06/08/11

A storm in a tea (party) cup

Articolo di Sergio Cesaratto in uscita su Left-Avvenimmenti


La situazione economica italiana e globale è estremamente allarmante, ed è soprattutto preoccupante il prevalere, su entrambe le sponde dell’Atlantico, di posizioni tanto grette, quanto dannose. Negli Stati Uniti l’accordo stipulato da Obama, con i conseguenti tagli al bilancio federale, comporterà sia dei danni alle politiche di bilancio volte a sostenere produzione e occupazione, che ulteriori ingiustizie sociali. In Europa le misure intraprese dai governi europei sono sinora risultate insufficienti ad arrestare la crisi del debito dei paesi periferici che si è ora estesa in maniera drammatica anche al nostro paese. Il costo del debito pubblico italiano - i famosi spread, gli scarti fra i tassi di interesse pagati dallo stato italiano e quelli pagati dalla Germania - è salito a livelli inimmaginabili solo poche settimane fa, dimostrando l’inutilità della manovra. A ben vedere il moralismo populista del Tea Party, che esalta lo stato minimo e il predominio dei più capaci, non è che è una variazione sul tema della retorica dei politici, mass media ed economisti tedeschi volta ad attribuire ogni colpa alla dissipatezza dei popoli dell’Europa periferica, come se le banche germaniche non avessero allegramente sostenuto quella presunta viziosità e l’economia tedesca beneficiato di abbondanti esportazioni verso la periferia. Le manovre imposte ai paesi periferici si rivelano la classica fatica di Sisifo: nuocciono a crescita e stabilità sociale e da ultimo al bilancio pubblico medesimo.
Eppure nella scatola degli attrezzi della politica economica vi sarebbero gli strumenti per affrontare la crisi, strumenti che sono stati con successo adottati soprattutto dagli Stati Uniti nel 2008-9: sostenere la domanda attraverso la spesa pubblica, e puntellare il bilancio pubblico, il sistema finanziario e le famiglieindebitate attraverso una politica monetaria “accomodante” che mette a disposizione liquidità a basso costo, cioè a bassi tassi di interesse. Maggiore liquidità a bassi tassi, in periodi di crisi, non genera inflazione, ma è una flebo per il sistema. L’abbandono prematuro di queste politiche rischia di far ricadere gli Stati Uniti nella crisi, con effetti drammatici sull’economia mondiale.L’Europa non ha mai coraggiosamente adottato queste politiche. Guidata da una Germania che fa delle esportazioni la guida alla propria crescita, essa ha preferito lasciar fare agli altri. E in effetti le esportazioni tedesche verso i paesi emergenti, Cina in primis, hanno ripreso alla grande dal 2010, avvantaggiandosi anche, grottescamente, del deprezzamento del’Euro che ha seguito la crisi della periferia europea. Quest’ultima area non si è avvantaggiata della ripresa tedesca in quanto il retroterra industriale della Germania è ormai nell’est europeo, l’area a cui storicamente questo paese ha guardato – l’opzione occidentale della Germania  apparendo un accidente storico più che una vera scelta. Con l’esplosione della crisi greca a fine 2009, si è palesato quanto la scelta dell’Unione Monetaria Europea (UME) fosse stata una scommessa azzardata per la periferia europea. I flussi di capitale dai paesi centrali hanno dato l’illusione sino al 2008 che tutto andasse a gonfie vele in Spagna, Irlanda e Grecia, sebbene si fosse già da tempo capito che non era così per Portogallo e Italia. Con l’UME i paesi periferici si sono auto-negati la possibilità di riallineare la propria competitività attraverso le variazioni del tasso di cambio nella speranza  di importare disciplina ed efficienza tedesca. Hanno invece importato un mucchio di capitali che hanno sostenuto i consumi (ma non gli investimenti industriali) e fatto lievitare prezzi e salari, sicché ora si trovano con molti debiti e una competitività perduta, ma senza poter ricorrere alla classica “arma della svalutazione”. L’Italia fa storia a sé. Il nostro debito pubblico era già alto prima dell’UME, e divenne tale per scelte sbagliate compite nel periodo 1979-81. L’adesione al sistema monetario europeo (il padre dell’UME) e il cosiddetto “divorzio” fra Banca d’Italia e Tesoro, per cui la prima smise di finanziare a basso costo il secondo, determinarono un formidabile aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico. Ciò determinò, assieme al lasciar correre l’evasione fiscale, una miscela micidiale che ha portato il debito pubblico italiano ai livelli ben noti. E’ una storia su cui si dovrà tornare. Nulla a che fare, comunque, con un eccesso di spesa sociale che in Italia è, anzi, sottodimensionata. Sino all’adesione all’UME il debito pubblico italiano era tuttavia posseduto da connazionali. Con l’UME anche l’Italia perde progressivamente competitività – i nostri prezzi crescono inesorabilmente sempre un po’ più di quelli tedeschi e non possiamo svalutare -, i nostri conti con l’estero vanno in rosso e anche noi tendiamo a indebitarci, sebbene un po’ meno degli altri. Una manifestazione dell’indebitamento estero è che ora quasi la metà del debito pubblico è in mano a stranieri. L’Italia è in una situazione simile al 1992, quando una grossa svalutazione della lira aggiustò (un po’) le cose: le esportazioni ripresero, il debito estero fu restituito. Ora non si può più fare. I mercati lo sanno e attribuiscono una probabilità positiva che l’Italia sia costretta ad uscire dall’Euro, e dunque chiedono tassi sempre più altri per acquistare i titoli del debito sovrano italiano. Dunque non è questione di speculazione, queste sono bugie. Con questi tassi – 4% più di quelli pagati dai tedeschi - il debito pubblico non potrà che crescere, non c’è manovra che possa farvi fronte, e la probabilità di un “default” italiano si avvicina. La situazione italiana si sta cioè avvicinando viepiù a quella della Grecia di un anno fa. La Grecia è tuttavia un paese piccolo, e i prestiti europei l’han tenuto in (una stentata) vita (medesimo discorso per Irlanda e Portogallo). Questo non è possibile per Italia (e Spagna). Che fare allora?Come convengono tutti gli osservatori più avveduti, c’è una istituzione di cui tutti i paesi sovrani si sono dotati dalla fine del XIX° secolo per fronteggiare queste contingenze: la banca centrale. Dunque solo un intervento fermo della Banca Centrale Europea (BCE) potrà fermare e invertire la tendenza al rialzo dei tassi di interesse sui debiti sovrani di Italia e Spagna (una banca centrale lo fa acquistando lei i titoli e sostenendone il prezzo; i mercati, rassicurati, chiederanno tassi più bassi per detenere quei titoli). Purtroppo l’ultimo accordo europeo del 21 luglio ha ulteriormente esentato la BCE dall’operare in questo senso. Ottimisticamente riteniamo che, a meno di voler affossare l’Euro nel giro di qualche settimana, la BCE dovrà intervenire. Se questo avvenisse in misura adeguata, e si potesse ricominciare a respirare normalmente, ci si potrà rimboccare le maniche per raddrizzare questa Europa e questa Italia. Ma su questo torneremo.
(Left-Avvenimenti in edicola il 5 agosto 2011)

9 commenti:

  1. Solito pistolotto demagogico e velleitario del noto Cesaratto: ridicolo se non fosse che è pure dannoso, per il fatto che può forviare le opinioni di qualche lettore meno accorto.

    Volendo restare nell'ambito delle opinioni "di sinistra", basterebbe contrapporre qualche riflessione di Boldrin (per esempio) come nel caso della "lettera dei 100"
    (vedi http://www.noisefromamerika.org/index.php/articles/7_contro_100%3A_La_Tenzone)

    RispondiElimina
  2. Solito commento pistolotto di Katobledo, per di più - ad abissale differenza dell'articolo di Cesaratto - totalmente privo di contenuti (unico contenuto il link, grazie).
    Signori, questa è casa mia. Sinora ho pubblicato i vostri (mi riferisco anche a LucaS) commenti perché credo che il confronto di idee diverse sia utile. Però il tono aggressivo e denigratorio che usate per portare avanti le vostre posizioni è davvero inutile e dannoso in sè - questo sì - e non fa onore al mio blog. Per cui vi informo che d'ora in avanti pubblicherò solo i commenti che manifestano il rispetto per le persone con idee diverse.

    RispondiElimina
  3. 1) "Maggiore liquidità a bassi tassi, in periodi di crisi, non genera inflazione, ma è una flebo per il sistema": FALSO, l'inflazione si è vista (PPI) e il sistema non ne ha baneficiato (tasso di occupazione, durata media del periodo di disoccupazione), ma forse si riferisce alla borsa?

    2) "le esportazioni tedesche ... hanno ripreso alla grande dal 2010, avvantaggiandosi del deprezzamento dell’Euro": il deprezzamento rispetto a cosa? non certo rispetto al dollaro USA. Ma ammettiamo che l'EUR si sia deprezzato e che questo avvantaggi i tedeschi perchè per i cinesi le BMW costano metà di prima, mi sai spiegare perchè non avvantaggia anche le FIAT e le SEAT o le RENAULT?

    3) il retroterra dell'est? ma di che sta parlando??? secondo questa logica, visto che la Cina è un grande "retroterra industriale", gli USA dovrebbero andare a gonfie vele! cioè la delocalizzazione fatta dai tedeschi abbassa la loro disoccupazione, quella fatta da italiani e spagnoli invece la alza? puro nonsense...

    4) "I flussi di capitale dai paesi centrali hanno dato l’illusione..." cioè, visto che non abbiamo approfittato di un'occasione unica per sistemare i nostri debiti a costi "bassi" è colpa dei tedeschi. Il concetto di "responsabilità" esiste? altrimenti è meglio delegare anche il governo del nostro paese a 'sti crucchi

    5) "Con l’UME ... riallineare la propria competitività attraverso le variazioni del tasso di cambio" leggi: non ci siamo (chi? i governi??) accorti che l'EUR ci impediva di metterlo in quel posto ai cittadini con continue svalutazioni come eravamo abituati a fare (sì, parla dei governi!)

    6) "... eccesso di spesa sociale che in Italia è, anzi, sottodimensionata": 800mld di spesa dello stato sono pochi? e quanto sarebbe il giusto???

    7)... 8)...

    RispondiElimina
  4. PS: gentile (non tanto) padrona di casa Carmen the Sisder, se sei una sostenitrice del pensiero unico, il tuo, non approfitto più della tua ospitalità...

    se invece tu fossi interessata al confronto di idee sarebbe simpatico che su obiezioni fattuali rispondessi con argomenti!
    ti faccio un ultimo esempio. Dice C.: "1992, quando una grossa svalutazione della lira aggiustò (un po’) le cose", io leggo invece che tutti gli stipendi, tutte le pensioni, tutti i depositi (ecc.) furono nottetempo ridotti (del 30%?). Per te questo è un "aggiustamento" o forse c'è qualcosa che non va nella logica di C.?
    Forse si tratta solo di punti di vista: per il petroliere non cambia nulla, basta rivedere il prezzo alla pompa del 30%; il lavoratore dipendente dovrà faticare non poco a recuperare (parte) di quel taglio; le categorie meno "protette" (pensionati, donne, giovani) si terranno l'aggiustamento per gli anni a venire... è questa lo spirito di equità?

    Rifletti,
    Giorgio

    RispondiElimina
  5. Ma non si è accorto, lo scrivente, che proprio gli "strumenti che sono stati con successo adottati soprattutto dagli Stati Uniti nel 2008-9" sono stati la causa della ricaduta degli USA ?
    IL Medicare o come si chiama l'estensione della previdenza sanitaria ad una grossa fetta di popolazione perchè l'ha deliberata sapendo che soldi in cassa non ce n'erano ?
    Dov'è invece la legge promessa da Obama di regolamentazione delle attività finanziarie che doveva impedire quello che certi strumenti derivati hanno causato. Non c'è ombra della legge e questo a fatto si che ora l'ammontare di derivati in circolazione è dieci volte quello che c'era nel 2008.
    Poi una domanda, sempre a questo signore. Lei dove abita per dire che la spesa sociale in Italia è sottodimensionata ? Sulla Terra no di sicuro?

    RispondiElimina
  6. 1. La politica monetaria degli usa che ha consentito di finanziare la spesa pubblica a bassi tassi è più utile, a mio parere, della politica folle che si fa in europa dove gli stati devono pagare salati interessi ai privati sui mercati, e ha sostenuto meglio l'economia. Il problema sta purtroppo nel fatto che è stata troppo poco indirizzata a sostenere l'economia reale, e troppo a vantaggio delle istituzioni di wall street e del sistema bancario, dove la mancata regolamentazione ha riportato punto e a capo.
    2. Il valore dell'euro senz'altro è stato tenuto a freno dalla crisi delle periferie, e questo è un fatto di cui la Germania si è avvantaggiata.
    3.Qui Cesaratto per quel che intendo io dice solo che il sud d'Europa non si è avvantaggiato della crescita delle esportazioni tedesche perché la Germania delocalizza all'est. Ciò non significa che la delocalizzazion faccia bene alla Germania..
    4. Smettiamola di rimpallarci le colpe. La colpa è di chi ha preso questi finanziamenti troppo allegramente, come anche di chi li ha concessi.
    5. Un cambio fisso tra economie tra loro diverse , che equivale alla UME, non funziona e non ha mai funzionato.
    6. In Italia il bilancio sarebbe in avanzo se non ci fossero gli interessi da pagare. Le entrate sono scarse causa evasione, e la spesa sociale non è superiore alla media ue. Anzi.

    7,8....sarò stata antipatica, ma mi avete fatto uscire dai gangheri, Possibile che non si riesca a dialogare dandosi per scontata la buona fede, senza quindi bisogno di attaccare come nemici? Ma che modi sono, ma che tipo di civiltà e di democrazia è questa, dobbiamo partire dall'abc? Qui non si tratta di pensiero unico, non fate orecchie da mercante, vi dice qualcosa la differenza tra dialogo e dibattito? O vogliamo litigare come in tivù? Suvvia...

    Per finire:
    la svalutazione della lira ha portato vantaggi sul lato delle esportazioni, che dopo l'uscita dallo Sme sono riprese in attivo, ma svantaggi sul costo delle importazioni. Questi vantaggi e svantaggi sono ricaduti sui redditi degli italiani. Quello che è stato davvero uno svantaggio netto è stata la successiva svendita del patrimonio pubblico con le privatizzazioni dalla tempistica perfetta.

    RispondiElimina
  7. Su certi punti si può benissimo evitare di essere ideologici, ad esempio, attribuire la colpa della perdita della competitività italiana alla germania, come fanno di solito gli economisti di sinistra, o alle imprese italiane che non innovano, come fa Boldrin e i liberisti di destra, fanno sì che ci sia dell'inutile ideologia. Infatti entrambi i problemi esistono, hanno influenze tra di loro, ma sono scollegati. Posso concepire l'ideologia quando il problema, su un determinato avvenimento, o è di un tipo di spiegazione, o di un altri tipo, quando cioè entrambi i motivi non possono coesistere insieme(l'uno esclude l'altro). Siccome i due problemi sulla competitività esistono contemporaneamente, come spiegato prima, e non si escludono a vicenda(anzi forse addirittura si auto-alimentano a vicenda)non vedo perché essere ideologici. Stessa cosa vale ad esempio anche per i crediti, la responsabilità è sia del debitore che del creditore, in quanto i crediti sono investimenti, e quindi responsabilità, sia delle banche che delle famiglie/imprese, come giustamente ha detto anche Carmen.

    RispondiElimina
  8. 1. fortuna che ha sostenuto l'economia (45 milioni di food stamp, 9,2% di disoccupati cronici, il tasso di occupazione più basso da 15 anni...), chissà cosa sarebbe successo senza!

    2. ripeto: non mi è chiaro perchè l'euro basso avvantaggia proprio la Germania e non l'Italia? fra parentesi avvantaggerà gli esportatori tedeschi ma non vedo il vantaggio per chi deve campare con prezzi che salgono

    3. sarò io tardo nel comprendere: la Germania delocalizza (a est o dove diavolo le pare), io quindi capisco che i lavoratori tedeschi perdono il posto a vantaggio di quelli dell'est. E invece no: la disoccupazione tedesca è ai minimi! sono io confuso o lo è Cesaratto?

    4. d'accordo! dirò di più, sarebbe bene che chi ha prestato i soldi (ai PIIGS) si facesse carico delle incertezze (perdite) senza invocare ogni tre per due l'intervento della BCE (cioè gli utili li voglio per me e le perdite è meglio dividerle/socializzarle!)

    5. il cambio fisso (oro ma anche argento) ha funzionato benissimo per migliaia di anni proprio tra economie diverse; al contrario mi pare che le preoccupazioni della Cina (e del resto del mondo) siano proprio riguardo alla eccessiva disinvoltura USA nel manipolare l'USD

    6. già, il bilancio sarebbe in avanzo se non fosse in disavanzo: concordo al 100% con questa Verità! quello che intendevo dire è che 800mld di spesa pubblica (>50% del PIL) mi paiono tanti, troppi! Cesaratto ne vorrebbe ancora di più? ma quanti?

    7,8... in realtà sei sempre simpatica! non ti contesto la buona fede, ci mancherebbe ;-)
    piuttosto mi pare che non gradisci approfondire gli effetti delle idee che ti appaiono seducenti e di cui
    non vuoi rischiare di rovinare la suggestione sottoponendole a un minimo di critica, comunque grazie della risposta


    Per finire: dici una cosa molto vera quando affermi che "Questi vantaggi e svantaggi sono ricaduti sui redditi degli italiani". Appunto la somma è zero, si tratta solo di una redistribuzione tra chi ha guadagnato e chi ha perso: concordi che ci guadagnano industriali (minor costo del lavoro) e stato (svalutazione del debito) e ci perdono dipendenti (minore ricavo del lavoro) e risparmiatori (svalutazione degli investienti)? d'accordo invece sulle privatizzazioni...

    ciao

    RispondiElimina
  9. Katobledo, che l'economia tedesca sia più
    forte della nostra non è mica questo il fatto in discussione! Il fatto è proprio che essendo costretti a confrontarci "ad armi pari" con la Germania allo stato delle cose non possiamo che soccombere!
    Se la svalutazione ha dei costi, non credo che siano così schematicamente distribuiti come tu sostieni. Del resto costringere il paese a rimanere ancorato a un tasso di cambio troppo alto per noi con economie più forti comporta come minimo una grave deflazione di cui proprio la gente che lavora deve subire le conseguenze.
    L'oro secondo me è anacronistico e assolutamente inutile.
    Comunque se io resisto a cambiare le mie idee, tu altrettanto: non è facile farlo in poche righe di confronto.
    Comunque le tue obiezioni mi costringono ad approfondire, e spero anche i miei articoli facciano altrettanto con te. Solo smettila ti prego davvero di prendere a pesci in faccia chi non la pensa come te, in particolare le persone i cui articoli pubblico nel mio blog. Questo è un punto davvero importante per me, la cortesia del dialogo.

    RispondiElimina