Continua la collaborazione al Blog! Veronica ci manda questo bell'articolo da EuroIntelligence: gli Eurocrati continuano a raccontarci le fiabe e a nascondere la realtà.
di Thomas Klau
4 marzo 2011
(traduzione di Veronica Ventura)
E' un risultato fantastico che la riforma dell'Unione Europea e dei suoi strumenti di governo sia stata condotta con uno spirito di compromesso invece che sull'onda di ribellioni o di guerre.
Stiamo pagando questo grande risultato di pace al prezzo di trucchi e inganni, che ancora una volta traspaiono dall'attuale tentativo di riformare il governo dell'eurozona.
Già la denominazione nasconde una trappola.
In superficie, infatti, la riforma serve ad assicurare l'attuazione di una buona politica economica.
Ma nelle fondamenta, essa tratta della ripartizione della sovranità su un tema centrale delle nostre democrazie.
Questo importante obiettivo politico dovrebbe essere una materia di vitale importanza per tutti i politici e di grande impegno per i cittadini.
Non dovrebbe essere lasciata né agli economisti né ai tecnocrati, che tendono a trattare la politica guidata dai risultati elettrorali, nello stesso modo in cui un puritano si approccerebbe ad una relazione sessuale.
L'attuale sforzo del vecchio continente per riscattare l'eurozona ignora tre fondamentali verità.
Innanzitutto, i governi continuano a sfuggire al fatto che la crisi del debito è un risultato della crisi del settore bancario europeo e che una rapida soluzione di questo problema sarebbe un'ottima condizione per risolvere anche il primo.
Inoltre, ciò di cui i leader europei si stanno attualmente preoccupando risulta essere una massa di processi ed accordi sovrapposti e ridicoli, che mancano di coerenza, di trasparenza e quindi sono di impossibile concreta applicazione.
Infine, il sistema continua ad essere basato sull'errato presupposto che sia possibile coordinare 17 differenti politiche nazionali sulla base di regole e sanzioni, cosa assolutamente falsa.
La prima di queste tre palesi negazioni della realtà è stata bersaglio di moltissime critiche; le altre due sono in gran parte sfuggite al giudizio dell'opinione pubblica, benché in entrambe sia evidente la mancanza di buonsenso.
Un Patto di Stabilità reso progressivamente sempre più complesso, il semestre Europeo, il patto per la competitività, l'Europa 2020, la pianificazione pluriennale rafforzata, il Meccanismo Europeo di gestione della crisi, il ruolo della Commissione Europea, il ruolo dei Capi di Governo e dei Ministri delle Finanze dell'Eurozona, il ruolo del Parlamento Europeo e dei Parlamenti Nazionali, un pizzico di Herman van Rompuy, una spolverata di Jean-Claude Juncker, un soffio di Olli Rehn - il sistema che ne viene fuori minaccia di diventare una tale confusa stratificazione di obiettivi, regole, sanzioni e procedimenti, una così confusa e caotica ripartizione di competenze e responsabilità da sfugguire alla comprensione di qualsiasi elettore o anche parlamentare che non si dedichi a tempo pieno allo studio di questa materia. La complessità portata a questi eccessi è anti-democratica, ed equivale alla garanzia che il sistema non funzionerà.
Il fallimento del tentativo di generare un mix politico soddisfacente è inevitabile, almeno fin quando la riforma continuerà ad essere basata sul presupposto terribilmente ingenuo che sia plausibile coordinare la macroeconomia, i bilanci, la politica sociale e fiscale di 17 e più paesi con prassi costituzionali, cicli politici, tradizioni e culture politiche differenti e divergenti.
Una disamina spassionata dell'esperienza di coordinamento all'interno dell'Unione Europea porta ad una semplice conclusione: é possibile coordinare differenti politiche nazionali per un limitato periodo di tempo per far fronte ad un'emergenza attraverso uno sforzo eccezionale e collettivo.
E' anche possibile definire una specifica linea di comportamento comune su una determinata materia (come, ad esempio, quale tipo di relazione mantenere con l'Iran).
É praticamente impossibile pretendere di coordinare un grande numero di politiche complesse e spesso divergenti su molte materie per un periodo di tempo indeterminato, tra Stati e Governi abbastanza potenti da ignorare, scavalcare o ridefinire gli accordi europei quando politicamente vengono messi all'angolo - ed è esattamente questa la grande e disperata impresa senza possibilità di realizzazione che ancora una volta gli euro-leaders propongono di intraprendere.
Per cogliere il livello di assurdità di quest'impresa, supponiamo che gli Stati che formano gli USA vdessero il proprio budget federale drasticammente ridotto, abolito il Tesoro, i poteri del Congresso e del Governo, e dovessero inventarsi un sistema che realizzase una sufficiente armonia tra le loro diverse macroeconomie e politiche di bilancio, utilizzando una serie di leggi adottate di comune accordo e sostenute da sanzioni.
Anche con una lingua comune e un diffuso dibattito su scala nazionale, il tentativo sarebbe destinato al fallimento fin dal principio.
Allora, perchè l'Europa continua a non voler vedere la realtà? La risposta è che non può sopportare di affrontarla. Se il coordinamento, le regole e le sanzioni, i procedimenti, gli accordi ed i meccanismi non riescono a dare un assetto valido alle politiche a lungo termine dell'Eurozona, allora la scelta alla fine dovrebbe essere tra l'abolizione dell'euro o la creazione di una completa struttura federale, con degli Eurobonds, una serie di politiche fondamentali, un budget europeo più ampio e flessibile, e così via.
Di certo questo non è il tipo di argomento che i leaders politici sono attualmente disposti a trattare in pubblico.
Quindi la classe politica vestirà di nuovi e sontuosi abiti il suo impero economico e organizzerà conferenze stampa durante le quali elogerà la sua meravigliosa e rinnovata bellezza.
Noi, il pubblico, avremo così l'occasione di rileggere le fiabe di Andersen e capirle sempre meglio.
Buon testo del Sig. Thomas Klau, nulla da aggiungere, salvo che non si vede nè lui lo dice, chi sta tirando i fili di tale situazione.
RispondiEliminaOvvero chi è il puparo?
Che i politici siano dei semplici burattini, lo hanno compreso tutti coloro che sono DISINCANTATI.
Che vi siano i presupposti per una dittatura, aimè me li vedo, quello che spero è che la gente si possa un po svegliare, prima dell'irreparabile.
Un saluto alla Sig.ra Carmen.