14/05/14

Da Zero Hedge: il FMI va alla guerra in Ucraina

Il sito Zerohedge scova un contributo di Pepe Escobar, che smaschera circostanze e condizioni a cui è legato il prestito del Fondo Monetario Internazionale all'Ucraina: intervenire con la forza nell'Est - altrimenti, se avviene una secessione del cuore industriale del paese, chi pagherà i creditori, ossia le banche occidentali e Gazprom?



Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un prestito di 17 miliardi di dollari all’Ucraina. La prima tranche di 3,2 miliardi è arrivata mercoledì.


E’ essenziale capire le condizioni a cui è legato questo “prestito” in stile mafioso. Non si parla di nulla che possa somigliare neanche lontanamente al rilancio dell’economia ucraina. Lo schema è connesso inestricabilmente alla solita, famosa politica dell’FMI buona per tutte le stagioni di “aggiustamenti strutturali” , nota a centinaia di milioni di persone, dall’America Latina al Sudest Asiatico, all’Europa del Sud.

I governanti provvisori in Kiev vi si sono scrupolosamente attenuti, implementando l’inevitabile pacchetto di austerità – dagli aumenti di tassazione al congelamento delle pensioni a un brusco aumento di oltre il 50% del prezzo del gas naturale che riscalda le case ucraine. Il “popolo ucraino” non sarà in grado di pagare le bollette delle utenze il prossimo inverno.

Come prevedibile, il gigantesco prestito non è a favore del “popolo ucraino”,  Kiev è essenzialmente in bancarotta. I creditori vanno dalle banche occidentali a Gazprom – che ha un credito di almeno 2,7 miliardi di dollari. Il “prestito” andrà a ripagare questi creditori; per non parlare del fatto che 5 miliardi di dollari sono riservati al rimborso di – indovinate un po’ – i precedenti prestiti del FMI. Inutile dire che una buona parte dei fondi verrà debitamente intascato – come avvenuto in Afghanistan – dagli oligarchi attualmente allineati al governo “Yats” di Kiev.

IL FMI ha già avvertito che l’Ucraina è in recessione e potrebbe aver bisogno di un’estensione del prestito di 17 miliardi di dollari. La neolingua del FMI lo qualifica come “una significativa revisione del programma.” Ciò accadrà, secondo il FMI, se Kiev perde il controllo dell’Ucraina dell’est e del sud – cosa che è già in atto.

L’Ucraina dell’est è il cuore industriale del paese – con il più alto PIL pro capite e sede di fabbriche e miniere di vitale importanza, per lo più nella regione di Donetsk, che è in gran parte in rivolta contro il nuovo regime neo-fascista e neo-nazista di Kiev. Se l’attuale deflagrazione dovesse persistere, significherebbe un calo sia delle esportazioni industriali, sia dei proventi fiscali.

Ed ecco allora la prescrizione del FMI per gli oligarchi – alcuni dei quali finanziano attivamente le milizie del Settore di Destra: fintanto che affrontate una ribellione popolare nell’est e nel sud del paese, non preoccupatevi; avrete altra liquidità dal FMI anche più avanti. Ecco un corso accelerato di capitalismo del disastro.
 
Vogliamo che ci sia un'invasione.


Nel frattempo, la scuola diplomatica di delinquenza giovanile dell’amministrazione Obama rimane sul pezzo: il piano è di indurre Mosca a “invadere”. I risvolti positivi sarebbero immensi. Washington distruggerebbe una volta per tutte l’alleanza strategica tra la UE, e specialmente la Germania, e la Russia, che è parte di un’interazione più organica tra Europa e Asia; terrebbe l’Europa perennemente sotto il controllo americano; e riabiliterebbe la “Robocop” NATO dopo la sua umiliazione in Afghanistan.

Insomma, non sono delinquenti giovanili per caso. Però questo brillante piano ha tralasciato una componente fondamentale: un numero sufficiente di truppe addestrate desiderose di mettere in pratica i progetti di Kiev. Il nuovo regime ha dissolto la polizia antisommossa federale Berkut. Grosso errore – perché questi sono veterani; sono disoccupati; e ora, pieni di rancore, sostengono appieno gli ucraini che chiedono un governo federalista.

Quello che il Ministero della Verità ha imposto a tutti i mass media occidentali è di insistere con l’etichettare come “separatisti filorussi” quelli che in realtà sono ucraini federalisti. Non vogliono dividere lo stato ucraino. Non vogliono riunirsi alla Federazione Russa. Quello che vogliono è un’Ucraina federalista con province forti e autonome.

Nel frattempo, nel paese dei condotti del gas... 
Washington sta pregando intensamente affinché la disputa tra l’UE e la Russia riguardo al gas vada fuori controllo. Il gas naturale ammonterà al 25% dei bisogni dell’UE fino al 2050. Fin dal 2011 la Russia è il fornitore principale, prima della Norvegia e dell’Algeria.

La Commissione Europea (CE), infestata da burocrati, sta concentrando i propri attacchi su Gazprom riguardo al progetto di condotte South Stream – la cui costruzione parte a giugno. La CE insiste sul fatto che gli accordi già presi tra la Russia e 7 nazioni dell’UE violano la legge UE (com’è che non se ne sono accorti prima?). La CE vorrebbe che il South Stream diventasse un progetto “europeo”, non di Gazprom.
Beh, la cosa dipende dalla diplomazia e politica interna dei vari Stati membri. Per esempio, l’Estonia e la Lituania dipendono al 100 per cento da Gazprom. Alcuni paesi, come l'Italia, importano oltre l'80 per cento della loro energia; altri, come il Regno Unito, solo il 40 per cento.
E’ come se la CE si fosse improvvisamente svegliata dal suo solito torpore e avesse deciso che il South Stream è un campo di calcio politico. Gunther Oettinger, il commissario per l’energia dell’UE, ha cominciato a invocare a gran voce la legge UE sulla concorrenza  chiamata “terzo pacchetto per l’energia” – che richiederebbe essenzialmente a Gazprom di aprire il South Stream ad altri fornitori. Mosca ha presentato reclamo all’Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO).
Una cosa è la rigorosa applicazione del diritto UE recentemente rispolverato. I fatti sul tavolo sono diversi. Il South Stream può costare fino a 16 miliardi di euro - ma sarà costruito, anche se finanziato dal bilancio dello stato della Russia.
Inoltre Gazprom, nel solo 2014, ha già firmato altri accordi con partner tedeschi, italiani, austriaci e svizzeri. L’italiana ENI e la francese EDF sono suoi partner fin dall'inizio. La Germania, l’Italia, la Bulgaria, l’Ungheria e l’Austria sono profondamente coinvolti nel South Stream. Non stupisce che nessuno di questi sia a favore di maggiori sanzioni alla Russia.
Per quanto riguarda una qualsiasi mossa dell'UE per trovare nuove fonti di approvvigionamento, che è un processo lungo anni - esso dovrebbe coinvolgere la migliore fonte alternativa possibile, ossia l’Iran, nell’ipotesi che l’accordo nucleare con il P5 + 1 venga raggiunto quest'anno. Un'altra possibile alternativa, il Kazakistan, esporta meno di quanto potrebbe, e rimarrà così a causa di problemi infrastrutturali.

Torniamo quindi alla tragedia ucraina. 

Mosca non "invaderà." Perchè dovrebbe? Gli aggiustamenti strutturali del FMI devasteranno l’Ucraina più di una guerra; molti ucraini potrebbero finire per  chiedere aiuto alla Russia. Berlino non si metterà contro Mosca. Perciò la retorica di Washington di "isolare" la Russia si rivela per quella che è: delinquenza giovanile.

Quel che rimane all’Impero del Caos è pregare affinché il caos continui a diffondersi in Ucraina, minando così l’energia di Mosca. E tutto questo perché l’establishment di Washington è assolutamente terrorizzato dalle potenze emergenti in Eurasia. Non una ma due – Russia e Cina. Peggio: strategicamente allineate. Ancora peggio: inclini a integrare l’Asia all’Europa. Quindi sentitevi liberi di immaginare un mucchio di vecchi arrabbiati a Washington che sibilano come giovanastri delinquenti: "non mi piaci. Non voglio parlare con te. Voglio che tu muoia."

1 commento:

  1. E nel silenzio totale dei nostra media Russia e Cina (ma non solo) continuano ad allontanarsi dal PetroDollaro:

    ZH - Russia Holds "De-Dollarization Meeting": China, Iran Willing To Drop USD From Bilateral Trade
    Submitted by Tyler Durden on 05/13/2014

    (...) In other words, in one week's time look for not only the announcement of the Russia-China "holy grail" gas agreement described previously here, but its financial terms, which now appears virtually certain will be settled exclusively in RUB and CNY. Not USD.

    And as we have explained repeatedly in the past, the further the west antagonizes Russia, and the more economic sanctions it lobs at it, the more Russia will be forced away from a USD-denominated trading system and into one which faces China and India. Which is why next week's announcement, as groundbreaking as it most certainly will be, is just the beginning.

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