro possibile per pagare un debito pubblico truffaldino, se perfino il presidente del parlamento europeo ammette che l’euro è una truffa? E ancora: quand’è che Monti spiega agli italiani l’istituzione del MES prima che il MES sia approvato dalla Germania? Manca poco al 12 settembre 2012, data in cui delle due l’una: o si legalizzerà il MES oppure incomincerà a finire l’euro con tutta l’UE.
    Nella prima ipotesi si potrà con tale strumento colpire e distruggere immediatamente chi si ribella, così come avveniva nell’URSS? Cade il muro di Berlino e subito compare il muro di Maastricht! Evidentemente non siamo capaci di stare senza muri, dato che tutti i trattati firmati fino ad ora dai nostri signori politici hanno generato questo nuovo muro, così che mettere in moto lo strumento democratico referendario per chiedere agli italiani se vogliono tutto questo è ormai impossibile. Perché? Perché non tutti sanno che la costituzione italiana è finita, esautorata dal trattato di Lisbona firmato da D’Alema-Prodi e ratificato dal governo Berlusconi (giusto per far capire che sono tutti d’accordo, allo stesso modo). Chi, per esempio, sa che la costituzione del MES sarà la nostra vera costituzione? Chi sa della richiesta di Monti di raddoppiare il finanziamento italiano pro MES per avere credibilità nell’UE, ossia 125 miliardi x 2? Mentre toglie gli aiuti ai comuni terremotati, che dovranno arrangiarsi da soli, e spinge i cittadini a fare assicurazioni private per i danni da catastrofi ambientali, questo servitore delle banche non fa che incrementare le tasche delle banche.
    Chi sa queste cose e omette di dirle condanna tutti orwellianamente a lavorare come schiavi per i banchieri e per gli Stati. E questo sta già avvenendo. Monti, sapendosi potentissimo in quanto appoggiato da tutti i politici denominati appunto dal poeta Pound “camerieri dei banchieri”, lo dice addirittura apertamente: l’UE è un ente a favore degli interessi materiali delle élites americane di banchieri e multinazionali!"

    Fonte: http://www.lindipendenza.com/mes-villa/

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  5. Sì, capisco che il mio punto di vista è limitato. Probabilmente manicheo.
    Un articolo che si lagna o si preoccupa della caduta libera della democrazia nei paesi dell'euro, diventa ai miei occhi poco credibile.
    A meno che l'estensore si ricordi di dire con estrema chiarezza che il passo preliminare indispensabile per cercare di invertire la rotta è uscire dall'euro senza se e senza ma.

    Neri

    ps G.R. cita sei volte la parola denaro e neanche una volta la parola euro

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  6. "... o si legalizzerà il MES oppure incomincerà a finire l’euro con tutta l’UE."
    Io tifo per la seconda ipotesi.
    Riguardo all'articolo di Guido Rossi posso solo dire che forse qualcuno comincia a svegliarsi. Che il centro focale del benessere di un popolo stia nella qualità della democrazia, a me pare di un'evidenza pazzesca. Solo un popolo colto e dotato di reale potere decisionale e di controllo sui suoi governanti, può dirsi libero. Il resto è barzelletta. MMT o qualsivoglia politica Keynesiana gestita con gli attuali sistemi di "democrazia rappresentativa" non sortiranno alcun effetto positivo. Prima va preparato il terreno, poi si semina.

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  7. "l’UE è un ente a favore degli interessi materiali delle élites americane di banchieri e multinazionali!"
    Quì il giornalista Nereo Villa, riprende un post di Claudia Messora:
    Monti e gli interessi delle lobby americane
    Link: http://www.byoblu.com/post/2012/02/23/Monti-fa-gli-interessi-delle-lobby-americane.aspx
    Si dice che la matematica non sia un’opinione. Eppure, quando conviene, la logica viene messa da parte con una facilità disarmante. Per esempio, provate a contraddire il seguente ragionamento lapalissiano, se vi riesce.
    IPOTESI
    La Commissione Trilaterale è un organismo privato nato per tutelare gli interessi delle aziende americane, in special modo quelle grandi, che ovviamente hanno più peso specifico, superando i limiti intrinseci imposti dai lunghi iter burocratici delle democrazie (vedi nota 1).
    I suoi membri dunque, e in special modo le sue più alte cariche, sono devotamente dedicati al perseguimento degli interessi di cui al punto 1 (dall'inglese "Committed", vedi nota 2).
    Mario Monti è stato fino al mese scorso il responsabile dell’area europea della Commissione Trilaterale, con il compito preciso di realizzare l’integrazione europea (lo dicono loro, non lo dico io).
    Mario Monti, durante la conferenza stampa all’ambasciata italiana negli Usa, lo scorso 13 febbraio, afferma: “Le imprese americane, soprattutto le grandi, sono state sempre tra i fattori di spinta dell’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale”.

    segue......

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  8. .....continua:

    TESI
    Se le lobby americane (formate dalle grandi aziende) hanno sempre spinto per l’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale, e attraverso il loro organismo di lobbying (la Commissione Trilaterale) hanno posto Mario Monti per anni a capo del progetto di integrazione europea (ruolo ricoperto fino al mese scorso), ne consegue che Mario Monti, con il suo incedere a passo di marcia verso l’integrazione europea economica e politica, sta perseguendo il vantaggio materiale delle grandi aziende americane. Vi è chiaro o devo riformulare? Monti sta inequivocabilmente facendo gli interessi delle élite americane. Su questo blog non è certo una novità assoluta, ma quella frase pronunciata da Monti all'ambasciata italiana di Washington rende il ragionamento piuttosto evidente.
    Resta solo da stabilire se questo interesse possa eventualmente, e in quale misura, coincidere con gli interessi degli italiani, ma per accertare questo punto sarebbe necessario un ampio dibattito pubblico. Dibattito che non c’è stato né mai ci sarà. In ogni caso, un presidente del Consiglio italiano deve avere come unica finalità, inderogabilmente, gli interessi degli italiani, non quello delle organizzazioni private straniere.
    Perché Mario Monti si lascia sfuggire queste candide e plateali ammissioni? Perché innanzitutto lui non distingue tra gli obiettivi particolaristici dei gruppi di potere che difende e quelli di una democrazia perlomeno nominale. Nella sua morale personale, assume che gli interessi dei forti debbano essere anche gli interessi dei deboli, dunque dal suo punto di vista non vi è nulla di male nel farsi mero esecutore dei suoi incarichi. Il principio di autodeterminazione di un popolo, con il suo processo di formazione di principi e obiettivi dal basso, non gli appartiene. Del resto la sua organizzazione è nata proprio per superare questo modello. Secondariamente, sa che in una società anestetizzata dai media, dove la maggior parte dei cittadini vive in apnea (e anche questa strategia è parte integrante della visione della Commissione Trilaterale), le sue parole passeranno in larga misura inosservate. Lui deve convincere i mercati, i think tank, le lobby, non i popoli. Il problema, semmai, è che i popoli glielo lasciano fare.
    note:
    [1] Leggere le conclusioni del rapporto "The Crisis of Democracy", il primo rapporto della Commissione Trilaterale sulla crisi della democrazia.
    [2] Da: http://www.trilateral.org/go.cfm?do=Page.View&pid=11 , dove fino al mese scorso campeggiava la foto di Mario Monti come chairman:
    "I membri europei della Commissione Trilaterale, oltre al loro impegno nella Commissione, sono anche "committed" (devotamente dedicati) al perseguimento del processo di unificazione europea. L'idea di un'Europa in via di unificazione che gioca un ruolo via via più ampio sul palcoscenico globale è stata un'idea fondamentale nella Commissione Trilaterale fin dall'inizio."

    Dico io: Abbiamo il super-massone Gold-Monti messo al governo, "devotamente dedicato" agli interessi degli oligarchi!!!! Del resto l’ex di Goldman Sachs, il banchiere Claudio Costamagna, disse tronfio e sprezzante alla trasmissione Matrix: “l’euro l’abbiamo voluto noi!!! Chiaro!!!!”

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  9. Mi rifiuto di leggere articolo di g.r. che parlano di democrazia!

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    1. Sì, forse chi dice così ha ragione, ma a me a dire il vero poco importa che tutti i puntini stiano sulle giuste "i" - non ho detto che non me ne importa, ho detto che me ne importa "poco" in relazione al fatto che il messaggio di cui stiamo parlando è sostanzialmente corretto.

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