Da Handesblatt, il più importante giornale economico tedesco, un lungo e coraggioso editoriale contro i venti di guerra che soffiano dagli USA, un appello al realismo e alla pacifica convivenza tra popoli vicini, contro le ripetute violazioni del diritto internazionale, scritto in tedesco, in russo e in inglese. Apprezziamo, ma non possiamo fare a meno di notare come le stesse belle parole di esortazione, in molti punti del discorso, potrebbero benissimo rivolgersi alla politica tedesca così cieca verso i vicini della periferia.
Alla
luce degli avvenimenti in Ucraina, il governo e molti media sono
passati da un
atteggiamento equilibrato a uno
stato di
agitazione.
Il ventaglio
delle opinioni
si è
ridotto al campo
visivo
di un fucile di precisione. La politica dell'escalation
non ha un obiettivo realistico - e danneggia gli interessi della
Germania.
Düsseldorf - Ogni guerra è accompagnata da una sorta di mobilitazione mentale: la febbre della guerra. Anche le persone intelligenti non sono immuni dagli attacchi di questa febbre. "Questa guerra in tutta la sua atrocità è tuttavia una cosa grande e meravigliosa. E' una esperienza che vale la pena" esultò Max Weber nel 1914, quando le luci si spensero in Europa. Thomas Mann provava un "senso di purificazione, di liberazione, e un'enorme speranza".
Anche
quando già a migliaia
giacevano morti sui campi di battaglia del Belgio, la febbre della
guerra non si placava.
Esattamente 100 anni fa, 93 pittori, scrittori e scienziati
scrissero
"L'Appello
al mondo della cultura." Max Liebermann, Gerhart Hauptmann, Max
Planck, Wilhelm Röntgen, e altri incoraggiavano
i loro connazionali alla
brutalità verso il
prossimo: "Senza il
militarismo tedesco, la
cultura tedesca sarebbe
stata
spazzata via
dalla faccia della terra già
molto tempo fa. Le forze armate tedesche e il popolo tedesco sono una
cosa sola. Questa
consapevolezza affratella
70 milioni di Tedeschi, senza discriminazioni di educazione, di status,
o di
partito."
Interrompiamo
il
filo del
pensiero: "La storia non si ripete!" Ma possiamo esserne
così sicuri in questi giorni? A
proposito
degli eventi di guerra in Crimea e Ucraina orientale, i capi di Stato
e di governo occidentali improvvisamente non
hanno più domande, e hanno
tutte
le risposte. Il Congresso degli Stati Uniti sta discutendo
apertamente di
armare
l'Ucraina. L'ex consigliere per la sicurezza Zbigniew Brzezinski
consiglia di armare i cittadini casa-per-casa e di combattere per
strada.
Il Cancelliere tedesco, come è sua abitudine, è molto meno chiaro,
ma non meno inquietante: "Siamo pronti a prendere misure
severe."
Nello spazio di qualche settimana, il
giornalismo tedesco è
passato da un
atteggiamento di equilibrio
ad uno stato di agitazione. Il ventaglio
delle
opinioni si è
ristretto al campo visivo
di un fucile di
precisione.
Dei
quotidiani che
pensavamo
essere di tutt'altre idee,
ora marciano in blocco
con i politici nei loro appelli
alle sanzioni contro il
Presidente russo Putin. Anche i titoli di
prima pagina tradiscono
quella
tensione aggressiva che di
solito caratterizza
gli hooligans quando
fanno il tifo per la
loro squadra.
Il Tagesspiegel: "Basta parlare!" Il FAZ: "Mostrare i muscoli". La Süddeutsche Zeitung: "Ora o mai più" The Spiegel chiede di porre "Fine alla codardia": "La rete bugie di Putin, la propaganda e l'inganno sono ormai evidenti. Il relitto dell'MH 17 è anche il risultato di un fallimento della diplomazia."
La
politica occidentale e i
media tedeschi concordano.
Ogni serie compulsiva di accuse porta allo stesso risultato: in men che non si dica le accuse e le contro-accuse si intrecciano in un groviglio inestricabile, così che i fatti ne risultano quasi completamente oscurati.
Da
chi è partito l'inganno?
È iniziato tutto con l'invasione russa della Crimea o è l'Occidente che per primo ha promosso la destabilizzazione in Ucraina? La Russia vuole espandersi verso Occidente o la NATO verso Est? O forse due potenze mondiali si sono incontrate sulla stessa porta nel mezzo della notte, guidate da intenzioni molto simili nei confronti di un terzo indifeso che ora paga per il pantano che ne è risultato, con le prime fasi di una guerra civile?
Se
a questo punto state
ancora aspettando una risposta su
di chi
sia
la colpa, potreste
anche semplicemente smettere di leggere. Non vi perderete
nulla. Non stiamo cercando di portare alla luce questa verità
nascosta. Non sappiamo come è iniziato. Non sappiamo come andrà a
finire. E ci troviamo
proprio qui, nel bel mezzo. Almeno Peter Sloterdijk ha qualche parola
di consolazione per noi: "Vivere
nel mondo significa vivere nell'incertezza."
Il nostro scopo è ripulire un po' della schiuma alla bocca di coloro che discutono, rubare le parole di bocca sia ai sobillatori che ai sobillati, e mettere al loro posto delle parole nuove. Una parola che è andata in disuso negli ultimi tempi è questa: realismo.
La
politica dell'escalation
mostra che l'Europa manca dolorosamente un obiettivo realistico.
Negli
Stati Uniti è
diverso.
Le minacce
e gli atteggiamenti
fanno
semplicemente parte dei preparativi elettorali. Quando Hillary
Clinton paragona Putin a
Hitler, lo fa solo per fare appello al voto repubblicano, per
esempio di
persone che non possiedono un passaporto. Per molti di loro, Hitler è
l'unico straniero che conoscono,
ed è per questo che Adolf
Putin è una
rappresentazione fittizia
molto gradita
nella campagna
elettorale.
A questo proposito, Clinton e Obama hanno un obiettivo realistico:
fare appello al popolo, per vincere le elezioni, per
vincere un'altra
presidenza democratica.
Difficilmente
Angela Merkel può accampare
per sè
queste circostanze attenuanti. La
geografia
costringe
ogni
Cancelliere tedesco ad essere un po' più serio.
Come vicini di casa della Russia, come parte della Comunità europea
unita
nello
stesso
destino, come importatori
di
energia
e fornitori
di questo e di quello, noi tedeschi abbiamo
un interesse ben più vitale nella
stabilità
e nella
comunicazione. Non possiamo permetterci di guardare alla
Russia
attraverso gli occhi del Tea Party americano.
Ogni errore inizia con un errore del pensiero. E stiamo facendo questo errore se crediamo che solo l'altra parte si avvantaggi della relazione economica con noi e quindi subirà delle perdite dall'interruzione del rapporto. Se i legami economici sono stati mantenuti per un profitto reciproco, allora il reciderli porterà ad una perdita reciproca. Punizione e auto-punizione in questo caso sono la stessa cosa.
Anche
l'idea che la pressione economica e l'isolamento politico metterebbe
la Russia in ginocchio non è
stata il frutto di una riflessione adeguata.
Anche se potessimo avere successo: a
che cosa ci servirebbe la
Russia in ginocchio? Come si può voler vivere insieme nella casa
europea con un popolo umiliato la cui leadership eletta viene
trattata
come paria e i cui cittadini potrebbero aver
bisogno del nostro aiuto
nel prossimo inverno?
Naturalmente, la situazione attuale richiede una forte presa di posizione, ma più che altro una forte presa di posizione contro noi stessi. I tedeschi non hanno né voluto né provocato questa realtà, ma ora la nostra realtà è questa. Basti considerare quello che Willy Brandt ha dovuto ascoltare quando il suo destino come sindaco di Berlino lo ha messo all'ombra del muro. Quali sanzioni e quali punizioni gli venivano suggerite. Ma egli decise di rinunciare a questo festival dell'indignazione. Non ha mai accettato il giro vite della rappresaglia.
Quando
gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace ha messo in luce
quello che succedeva intorno a lui nei giorni frenetici in cui il
muro è stato costruito: "C'è ancora un altro aspetto –
quello dell'impotenza
mascherata dalla
verbosità: prendere
posizione su situazioni
giuridiche
che non possono diventare una realtà e pianificare
contromisure per
circostanze che
differiscono sempre da quelle
cui ci si trova davanti.
Nelle situazioni
critiche eravamo sempre
abbandonati a noi stessi;
i parolai non
avevano nulla da offrire".
I parolai sono tornati e la loro sede è a Washington DC. Ma nessuno ci costringe a piegarci ai loro ordini. Seguire questa guida - anche se in modo calcolato e un po' a malincuore, come nel caso di Merkel - non protegge il popolo tedesco, ma può anche metterlo in pericolo. Questo resta un dato di fatto, anche se non fossero gli americani, ma i russi, a essere responsabili per l'origine dei guai in Crimea e in Ucraina orientale.
Willy
Brandt decise
chiaramente in modo
diverso rispetto a
Merkel ora,
e in una situazione nettamente più incandescente.
Come egli ricorda,
si era
svegliato la mattina del 13 agosto 1961 "sveglio e allo stesso
tempo attonito". Aveva
fatto sosta ad Hannover
durante
un viaggio, quando ricevette
delle segnalazioni da
Berlino sui lavori in
corso al grande muro che
separava la città. Era
una domenica
mattina e l'umiliazione non avrebbe
potuto
essere maggiore per un sindaco in
carica.
I sovietici si erano presentati con il fatto compiuto. Gli americani non lo avevano informato, anche se avevano probabilmente ricevuto alcune informazioni da Mosca. Brandt ricorda che una "rabbia impotente" era salita dentro di lui. Ma che cosa fece? Egli tenne sotto controllo i suoi sentimenti di impotenza e dimostrò il suo grande talento di uomo politico realista che gli avrebbe fatto guadagnare l'incarico di Cancelliere e, infine, anche il Premio Nobel per la Pace.
Con
la consulenza di Egon Bahr, egli accettò
la nuova situazione, sapendo che nessun livello
di indignazione
da parte del
resto del mondo avrebbe fatto
cadere questo muro. Egli
ordinò anche
alla
polizia di Berlino Ovest di
usare manganelli e idranti contro i manifestanti davanti
al muro,
in modo da non scivolare dalla catastrofe della divisione nella
catastrofe molto peggiore della guerra. Si adoperò per quel
paradosso che in seguito
Bahr definì
in questo modo: "Abbiamo
riconosciuto lo status quo, al fine di cambiarlo."
E sono riusciti a realizzare questo cambiamento. Brandt e Bahr fecero gli interessi particolari della popolazione di Berlino Ovest nei cui confronti erano allora responsabili (della quale dal giugno 1962 in poi ha fatto parte anche l'autore di questo scritto).
A
Bonn negoziarono
la "subvention" di Berlino, una agevolazione fiscale dell'otto
per cento sulle
retribuzioni e
sull'imposta
sul reddito. Nel gergo
locale era chiamato il
"premio della
paura". Essi inoltre negoziarono
un accordo
sui permessi
di viaggio con Berlino Est che ha reso il
muro permeabile già
due anni dopo che era
stato tirato su. Tra Natale
1963 e Capodanno 1964, 700 000 abitanti di Berlino visitarono
i loro parenti nella parte orientale della città. Poco
tempo dopo,
ogni
lacrima di gioia si era
trasformata in un voto per
Brandt.
Gli
elettori si
sono
resi conto che c'era
qualcuno che voleva influenzare il loro
modo
di
vivere quotidiano, non solo creare un titolo di
prima pagina
per la mattina successiva. In una situazione quasi completamente
senza speranza, quest'uomo
del
SPD
ha combattuto per i valori occidentali - in questo caso i valori
della libertà di movimento - senza megafoni, senza sanzioni, senza
la minaccia di violenza. L'élite di Washington ha iniziato a
sentire parole
che non erano
mai state
sentite
in politica prima di allora:
Compassione. Cambiare attraverso il
riavvicinamento.
Dialogo.
Riconciliazione di interessi. E questo nel bel mezzo della Guerra
Fredda, quando le potenze mondiali avrebbero dovuto attaccarsi
l'un
l'altra
in
modo
velenoso,
quando lo script conteneva solo minacce e proteste, stabilire
ultimatum, imporre blocchi sul mare, condurre guerre di
rappresaglia, è così
che
la guerra fredda doveva essere portata
avanti.
Una
politica estera tedesca tesa
alla riconciliazione - in
principio solo la politica estera di Berlino - non solo appariva
coraggiosa, ma anche molto
strana.
Gli americani - Kennedy, Johnson, poi Nixon – seguirono i tedeschi; che hanno dato il via a un processo che non ha eguali nella storia di nazioni nemiche. Infine, c'è stata una riunione ad Helsinki, al fine di fissare le regole. All'Unione Sovietica è stata garantita la "non ingerenza nei loro affari interni", cosa che ha riempito di soddisfazione il capo del partito Leonid Brezhnev e ha fatto ribollire il sangue a Franz Josef Straußrib. In cambio, la direzione del partito comunista di Mosca ha dovuto garantire all'Occidente (e quindi alla loro stessa società civile) "il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresa quella di pensiero, coscienza, religione o credo".
In questo modo la "non interferenza" è stata acquisita attraverso la "partecipazione". Il comunismo aveva ricevuto una garanzia perenne sul suo territorio, ma entro i suoi confini i diritti umani universali improvvisamente cominciarono a crescere lentamente. Joachim Gauck ricorda: "La parola che ha permesso alla mia generazione di andare avanti era Helsinki."
Non
è troppo tardi per il duo Merkel / Steinmeier usare i concetti e le idee
di quei
tempi.
Non ha senso seguire solo le
idee strategicamente vuote
di Obama.
Tutti possono vedere come lui e Putin stiano procedendo, come in sogno,
direttamente verso un cartello che recita: Strada
Senza Uscita.
"Il
test per la politica non è come una
cosa
comincia, ma come va a finire", così Henry Kissinger, anch'egli
vincitore del Premio Nobel per la Pace. Dopo l'occupazione della
Crimea da parte della Russia ha dichiarato: dobbiamo volere la
riconciliazione, non la
dominanza.
Demonizzare Putin non è una politica. E'
soltanto un
alibi per le
loro mancanze.
Egli consiglia di
ridurre i
conflitti, vale a dire sminuirli,
restringerli,
e poi distillarli
in una soluzione.
Al momento (e già da molto tempo) l'America sta facendo il contrario. Tutti i conflitti sono intensificati. L'attacco di un gruppo terroristico chiamato Al Qaeda è stato trasformato in una campagna globale contro l'Islam. L'Iraq è bombardato con dubbie motivazioni. E ancora la US Air Force vola su Afghanistan e Pakistan. Il rapporto con il mondo islamico può tranquillamente considerarsi rovinato.
Se
l'Occidente avesse
giudicato il governo degli Stati Uniti di allora, che ha marciato in Iraq
senza una risoluzione dell'ONU e senza la prova dell'esistenza delle
"ADM", con
gli stessi standard di
oggi su Putin,
allora a George
W. Bush sarebbe immediatamente stato vietato l'ingresso nell'Unione Europea. Gli investimenti esteri di Warren Buffett avrebbero
dovuto essere congelati, l'esportazione di veicoli dei marchi GM,
Ford e Chrysler, vietate.
La
tendenza americana alla
escalation verbale e poi anche militare, l'isolamento, la
demonizzazione, e l'attacco
ai
nemici non si sono dimostrati efficaci. L'ultima grande azione militare
di successo condotta dagli
Stati Uniti è stato lo sbarco in Normandia. Tutto il resto - Corea,
Vietnam, Iraq e Afghanistan - è stato un chiaro fallimento. Lo
spostamento di unità
della NATO verso il confine polacco e l'idea
di armare l'Ucraina sono
la
continuazione di una mancanza di diplomazia da parte dei mezzi
militari.
Questa
politica di sbattere
la
testa contro il muro - e farlo
esattamente dove il
muro
è più spesso
- ti dà solo
il mal
di testa e non molto altro. E questo considerando che il
muro
ha un'enorme
porta nel rapporto dell'Europa con
la
Russia. E la chiave di questa porta si
chiama
"riconciliazione di interessi".
Il
primo passo è quello che
Brandt chiama
"compassione", cioè la capacità di vedere il mondo
attraverso gli occhi degli altri. Dovremmo smettere di accusare il
143 milioni di Russi
di
guardare
il mondo in modo diverso rispetto a
John McCain.
Quel che è necessario è l'aiuto
per modernizzare il paese,
niente sanzioni
che diminuiranno
ulteriormente la ricchezza e danneggeranno
le
relazioni. I rapporti economici sono comunque dei
rapporti. La cooperazione internazionale è simile alla tenerezza tra
le nazioni, perché tutti si sentono meglio dopo.
E' ben noto che la Russia è una superpotenza energetica e allo stesso tempo una nazione industriale in via di sviluppo. La politica di riconciliazione e dell'interesse reciproco dovrebbe attaccarsi a questo. Aiuto allo sviluppo in cambio di garanzie territoriali; anche il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier ha detto le parole giuste per descrivere questo: partenariato di modernizzazione. Deve solo rispolverarle e usarle come un obiettivo e un'aspirazione. La Russia dovrebbe essere integrata, non isolata. Dei piccoli passi in questa direzione sono meglio della grande assurdità di una politica di esclusione.
Brandt
e Bahr non sono
mai arrivati
alle
sanzioni economiche. Sapevano perché: non si
ricordano casi in cui i
paesi sottoposti a sanzioni abbiano
chiesto scusa per il loro
comportamento e poi si
siano arresi all'obbedienza.
Al contrario: dei
movimenti collettivi nascono
a sostegno del sanzionato, come avviene oggi in Russia. Il paese non
è mai
stato unito dietro al
suo presidente come
ora. Questo potrebbe quasi
farvi
pensare che i sobillatori dell'Occidente
siano a
libro paga dei servizi segreti russi.
Un
altro commento sul tono del dibattito. L'annessione della Crimea è
stata in violazione del
diritto internazionale. Ma
il sostegno ai
separatisti dell'Ucraina
orientale non è
compatibile con le nostre
idee sulla
sovranità statale. I confini degli stati sono inviolabili.
Ogni atto va inserito nel suo contesto. E il contesto tedesco è che siamo una società messa alla prova che non può agire come se le violazioni del diritto internazionale iniziassero ora, con gli eventi in Crimea.
La Germania ha dichiarato guerra contro il suo vicino orientale due volte negli ultimi 100 anni. L'anima tedesca, che generalmente pretendiamo sia sul lato romantico, ha mostrato il suo lato crudele.
Naturalmente,
noi che siamo venuti
dopo possiamo continuare a proclamare la nostra indignazione contro
lo
spietato
Putin e appellarci
al diritto internazionale contro di lui, ma per
come stanno le cose questa
indignazione dovrebbe
arrivare
con un lieve rossore di imbarazzo. O, per usare le parole di Willy
Brandt: "Le pretese
assolute
minacciano l'uomo".
Alla fine, anche gli uomini che avevano ceduto alla febbre della guerra nel 1914 hanno dovuto rendersi conto. Dopo la fine della guerra, i pentiti hanno emesso un secondo appello, questa volta per la comprensione tra i popoli: "Il mondo civile è diventato uno scenario di guerra e un campo di battaglia. E' tempo che una grande marea di amore sostituisca l'onda devastante dell'odio."
Nel
21° secolo dovremmo
cercare di evitare di
prender la strada sbagliata dei
campi di battaglia. La storia non deve ripetersi. Forse possiamo
trovare una scorciatoia.
"I tedeschi non hanno né voluto né provocato questa realtà, ma ora la nostra realtà è questa. " ....ma se c'era un ministro tedesco (ed uno francese) in piazza majdan ad incitare al golpe.....solo questo, sarebbe un ottimo motivo per abbandonare l'ue e l'euro.....e sappiamo bene chi ha iniziato per primo, e che l'intenzione era proprio far sloggiare la flotta russa dalla crimea....comunque, ho grande fiducia nel grande Vlad.....mezzo mondo e' con lui (vedasi america del sud) quindi e' tutto da vedere come andra' a finire....e l'italia, e questo papa un po' strano(sito: papale papale), dovrebbero denunciare i massacri dei cristiani....in buona sostanza Putin e' l'unico che li difende.
RispondiEliminaQui il rapporto del Auswertigen Amt tedesco.
EliminaSteinmeier, Fabius, Sikorski, Klitschko è un raprensenten del Partito nazista Svoboda Hanno detto a Janukovitsch cioè ad un governo democratimate eletto, di tornare entro 48 ore alla costituzione del 2004 è di dimetersi entro 10 giorni.
http://www.auswaertiges-amt.de/DE/Aussenpolitik/Laender/Aktuelle_Artikel/Ukraine/140221_Ukraine-Vereinbarung.html
Qui si può domandarsi con quale diritto tedesci, francesi è polachi si permettono nel nome del EU un azione del genere.
Mentre i francesi se ne infisciano largamente delle sanzioni, le loro 2 navi Mistral verranno finite ed esportate ai russi. L'italia cosa fà, interrompe il progetto italo-russo del sottomarino S-1000.
Poi c'è il progetto sud-stream che il ministro del energia tedesco assinger voleva fare fermare, quando gli austriaci hanno firmanto un aggordo con gazprom non si è sentito più niente, sè non ci fossero stati gli austriaci anche lì l'italia si sarebbe tirata indietro.
La sottomissione del italia nei confronti del EU è totale, non riesco a capire il perchè, questo è gravissimo.
Paolo
Parole sagge quelle del tedesco ma che nessuno ascolterà.
RispondiEliminaLa guerra, prossima ventura, prima che una "initile strage" é ormai una necessità ineludibile alla quale i governanti degli Stati Uniti d'America (e credo anche quelli europei) tendono ad arrivare con tutte le loro forze perchè per loro e per le genti che hanno (s)governato non esiste altra via di uscita percorribile.
Quando dopo che pervicacemte e stupidamente si é tentato di costruire Utopia la realtà bussa alla tua porta, il conto che ti presenta lo devi pagare che ti piaccia o meno.
E trovo logico che la nazione. la Russia, che più di altre ha creduto in Utopia pagandone un prezzo enorme anche in vite umane sia stata quella che abbia fatto di tutto (ma d'ora in avanti non lo farà più e con ragione) per proporre un mondo basato sulla tolleranza ed il rispetto reciproco.
Ora tocca al Moriente, il fu Occidente, a pagare e pagherà carissimo, per la propria adesione a quella folle demente e criminale ideologia che gli sciocchi chiamano tuttora religione.
In un recente post su questo blog Coppola entra nel dibattito su Piketty si era qusi arrivato al punto, riporto fedelmente il pasaggio:
"5. Perché "banche senza scrupoli" dovrebbero prestare a "condizioni sempre più generose"? Perchè non si parla di come il governo ha incoraggiato le banche a prestare denaro a persone a basso reddito? In Piketty sono quasi sempre i capitalisti cattivi, mai i burocrati governativi benintenzionati . "
Già perchè? Ma sopratutto DA CHI, DA QUALE FOLLE E UTOPICA IDEOLOGIA i burocrati governativi benintenzionati sono stati ispirati?
E più di tutto perchè si continua a cercare il colpevole tra i banchieri, i politici, Satana al limite e non si mettono sul banco degli imputati i veri responsabili, i sedicenti sapienti, la cui sapienza é solo frutto di letture di libri la cui carta non é neppure adatta a pulirsi il sedere tanto è ruvida.
Il mio regno NON é di questo mondo affermava quel tale a cui tali idioti criminali dicono di ispirarsi. peccato che tale indicazione l'abbiano ignorata e abbiano fatto di tutto per costrire in questo mondo il regno di Utopia.
Ora ne vediamo i risultati: disastrosi.
Sono daccordo con Luigiza ma la butto sull'acido per non deprimermi troppo:
RispondiEliminaHai una storia e la racconti come meglio credi. L’importante è sopprimere i propri pensieri, sentimenti, opinioni.Ecco così cosa capita che fra i possessori del copyright nostrano dell'ictus legere …ci arriva la leZioncina quotidiana: “La cocaina è il modo di dio per dirti che stai facendo troppi soldi”.
Sappiamo che il mondo dell'informazione è pregno di fantasiosi. Imprevedibili. Ma più capaci ad adattarsi. E qualcuno dice anche più bravi a letto. E' il popolo dei mancini.
Passiamo breaking news e finiamo con le previsioni del tempo tratte dal corsera.Di seguito le temperature previste: Torino (-0,4%), Firenze (-0,3%), Bari (-0,3%), Roma (-0,2%), Trieste (-0,1%) e Potenza (-0,1%). Giù anche a Livorno (-0,7%), Verona
(-0,5%), Ravenna (-0,1%) e Reggio Emilia (-0,1%).
Aosta non pervenuta.
Per un approfondimento ci colleghiamo con la sede centrale di
via Solforino (anvediche sta puzza e zolfo arivi da lì?).
Alla fine degli anni Cinquanta c’era un Paese pronto al decollo mentre oggi siamo in trepida attesa: EURO-CETRIOLO IN ARRIVO – BRUXELLES SI PREPARA ALLO SCONTRO CON L’ITALIA DI RENZIE LO SPACCONE – “PROCEDURA PER DEFICIT ECCESSIVO GIÀ SUL TAVOLO”.
Mentre Elwood al megafono fa l’esame di italiano e di economia assieme: -Allarme: prezzi in rialzo!!!...Allarme: prezzi in picchiata!!! Mah...di sicuro non aspetto all´infinito per comprerare un litro di latte e dubito che una Porsche anche aspettassi in eterno la pagherei di meno! smettetela con il terrorismo mediatico!-
Nun ve deprimete e nun bevete troppo….forza che ce la famo.
Aleeeeeee ♫♪ ! Ohh ohhh ♪♫….aleeeee ♪….ohh oh ♫.
Grazie a Dagospia,al Corriere delle Sera e al Prof.Bagnai per l’impareggiabile ispirazione a cui devo il contenuto del post.
Buona risata a tutti.
e... se prendessimo a calci i neonazisti, chi li ispira e soprattutto chi li finanzia?
RispondiEliminae... se facessimo lo stesso con chi si arricchisce costruendo e speculando sulle armi?
e... se cominciassimo a dire che la cupidigia infinita è una malattia mentale?
e... se rovesciassimo la tendenza a togliere qualcosa a tutti per fare più ricco qualcuno?