Dal suo Blog sul Telegraph, AEP commenta l'ultimo report di S&P che sorveglia con estrema attenzione l'irresistibile ascesa degli Euroscettici tedeschi, importante perché si mette di traverso a quell'allentamento dell'austerità da molti auspicato come soluzione ai problemi dell'eurozona (eppure un'illusione che non risolverebbe).
Ambrose Evans Pritchard, 23 Settembre - Standard
& Poor's ha
emesso uno
straordinario credit alert
sull'eurozona,
che merita una particolare attenzione.
Avverte che la crescita del partito anti-euro tedesco AFD mette in discussione il meccanismo di salvataggio dell'euro e mette sotto esame qualsiasi forma di QE, stimolo che è già stato scontato in anticipo dai mercati.
Questo costringerà Angela Merkel ad adottare una linea più dura nei confronti dell'Europa, e complicherà ulteriormente la gestione della (già disfunzionale) unione monetaria.
L'agenzia
di rating ha detto che d'ora
in poi monitorerà
qualsiasi
segnale di
rigidità della
Germania sulle
questioni della
UEM volta a
scongiurare questa crescente minaccia politica. Il report
è stato scritto da Moritz Kraemer, responsabile dei rating sovrani
in Europa. Un
tedesco. Non è
una analisi anglosassone.
Alternative für Deutschland sta imperversando in tutta la Germania come un tornado. Una settimana fa il partito ha ottenuto il 12.6pc dei voti nel Brandeburgo e il 10.6pc in Turingia, dopo il successo in Sassonia. E ha fatto irruzione in tre parlamenti regionali. Il FDP è stato sistematicamente distrutto. E ora l'AFD sta anche lacerando la base di sinistra del Partito Die Linke.
Hanno
conquistato sette seggi al Parlamento europeo. Ieri
ne abbiamo visto
i potenti effetti quando il
capo del partito Bernd Lucke ha messo sotto
pressione il
governatore della BCE Mario Draghi durante
la sessione della commissione sugli
affari economici e monetari.
Lucke ha attaccato in
particolare i
piani della BCE
per gli acquisti
di asset, insistendo sul fatto che nel sistema finanziario vi è già
una liquidità
più che sufficiente a
scongiurare la deflazione. Egli ha dichiarato che il QE-lite
è semplicemente un modo per spostare il rischio di credito dagli
stati ad alto debito verso il centro dei
creditori (una
politica quasi fiscale che aggira le prerogative sovrane del
Bundestag), e comunque non funzionerà: "Lei
sta sellando
il cavallo sbagliato perché non ne ha
un altro nella
stalla".
Mr. Lucke è professore di economia all'Università di Amburgo, specialista del real business cycle model. Il suo braccio destro è Hans-Olaf Henkel, ex capo della Federazione dell'industria tedesca e giornalista finanziario di Handelsblatt. Sono persone serie. I tentativi di etichettarli come romantici estremisti, e ultimamente come agitatori di estrema destra, è improbabile che possano funzionare. AFD per la prima volta ha dato ai tedeschi scontenti un modo per protestare senza correre il rischio di venire stigmatizzati.
Ecco
alcuni stralci del
rapporto di S &
P:
"Come più grande governo dell'area dell'euro e sicuro punto di riferimento per gli investitori, il ruolo della Germania nella gestione della crisi è stato fondamentale. La posizione relativamente forte in politica interna del governo federale tedesco ha facilitato il necessario compromesso.
Fino a poco tempo fa, nessun partito dichiaratamente euroscettico in Germania era in grado di galvanizzare gli oppositori dei "salvataggi" europei e della assunzione di potenziali rischi finanziari da parte dei contribuenti tedeschi. Ma questa comoda situazione ora sembra essere arrivata alla fine.
AFD ha presentato un programma, sembra godere di una leadership disciplinata, ed è un partito ben finanziato che fa appello in generale ai conservatori, anche oltre le sue fondamentali radici eurofobiche. La maggior parte degli analisti politici concordano sul fatto che l'ascesa di AFD è improbabile che sia un fenomeno di breve durata. E potrebbe anche avere ripercussioni al di là della politica tedesca.
Questo cambiamento nel panorama dei partiti potrebbe avere implicazioni sulle politiche dell'area dell'euro, limitando lo spazio di manovra del governo tedesco. Il cancelliere Angela Merkel e il suo partito conservatore CDU hanno a lungo beneficiato della mancanza di una valida opposizione di destra. Cosa che ha permesso loro di spostarsi verso il centro dello spettro politico.
Se la popolarità di AFD nei sondaggi dovesse persistere, ci si può aspettare che il CDU tenterà di rioccupare lo spazio politico precedentemente abbandonato. Di conseguenza, dovremmo considerare la forte probabilità che l'orientamento politico del CDU (e quindi della Germania) sarà di un irrigidimento verso i compromessi nell'area dell'euro. Questo potrebbe comportare una minore flessibilità nel ritmo di risanamento dei conti pubblici degli altri paesi europei, o una certa resistenza verso il piano coordinato pan-europeo di investimenti verso il quale stanno puntando alcuni governi. Potrebbe anche portare ad una retorica più apertamente critica contro le politiche della BCE, che complicherebbe ulteriormente la politica monetaria non convenzionale.Niente di tutto questo avrebbe importanza se potessimo considerare che la crisi dell'euro è ormai dietro le spalle. Tuttavia, è improbabile che sia così. La produzione in Eurozona è ancora a livelli inferiori al 2007 e nel 2014 la debole ripresa ha subìto una battuta d'arresto in gran parte della zona euro. La disoccupazione rimane pericolosamente alta e le pressioni di disinflazione sono in crescita. Gli oneri del debito pubblico continuano a crescere in tutti i grandi Paesi dell'area dell'euro tranne la Germania.Terremo sotto monitoraggio ogni eventuale segno di irrigidimento della Germania. Un tale cambiamento potrebbe ridurre la fiducia degli investitori nella solidità del sostegno multilaterale nei confronti di qualsiasi paese sovrano dell'eurozona in caso di necessità. Un tale cambiamento nel “sentiment” potrebbe contribuire a delle condizioni di finanziamento meno favorevoli per i paesi a basso rating dell'area dell'euro, rispetto ai tassi di interesse storicamente bassi sui titoli sovrani che oggi osserviamo.
S & P ha anche avvertito che anche la prossima sentenza della Corte europea sul piano di sostegno della BCE per l'Italia e la Spagna (OMT) potrebbe mandare all'aria il progetto.La Corte Costituzionale federale tedesca ha già dichiarato che l'OMT "vìola manifestamente" i trattati UE ed è probabilmente "Ultra Vires", il che significa che la Bundesbank non può legalmente prendervi parte. La Corte europea non può ignorarlo, se tiene alla propria sopravvivenza. (Giusto per chiarire, la corte tedesca non rinvia alla Corte di giustizia come a un tribunale superiore. Si riserva il diritto sovrano di respingere qualsiasi cosa le istituzioni europee facciano, e i suoi zelanti funzionari acutamente ricordano che i Paesi membri sono i "Maestri dei trattati" e non il contrario).
David Marsh dal forum monetario OMFIF - e autore di un libro sulla sulla Bundesbank e l'euro - dice che non ci può essere alcun serio QE in queste circostanze. "Il QE non è sul tavolo. Si tratta di una falsa pista" ha detto."
Sono
interamente d'accordo con l'analisi di S & P, e noto
anche una forte divergenza nella percezione
del mercato tra gli esperti
tedeschi (o quelli che
leggono tedesco
e seguono da
vicino la Germania) e la confraternita
globale anglo-sassone. Gli americani, in
particolare, sembrano considerare la
BCE come la controparte
della Federal Reserve, che risponde
ai normali segnali dell'economia.
Non è nulla del genere. La BCE è un animale politico. Non può
discostarsi molto
dal consenso politico
tedesco, o almeno non può farlo in modo sicuro.
E' già chiaro che la Germania la tirerà per le lunghe per mesi sul piano della BCE di acquisti di obbligazioni private (ABS, RMBS, covered bond). L'asse Berlino/Francoforte cercherà di garantire che non si arrivi a molto - almeno fino a quando non sarà la Germania stessa ad averne bisogno.
Questa
settimana il governatore della
Bundesbank Jens Weidmann ha detto che il
piano di acquisto titoli della
BCE sposta il rischio dalle
banche ai
contribuenti. In
ogni caso, ha detto, è
"dubbio" se ci siano
degli asset di
alta qualità disponibili a sufficienza
per fare la
differenza.
Sì,
Weidmann era stato messo in minoranza
sull'OMT
nell'agosto 2012,
ma quello
era un episodio completamente
diverso. Non era stata messa in minoranza
la Germania.
Il ministro delle finanze tedesco aveva
contribuito a creare l'OMT,
come male minore in un momento in cui l'Italia e la Spagna stavano
andando fuori
controllo.
Questa volta Berlino è più vicina alla Bundesbank. Il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ha respinto ogni proposta di reflazione, lanciando l'allarme al G20 sul fatto che si stanno già formando delle bolle nei mercati azionari e immobiliari.
Siamo tornati al problema centrale che ha tormentato la zona euro nelle sue tre esperienze pre-morte – a Maggio 2012, novembre 2011 e luglio 2012 - che è fino a che punto il corpo politico tedesco è disposto a spingersi per sostenere l'unione monetaria quando si arriva al dunque.
Questo
problema non è mai stato risolto. In ogni
fase la Germania ha accettato di fare solo
quel tanto che bastava
per mantenere in vita
l'UEM, sempre all'ultimo minuto,
senza mai andare
abbastanza lontano da
mettere l'unione monetaria su un sentiero
sostenibile (molto difficile a mio avviso,
anche se questo
non impedirà ai
leader UE di continuare così
fino a
che le vittime non
prenderanno
in mano la
situazione).
Qualunque
spazio esistesse
quando Angela Merkel non doveva fronteggiare
nessuna opposizione euroscettica coerente,
ormai è passato in maniera
irreversibile. Se e quando la prossima
crisi colpirà,
Prof. Lucke dell'AFD
le sbarrerà la strada
con le baionette, non con i
forconi.
La Germania esce dall'euro dalla porta dell'ordoliberismo, speriamo di non fare la stessa fine.
RispondiEliminaRiccardo.
"Se e quando la prossima crisi colpirà, il Prof. Lucke dell'AFD sbarrerà la strada alla Merkel con le baionette, non con i forconi."
RispondiEliminaQuesto è il titolo che avrei scelto per questo interessante pezzo.
Ho sentimenti di rabbia verso la ns. classe politica, masnada di buffoni buoni a nulla.
RispondiEliminaCome possono pensare, i nostri inetti, di fare un unione politica con chi non concepisce la cooperazione?
Come far entrare nelle teste di cxxxo dei ns. politici, che la strada presa e FALLIMENTARE in modo irreversibile?
Le difficoltà quotidiane, esacerbano i miei sentimenti negativi.
È meglio che non aggiungo altro.
Pritchard è da non so quanti anni che scrive le stesse cose, nella sostanza ragionevoli ma a lungo andare gli si può far presente che è noioso e nessuno gli impedisce di votare per l'adesione del UK agli USA? Anzi, sarebbe u momento di verità.
RispondiEliminaE' banale che su questa strada la Germania sta terminando l'Europa, dovrà prima o poi decidere se proseguire sino alle estreme conseguenza - che vorrà dire i russi in campeggio su Reno ed il mare del Nord - o procedere ad una unione a tappe forzate dove gli aderenti partecipanop per quel che anno e per quel che sono. In cambio niente campeggio de irussi, forse /solo forse) una prospettiva di crescita.
Da europeo, da "americano" come sono 'sti inglesi scassam... è un'altra visione.
"o procedere ad una unione a tappe forzate dove gli aderenti partecipanop per quel che anno e per quel che sono dove gli aderenti partecipanop per quel che anno e per quel che sono."
EliminaPare che lei non si è ancore accorto che i tempi delle Strumtruppen SS è della Gestapo sono finiti da 70 anni. E' adesso torni a sognare.
!
PS
Vedremo cosa succede l'anno prossimo, quando 3/4 del euro-zona è in recessione, depressione è deflatione è qui il problema non sarà solo del euro-zona.
Pritschard ha avuto completamente ragione 4 anni fà è ha ancora più raggione oggi. Chiaro che gli inglesi non prendono comandi di nessun tipo, dal primo cruccho di passaggio.
Ma anche Orban ha detto alla Merkel chiaro è tondo che decide a casa sua.
I crucchi senza i due pirla Renzi è Hollande non andrebbero da nessuna parte.
Dagospia vi cita!
RispondiEliminaGli "ultimi giorni" stanno davvero arrivando.
Michele