05/03/11

ASOLUTE RETURN: da Dublino a Tripoli - (prima parte)

Dalla Lettera mensile Marzo 2011 di Absolute Return, prima parte, uno sguardo approfondito alla situazione delle banche irlandesi, e alla strategia da adottare...


from Niels Jensen 

In Irlanda infine l'elettorato ha detto la sua sul crack bancario che ha portato il paese sull'orlo del baratro. Il Fianna Fáil, al timone della politica irlandese per gli ultimi 14 anni, è stato punito severamente dagli elettori, e secondo i giornali irlandesi, il Fine Gael ed il Labour Party formeranno un governo di coalizione.
Ma non è questo l'oggetto di questa lettera. Voglio piuttosto concentrare la mia attenzione su come l'Irlanda potrà decidere di sfidare la leadership della UE e l'effetto che si potrà avere sui mercati finanziari.

Ora, gli Irlandesi non sono come i Greci. Non ci si deve aspettare di vederli sulle barricate solo perché sono stati derubati di ogni chance di prosperità per almeno una generazione. Gli Irlandesi piuttosto se ne vanno. Dopo più di un decennio di immigrazione netta, c'è stata una svolta e l'Irlanda sta di nuovo perdendo decine di migliaia di persone ogni anno - principalmente i giovani ed istruiti - il che è una rovina che deve essere fermata, perchè l'Irlanda avrà bisogno di tutta la capacità di sviluppo possibile negli anni avvenire per tirarsi fuori dal pantano in cui è finita.
Table 1: Irish Bank Deposits (€ billion)




Deposits from Irish Residents
Deposits from Non-Res
Deposit
MFIs
Govt
Private
NREuro Area
NR Row
TOTAL
gennaio 2010
gennaio 2011
133,9
124,7
3,1
2,9
175,2
155,6
29,4
17,1
202,4
109,0
544,0
409,4
Differenza
- 9,2
- 0,1%
- 19,6
- 12,2
- 93,5
- 134,6
Differenza %
- 6,9
- 4,6%
- 11,2%
- 41,6%
- 46,2%
- 24,7%
Source: Central Bank of Ireland. Note: Domestic market credit institutions only. MFIs are monetary financial institutions.

Ancor più preoccupante nel breve termine, è il prossimo tracollo dell'industria bancaria irlandese. Mi ci è voluto un po' per venirne a capo, ma quel che ho trovato è veramente incredibile. L'industria bancaria irlandese è una bestia complessa. Circa 450 istituzioni finanziarie operano nel paese, ma soltanto 20 di loro servono l'economia interna. La tabella 1 rappresenta quelle 20 banche "domestiche", e l'immagine è sconvolgente. In questi ultimi dodici mesi, 135 miliardi di euro di depositi, un quarto di tutti i depositi, hanno lasciato il paese. In un'economia con un P.I.L. di 155-160 miliardi di euro, è un numero davvero importante.

Ovviamente, con un'emorragia di depositi di questa grandezza, le banche irlandesi hanno dovuto diminuire i loro prestiti. Malgrado il notevole finanziamento di emergenza fornito dalla banca centrale irlandese e dalla BCE (per la somma di circa di 145 miliardi di euro), lo sviluppo dei prestiti si è invertito con una caduta eccezionale nei prestiti totali di circa il 17%  e con un ulteriore declino previsto per il 2011. 


Di fronte a questa dura realtà, non fa meraviglia che il Fine Gael nelle settimane precedenti le elezioni abbia dichiarato di essere a favore di una ristrutturazione che preveda un taglio per i detentori dei bonds sovrani irlandesi. L'intenzione irlandese era chiara; se per la leadership UE è così importante mantenere l'Irlanda a bordo, allora la UE deve pagare maledettamente bene per questo. Ciò ha suscitato un'attività frenetica a Bruxelles e Francoforte con parecchie dichiarazioni dirette a limitare i danni. Usando delle espressioni insolitamente forti , i vari leaders della UE hanno detto chiaramente che un dissenso irlandese non sarebbe stato tollerato.

In realtà, tuttavia, gli Irlandesi hanno una posizione più forte di quanto generalmente non si pensi. Con le loro banche che stanno affondando più velocemente di quanto gli investitori europei possano fare in tempo a scaricare la loro esposizione sull'Irlanda, che cosa ha realmente da perdere l'Irlanda nel chiamare il bluff dell'UE e decidere un taglio per gli obbligazionisti? Forse addirittura uscire dall'euro e ritornare alla sterlina irlandese? Solitamente, uno degli argomenti più forti contro l'uscita da un'unione monetaria è l' inevitabile corsa agli sportelli. Ma se la corsa è già in pieno svolgimento, quell'argomento perde molto del suo potere.
Se la perdita dei depositi continua al tasso corrente, verrà presto il giorno in cui il prezzo per lasciare l'euro non sarà più punitivo. Come minimo, il nuovo governo irlandese dovrebbe spingere aggressivamente per una rinegoziazione del tasso di interesse che paga sul finanziamento di emergenza. Al 5.8%, c'è molto spazio per un miglioramento.

Dopo tutto, la principale preoccupazione dell'UE non è l'Irlanda. No, ciò che la UE sta disperatamente cercando di mantenere è l'illusione che il settore bancario europeo in generale e della Germania in particolare, stia bene e in salute. In realtà, le landesbanks tedesche, insieme alle cajas spagnole ed alle banche austriache, sono fra le più deboli in Europa quanto a base di capitale, e le banche tedesche sono fortemente esposte sull'Irlanda. In altre parole, mantenere a galla l'Irlanda è un punto critico della strategia della Merkel per mantenere in vita il suo settore bancario. Questo stesso fatto, che il governo tedesco sta facendo tutto ciò che è in suo potere per nascondere, fornisce all'Irlanda un'occasione unica nella vita per rinegoziare le condizioni del suo prestito.

2 commenti:

  1. Dati abbastanza impressionanti...secondo me altro che contrattare un miglior interesse, non può bastare...

    RispondiElimina