28/05/14

La Francia ha un buco di bilancio di 14 miliardi

Una breve news della BBC sull'ultimo grattacapo francese: un buco di 14 miliardi nel bilancio dovuto ad un eccesso di previsione delle entrate fiscali derivanti dagli aumenti delle tasse. In ogni caso Hollande – il Presidente socialista che fu entusiasticamente eletto per combattere l'austerità – prosegue deciso con aumenti di pressione fiscale e tagli di spesa!
Non sentiamo nessuna compassione per Hollande: se ti collochi tra quelli che negano radicamente IL problema è ovvio che poi ti trovi a scendere la china sbagliata e che alla fine te la vedi con la Le Pen, come già predetto da tempo da qualcuno.

Hollande ha ora un indice di gradimento elettorale decisamente sotto il 20%

28 maggio 2014 - BBC

Il governo francese si trova di fronte ad un "buco nero" di 14 miliardi di euro  nelle finanze pubbliche dopo aver sovrastimato gli introiti fiscali dello scorso anno.

Da quando è stato eletto, due anni fa, il Presidente francese Francois Hollande ha alzato l'imposta sul reddito, l'IVA e l'imposta societaria.

La Corte dei Conti ha detto che nel 2013 le entrate aggiuntive derivanti dall'aumento di tutte e tre queste imposte ammontano a 16 miliardi di euro.

Si tratta di poco più della metà rispetto alla previsione del governo di 30 miliardi di introiti fiscali aggiuntivi.

La Corte dei Conti, che supervisiona la contabilità del governo, ha affermato che le previsioni fatte dall'Eliseo sulle entrate fiscali del 2013 si sono rivelate così largamente approssimative da gettare dubbi sulle previsioni per l'anno in corso.

Ha aggiunto che le previsioni sono state esageratamente ottimistiche e basate su proiezioni poco precise.

I dati arrivano una settimana dopo che il Primo Ministro francese Manuel Valls – che è stato nominato a marzo dopo gli scarsi risultati del Partito Socialista di Hollande nelle elezioni comunali – sembrava aver criticato la politica fiscale del Presidente dicendo che "troppe tasse uccidono il gettito fiscale".

Crescita inconsistente

I sondaggi d'opinione attribuiscono ad Hollande un indice di gradimento elettorale decisamente sotto il 20% e i critici affermano che le sue politiche fiscali hanno compromesso la possibilità della Francia di avere una ripresa economica sostenuta.

Nonostante fosse stato eletto sull'onda di un sentimento anti-austerità, Hollande ha dovuto realizzare una serie di tagli alla spesa accompagnati da una serie di aumenti delle tasse.

Nel frattempo, la crescita economica è stata inconsistente e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello record dell'11% alla fine del 2013.

Nei primi tre mesi del 2014 l'economia francese ha visto una crescita nulla rispetto allo 0,2%  dei tre mesi precedenti.

Lo scorso anno l'aliquota dell'imposta sul reddito per i cittadini più ricchi è stata alzata al 75%, spingendo alcuni francesi, tra cui l'attore Gérard Depardieu, a lasciare il paese e a cercare cittadinanza altrove in Europa.

Hollande ha già detto che non rallenterà il ritmo di riduzione del deficit, aggiungendo che la Francia "non può convivere con un debito così pesante". 

3 commenti:

  1. Questa è l' epoca degli untermenschen al comando. Mezzi uomini che si credono di valere più di quello che in realtà sono, untermenschen appunto.
    Come il ministro padoan, ascoltato ieri in auto alla radio, che loda il consolidamento fiscale necessario per la crescita( ?!? ).
    Ma come è possibile sostenere che, "corcando" la gente di tasse, si pongono le basi per la crescita? I
    n un qualunque manuale di macroeconomia, sta scritto che in recessione bisogna fare proprio l'opposto, per rilanciare la crescita.....
    Qua non si tratta più di economia, ma bisogna indagare anche il campo della psichiatria, perché sennò non si spiega tale assurda follia.
    Vista la perseveranza nello sbagliare politiche economiche, mi risulta evidente la malafede di questi personaggi.
    Forse in Italia, la gente è più accidiosa, ma in Francia, di questo passo, prima o poi succederà qualcosa di brutto.

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    1. il fatto è che i media, soprattutto governativi di sinistra, fanno apparire questi pseudo ministri economici come dei guru a livelli di conoscenza economica eccelsa. Prima Monti poi Saccomanni e ora Padoan: è cambiato qualcosa per noi? Non mi pare e mai succederà niente di positivo. Bisogna stamparci la moneta altro che chiacchere...

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    2. Non è follia ma collaborazionismo.

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