Dopo anni di austerità e recessione il segno "più" della crescita viene salutato in Spagna come un successo. Ma a guardarsi attorno lo spettacolo è desolante: la disoccupazione è diventata strutturale; più di un milione di spagnoli sono disoccupati da oltre tre anni e molti di loro non troveranno mai più un lavoro. RT riporta e commenta i dati.
30 maggio 2014
Oltre un milione di persone in Spagna - la quarta maggiore economia dell’eurozona - non hanno avuto un lavoro dal 2010, secondo un report dell’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo. Sebbene questo numero continui a crescere, il governo afferma di vedere la ripresa.
30 maggio 2014
Oltre un milione di persone in Spagna - la quarta maggiore economia dell’eurozona - non hanno avuto un lavoro dal 2010, secondo un report dell’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo. Sebbene questo numero continui a crescere, il governo afferma di vedere la ripresa.
I dati, pubblicati il 23 maggio, mostrano che la “disoccupazione di lunghissimo termine” nel paese è cresciuta di oltre il 500% dal 2007 ad oggi. Nel 2007 erano circa 250.000 gli spagnoli rimasti disoccupati dopo aver perso il lavoro da almeno tre anni. Questo numero ha raggiunto 1,27 milioni nel 2013, 234.000 in più rispetto al 2012.
In generale, la disoccupazione di lungo termine include i lavoratori disoccupati da oltre 27 settimane. Il recente studio mostra che questa categoria in Spagna si è trasformata in disoccupazione di lunghissimo termine, con centinaia di migliaia di persone senza lavoro da almeno tre anni, il che rappresenta più del 23% sul totale dei disoccupati in Spagna.
Il dato è molto più alto che in altri paesi della regione che si trovano allo stesso livello economico, ed un altro studio mostra che il 26% della popolazione spagnola dipende dai sussidi governativi - il dato più alto nell’UE, dopo la Grecia.
Tuttavia, i politici affermano che a metà del 2013 il paese è uscito da anni di recessione intermittente e che la situazione continua a migliorare. Il 29 maggio la Spagna ha riportato la più rapida crescita economica dal 2008, quando la decennale bolla immobiliare esplose e diede inizio alla crisi finanziaria.
Pur con milioni di persone che invano cercano un lavoro nella quarta maggiore economia dell’eurozona (dopo Germania, Francia e Italia), il Fondo Monetario Internazionale questa settimana ha detto che la ripresa del paese è arrivata e durerà. “La Spagna è uscita dall’angolo,” dichiara il report annuale del FMI.
All’inizio di quest’anno, il Ministro dell’Economia spagnolo Luis de Guindos ha detto al parlamento che nel 2013 l’economia aveva avuto la maggiore crescita che il paese avesse visto da sei anni. Un paio di mesi più tardi, uno studio della seconda maggiore banca spagnola, la BBVA, diceva che il tasso di disoccupazione impiegherà oltre un decennio per tornare ai livelli pre-crisi.
I disoccupati più anziani sono in una posizione peggiore rispetto ai giovani, che sono più flessibili e possono emigrare per cercare di trovare lavoro in altri paesi. Ma quelli che hanno famiglia ed impegni finanziari corrono il rischio di non riuscire mai più a trovare lavoro. Edward Hugh, economista britannico che vive in Spagna, ha detto allo Spain Report che la situazione è disastrosa: "Molte di queste persone sono ora ‘disoccupate strutturali’, e molti di quelli che hanno più di 50 anni non troveranno mai più lavoro. È un disastro nazionale," ha detto.
I nuovi, piccoli partiti spagnoli hanno guadagnato un numero relativamente elevato di voti alle ultime elezioni europee. Uno dei nuovi arrivati, il Podemos (“Possiamo”), ha ricevuto quasi l’8% dei voti, abbastanza per avere 5 seggi al Parlamento Europeo. Uno degli eletti del movimento ha detto allo Spain Report che “un urlo di protesta contro l’ingiustizia, i sogni infranti e il futuro senza speranza causato dall’attuale sistema economico” è nel cuore della base elettorale del nuovo partito.
Tra le migliaia di persone che sono scese in strada a protestare contro le misure di austerità in Spagna e contro la disoccupazione durante gli ultimi anni, vi sono ragazzi che hanno studiato scienze della tutela ambientale e ragazze con una laurea in architettura e scienza delle costruzioni, che si trovano nelle condizioni peggiori per poter trovare un lavoro. L’ultimo report mostra che i tassi di disoccupazione in questi settori sono i più alti, fino al 47%. I corsi di studio con tassi di disoccupazione minori per entrambi i generi sono quelli in matematica e statistica.
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