Per Jacques Sapir dichiarare illegittimo il referendum in Crimea è una solenne sciocchezza, perché è stata una reazione alla palese rottura dell'ordine costituzionale. Ora in Ucraina un governo di unità nazionale che indica le elezioni per un'assemblea costituente.
16 mar
2014di
Jacques Sapir
Il
risultato del
referendum ha confermato la volontà della maggioranza della
popolazione della Crimea di
unirsi alla Russia.
Ha anche confermato l'incapacità dei leader, sia francesi
che europei
e degli Stati
Uniti, di capire
la natura di questo
voto. Qui
di seguito ricordiamo
alcuni punti importanti:
1 .
La Crimea è
stata assegnata
amministrativamente dalla Russia
all'Ucraina nel quadro dell'Unione Sovietica nel 1954. Questa
assegnazione non è stata subordinata
al voto della
popolazione
interessata. Dopo
la dissoluzione dell'URSS nel 1991, è stato concordato che la Crimea
sarebbe rimasta
all'Ucraina, con il riconoscimento
del suo status di repubblica autonoma e il
rispetto per la Costituzione.
2 . Dopo il 21 febbraio 2014, in Ucraina c'è stata un'interruzione dell'ordine costituzionale. Questo è riconosciuto dai paesi occidentali nel momento in cui qualificano il governo come "rivoluzionario". Ciò deriva principalmente dal fatto che nessuna autorità competente (essendo che la Corte costituzionale è stata sciolta dal nuovo governo) ha constatato il vuoto di potere. Il nuovo governo è ben lungi dal rappresentare tutti gli Ucraini, come logicamente ci si sarebbe potuti aspettare. È quindi un'autorità de facto.
3 . In
seguito a ciò, le autorità della Repubblica Autonoma di Crimea
hanno considerato
che si era creata
una nuova situazione in cui i diritti della Crimea non erano più
garantiti, e hanno
deciso di tenere il
referendum il 16 marzo. La loro decisione è stata una reazione alla
rottura dell'ordine costituzionale a Kiev. Non è né legale né
illegale, in quanto l'ordine costituzionale non esiste più.
Qualificare il referendum illegale dal punto di vista della legge
Ucraina è una solenne sciocchezza
e rivela una
totale incomprensione dei principi del diritto da
parte dei leader che utilizzano questo
argomento.
4 . Dal
punto di vista del diritto internazionale sono in conflitto due
principi, l'inviolabilità delle frontiere e il diritto dei popoli
all'autodeterminazione. Se i paesi che ora
si oppongono al referendum avessero
fatto pressioni sul
governo di Kiev perché cedesse
il suo potere a un governo di unità nazionale, che
riunisse
tutte le parti coinvolte, avrebbero ora dei
diritti per far valere
il principio di intangibilità. Ma avendo scelto di riconoscere
unilateralmente un governo che rappresenta solo una parte della
popolazione, non possono utilizzare questo argomento
senza violare direttamente il secondo principio, sul
diritto dei popoli. L'argomento della
illegittimità dal punto di vista del
diritto internazionale viene quindi a
cadere a causa del
fatto che i paesi che
lo sollevano
non hanno essi stessi
fatto valere la necessità di un governo di unità nazionale in Ucraina, il quale
soltanto, con un'assemblea
costituente,
sarebbe stato in
grado di offrire una soluzione legittima
a questa crisi.
5 . In
queste condizioni, l'unica posizione possibile sarebbe stata quella di
richiedere per il referendum la presenza di osservatori
ufficiali.
Questo non sembra essere stato fatto. Gli
osservatori (membri del Parlamento europeo) erano presenti a titolo personale. Dicono di non aver visto
nulla di
scandaloso. Tuttavia, questo fa sorgere un
dubbio sulle condizioni del voto,
ma dato che questo dubbio deriva
dallo stesso
atteggiamento dei paesi occidentali, deve andare a vantaggio delle
autorità della Repubblica Autonoma di Crimea. Questo voto, nei
fatti, sembra essersi
svolto secondo le
modalità consuete in Ucraina.
6 . Si noterà nel caso della Francia che i leader che oggi contestano il referendum in Ucraina sono gli stessi che non volevano riconoscere i risultati del referendum del 2005 e l'hanno sostituito con un trattato (il Trattato di Lisbona), che non è stato sottoposto al vaglio popolare. Questi stessi leader hanno accettato il referendum che ha separato Mayotte dalle Isole Comore e ricollegato l'isola alla Francia. Questi due fatti indicano che la legittimità della posizione di questi leader sulla questione del referendum in Crimea potrebbe essere facilmente messa in discussione.
7 . Ora dobbiamo guardare al futuro. Non c'è dubbio che la Russia riconoscerà il referendum, anche se - in teoria - può sempre rifiutare l'adesione della Crimea. Il problema che si porrà nelle prossime settimane è quello delle province orientali dell'Ucraina, dove incidenti mortali sono in aumento. Qualsiasi tentativo di imporre una soluzione con la forza potrebbe portare a una guerra civile. E' quindi indispensabile che tutte le parti interessate in questa crisi, e questo vale per i paesi europei come per la Russia, esercitino una pressione congiunta sulle autorità di Kiev perché costituiscano un governo di unità nazionale che riunisca tutti i partiti, disarmi i gruppi estremisti e indica le elezioni per un'assemblea costituente. La firma di un accordo internazionale da parte del governo non impegna che il governo stesso. L'Unione europea andrebbe contro la legge se firmasse col governo un qualsiasi trattato.
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