30/12/13

Sapir: La signora Merkel e i suoi “contratti”

Un agguerrito Jacques Sapir commenta gli esiti del recente vertice europeo (di cui avevamo già letto qualche giorno fa). Vista l'impossibilità di una "Europa federale" (che sarebbe necessaria per la sostenibilità dell'euro, ma che nessuno vuole – tantomeno la Germania) ora il governo tedesco tenta di costruire un sistema parallelo di "contratti" per continuare a trarre vantaggi dalla moneta unica scaricandone i costi sui partner.
(Lo vogliamo ricordare, insieme a Sapir: il governo tedesco sta solo facendo legittimamente i propri interessi. Noi dovremmo solo trarne le legittime conseguenze.)




di Jacques Sapir 25 dicembre 2013

È caratteristico, anzi a dire il vero sintomatico, che la signora Merkel, cancelliera ora alla testa di un governo cosiddetto di "grande coalizione" in Germania, lo scorso 19 dicembre abbia potuto dichiarare, senza provocare particolare scandalo nella stampa che si occupa di euro, che "Presto o tardi, senza la coesione necessaria, la moneta esploderà [1]". Di primo acchito, questa dichiarazione è assolutamente corretta. Senza "coesione", sarebbe a dire senza un sistema di trasferimenti fiscali di notevole peso, l'euro è impraticabile. Lo sappiamo, e il calcolo di quanto si dovrebbe spendere per il funzionamento di un sistema federale è già stato fatto da diversi autori. Per parte mia ho stimato che la Germania dovrebbe fornire una cifra tra l'8 e il 10% del suo PIL [2]. È perfettamente chiaro che la Germania non lo può fare senza distruggere il suo "modello" economico e, da questo punto di vista, pretendere che la Germania dimostri una "solidarietà" verso i paesi dell'Europa del sud per un ammontare tra i 220 e i 232 miliardi di euro all'anno (a prezzi del 2010) equivale a domandarle di suicidarsi [3].


Ma la cosa veramente interessante è il seguito di questa dichiarazione. La signora Merkel, perfettamente consapevole che i paesi dell'Eurozona sono riluttanti ad ulteriori cessioni della sovranità, propone dunque dei "contratti" tra questi ultimi e la Germania. A conti fatti ciò porterà a costruire, al fianco delle esistenti istituzioni europee, un altro sistema istituzionale i cui contratti avranno valore legale per i tedeschi, e i vari paesi saranno legati alla Germania in modo vincolante. Capiamo bene l'interesse dietro una tale formula. La signora Merkel non si culla in alcuna illusione su un presunto "popolo europeo". Sa benissimo ciò che pensa la Corte Costituzionale Tedesca a Karlsruhe, che a tal proposito è stata molto chiara nella sua sentenza del 30 giugno 2009 [4]. È fondamentale capire che, per la corte di Karlsruhe, l'UE resta un'organizzazione internazionale entro gli scopi per cui è stata creata, per cui gli Stati rimangono i padroni dei trattati [5]. Da questo punto di vista è chiaro che la Germania non condivide affatto, e continuerà a non condividere nel prossimo futuro, le fumose visioni di un "federalismo" europeo. Per i leader tedeschi, mancando un "popolo" europeo il che è ovvio data l'idea germanica di cosa sia un "popolo" non può esistere uno Stato sovranazionale. Per contro, l'Unione Europea e l'Eurozona possono esercitare un potere derivato. Ma da questo punto di vista la Germania stessa lo può fare altrettanto bene. Ed è questo il senso dei "contratti" proposti dalla signora Merkel ai suoi partner. In cambio di una garanzia di sovranità poiché voi avrete "liberamente" accettato i "contratti" v'impegnate a rispettare certe regole vincolanti entro una struttura di contratti che vi lega alla Germania.

La questione dell'unione bancaria, appena annunciata con gran squilli di tromba, conferma tale approccio. Nell'autunno del 2012 i paesi del sud dell'Eurozona, insieme alla Francia, avevano ottenuto che il principio della "unione bancaria" dovesse essere allo stesso tempo quello di un meccanismo di sorveglianza e regolazione delle banche dell'Eurozona, ma anche quello di un meccanismo che garantisse la gestione concertata delle crisi bancarie. L'inchiostro ha fatto appena in tempo a seccarsi sul contratto che la Germania ha fatto di tutto per svuotarlo di ogni sostanza. E, non c'è bisogno di dirlo, ha raggiunto il suo scopo. L'accordo, che è stato firmato nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 2013, e che è stato salutato da alcuni come "un passo decisivo per l'Euro" [6], non ha stabilito essenzialmente nulla [7]. Il meccanismo di supervisione riguarda solamente 128 delle 6000 banche che si contano nell'Eurozona. Quanto al fondo per la risoluzione delle crisi, non raggiungerà la somma di 60 miliardi, somma già ridicolmente piccola, che nel... 2026!

Cosa possiamo concludere da tutto ciò?

In primo luogo, è del tutto vano continuare a riporre una qualsiasi speranza in una Europa "realmente" federale, ed è profondamente fuorviante ostinarsi a presentare questa possibilità come un'alternativa al funzionamento attuale dell'UE. Si tratta solo di discorsi profondamente menzogneri, che non possono fare altro che contribuire a spingerci ancora più a fondo in questo disastro. Non ci sarà nessuna Europa federale perché in realtà nessuno la vuole davvero e nessuno è disposto a farla. Quindi contrapporre una "prospettiva federale" che è puramente ipotetica, e per dirla tutta è meno probabile dello sbarco dei marziani – alla situazione attuale non ha più alcun senso, se non quello di ingannare la gente e fargli prendere lucciole per lanterne! Il sogno federalista si è rivelato un incubo. Conviene svegliarsi.

In secondo luogo, la Germania è perfettamente consapevole che una prospettiva federale è indispensabile per la sopravvivenza dell'euro, ma essa stessa non vuole – e la possiamo perfettamente capire – pagarne il costo. Quindi tutto ciò che propone ai suoi partner sono dei "contratti" che li portano a sostenere la totalità dei costi d'aggiustamento necessari per la sopravvivenza dell'euro, mentre essa sola trarrà profitti dalla moneta unica. Ma tali "contratti" non faranno altro che spingere l'Europa del sud e la Francia verso una recessione storica dalla quale questi paesi usciranno socialmente e industrialmente triturati. Accettare questi contratti significherebbe una morte rapida per la Francia e per i paesi dell'Europa del sud. Laurent Faibis e Olivier Passet hanno appena pubblicato su Les Échos un articolo che tutti farebbero bene a leggere con attenzione [8]. L'articolo spiega perché dall'euro non può beneficiare che un solo paese, che si è stabilito alla cima della catena industriale, e perché invece di mettere l'euro al servizio dell'economia si sta sacrificando l'economia per l'euro. Questa situazione diventerebbe cronica se per disgrazia dovessimo avere un governo che accetta di passare sotto le forche caudine dei "contratti" della signora Merkel.

Terza cosa, dobbiamo capire il "non detto", ciò che è implicito nelle dichiarazioni della signora Merkel. Dal momento che un'Europa federale non è possibile, e non è nemmeno concepibile dal punto di vista tedesco, se non nel senso di un "allineamento" che significa solo accettare la totalità delle condizioni tedesche, allora vuol dire che la Germania è  di fatto già pronta ad elaborare il lutto dell'euro. La signora Merkel vorrebbe fare di questa alternativa una minaccia per costringerci ad accettare l'idea dei "contratti". Al contrario, noi la dobbiamo prendere in parola e proporre quanto prima lo smantellamento dell'Eurozona. Ma, per fare questo, ci vorrà un altro governo, un altro Primo Ministro, rispetto a quelli che abbiamo.

Le dichiarazioni della signora Merkel sono per certi versi inaudite. Per la prima volta forse dal 1945, un leader tedesco espone così crudamente il progetto di dominazione dell'Europa da parte della Germania. Ma queste stesse dichiarazioni hanno tuttavia l'immenso pregio di gettare una vivida luce sulla nostra situazione. Non dobbiamo obbedire alla signora Merkel, ma prenderla in parola e dire che, del suo euro, non ne vogliamo più sapere!


[1] P. Ricard, Le Monde, 21/12/2013/ URL : http://www.lemonde.fr/acces restreint/europe/article/2013/12/21/6d68659e68686cc594676269619671_4338534_3214.html

[2] J. Sapir, « Le coût du fédéralisme dans la zone Euro », in RussEurope, 10 novembre 2012, http://russeurope.hypotheses.org/453  
   E qui la traduzione di vocidallestero

[3] Patrick Artus, « La solidarité avec les autres pays de la zone euro est-elle incompatible avec la stratégie fondamentale de l’Allemagne : rester compétitive au niveau mondial ? La réponse est oui », NATIXIS, Flash-Économie, n°508, 17 juillet 2012.

[4] http://etoile.touteleurope.eu/index.php/post/2009/07/02/Karlsruhe-%3A-le-peuple-europeen-nexiste-pas

[5] M-L Basilien-Gainche, L’ALLEMAGNE ET L’EUROPE. REMARQUES SUR LA DECISION DE LA COUR CONSTITUTIONNELLE FEDERALE RELATIVE AU  TRAITE DE LISBONNE, CERI-CNRS, novembre 2009, http://www.sciencespo.fr/ceri/sites/sciencespo.fr.ceri/files/art_mbg.pdf

[6] Voir le ridicule et trompeur éditorial « Union bancaire : un bon accord qui corrige les failles de la zone euro » in Le Monde, du 19 décembre 2013. URL : http://www.lemonde.fr/idees/article/2013/12/19/un-bon-accord-qui-corrige-les-failles-de-la-zone-euro_4337259_3232.html

[7] D. Plihon, « Union bancaire: une réforme en trompe l’œil » , La Tribune, 23 décembre 2013, http://www.latribune.fr/opinions/tribunes/20131223trib000802542/union-bancaire-une-reforme-en-trompe-l-oeil.html

[8] L. Faibis et O. Passet, « L’euro pour tous et chacun pour soi : le nouveau débat interdit »,  Les Échos, 23 décembre 2013, http://m.lesechos.fr/idees-et-debats/le-point-de-vue-de/l-euro-pour-tous-et-chacun-pour-soi-le-nouveau-debat-interdit-0203193619902.htm
 

14 commenti:

  1. Stavo ascoltando l'intervento del Prof.Cesare Pozzi a Pescara e poi con Barra Caracciolo http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=qWFjkvh63UM ,nel quale spiega quanto sarebbe difficile l'uscita dall'euro con una filiera industriale oramai devastata dall'euro.Una classe dirigente politica e industriale cieca e incapace ci ha gettato dentro l'inferno e ora non abbiamo una classe dirigente capace di prendere coscienza della realtà e in grado di traghettarci verso il nuovo mondo. Usciremo da questo pantano solo dopo enormi sacrifici.Poi leggo il tuo post e le scempiaggini della Merkel sono così vecchie e inutili quanto lo sono i nostri politici.Dentro o fuori sarà dramma comunque.Forse ha ragione Borghi Aquilini:la libertà,comunque non ha prezzo. Claudio

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    1. c'e' una differenza netta: ora abbiamo ancora il saper fare ed una struttura dell'istruzione ed universita' devastata ma ancora viva. Un' industria si' ridimensionata ma ancora strutturata in molti distretti. L'Italia e' stata seriamente ferita ma puo' ancora sopravvivere. Tra un po' non si sa. Con l'uscita avremmo il senso del riappropriarsi del nostro destino, quella speranza che i nostri nonni dopo la guerra avevano. Ora c'e' solo la cupola dell'Europa che ci asfissia. Quando i giornalisti cialtroni scrivono libri "basta piangere" non vogliono comprendere questo, loro che la crisi, al piu', la leggono sull'Ansa.

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    2. Si, Ciccio;è proprio così, comunque fuori da questo orrore!Ma come anche tu sottolinei il tempo è fondamentale! Intanto vedo i negozi del mio paese chiudere uno dopo l'altro ,vedo gente che chiede assistenza al Comune che soldi non ne ha,le prossime puntate fiscali saranno devastanti per tutti, mentre "loro" continuano a traccheggiare con Renzi o la Presidenza Europea tra sei mesi che nulla cambierà. Faccio tanti auguri a Carmen e a tutti i visitatori di questo utilissimo blog. Claudio.

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  2. Dici benissimo, Carmen: "Il governo tedesco sta solo facendo legittimamente i propri interessi. Noi dovremmo solo trarne le legittime conseguenze". Sono mesi che vado ripetendo a destra e a manca quanto siano superbamente competenti i tedeschi e abili nel tutelare i propri interessi. Sotto il profilo tecnico la mia ammirazione per loro è incondizionata, e altrettanto positivo è il mio giudizio dal punto di vista morale. I governanti tedeschi hanno l'obbligo etico di tutelate gli interessi del proprio popolo e ci riescono perché hanno ben studiato gli economisti della scuola austriaca, mentre tutti gli altri sono rimasti fermi a Keynes, nella migliore delle ipotesi, e a Milton Friedman. I governicchi dell'eurozona stanno sconsideratamente distruggendo i loro paesi. Ma non sono capaci di concludere altro. "Ce lo chiede l'Europa", è la loro giustificazione. Si tratta però di una vile menzogna. La verità nuda e cruda è che ce lo ordina Frau Merkel e noi non sappiamo far altro che sbattere i tacchi e dire: "Jawohl!".

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    1. A parte che il commento al post è di HenryTougha, ormai diventato autore di vocidallestero a tutti gli effetti...per quel che mi riguarda io sono senz'altro d'accordo a non scaricare le proprie responsabilità sulla Germania, perché nessuno ci obbligherebbe a subire inermi la sua strategia di conquista economico-finanziaria. Tuttavia, non sono così entusiasta del comportamento tedesco, non solo perché è anticooperativo con i partner di una unione che si sarebbe dovuta attenere al coordinamento delle politiche economiche, violando i trattati, come dimostrato ampiamente da Orizzonte48 e ribadito con forza nel suo ultimo post dal prof. Bagnai... Ma anche perché poi, alla fine, è la stessa Germania che ci perde, e lo va dicendo con grande autorevolezza lo stesso Werner Sinn ...figurati tu!

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    2. Che i governanti tedeschi abbiano l'obbligo etico di tutelare gli interessi del proprio popolo non ci piove. Che ci stiano riuscendo è discutibile.

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    3. @Mauro Poggi30/dic/2013 14:12:00

      Che i governanti tedeschi abbiano l'obbligo etico di tutelare gli interessi del proprio popolo non ci piove. Che ci stiano riuscendo è discutibile.

      Io direi invece che stanno riuscendo benissimo a.... spararsi sui loro piedi.
      Il problema piuttosto é che loro lo capiranno quando sarà troppo tardi.
      Da Ottone III in avanti coi tedeschi é sempre andata così.
      E la cosa mi spiace perchè hanno molte buone qualità.
      Purtroppo gli manca quella che consente loro di essere dei leader, perchè un leader non vessa ma coopta ed é in grado di utilizzare anche a suo vantaggio gli apparenti (secondo la sua visione) difetti altrui.
      Un esempio? Noi italiani. Secondo loro siamo anarcoidi. Vero, ma se giudicati da altra angolatura si potrebbe dire che siamo fantasiosi.
      E la fantasia cioé la capacità di ragionare fuori dagli schemi diventa , in certe occasioni, un vantaggio.
      Roma antica che leader era, queste cose le capiva. I tedeschi no e quindi, checchè ne dicano loro, sono inadatti alla guida di una unione di popoli diversi per temperamento, cultura e tradizioni.

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    4. D'accordo su tutto ma il problema è che nessun popolo si deve sentire "adatto" alla guida di una unione di popoli. La cooperazione tra popoli è la soluzione non la prevaricazione.

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    5. i tedesci ne tutelano gli interessi del proprio popolo, ne applicano politiche austriache.
      i tedesci fanno gli interessi di un Piccolo strato della popolazione che vive dal Export. secondo la bilancio commerciale tedesca il tedesco medio dovrebbe avere un salario 30-40% piu alto, ma Merkel non lo fa, perche sennò l'italiano medio invece di comprare un Kübelwagen tedesco compra fiat, alfa, Jeep, chrysler, dodge, Renault, toyota ecc ecc. Merkel ha persino paura di introdurre un salario minimo che si attiverà solamente nel 2017.
      le banche tedesce senza massici interventi statali, cioè politiche keynesiane sarbbero saltate in aria, senza contare tutti gli altri interventi statali qui e la.
      i tedesci fanno i bulli perche gentaglia come monti o letta glielo permettono, e siccome l'italiano medio e un idividualista e se ne frega altamente di stato e politica vencono fuori dei personaggi come Berlusconi, letta, monti ecc. naturalmento sono anche loro dei grandi indivdualisti e di consequenza fanno gli interessi loro e dello sciamo intorno a loro, poi fanno gli interessi del piu Europa e forse al ultimo posto viene il popolo italiano, ma tanto non c'e problema tanto il popolo italiano e individualista e se ne frega di stato e politica, fin quando riceve la fattura delle Tasse a colpi di hayekism.

      saluti paolo

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    6. Buongiorno a tutti e buon anno! Il mio punto di vista sui tedeschi, purtroppo, e' piu' pessimistico del vostro.. lo fondamentalmente temo che rispetto ai germanici del passato, questi sono animati, da un ulteriore sentimento di rivalsa per le sconfitte del secolo scorso...se .gia' al tempo di Hitler cercavano la rivincita, figuriamoci ora, e gli abbiamo servito su un piatto d'argento lo strumento per farlo.....non solo quindi penso che non fanno il proprio interesse economico, ma non lo cercano . sono in guerra per vincere, e gli piace l'altrui distruzione...e per questo sono persino pronti a fare ulteriori sacrifici pur di annientarci (e l'hanno anche detto! la diabolica creatura in gonnella ha detto che anche da loro devono fare le "riforme") . Quindi sara' impossibile che se ne possa mai ricavare qualcosa di buono, alla faccia dei fognatori... questi blog sono fondamentali per rafforzare la ns consapevolezza, e ci sara' magari una buona affermazione dei movimenti antieuro alle europee, ma occoreranno a mio avviso estese proteste di piazza per fargli passare la voglia di fognare(ai traditori). Solo dopo, penso, avranno il loro 8 settembre.....sara' l'aggravamento della crisi che ci dara' le giuste motivazioni... non l'avrei mai pensato di ragionare cosi', e dire che non sono certo un ventenne...comunque sull'esito finale sono ottimista....

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  3. Scusate l'ultra-OT :

    __ Per caso qualcuno ha conoscenze a Londra o sa dare un buon suggerimento su dove trovare un alloggio economico (una camera singola va benissimo) nella capitale britannica (per un periodo da marzo a ottobre)?
    (Non volevo andare totalmente alla cieca.) Scrivetemi a: enricotoffa88@gmail.com
    Grazie a chiunque mi potrà aiutare! __

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  4. Ma oramai l'hanno capito tutti che la situazione è insostenibile e l'unica via d'uscita è l'euro break up. Il problema è squisitamente politico poichè mi sembra di capire che dal punto di vista tecnico la querelle sia ampiamente rista. Il partito piú legittimato a governare (PD-Napolitano) ha investito tutta la propria credibilità sull'europa e l'euro. Ovviamente non puó a questo punto fare retromarcia e dire scusate abbiamo distrutto il Paese, ci siamo sbagliati, sarebbe un suicidio politico. Credo questo sia il vero costo della politica.
    Ma il costo ancora piú alto è il fatto che a questo punto la destra becera sarà ancora piú legittimata, perche assumerà sempre di piú posizioni antieuropee, anche se con diverse sfumature.
    Un disastro, si salvi chi puó!

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  5. Per i leader tedeschi, mancando un "popolo" europeo – il che è ovvio data l'idea germanica di cosa sia un "popolo" ..

    Ein volk, Ein Reich und Ein Fuhrer

    Sarà mica questa l'idea di 'popolo' per i tedeschi? :-)

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  6. Auguri Carmen, auguri Henry, auguri Malachia.

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