14/03/13

La morte lenta delle imprese italiane per credit crunch

Sul Telegraph Ambrose Evans Pritchard rilancia l'allarme sulla crisi delle nostre imprese, e degli altri paesi del ClubMed....


The Telegraph - Gli imprenditori Italiani hanno lanciato l'allarme sull'emergenza credito per le imprese, che a migliaia sono a corto di finanziamenti e minacciano di cadere nella più profonda depressione. 
 
Confindustria, l'associazione degli industriali, ha dichiarato che il 29% delle imprese italiane non può far fronte alle spese di esercizio ed è in crisi di liquidità. E' in corso una "terza fase del credit crunch" che ripete gli shock del 2008-2009 e del 2011.

Secondo una ricerca condotta da Confindustria, l'economia risulta intrappolata in un circolo vizioso, in cui le banche sono troppo in crisi per fare prestiti, e fanno cadere nel baratro sempre più imprese. Ci sono migliaia di fallimenti ogni giorno.



Franco Bernabé, il capo di Telecom Italia, ha fatto eco agli allarmi, lamentando che le imprese stanno letteralmente "morendo per mancanza di liquidità". Egli ha invitato la Banca d'Italia a prendere provvedimenti più radicali per scongiurare il disastro. "L'economia italiana è in fase di strangolamento. Il paese deve intervenire rapidamente per iniettare fondi nell'economia", ha dichiarato.

Fulvio Conti, responsabile del gruppo energetico Enel, ha esortato Roma a dare un immediato ristoro all'economia pagando i 48 miliardi di € di arretrati che lo Stato deve alle imprese, sostenendo che questo può essere fatto senza violare le norme comunitarie del deficit. Ciò equivarrebbe a uno stimolo fiscale dell'1.5% del PIL.

In Italia i ritardi nei pagamenti sono diventati un problema cronico a tutti i livelli, con 47 mila denunce ufficiali lo scorso anno. Il gruppo di ricerca della Cgia di Mestre ha detto che la metà delle piccole imprese non riesce pagare il proprio personale nei tempi stabiliti.

Gli appelli all'azione giungono mentre un nuovo rapporto di Standard & Poor avverte che i tassi di default in Europa hanno raggiunto il livello più alto dall'inizio della crisi globale del 2009, con la maggior parte del massacro concentrato nel blocco del Club Med.

S&P ha detto che il tasso di default per i bond italiani non-investment grade è salito lo scorso anno al 9.5% rispetto al 5.7% del 2012, come le banche locali hanno chiuso il rubinetto dei finanziamenti. E' stato anche peggio in Spagna, dove si è raddoppiato al 14.3%.

Il tasso di insolvenza in Francia è salito vertiginosamente dallo 0.8% all' 8.7%, ultima di una valanga di cattive notizie che provengono dal paese, mentre gli effetti ritardati dell'aumento della pressione fiscale, dei tagli alle spese e dell'euro forte mostrano i loro peggiori effetti. Gran Bretagna e Germania si oppongono al trend, in lieve flessione al 5.4% e al 4.4%.

A Roma, l'effetto combinato di una stretta creditizia in peggioramento e della paralisi politica sta diventando un cocktail pericoloso, con il rischio di rivolte sociali che cresce col trascinarsi dei mesi. Gli analisti ritengono improbabile che in questo clima economico nuove elezioni possano risolvere qualcosa.

La Spagna ha ancora un governo stabile, ma il tasso di disoccupazione è già al 26% e i licenziamenti si susseguono a un ritmo allarmante. Gli specialisti del lavoro AML Afi-Asempleo dicono che nei primi tre mesi di quest'anno l'economia avrebbe bruciato 300.000 posti di lavoro. Il numero degli occupati sulla forza lavoro in Spagna si sta riducendo così rapidamente che il sistema di sicurezza sociale sta esaurendo i contributi.

Crescono di giorno in giorno le richieste di nuove misure di espansione monetaria da parte della Banca Centrale Europea. Christine Lagarde, capo del Fondo Monetario Internazionale, ha detto che la banca ha ancora un certo margine per "tagliare ulteriormente i tassi".

Nouriel Roubini ha detto che la BCE è a rischio di fare "troppo poco, troppo tardi", avvertendo che la banca non può starsene in disparte, mentre il resto del mondo interviene per deprezzare le proprie valute. "L'euro dovrebbe essere svalutato di un 10, 20 o anche 30% per ripristinare la competitività della periferia", ha detto alla CNN.

Pier Carlo Padoan, capo economista dell'OCSE, ha invitato Bruxelles a rallentare il ritmo della stretta fiscale. "Devono tener conto della situazione economica, che si sta deteriorando", ha dichiarato.

La crisi del credito in Italia e in Spagna si è approfondita nonostante il forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato, da quando il governatore della BCE Mario Draghi ha promesso di fare "tutto il necessario" per sostenere i due paesi.

E' stato fatto poco o niente a sostegno a quei settori dell'economia che hanno più bisogno di fondi. Anche le imprese italiane e spagnole più forti devono pagare oltre 200 punti base più dei rivali tedeschi per raccogliere fondi, un handicap che rende ancora più difficile per i paesi del Club Med colmare il divario economico Nord-Sud.

10 commenti:

  1. Eugenio Bravetti14 mar 2013, 09:12:00

    Tutta la struttura dell'euro è stata concepita a tavolino molti anni fa per portarci dove siamo. Chi ha voluto e spinto per questo era consapevole fin dall'inizio dei risultati, per questo non hanno scusanti e devono essere considerati come i criminali nazisti...direi molto molto peggio

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  2. Grazie 48, e grazie Eugenio, diffondo gli appelli pur sapendo che la situazione è marcia alla radice, che va bonificata nel profondo andando alle cause - che le piccole tattiche di sopravvivenza sono in definitiva inutili... eppure la disperazione è tanta e così palpabile che sembra comunque urgente chiedere anche un filo di aria un più!
    Metterò l'esauriente commento di 48 in un apposito post sotto all'appello (tanto sei d'accordo, vero?), perché chi è sensibile a questa disperazione faccia anche luce sulle cause profonde per aggiustare il tiro!

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  3. L'atteggiamento di Confindustri rispetto alla crisi resta per me incomprensibile (forse per ingenuità). Ha accettato passivamente la politica anti-economica di Monti senza alcuna seria e credibile azione di contrasto enessuna azione di contro proposizione. Che chiedano i pagamenti arretrati della PA è giusto e doveroso, ma come fanno a non vedere che l'imbuto di tutto è Bruxelles? Come fanno a non vedere che le politiche europee, anche in presenza di una PA più efficiente, comunque avranno come risultato la distruzione del sistema industriale nazionale? Perchè non esercitano una vigorosa azione di contrasto a livello europe? Il che non vuol dire "uscire dall'euro", ma almeno pretendere interventi vigorosi anti-ciclichi da parte di TUTTI? Sembra che aspettino la fine inevitabile fra lamenti e autocommiserazione... che gran casino il nostro paerse !!!!

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    1. E a proposito dell'appello di Mr. TELECOM alla banca centrale per fare affluire liquidità alle imprese...
      Quello che è sicuro è che TELECOM non ha problemi di liquidità, ma che in media paga un fornitore dopo oltre 200 giorni. E non è l'unica grande impresa a farlo.

      Ecco spiegato perché in Confindustria si parla di pagamenti dalla PA e non di pagamenti tra imprese private e forse anche perché il dr.Bernabè chiede al governatore di darsi da fare per fare arrivare liquidità alle imprese.

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    1. Sembra che i profitti delle banche italiane derivino al 97% dall'attività con la clientela di privati e imprese: raccolta, finanziamenti e servizi bancari e pochissimo da attività di trading e di investment banking. Come dice Fabio Bolognini sul suo blog. E ancora:

      "Le banche stanno fronteggiando ancora una redditività insufficiente (ricordo che con tassi così bassi i profitti bancari sono al minimo), una crescita inarrestabile dei rischi (sofferenze e crediti deteriorati), nuove pressioni per fare accantonamenti superiori e rafforzare ancora il capitale. In questa situazione non c'è più spazio verso il sistema imprese - le piccole in particolare - che ha portato quasi 90 miliardi di sofferenze nella pancia delle banche...

      Insomma mi pare che il problema, più che nelle banche, stia nell'orribile contesto...

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  5. a me continua a sembrare una presa e ripresa per il culo....tutti sanno tutti dicono ma nessuno fa una emerita cippa .....intanto il paese affonda ......tutto questo a chi giova? a qualcuno sicuro.....i politici? sono collusi altrimenti le contromisure le avrebbero prese da anni ......meditate gente meditate....ma la verita' e' che non cambiera' un cazzo e noi continueremo a formulare accuse , proporre rimedi ....che nessuno attuera' mai !!!!!!!!!!!!!!!!!

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  6. D'accordo con Carmen. La banche italiane sono tra le poche in europa impegnate massivamente verso l'econoia reale, imprese e famiglie. Per 100 che hanno di depositi, attualmente prestano 120-130, di piu' non ce la fanno.

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