Da Sapir una analisi della difficile situazione Ucraina dal punto di vista del diritto internazionale. Anche qui, i nostri governanti si muovono con assoluta incompetenza e con una tracotanza che ci mette tutti a rischio.
Gli eventi hanno subito
un'accelerazione in seguito alla decisione dell'Assemblea della
Repubblica Autonoma di Crimea di chiedere il ricongiungimento con la
Russia. Le autorità russe sono chiaramente imbarazzate da questa
proposta, che potrebbe metterle in contrasto con la comunità
internazionale. D'altra parte, è chiaro che questa proposta gioca
sulla corda emotiva della solidarietà con le popolazioni. Venerdì 7
marzo a Mosca si è tenuta una manifestazione a sostegno della Crimea
"russa" che ha raccolto più di 60.000 persone. Questo è
esattamente il genere di situazioni che sarebbe stato meglio evitare.
Oggi ormai c'è da temere che il genio sia già uscito dalla lampada
e potrebbe essere molto difficile farcelo rientrare. E nemmeno la
posizione dei governi occidentali, nonostante le spacconate di
alcuni, è molto sicura.
In effetti, la Russia
aveva proposto di tornare agli accordi del 21 febbraio, che - va
ricordato - erano stati firmati da alcuni paesi dell'Unione Europea.
Questa era una proposta ragionevole ed in questo contesto ho scritto
una delle mie precedenti note, [1] in cui sottolineavo le condizioni
alle quali questo ritorno avrebbe potuto essere effettuato. [2] Un
ritorno a questi accordi avrebbe comportato lo scioglimento del
governo provvisorio, la reintegrazione nelle sue funzioni del
Presidente Yanukovich, e una valutazione di illegittimità del
comportamento delle autorità della Repubblica Autonoma di Crimea.
Questa sarebbe stata la migliore di tutte le soluzioni ancora
possibili nella mattinata di Giovedi 6 marzo. Ci rendiamo conto che
il ritorno a Kiev del Presidente Yanukovich non sarebbe stato facile,
ma se i suoi avversari avessero tenuto a mente i superiori interessi
del paese, avrebbero potuto, e dovuto, accettare questa soluzione,
sapendo che sarebbe stata solo temporanea e che sarebbero presto
state organizzate delle nuove elezioni. Lo ripeto, non sto dicendo che
sarebbe stata una cosa facile, anche senza menzionare gli estremisti
di «Pravý Sektory» e di «Svoboda», il cui ruolo negli incidenti
che hanno portato agli accordi del 21 febbraio, il fuoco dei cecchini
che ha fatto vittime sia tra i poliziotti che tra i manifestanti
[3], resta ancora da indagare in modo indipendente. [4] C'era un
sacco di diffidenza da entrambe le parti. Ma resta il fatto che
questa soluzione era possibile.
Tuttavia, durante la notte il Presidente Yanukovich è fuggito da Kiev, e si è instaurato un potere di fatto. Che sia fuggito perché temeva per la sua vita o, come la regina Anna d'Austria e Mazzarino durante la rivolta della Fronda, perché credeva che sarebbe stato più forte andando fuori da Kiev che restando all'interno, è irrilevante. Il potere è stato lasciato e qualcuno lo ha raccolto. I paesi dell'Unione europea considerano questa una "rivoluzione". Il problema è che una rivoluzione implica (e presume) l'interruzione della legalità costituzionale. Se si accetta questo punto di vista, allora questo dà una legittimità al nuovo governo, ma anche, va sottolineato, alla decisione delle autorità della Crimea di chiedere il ricongiungimento con la Russia. Ammettere questa soluzione rivoluzionaria equivale a riconoscere il fallimento dello Stato Ucraino. Ma ammettere questo fallimento implica che lo Stato post- rivoluzionario non sarà necessariamente identico a quello che esisteva durante il periodo pre-rivoluzionario. Insieme al fallimento dello stato arriva il fallimento, o la rottura, del patto alla base della nazione, e che istituisce l'Ucraina come una «res-publica», ossia la cosa comune di una data popolazione. D'ora in poi liberata da questo patto, una parte della popolazione può benissimo scegliere di non rinnovarlo e di siglare un altro patto, sia in modo indipendente, che in unione con un altro paese.
Dal punto di vista dei
principi, la posizione degli Stati Uniti, ma anche dell'Unione Europea, non regge. Il Presidente Obama, e il Presidente della
Commissione, M. Barroso, dicono che un referendum sull'indipendenza è
illegale. E' tale solo se ci si pone
nel contesto di un ritorno agli accordi di 21 febbraio. Dal
momento in cui ci si pone nel quadro di un processo rivoluzionario,
se si assume che si sia verificato un nuovo atto costituente
attraverso la formazione del governo provvisorio, è implicito che
tutti gli attori della società ucraina siano ugualmente liberati dai
vincoli costituzionali del vecchio regime. Allo stesso modo, la
decisione del nuovo governo di firmare in tutta fretta il trattato
con l'Unione europea, implica che questo governo si è voluto
sciogliere dalle regole precedenti; o altrimenti avrebbe dovuto
aspettare che si tenessero nuove elezioni. Invece, se si considera
quindi che le vecchie norme non esistono più, questo vale anche
per il governo di Crimea. In ogni caso, non si può applicare un
principio del diritto a Kiev, e un altro a Simferopol!
Le Possibili
Conseguenze.
Prendiamo atto, poi, del fatto che tutto questo ha conseguenze di vasta portata. Ciò che è vero per la Crimea è vero anche per qualsiasi altra regione dell'Ucraina. Già le città di Odessa e di Nikolaiev hanno chiesto di essere unite alla Crimea; domani, c'è da aspettarsi che anch'esse chiederanno di organizzare un referendum sull'unione con la Russia. Domani, alcune città o regioni occidentali potrebbero decidere di aderire alla Polonia. I paesi dell'Unione Europea e gli Stati Uniti stanno scoprendo a proprie spese che cos'è una logica rivoluzionaria. Stanno già cominciando a rendersi conto che una certa cooperazione con la Russia è essenziale, se vogliono preservare una Ucraina unita e indipendente, e non solo per ragioni economiche. Questi paesi hanno deciso di tenere la Russia fuori dal gioco dal 22 febbraio al 2 marzo. Ora devono accettare il risultato. Da allora in poi, demonizzare la Russia e il suo Presidente non ha alcun senso, se non per salvare la faccia di questi leader. Per inciso, Henry Kissinger ha osservato: «Demonizzare M. Putin non è una politica, ma un modo di nascondere l'assenza di politica .»
Ma si deve temere che le conseguenze non si fermeranno qui. M. Barroso si è preso la libertà, poche settimane fa, di tenere una conferenza agli indipendentisti Scozzesi, e di dire che l'adesione di una Scozia indipendente all'Unione Europea non era affatto ovvia. Ha pensato un attimo a quella che diventerà la sua posizione se l'UE si impegna in negoziati con l'Ucraina divisa? Ha pensato un momento ai segnali inviati dalla UE agli indipendentisti Baschi e Catalani? Ha pensato un attimo a quale lettura sarà data in Belgio, dai Fiamminghi e dai Valloni, degli eventi in Ucraina? I leader dell'UE e degli Stati Uniti hanno aperto il vaso di Pandora. Lo shock prodotto da questi eventi sulla Unione europea si rivelerà devastante. E questo shock sarà accompagnato da un secondo shock, ancora peggiore, se si instaura un periodo di scontro con la Russia. L'Unione europea è una zona a crescita debole. Rischia, in queste circostanze, di rimanere tale per lungo tempo. Infine, l'immagine che l'Unione europea sta mandando al resto del mondo, in particolare in Africa e in Asia, è detestabile. E' l'immagine di una potenza neo-coloniale, che usa e abusa dei suoi punti di forza con i popoli più deboli, prendendo decisioni senza valutarne le conseguenze e in dispetto ai principi del diritto. Il Presidente Obama ha dichiarato, in maniera un po' affrettata, che "la Russia è isolata”. In realtà, il paese ha ricevuto un chiaro sostegno da Cina e India, così come da numerosi altri paesi in Asia. Questo non tanto per simpatia con le posizioni russe, ma perché questi paesi capiscono la coerenza del diritto internazionale e la necessità di rispettarlo.
La logica degli eventi
della prima settimana di marzo 2014 è ben lungi dall'essersi
esaurita. Oggi non possiamo ancora sapere quali cattive sorprese, o
magari anche buone, perché no, ci riserva il futuro. Ma è chiaro
che presto, con le elezioni europee, avremo modo di sanzionare i
nostri governi per la loro totale incompetenza, e anche l'hubris,
che hanno dimostrato sulla questione Ucraina .
[ 1 ] J. Sapir ,
«Sauvegarder l'unité de l’Ukraine» , RussEurope, 3 marzo 2014 ,
URL: http://russeurope.hypotheses.org/2045
[ 2 ] Molti lettori mi hanno detto che, pur approvando mie osservazioni, le hanno comunque trovate fin troppo ottimiste. Voglio che sappiano che era l'ottimismo della volontà, che non impedisce affatto il pessimismo della ragione.
[ 3 ] J. Sapir , Provocation à Kiev?, in RussEurope, 5 marzo 2014, URL: Http://russeurope.hypotheses.org/2051
[ 4 ] La signora Merkel ha riconosciuto alla conferenza stampa che ha avuto luogo a Bruxelles nel pomeriggio del 6 marzo che l'origine e gli sponsor dei cecchini di Maidan meritavano un'inchiesta. Ma si può ben chiedersi che cosa ne verrà fuori, sapendo che il Procuratore Generale è membro di «Svoboda» .
Direi che gli echi di ciò che sta accadendo in Crimea, potrebbe avere effetti nella Repubblica serba di Bosnia. Visto quello che sta succedendo in Bosnia.
RispondiEliminaGrande Sapir,ricco come sempre di semplice buon senso! Una domanda,ma come mai i piddini si sono schierati come un sol uomo, contro Putin? Mah, misteri della mente umana.....Claudio
RispondiEliminaerano gli stessi piddni che negli anni 70 si schierarono CONTRO gli americani che foimentarono il golpe dei generali di Pinochet vs il governo di Allende: negli anni 70 erano contro l'imperialismo americano, ora sono al fianco dei "portatori" di pace a stelle e strisce :)
RispondiEliminala crimea non è una repubblica autonoma ma una regione ucraina a statuto speciale? che faresti se il trentino alto adige facesse un referendum per annettersi all'austria e le schede per votare fossero stampate in austria?
RispondiEliminaI Piddini contro Putin, e a favore die neonazisti che Hanno preso il comando a Kiev.
RispondiEliminaI Tedesci proibiscono il Partito neonazista NPD in Germania, nel altro lato l'auswertiger Amt di Berlino tratiene rapporti stretti coi noenazisti dello Svoboda, che Hanno già apertamente scandito: morte a tutti i russi, tedesci, ebrei e a tutti gli altri.
E fa letteralmente ridere l'EU e il suo elemento di spiccho "Merkel" cercando di dettare l'agenda a Putin, credendo di avere a che fare con un taliban italiota del "piu Europa"
anonimo 19.28.00
RispondiEliminail governo italiano non ha proibito la lingua tedesca ai tirolesi e nè ha scandito; prendete i fugili e ammazate tutti i russi, perciò non c'e nessun motivo che il tirolo venga annesso dal l'austria, se non gli piage l'italia i sudtirolesi si possono trasferire nel nordtirolo o a vienna. punto, però con tutte le agevolazioni che ricevano da roma, dubito che lo facciano.
la prima azione che a fatto il nuovo governo a kiev(noneletto),e stato di proibire la lingua russa in ukraina, accompagnato con massice intimidazioni antirussel.
e come se la svizzera proibisse ai ginevrini di parlare il francese, assurdo.
ne convengo pienamente,considerato poi che la Ukraina è stata con la Russia ancora 2 secoli prima della Rivoluzione Bolshevica , e quindi la seccessione dell'Ukraina dalla Federazione Russa dopo lo sfasciamento dell'URSS non aveva alcun motivo in quanto non annessa via forzata come si potrebbe dire delle altre repubbliche sia quelle baltiche sia asiatiche,quindi è stata già allora complottata dagli stessi poteri occulti che dal mondo bipolare hanno deciso di passare al mondo multipolare ,che faciliterebbe poi la NWO .La Riussia ha combattuto in _Crimea contro i tartari e contro i turchi,ed è proprio alla flotta russa la Crimea deve la sua liberta ,senno sarebbe stata dominata dai turchi.Evidentemente questi fatti alle generazioni nuove in Ukraina non si insegnano più,come tra l'altro globalemente si cerca di ripresentare la storia dell'umanità nella chiave utile alla costruzione dell NWO.
EliminaLogica disarmante, un grande articolo di Sapir.
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