E' davvero difficile adesso riflettere da un punto di vista economico su questa enorme tragedia, la cui vera portata ancora non è chiara e si sta svelando di ora in ora.
Intanto pubblico questa intervista di NiemanWatchdog.org a David Cay Johnston, che dà risposte concrete e non inscatolate a delle domande semplici sui fatti (sinora noti) e le loro conseguenze economiche e finanziarie, anche riguardanti l'America.... tenendo presente che tutti i ragionamenti fin qui usuali potrebbero all'improvviso rivelarsi obsoleti.
- Come farà il Giappone a finanziare la ricostruzione?
Prendendo il denaro in prestito.
I titoli del debito giapponese a dieci anni pagano attualmente l'1,27% di interesse, al di sotto di un tasso medio dello 1,39% negli ultimi dieci anni, secondo la Bloomberg Business News. Proprio come in America, mentre il debito pubblico crescieva, i tassi di interesse andavano giù. Le regole economiche giapponese incanalano grandi quantità di risparmio nel debito pubblico, tanto che la pressione sui tassi di interesse era al ribasso anche se il debito cresceva, perché l'economia non era in crescita e gli yen venivano accumulati dato che non potevano essere investiti con profitto nell'economia reale.
Il Giappone ha il doppio del debito degli Stati Uniti in rapporto alla dimensione della sua economia. Nel 2001, il debito del Giappone era al 135% del suo prodotto interno lordo annuale o PIL. Ora è quasi al 200%.
All'inizio del 2001, il debito del governo statunitense era di circa 5.700 miliardi dollari al 55% del PIL, mentre all'inizio del 2011 viaggia a circa 13.600 miliardi dollari, circa il 92% del PIL. Il tasso medio sul debito è diminuito di un po' più della metà dal 2000.
2. Perché i tassi di interesse scendono quando il debito cresce? Non dovrebbero essere in aumento?
L'interesse rappresenta il costo del denaro. Pensate di affittare una casa o un appartamento da un padrone di casa. Stessa cosa. Spese da un lato, reddito per l'altro. Quando ci sono più unità abitative vacanti che non aspiranti affittuari, gli affitti si riducono. Quando c'è più denaro che debitori (o investitori) i tassi d'interesse scendono.
Come Adam Smith, il padre dell'economia di mercato, ha insegnato più di due secoli fa, fare confusione tra i soldi e la ricchezza è un errore comune.
L'America, come il Giappone, è piena di soldi senza un posto redditizio in cui investire perché le persone non hanno un reddito sufficiente per acquistare più beni e servizi, la famosa domanda aggregata. Denaro abbondante e ricchezza che non cresce equivale al calo dei tassi di interesse. Quando il tasso di interesse è inferiore al tasso di inflazione il denaro perde valore. In effetti, la lattuga marcisce in banca, proprio come nel frigorifero.
I tassi di interesse parlano del futuro. Bassi tassi di interesse significano che c'è poca crescita economica, in modo che un dollaro oggi vale più o meno quanto un dollaro tra un anno. Se avessimo robusta crescita economica i tassi di interesse aumenterebbero.
Se il Giappone ha bisogno di raccogliere più soldi può aumentare i tassi d'interesse. Raddoppiare i tassi li porterebbe al 2,54%, un tasso molto più basso di qualsiasi standard del secolo scorso.
3. Chi presterà denaro al governo giapponese, dato il suo debito?
In primo luogo il popolo e le aziende giapponesi, e, se necessario, il resto del mondo.
Prendere in prestito dai suoi stessi cittadini, che sono risparmiatori prodigiosi (a differenza degli americani), sarà facile. Le regole economiche giapponesi imbucano un sacco di risparmio nel sistema governativo del debito, con poche alternative. Per attrarre più denaro il governo potrebbe semplicemente pagare un po' più di interesse, cosa che contribuirebbe anche a risolvere gli altri problemi causati dai tassi di interesse bassi, che sono molto diffusi anche in America, tra cui un basso reddito alle persone che vivono dei loro risparmi.
3. Come farà il Giappone a ripagare questo debito?
In primo luogo, la ricostruzione del nord del Giappone produrrà un boom economico. I giapponesi producono alcune delle migliori attrezzature per il movimento terra, e i loro ingegneri civili, meccanici ed altro sono al top.
Ricostruire significa posti di lavoro, salari e profitti. Significa anche maggiori entrate fiscali. (Il calo dei redditi, la riduzione della spesa del governo e il logorio dei beni comuni, come strade e ponti, mancando la manutenzione, deprime la crescita economica. Nel momento in cui l'economia zoppica, i costi per il trasporto delle merci aumentano se le strade hanno delle buche, non si possono trasportare masse pesanti e, nel caso dei ponti, in ultima analisi, si arriva al collasso.)
A questo proposito, i giornalisti farebbero bene a leggere qualcosa sugli effetti economici della ricostruzione di San Francisco dopo il terremoto del 1906. (E diffidare di corruzione e di inefficienza. I politici di San Francisco disponevano di cisterne, ma poi non ci hanno messo l'acqua, e hanno intascato i soldi, non diversamente da oggi, quando lasciamo cadere in rovina gli acquedotti, le dighe e i ponti).
In secondo luogo, il Giappone servirà il nuovo debito, aumentando le tasse. Considerate questo annuncio mozza fiato da Dow Jones, agenzia di Rupert Murdoch, un mese prima della grande scossa:TOKYO (MF-DJ) – Il debito pubblico del Giappone ha raggiunto il record di 919.151 miliardi di Yen alla fine dello scorso anno, ha detto giovedi il Ministero delle Finanze, alimentando le preoccupazioni sulla salute fiscale della nazione e aggiungendo con un senso di urgenza che il Governo intende rapidamente formulare un piano di aumento delle tasse.
Riuscite a immaginare un report di Wall Street Journal o Fox News che dichiara senza tema di ridicolo "aggiungendo con un senso di urgenza che il Governo intende rapidamente formulare un piano di aumento delle tasse?”.
Il Primo Ministro giapponese Naoto Kan ha parlato di aumento delle tasse, e significativamente, per più di un anno. Infatti, quando era Ministro delle Finanze ne aveva parlato, ma in termini in gran parte fraintesi dalla stampa. "Ho la netta sensazione che non lasceremo mai cadere il Giappone in una situazione come quella che ha sofferto la Grecia'' Kan ha detto lo scorso luglio, poco dopo essere diventato Primo Ministro, il che ci porta al punto successivo.
4. Il Giappone, è come la Grecia? E' gravato da debiti e non può rimborsarli senza premere sulla pressione fiscale e tagliare i servizi pubblici da cui dipendono le economie ?
No, il Giappone non è affatto come la Grecia, il che porta a due fatti cruciali di cui si è scritto pochissimo. Uno è che il Giappone ha un sistema fiscale abbastanza buono in cui barare non è la norma, mentre è lo standard della Grecia, soprattutto da parte dei ricchi. In America la leadership repubblicana e il nuovo Tea Party del Congresso vogliono tagliare le entrate del 5%, un regalo per gli evasori fiscali, in particolare i più sofisticati.
La Grecia potrebbe risolvere il problema del debito con meno soffrenza, se avesse la propria moneta. Ma poiché ha l'euro, al posto della dracma, non può modificare il valore della sua moneta per trovare il modo di uscire dal debito.
Il Giappone non ha un problema di valuta nel prstito, perché quasi tutto il suo debito è nelle mani del suo stesso popolo ed è espresso nella valuta nazionale, lo yen.
Ed ecco l'altro punto cruciale: nessun paese sovrano con il controllo monopolistico della sua moneta può andare in rovina con tale valuta. (Per quelli che stanno pensando di mandarmi delle mail sul rublo sovietico ormai senza valore, e il dollaro confederato, ecc, dico che quelli erano emessi da paesi sovrani che non esistono più e, quindi, non hanno più il monopolio della propria valuta. Il rischio di una rivoluzione in Giappone, che potrebbe togliere valore alla sua moneta e al suo debito , è vicino a zero.In America il rischio è piccolo, ma leggermente più alto, come dimostrato dai funzionari eletti che parlano di assassinare il Presidente, e dagli attacchi al governo di Oklahoma City, Austin, e altrove, e il piccolo ma crescente numero di organizzazioni che dichiarano illegale il governo americano e persino criminale.)
5. Cosa vorrà dire per l'economia americana la ricostruzione del Giappone ?
Nuovi posti di lavoro.
Un effetto sarà una temporanea riduzione nella produzione di veicoli giapponesi per l'esportazione verso gli Stati Uniti, mentre il Giappone probabilmente è destinato ad aumentare le importazioni di beni di fabbricazione americana, in particolare quelli necessari a ricostruire le città, le infrastrutture, fabbriche, ecc, e che i giapponesi temporaneamente non possono produrre a sufficienza. Questo dovrebbe, almeno per un certo tempo, di ridurre di circa $ 50 miliardi di dollari il saldo negativo della nostra bilancia commerciale con il Giappone (le esportazioni pari a 117,5 miliardi di dollari nel 2009 e le importazione pari a 167.400 miliardi).
(A parte un fatto: le auto giapponesi assemblate in America e in Canada giovano di più all'economia del Giappone che alla nostra, perché il lavoro a maggiore valore aggiunto altamente ingegnerizzato come la manifattura del motore e della trasmissione è fatto in Giappone, mentre il lavoro a basso valore di montaggio e assemblaggio viene eseguito in America e in Canada.)
David Cay Johnston insegna all'Università di Siracusa e ha scritto diversi libri sull'economia americana
è uno schifo e non è assolutamente retorica!!!!
RispondiEliminaNon so cosa intendi. Qui si parla di ricostruire un paese provato da una tragedia, e la ricostruzione è una cosa che va fatta, per ricominciare a vivere, senza che questo significhi volerci speculare.
RispondiEliminaSempre che naturalmente il problema non sia così grosso da non sapere più da che parte cominciare per ricostruire...ed è quello che non vorrei mai che fosse.
dott. Proff> Nieman W.
RispondiEliminaLa ringrazio per la chiarezza di quanto ha esposto cosi' chiaramente!
Stavo riflettendo che il mondo (tutti tranne i poveri) dovrebbe prendere coscienza e pagare una tassa da devolvere al Giappone ora e domani no se non occorresse...e' ora di prendere coscienza che il mondo scricchiola ed e' dovere di quelli che non hanno ricevute tragedie aiutare per ovvio speriamo di no essere aiutati un domani! Utopia...??
Caro low 15, ci starei, ma mettendo delle condizioni: puntare sulle rinnovabili, con piccoli impianti diffusi sovvenzionati dalla spesa pubblica.
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