22/03/11

Cosa Succede Quando si Arriva alla Fine del QE2? - Prima parte

Prima parte dell'analisi di John Mauldin pubblicata da Market Oracle  sull'inflazione, il QE, e cosa succederà dopo che smettono di stampare (...sempreché smettano...)?

 20 Marzo 2011
di John_Mauldin


Cosa succederà quando la Fed terminerà il QE2? Ho lasciato filtrare questi pensieri nella mia mente, mentre recentemente guardavo il panorama economico e i dati delle ultime settimane. La correlazione non è causalità, come dico spesso, ma tutto ciò che possiamo fare è guardare indietro a quello che è successo e riflettere sul futuro. Una occupazione molto pericolosa, ma il tuo analista senza paura si lancerà nella giungla di un futuro molto nebuloso. Vieni con me a tuo rischio e pericolo!

La fine del QE2?

La Fed si è impegnata ad acquistare 600 miliardi di dollari di buoni del Tesoro tra l'inizio del QE2 nel mese di novembre e la fine di giugno. Mancano 3 mesi a giugno. Cosa succederà quando questi acquisti termineranno? Quando è stato dato il via al QE2 la speranza era che sarebbe bastato per provocare una ripresa dell'economia, e che un ulteriore stimolo non sarebbe stato necessario. Faremo un'analisi di come sta funzionando, dando un rapido sguardo ad alcuni dati recenti, e poi torneremo indietro a vedere cosa è successo l'ultima volta che la Fed ha smesso il quantitative easing.

In primo luogo, la gente della strada è sempre a terra. La spesa dei consumatori negli Stati Uniti ha rallentato nel mese di gennaio e sembra solo marginalmente migliorata in febbraio. La Fed sostiene che l'inflazione è mite, perché preferisce guardare all'inflazione "core" (senza considerare l'inflazione alimentare ed energetica). Se la si guarda in questo modo, hanno ragione. E in tempi normali, posso in qualche modo concepire di lasciar fuori i prezzi energetici e alimentari, in quanto sono fasce di prezzo molto volatili e possono spostarsi un sacco da un mese all'altro.

Ma l'argomento diventa molto più debole quando la principale politica messa in atto, quella di un significativo allentamento quantitativo, sta forse CAUSANDO l'aumento dei generi alimentari e dell'energia (così come l'indebolimento del dollaro)! Se la politica della Fed sta almeno contribuendo all'inflazione totale, sostenere che il cibo e l'energia non contano, non regge. Diamo un'occhiata al grafico che segue da economy.com.

In particolare, si noti l'aumento negli ultimi tre mesi dall'inizio del QE2. L'inflazione viaggia a oltre il 5% su base annua. Aziende come Kimberly (pannolini, ecc), Colgate, P & G e altre, questa settimana annunciano tutte degli aumenti di prezzo del 5-7%. Queste sono le aziende che riforniscono i punti vendita dove tutti noi compriamo. Questi prezzi sono rilevanti. Anche Wal-Mart dovrà procedere a degli aumenti. Dire che il cibo e l'energia non sono importanti non coglie il punto. Questi beni hanno un reale impatto economico.

Come ha scritto questa mattina il mio amico David Rosenberg:

"Nel mese di febbraio, non c'era affatto inflazione nella media settimanale dei salari, ma c'è stato uno 0,5% di inflazione dei prezzi al consumo, il che significa che il reddito reale da lavoro è stato compresso di uno 0,5% e quindi risulta che in ciascuno degli ultimi quattro mesi e in cinque degli ultimi sei mesi è diminuito ad un tasso annuo del 2,3%. Una volta che gli effetti degli stimoli fiscali si esauriranno, questa tendenza negativa sul reddito si manifesterà con un rallentamento molto più evidente dei consumi reali, e si può mettere in dubbio che i mercati lo abbiano già pienamente scontato. Finora, quello che è successo nell'azionario è stato trattato come un evento finanziario - bastava aspettare e l'economia reale ne avrebbe seguito l'esempio. E non è solo lo stimolo fiscale che sta per abbassarsi. C'è ancora l'86% di correlazione degli ultimi due anni tra i movimenti nel bilancio Fed e la direzione del S & P 500 - anche questi nodi verranno al pettine tra non molto, che si arrivi o no a una risoluzione della crisi in Giappone, in Libia o in Bahrain. "

Va avanti mostrandoci questo grafico:

Com'è che questo QE2 sta lavorando per voi, Mr/Ms. Media dei Lavoratori? I prezzi salgono, i redditi scendono? E ricordate, la maggior parte dei lavoratori ha ottenuto l'equivalente di un aumento salariale del 2% con la temporanea spinta alla Social Security, che si esaurirà alla fine dell'anno (e senza la quale l'economia e la spesa dei consumatori sarebbero andate ancora peggio!).

Forse è per questo che il governatore della Fed di New York William Dudley è stato così preso di mira questa settimana. (Riporto qui l'episodio per gentile concessione della
Agora 5 Minute Forecast)

"Dudley - un veterano da 21 anni nella Goldman Sachs – è uscito dalla sua bolla per spiegare la politica della Fed alla gente reale nel Queens.

"Forse non è stata la prima volta che Dudley ha tentato di conquistare la fiducia della gente, ma siamo abbastanza sicuri che sarà l'ultima. I dettagli sono stati riportati ampiamente in un report di Reuters.
"Prima Dudley ha giurato in lungo e in largo che l'inflazione non era un problema. 'Quando è stata l'ultima volta, signore,' è arrivata una replica da parte del pubblico, 'che sei andato a fare la spesa?'"

"Dudley arditamente è andato avanti a spiegare il concetto di 'core CPI' - l'indice del costo della vita per le persone che non mangiano né consumano energia. Eh, sappiamo di prima mano quanto vada bene ...

"Allora con un colpo di genio, per fare un esempio ha indicato il suo nuovo fiammante iPad 2 della Apple. 'Oggi è possibile acquistare un iPad 2 al prezzo di un iPad 1, anche se è due volte più potente', ha spiegato coraggiosamente. 'Dovete guardare i prezzi di tutte le cose. '

"'Non posso mangiare un iPad” qualcuno ha urlato dalla folla.
Ouch. (Per la cronaca, io vado al negozio di alimentari, al Wal-Mart e all'Home Depot, come anche in altri posti meno frugali.)

E l'inflazione core presto potrebbe andare sotto pressione. Ci sono stati due articoli di ieri, uno su Yahoo e l'altro su Bloomberg. Entrambi collegati a un aumento della pressione sui costi degli affitti. (Il recente aumento del mio contratto di locazione è stato significativamente superiore al CPI core!) (Da http://realestate.yahoo.com/promo/rents-could-rise-10-in-some-cities.html)

"Già, il tasso delle case sfitte è sceso sotto la soglia del 10%, dove si era attestato per la maggior parte degli ultimi tre anni. 'La domanda di alloggi in locazione ha già iniziato a crescere', ha detto Peggy Alfonsi, presidente del Rent.com. .. Entro il 2012, lei prevede che il tasso delle case sfitte scenderà a solo il 5%. E con un minor numero di unità a disposizione sul mercato, i prezzi esploderanno ".

Guardate questo grafico che mostra le loro proiezioni:
Ecco a cosa bisogna prestare attenzione. Si noti che dal 2002 (o giù di lì) i costi degli affitti sono rimasti piatti, e al di sotto dei precedenti (al netto dell'inflazione). Se le proiezioni Rent.com sono vicine alla realtà, potremmo vedere un aumento degli affitti del 15% entro la fine del 2012.

Ricordiamo che il 23% del CPI e il 40% dell'indice CPI core è rappresentato dal Owner Equivalent Rent (indice relativo agli affitti, ndt). Se loro hanno ragione, vuol dire che si aggiunge circa il 3% sul totale CPI e il 6% sul core CPI! La Fed intende dirci di concentrarci sull'inflazione core in 12-18 mesi? Ebbene questi prezzi mostreranno una stabile crescita.
"Si tratta di un brusco cambiamento dalla recessione, quando molti americani non potevano permettersi di vivere da soli. Più di 1,2 milioni di giovani adulti è tornato con i genitori tra il 2005 e il 2010” ha detto Lesley Deutch di John Burns Real Estate Consulting. “Molti altri sono andati a vivere insieme.”

"Come risultato, i proprietari hanno dovuto ridurre i prezzi e offrire incentivi per trovare affittuari. Ora che la recessione è in calo, molti di questi giovani sono pronti a trovare nuove sistemazioni, per lo più come affittuari e non come proprietari. In più, la crisi immobiliare continua senza sosta, e i milioni di persone che hanno perduto le loro case sono alla ricerca di nuovi posti dove vivere".

I prezzi alla produzione sono saliti del 35-40% negli ultimi sei mesi

Allora adesso diamo un'occhiata al business. Il Producer Price Index è uscito questa settimana, ed è salito dell'1,6% mensile, annualizzato del 20% +. Anche se si guarda l'anno scorso, era salito del 5,8%. Questa è inflazione in cantiere. Guardate questo grafico da economy.com. Si noti l'andamento da quando il QE2 è stato annunciato nel mese di agosto e poi attuato nel mese di novembre.

Non voglio annoiarvi con i dettagli, ma chi è interessato, può andare su www.bloomberg.com e cercare "problemi di approvvigionamento Giappone" e poi "semiconduttori". E' chiaro che, almeno per un po', i prezzi dell'elettronica e della strumentazione sono destinati ad aumentare man mano che in Giappone una società dopo l'altra chiuderà le sue linee di produzione. Negli Stati Uniti gli stabilimenti di automobili saranno presto costretti a chiudere, dato che le parti cruciali che provengono dal Giappone non potranno essere rifornite in breve tempo. TV a schermo piatto? L'iPad 2 che continuo a cercare? Tutte le aziende stanno abbattendo sempre più i costi. Ma tenete presente che i numeri del PPI risalgono a prima del terremoto e dello tsunami giapponese e del disastro nucleare.
(Ero a Tokyo, meno di due settimane fa. Non riesco a immaginare lo stress e l'angoscia che si stanno vivendo. La portata del disastro sta esplodendo. Incoraggio i lettori ad andare su http://american.redcross.org e donare direttamente al fondo giapponese o alla croce rossa, a vostra scelta.)

Alcuni dettagli dal Giappone, quindi, raccolti qua e là. La Sony da sola produce il 10% delle batterie dei notebook del mondo. Il Giappone è responsabile del 30% della memoria flash a livello mondiale, del 20% dei semi-conduttori, e del 40% dei componenti elettronici.

Il punto è che la Fed ha creato una vera e propria pressione sulla linea dei prezzi, soprattutto sui prodotti di base e l'energia. Le materie prime, fondamentalmente i materiali di base prima che ci sia un valore aggiunto, sono in crescita del 28% rispetto a un anno fa e negli ultimi sei mesi stanno spingendo verso un aumento annualizzato del 35-40%. Tali costi si riflettono sui prodotti finiti. E quando a questo si aggiungono i problemi di approvvigionamento legati alla recente catastrofe? Non è un bel quadro per i profitti.

Torniamo indietro e guardiamo il grafico dell' amico Vitaliy Katsenelson, di un paio di settimane fa. Ci mostra che gli utili aziendali sono tornati vicini ai massimi di sempre in percentuale del PIL.

Come sostiene il brillante Jeremy Grantham, e ne faccio la parafrasi, i profitti delle imprese sono i più in contro tendenza di tutte le statistiche. E questo ha un senso a meno che il capitalismo non sia finito. Gli elevati profitti invitano i concorrenti a entrare e prendersi delle quote di mercato vendendo a meno.

Se i profitti delle imprese ritornano (media-ripristinato) verso la loro media di lungo periodo, il P/E ratio (
price earning ratio) dovrebbe essere vicino a 24, ai prezzi di oggi. Le imprese hanno un certo margine per assorbire alcuni aumenti di prezzo, ma a scapito del profitto.

1Il price earning ratio è uno degli indici più usati in finanza per stimare l’ottimizzazione di un investimento.


 

2 commenti:

  1. io non conosco l'inglese, e me ne dispiace, altrimenti ti avrei aiutata.
    Saluti.

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  2. Grazie lo stesso, sei molto gentile, puoi comunque partecipare con i tuoi commenti. Saluti

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