15/09/12

Moderna Titanomachia Europea: PARTE B – Il cenno di Draghi agli Euro-lealisti

Yanis Varoufakis: le illusioni degli Eurolealisti nella grande battaglia tra Titani in corso. 


L'8 agosto 2012 il Presidente della BCE ha riconosciuto che la zona euro era a uno stadio avanzato di disintegrazione e, nello stesso tempo, ha promesso di fare il necessario per porvi fine. Il 6 settembre è arrivato l'annuncio dell'OMT, che molti commentatori vedono come un punto di svolta. Mentre la maggior parte degli osservatori riconoscono che non può servire come arma per vincere la guerra contro la crisi, l'OMT ha dato tuttavia agli Euro-lealisti la possibilità di sostenere che, in fin dei conti, l'Europa ha trovato il modo di risolvere le sue crisi. Il fatto che l'annuncio OMT si sia sovrapposto, con un saggio tempismo, con l'importante documento pubblicato dalla Commissione europea sulla formazione di un'unione bancaria corretta e, anche, con l'accettazione forzata da parte della Corte Costituzionale tedesca del diritto del MES di esistere, ha consentito un sospiro di sollievo collettivo dell'area Euro-lealista.


Ai fini di, come si suol dire, dare una informazione completa, queste righe sono scritte da un euro-critico, anche se sicuramente non un Euro-clasta (si veda la Parte A per la distinzione). Dico questo perché uno potrebbe essere giustificato a pensare che, da Euro-critico, ho tutto l'interesse a vedere Mr Draghi, Mr Baroso e il resto dei nostri leaders europei, fallire nella ricerca di una soluzione, in base all'assunto che le politiche che hanno attuato fino ad ora non sono state riviste o modificate. Da parte mia, tutto quello che posso fare è cercare di guardare la nuova situazione senza pregiudizi e con uno sguardo analitico e pulito. Quindi, osserviamo la situazione che la zona euro si trova ad affrontare: gli Euro-lealisti hanno avuto conferme?

La posizione Euro-lealista era che, in tempo utile, l'Europa sarebbe stata all'altezza della situazione e avrebbe creato le istituzioni necessarie al superamento della crisi che minaccia l'euro. Quali sono le istituzioni minime necessarie per ottenere questo risultato? Penso che siamo tutti d'accordo che sono tre: in primo luogo, un'unione bancaria corretta. In secondo luogo, un intermediario del debito pubblico dei diversi stati membri che impedisca una svendita delle loro obbligazioni. In terzo luogo, una strategia per affrontare la carenza globale di investimenti e gli squilibri interni (di investimenti, flussi di capitali e commercio) - quello che mi piace chiamare un meccanismo di riciclaggio del Surplus. La zona euro è ora più vicina a ottenere queste tre istituzioni, e averle funzionanti, prima che la crisi la mandi completamente in rovina dalle fondamenta?

Sull'ultima delle tre istituzioni mancanti (il meccanismo di riciclaggio del Surplus), c'è poco da dire, tranne che osservare che non è nemmeno all'ordine del giorno. E' molto istruttivo, e triste, che, nel caso per esempio della Grecia, la Banca Europea per gli Investimenti, invece di essere il pilastro di tutti i tentativi tesi ad aiutare a crescere un'economia al collasso sociale, sia stata neutralizzata dalla crisi fiscale e bancaria in corso. Mentre la Grecia ha 12 miliardi di € in sospeso da Bruxelles (fondi strutturali non spesi per il periodo 2007-2012), la Commissione Europea sta convogliando solo 1,44 miliardi alla BEI per investimenti in Grecia. Senza piani per una strategia pan-europea di investimenti centrata nella BEI, la crescita e le prospettive di riequilibrio appaiono molto deboli.

Per quanto riguarda la Banking Union, abbiamo uno scontro tra titani. Mentre scrivo queste righe infuria una nuova Titanomachia tra i banchieri tedeschi, irremovibili contro ogni serio controllo da parte della BCE, e la Commissione, che ha pubblicato uno splendido documento su come dovrebbe trasformarsi il sistema bancario europeo nel giro di pochi anni. La Titanomachia in questione non è visibile ad occhio nudo né il suo risultato è prevedibile. Come ho scritto altrove, il Ministero delle Finanze tedesco sta adottando il linguaggio di un'unione bancaria, al fine di negarne la sostanza. Questo non è di buon auspicio per un'unione bancaria che abbia successo nel suo principale compito: separare la crisi bancaria dalla crisi del debito sovrano nella periferia dell'eurozona.

Passiamo ora all'altra istituzione che è conditio sine qua non per uscire dalla crisi: come finanziare i paesi colpiti, Italia e Spagna i più significativi, catturati nelle grinfie di un Gold Standard postmoderno e non in grado di autofinanziarsi, in una fase di profonda recessione. Che cosa sarebbe necessario per porre fine a questo? Qualunque istituzione venga creata, deve essere centrata sulla BCE e deve trovare un modo per aggirare la clausola di non salvataggio, pietra miliare della BCE. Nella nostra modesta proposta, Stuart Holland ed io abbiamo delineato un modo semplice di farlo: la BCE agisca come un intermediario tra gli stati membri e i mercati finanziari, prendendo in prestito a loro nome a dei prezzi convenienti - e organizzi un meccanismo credibile di rimborso da parte dei governi nazionali, in modo da garantire che la BCE non ha bisogno di monetizzare il loro debito (sia sul mercato primario che sul secondario). L'unico argomento serio contro questa proposta, che ho incontrato tra i politici, era che questo darebbe alla BCE un ruolo che nessun altra banca centrale ha mai avuto. La Germania, a quanto pare, è desiderosa di garantire che la BCE si astenga dal Banking centrale 'innovativo'. La nostra proposta li ha colpiti come troppo innovativa, in un momento in cui l'innovazione minima era un imperativo politico.

L'unica altra alternativa seria in discussione al momento era quella di dare al ESM-EFSF una licenza bancaria, permettendo così di potenziare a leva i suoi prestiti agli stati membri mediante il bilancio della BCE. Mi sono opposto a questa idea perché ho ritenuto la struttura stessa del MSE-EFSF tossica (specialmente quando le ricapitalizzazioni bancarie aggiungono nuovi debiti ai governi che finanziano il EFSF-ESM, e che potrebbero avere necessità di essere finanziati da queste ultime). Potenziare a leva un fondo tossico non rientra nella nostra idea di buona politica. Eppure, la Federal Reserve, il governo francese, e forse la maggioranza dei paesi periferici dell'Eurozona speravano segretamente che il ESM-EFSF avrebbe ottenuto la licenza bancaria. Beh, non è successo. Eppure, la 'soluzione' finale di Draghi, il suo OMT, ci va molto vicino.

Con un ESM-EFSF-turbo sovralimentato dalla BCE, il fondo di salvataggio della zona euro prenderebbe in prestito diciamo 5 euro per ogni euro finanziato dai governi, al fine di concedere prestiti ai paesi come l'Italia e la Spagna, sotto strette condizionalità del FMI-troika-e simili, naturalmente. Questa scelta è stata considerata politicamente, e anche moralmente, inaccettabile da Angela Merkel, dalla Corte costituzionale tedesca, dall'opinione pubblica tedesca ecc Quindi, cosa farà di diverso il OMT? Non molto, secondo Gavyn Davies. Ecco l'argomento di Davies:

Con l'OMT di Draghi, la Spagna dovrà sottoporsi a un rigoroso programma di aggiustamento fiscale controllato dal FMI-troika. Una volta che il programma sia stato approvato, il MES-EFSF presterà denaro alla Spagna direttamente (es. acquisto di obbligazioni Spagnole nel mercato primario), mentre la BCE accenderà le sue macchine da stampa digitali per creare il denaro con cui acquisterà molte più obbligazioni spagnole 'di seconda mano' (ad una scadenza che non superi i 3 anni) nel mercato secondario.

Benché Gavyn Davies colga il punto, penso che ci sia una differenza importante tra l'idea di un ESM-EFSF potenziato a leva dalla BCE e l'OMT. Sotto l'OMT, l'ESM-EFSF avrà più limiti sulla quantità di nuovi titoli che si possono acquistare (dato che il suo finanziamento è rigidamente circoscritto). Ciò significa che Mr Draghi dovrà stampare molti più soldi da indirizzare verso il mercato secondario per mantenere bassi i tassi d'interesse spagnoli. In realtà, il suo OMT è una versione meno efficiente del modello ESM-EFSF BCE-turbo. Il significato politico è che la BCE dovrà affrontare più critiche del necessario dalla Bundesbank per ottenere la stessa compressione dei differenziali dei tassi di interesse nell'ambito della zona euro (perché sarà necessario stampare più soldi per ottenere lo stesso effetto che avrebbe avuto un ESM -EFSF a leva BCE). Tuttavia, ad essere onesti, Mr Draghi può ben rispondere che il merito del OMT è che, a differenza del piano ESM-EFSF a leva BCE, è stato possibile farlo accettare al sistema politico tedesco. In sostanza, l'accettazione politica a breve termine in Germania, è stata conquistata al costo di una maggiore opposizione a lungo termine della stessa Germania per le operazioni della BCE, un argomento in sintonia con l'analisi di Wolfgang Munchau.

Sia come sia, rimane la questione di quanto sia efficace il sistema OMT nel fornire un vero e proprio "intermediario del debito pubblico dei diversi stati membri che impedisca una corsa alla svendita delle loro obbligazioni". Tutto dipende dal fatto se i partecipanti al mercato dei titoli daranno un'occhiata e decideranno che non è conveniente scommettere contro la sua integrità. Gli speculatori scommetteranno qualche miliardo sul fatto che "acquisti di obbligazioni non specificati' significa qualcosa di diverso da" acquisti di obbligazioni illimitati "? Vorranno forse scommettere che, alla fine, la Bundesbank vincerà la partita contro Draghi, e gli tirerà via il tappeto da sotto i piedi? Dipenderà anche da ciò che significa il OMT per i paesi che si trovano già nelle grinfie dei programmi della troika. La BCE acquisterà bond irlandesi, greci e portoghesi nei mercati secondari? Gli spread che la BCE propone per ogni stato membro saranno uguali? In caso contrario, cos'è che determinerà, e su quali basi, la differenza tra questi spread obiettivo? La stessa BCE? I leader politici europei? E' possibile immaginare che un paese come la Grecia venga trasformato in una specie di Kosovo (un protettorato con l'euro come moneta unica, ma senza uno stato funzionante, un settore bancario abbandonato a se stesso e una società sfiduciata guidata dalla mafia, la cui unica esportazione è la sua gente più il turismo) mentre l'OMT salverà con successo la Spagna e l'Italia?


Gli Euro-lealisti probabilmente risponderanno che è troppo presto per essere negativi sull'OMT di Draghi. Che questo è solo un passo nella direzione di un'unione fiscale, dell'Europa federale; come elemento di prova la recente coraggiosa dichiarazione di Mr Baroso. La loro unica preoccupazione è che il successo dell'OMT, anche l'esuberanza che il suo annuncio ha causato, allevi la pressione sui governi per mantenerli sulla retta via, aumentando così la prospettiva di un rapporto negativo della troika che, a sua volta, costringerebbe la BCE a ritirare la sua assistenza OMT a detto stato membro; a quel punto quest'ultimo si troverebbe ad affrontare una seria prospettiva di espulsione dalla zona euro, quindi di nuovo nel fango, con le parole di Draghi, del "rischio convertibilità", (l'eufemismo coniato per la disintegrazione dell'Euzone). Eppure, gli Euro-lealisti sperano che, prima che un tale cul-de-sac sia raggiunto, i piani di Mr Baroso per la federazione della zona euro saranno così avanzati che le forze centrifughe saranno oramai addomesticate.



In sintesi, l'Europa è attualmente nelle strette di una spietata Titanomachia. In un angolo, le banche tedesche sono impegnate con tutta la forza possibile ad evitare un'unione bancaria vera e propria. Sono unite con la Bundesbank, decisa a mantenere le sue prerogative, minando gli sforzi di Draghi di monetizzare parte dei debiti di Spagna e Italia, in modo da comprimere i differenziali dei tassi di interesse tra il centro e la periferia che garantiscono il fallimento della moneta comune e del singolo mercato. All'altro angolo abbiamo la signora Merkel, Mr Hollande e Mr Baroso che hanno stretto un'alleanza di convenienza a sostegno di Draghi. Per il momento stanno tenendo a bada i banchieri tedeschi (banche private più la Bundesbank). Ma il loro più grande nemico è silenzioso, sinistro e sta lavorando in maniera sotterranea, minando alle fondamenta la zona euro. Chi è il nemico? La logica inesorabile della disintegrazione, profondamente insita nella macrodinamica recessiva dell'austerità.


 

PARTE C – Lincubo degli Euro-critici: l'Europa continua a disintegrarsi nonostante l'OMT di Draghi (in arrivo)


4 commenti:

  1. Molto ben scritti gli articoli di Yanis Varoufakis tanto che anche un mongoloide totalmente digiuno di conoscenze dei meccanismi economici come il sottoscritto riesce a seguirli e li legge con interesse fino in fondo.

    Ringrazio la blogger per averli pubblicati.


    P.S. Pure qui é spuntato il Bagnai. Madonna ma quello é peggio del prezzemolo, si infila dappertutto :-)

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    1. Sì, Varoufakis è molto bravo, lo pubblico spesso...e così anche Bagnai, che per di più è italiano e non va tradotto...;)

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    2. Vero anche Bagnai é bravissimo ad argomentare e tradotto non va perchè scrive in italiano ma contrastato andrebbe.

      I suoi ragionamenti sono rigorosissimi come le dimostrazioni matematiche (e lo dico senza ironia). Peccato che parta da premesse o forse meglio dire assunzioni sbagliate (secondo me ovviamente).

      A me sembra un novello John Wayne: divide l'Eurpa solo in buoni (e solo vittime,da lui chiamati stati della periferia) e cattivi (da lui chiamati stati del centro).
      La realtè anche qualla storica che ha portato all integrazione europea ha avuto ed ha anche lati più sfumati ma altrettanto importanti nella determinazione del processo.

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    3. I ragionamenti sono rigorosi e portano a delle deduzioni. Non si parte da delle premesse in base alle quali si fanno i ragionamenti.
      Insomma non faccio la stessa lettura che fai tu delle argomentazioni di Bagnai. Sarebbe troppo ingenuo, come dici tu, dividere l'Europa in paesi buoni e paesi cattivi (non siamo all'asilo). Ci sono paesi che si sono rinforzati dall'entrata nella moneta comune, e altri che ne sono stati impoveriti. Questi sono fatti. Chi conosce l'economia sa che le unioni monetarie favoriscono i paesi forti. Lo sbaglio (o il crimine) della nostra classe politica è stato quello di pensare che sottoponendolo a un vincolo esterno il nostro paese sarebbe stato costretto a modernizzarsi e competere. Come buttare in acqua una persona che non sa nuotare per costringerla a farlo. Terapia ridicola se non, appunto, criminale. Ogni modernizzazione va fatta gradualmente, con forza e determinazione, e sviluppando un rapporto di fiducia con i cittadini. L'Italia ha purtroppo una classe politica da sempre inadeguata, ed è solo la capacità e l'intraprendenza degli italiani che sinora ci ha salvato. Adesso il rischio - molto grosso - è la chiusura delle nostre imprese e la svendita agli stranieri - processo già in corso. L'austerità che predicano non ci porta da qualche altra parte, ma proprio lì. Lo dicono i maggiori economisti come De Grauwe, Krugman, lo riconosce il Financial Times, e l'Economist, lo dicono persino gli studi riservati del FMI, mah...

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