Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph riporta che l’istituto tedesco DIW ha improvvisamente aperto all’ipotesi di un QE europeo per scongiurare la deflazione, sconfessando così le parole tranquillizzanti di Mario Draghi... (Ma in realtà noi sappiamo che da un lato la BCE da sola non basta, e dall'altro le politiche fiscali espansive sono incompatibili con l'euro)
Il capo dell'Istituto tedesco per la Ricerca Economica chiede 60 miliardi di € di acquisti di bond al mese per arrestare la contrazione del credito e scongiurare la trappola in stile giapponese.
Un alto organismo tedesco richiede un vero e proprio Quantitative Easing alla BCE per scongiurare la spirale deflattiva, segnando un cambiamento radicale nelle linee di pensiero delle élite tedesche.
“E’ tempo che la BCE agisca. Altrimenti l’Europa rischia di cadere in una pericolosa spirale discendente dei prezzi e di domanda in declino”, ha scritto sul Die Welt.
Marcel Fratzscher, il capo dell’Istituto Tedesco per la Ricerca Economica (DIW) a Berlino, ha chiesto 60 miliardi di euro di acquisti mensili di bond per fermare la contrazione del credito e scongiurare una trappola in stile giapponese.
“La BCE deve contrastare il rischio deflattivo velocemente e in maniera decisa, e lanciare un programma esteso di acquisto di bond simile a quanto fatto dalla Federal Reserve,” ha dichiarato. La scala dovrebbe essere dello 0,7% del debito pubblico dell’eurozona al mese, qualcosa di simile al ‘Q3’ degli Stati Uniti.
L’appello è arrivato dopo che, la scorsa settimana, la BCE si è rifiutata di agire nonostante la contrazione dell’aggregato monetario M3 negli ultimi 8 mesi e il calo dell’inflazione allo 0,8%. La linea della BCE, dettata dai “falchi”, ha spinto il cambio euro/dollaro a 1,39, serrando ancor più la morsa della deflazione.
Il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che il rischio di deflazione in Europa potrebbe ormai essere del 20%, ossia la regione è ormai vulnerabile ad uno shock esterno.
Il signor Fratzscher ha detto che la BCE dovrebbe comprare i titoli pubblici di tutti gli stati dell’eurozona – inclusi i bund tedeschi – in maniera proporzionale, per risollevare l’intera regione.
Il DIW è uno dei 5 istituti tedeschi con un ruolo consultivo ufficiale, ed è una voce importante del mondo degli affari tedesco. La richiesta di un’azione drastica suggerisce che il paese potrebbe essere più disponibile a considerare una strategia di reflazione di quanto si immagini, e fa pressione sui membri tedeschi del board della BCE perché moderino la loro veemente opposizione a qualsiasi forma di QE.
Il DIW ha detto che una deflazione nell’eurozona sta diventando “sempre più probabile”, rendendo ancor più difficile per Italia, Spagna e Portogallo recuperare la competitività perduta rispetto al nord Europa. Questi paesi devono portare avanti delle svalutazioni interne con profondi tagli sui prezzi e sui salari. Ma questa strategia manda fuori controllo la traiettoria del debito e aumenta il rischio di una trappola dell'interesse composto.
“I prezzi in calo aumentano i tassi di interesse reali per le famiglie e le imprese, che a loro volta aumentano il peso dei debiti e la necessità di una loro ristrutturazione,” ha dichiarato il signor Fratzscher.
“Il risultato potrebbe essere un circolo vizioso che diventerebbe ancor più difficile da arrestare per la BCE. L’esperienza giapponese degli ultimi 20 anni mostra come sia doloroso uno scenario del genere.”
Il DIW in pratica si unisce a un coro di economisti in Europa e negli USA i quali ammoniscono che la lenta deriva verso la deflazione sta generando una seconda crisi dei debiti sovrani, potenzialmente peggiore della precedente, una volta che la prossima recessione comincia a colpire.
Il presidente della BCE Mario Draghi ha cercato di minimizzare i rischi di deflazione, sostenendo che la situazione è totalmente differente da quella del Giappone alla fine degli anni ’90 e che la ripresa sta accelerando.
In ogni caso le sue mani sono legate dalla Corte Costituzionale Tedesca, che il mese scorso ha sentenziato che il piano di salvataggio della BCE per Italia e Spagna (OMT) oltrepassa il mandato della BCE e viola i trattati dell’UE che impediscono la “monetizzazione” dei bilanci pubblici. La sentenza non affronta la questione del QE, ma è stata considerata da tutti come un avvertimento.
L’Istituto ha detto che l’OMT non dovrebbe essere confuso con un acquisto di bond in stile FED, che è uno strumento monetario puro e non un salvataggio di specifici paesi in difficoltà. Ha inoltre avvertito che la paralisi politica alla fine potrebbe provocare più danni alla credibilità della BCE di una decisione rischiosa con delle misure di emergenza.
Resta da vedere se il cambiamento di posizione del DIW riflette le correnti tedesche più profonde. Stampare moneta continua ad essere visto come il tabù economico per eccellenza dalla maggioranza del paese.
In Febbraio la rivista Spiegel ha detto che la sentenza della corte costituzionale “non era altro che la resa dei conti finale sulla gestione della crisi perseguita dalla BCE” che pone limiti stringenti alla strategia per affrontare la crisi.
“Nel peggiore dei casi, la Corte potrebbe proibire a Berlino di contribuire agli sforzi per salvare l’euro o perfino costringere la Germania ad abbandonare del tutto l'area monetaria“, ha detto.
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