Dal Real-World Economics Review Blog una breve analisi del mercato del lavoro in Francia, segmentato anch'esso tra la fascia degli occupati stabili e i precari. Anche lì, come da noi, introdurre una maggiore flessibilità nella fascia alta del mercato non aiuta a risolvere i guai dei lavoratori precari, l'unico sarebbe risolvere i problemi della domanda.
Segnalato da Persil
Segnalato da Persil
Secondo
INSEE, l'istituto statistico francese, il mercato del lavoro in
Francia è diventato molto più flessibile. Ma è diventato anche
meno flessibile, secondo lo stesso studio ...
Come
spiegare 'Queste affermazioni apparentemente
contraddittorie?'
A quanto pare, la maggiore flessibilità ha portato a contratti sempre più brevi nella parte inferiore e meno qualificata del mercato del lavoro e con ciò a una segmentazione e a un minor dinamismo, e molte persone sono sempre più intrappolate:
"Tutto
questo suggerisce che il funzionamento del mercato del lavoro si
avvicina a un modello segmentato in cui i posti di lavoro stabili e
quelli instabili formano due mondi separati, e i posti di lavoro
instabili costituiscono una "trappola" per coloro che li
occupano."
Questo
problema può venire risolto da
una maggiore flessibilità della parte
superiore del mercato del lavoro?
Mmmm ... questa è la soluzione
degli USA, un
paese caratterizzato da una estrema
disparità di reddito e da
un sacco di 'lavoratori poveri'. E quando
guardiamo al
periodo 1995-2014, da
una crescita di
posti di lavoro tutt'altro che
ragguardevole e da
un tasso di partecipazione al
mercato del lavoro in declino.
Io
non dico che il
mercato del lavoro francese funzioni,
che le abitudini
e la cultura siano
perfetti. Ma
gli economisti dovrebbero smettere di analizzare il mercato del
lavoro ipotizzando una situazione di piena occupazione. Per
prima cosa dovremo risolvere i problemi macroeconomici: ricordiamoci
che i paesi europei con un tasso di
disoccupazione medio
a livello regionale, o anche basso, come
la Svizzera, la Germania e i Paesi Bassi, sono stati in grado di
colmare il
'gap di spesa' macro economico con dei
surplus delle partite correnti dal
7 a (oltre)
il 10%, e anche questo non ha impedito
una doppia recessione
in Germania e una vera e propria
stagnazione in
Olanda ... ed è
anche ovvio che
non tutti i paesi contemporaneamente
possono avere queste
eccedenze. Un mercato del lavoro 'flessibile' in una situazione di
elevato divario tra prodotto effettivo e
prodotto potenziale (ed
elevati tassi di disoccupazione) è una
partita da giocare completamente diversa
da quella che si
presenta in una
situazione di piena occupazione,
e intrappolerà
le persone nella povertà.
Posso dire la mia?
RispondiEliminaNon ci credo molto, ma, ritengo possibile che un mercato del lavoro flessibile in una situazione di piena occupazione sostanziale possa (nel breve-medio periodo) effettivamente portare ad un aumento medio dei salari, anche di quelli piu' bassi. Ma per avere una piena occupazione sostanziale bisogna considerare la questione di una regolamentazione piuttosto stretta dei flussi migratori in entrata.
C'è un fattore che non ho mai sentito menzionare da nessun economista (ma sicuramente mi sarà sfuggito):
Il lavoratore "rigido" (o "ipertutelato"), pensiamo al dipendente pubblico, ha una funzione ANTICICLICA fondamentale per la stabilità del sistema economico e finanziario. Il suo salario normalmente cala più lentamente durante una fase di calo dei redditi generalizzato ma sale anche più lentamente durante una fase di espansione dei redditi (questo se lo sono dimenticato tutti, ma, credo, non i dipendenti pubblici di vecchissima data).
Per capire la fondamentale importanza dei "redditi ipergarantiti" chiedere a qualche direttore di banca...
Era prevedibile tutto ciò!
RispondiEliminaSe si da retta ai "compagni" con lo slogan - lavorare meno per lavorare tutti - si ottiene il risultato - che nessuno poi è in grado di aiutare gli altri - se oggi Famiglie di chi ha perso il lavoro e può disporre non certo di rendite, ma dei soldi potuti accumulare risparmiando, domani che non potremo più risparmiare e non arriveremo come oggi neanche a fine mese, avremo CONDANNATI A MORTE I NOSTRI FIGLI - ma da un compagno che va oggi orgoglioso di aver dato fiducia a un "parolaio" per premier e un traditore della Patria per presidente, dosoggetti siffatti, che ti aspetti se non il FALLIMENTO?
Per Bargazzino. loaffermavail primo economista che ha individuato la differenza tra lavori produttivi e improduttivi (Statali, militari e amministrativi), quelli che oroducono cioè beni immateriali e poco durevoli (come la sicurezza delle frontiere, la celerità della macchina pubblica etc...) Da subito segnalò che il principale ruolo di questi lavoratori, dal punto di vista economico, fosse proprio quello di consumatori in momenti in cui i consumatori scarseggiavano, cioè nelle vacche troppo grasse come siamo ora (nel senso che c'è troppo prodotto per i no stri consumi).
RispondiEliminaMi sfugge il nome del tipo ma carmen lo trova sicuro.
Per quanto riguarda l'immigrazione, anche a me ha sorpreso leggere nell'acocella che i sindacati avevano sempre osteggiato l'immigrazione( 'importazione cioè di disoccupati), abittuato com'ero a sentire l'argomento sventolato dall'ala destrorsa del parlmento...figurati!
Credo che sia Malthus, il quale difendeva il consumo dei lavoratori improduttivi (quelli che non producono merci da rivendere nel mercato, ma servizi) come rimedio alle crisi da mancanza di domanda.
Elimina...Pare che Keynes abbia esclamato: «Se soltanto Malthus, anziché Ricardo, fosse stato il ceppo dal quale la teoria economica del diciannovesimo secolo si è sviluppata, come sarebbe più ricco e saggio il mondo oggigiorno!».