Dopo Irlanda e Grecia, è la russa Pravda a parlarci di ciò che
succede al Portogallo, inabissatosi in una crisi demografica senza
precedenti indotta dalla crisi economica e dagli "aiuti" della Troika. C'è
una certa ironia nel fatto che tra i pochi a parlarci di questa
ennesima catastrofe, scomparsa dai radar dei nostri media liberi, ci sia
quello che fino a due decenni fa la voce popolare indicava come il
"megafono del potere" sovietico...
Traduzione di Sa1nt_Simon
Il Portogallo, membro dell'Unione europea dal 1986, sta rapidamente perdendo la sua popolazione a causa dell'emigrazione significativa. In termini di indicatori economici, il Portogallo si avvicina al livello dei paesi meno sviluppati dell’Europa orientale. Il declino è diventato particolarmente rapido tre anni fa, quando il Portogallo ha cominciato a ricevere assistenza finanziaria da parte dell'Unione europea. Non è una strana coincidenza?
Il Portogallo, membro dell'Unione europea dal 1986, sta rapidamente perdendo la sua popolazione a causa dell'emigrazione significativa. In termini di indicatori economici, il Portogallo si avvicina al livello dei paesi meno sviluppati dell’Europa orientale. Il declino è diventato particolarmente rapido tre anni fa, quando il Portogallo ha cominciato a ricevere assistenza finanziaria da parte dell'Unione europea. Non è una strana coincidenza?
Il paese si sta deteriorando
politicamente, economicamente e moralmente. Il debito pubblico e la
disoccupazione sono in aumento, e sempre più persone abili in età
riproduttiva stanno lasciando il paese. Secondo i dati
dell’Observatório da Emigração, dal 2008 circa 400.000 persone
hanno lasciato il Portogallo; in termini di percentuale sulla
popolazione totale (10,6 milioni di persone) è il secondo tasso più
alto in Europa dopo Malta, che ha una popolazione di poco meno di un
milione di persone. Il paese ha perso un quinto delle sue risorse di manodopera qualificata.
Inoltre, secondo i media portoghesi, il Portogallo è diventato
il paese con il minor numero di immigrati in percentuale sulla
popolazione totale.
Secondo l’Associação Portuguesa
de Psicologia da Saúde ocupacional, nove portoghesi su dieci vogliono cambiare la loro vita e sono insoddisfatti del proprio
lavoro. L'Associazione avverte che lo stress continuo e la
depressione causano un danno significativo alla salute pubblica. Le stesse conclusioni possono sicuramente riferirsi a tutti i
paesi della "periferia sud" dell'Unione Europea.
Tutti questi paesi hanno previsto tagli alle spese di bilancio per salari, pensioni, sicurezza sociale
e privatizzazioni, il che comporta una riduzione significativa
di posti di lavoro. In particolare, secondo le
statistiche europee, Lituania, Romania e Bulgaria sono senza speranza.
Il Portogallo riceve aiuti
attraverso le tranche di prestiti da parte dell'UE (per un
totale di 78 miliardi di euro). Il programma di assistenza è stato stanziato nel
2010, per favorire la ripresa economica e per pagare l'enorme debito pubblico.
Tuttavia, sembra che nel corso dei tre anni la situazione non si sia
stabilizzata, ma anzi sia peggiorata.
"Il Portogallo è vicino ai
paesi meno sviluppati dell'Europa orientale" ha detto Rui Pena
Pires, in rappresentanza dell'Università di Lisbona ISCTE - IU, al
giornale Económico. Rui Pena Pires ritiene che la situazione possa
essere corretta, ma tutto dipende dalla ripresa della crescita economica. Secondo Pena Pires, se questo processo viene ritardato sarà molto
difficile correggere il declino demografico, e vi è anche il
rischio di peggiorarne le conseguenze.
Gli esperti stimano che l'esodo dei
portoghesi sia al livello di 100-120.000 persone all'anno.
Analizzando le qualifiche e la fascia di età degli immigrati, sono
giunti alla conclusione che coloro che se ne vanno sono
principalmente lavoratori semi-qualificati che dispongono di mezzi
sufficienti per affittare abitazioni all'estero, e possiedono un
piccolo capitale per sopravvivere per qualche tempo senza lavoro. La
popolazione più povera non emigra, ad eccezione dei rari casi dei ricongiungimenti con le loro famiglie.
I lavoratori qualificati sono una
minoranza. Ad esempio, in Lussemburgo, dove il 19% della
popolazione è portoghese, solo il 2% è costituito da
lavoratori qualificati del settore finanziario e scientifico. Per lo
più i portoghesi all'estero lavorano nell’edilizia, nelle
utilities, nel settore alberghiero, nel commercio e nei servizi.
Nonostante i luoghi comuni, la
maggior parte degli emigranti non è formata da disoccupati (la
disoccupazione nel paese è al 17,5%), ma da persone
insoddisfatte della propria vita. Vogliono avere la propria carriera, stipendi più competitivi, e status e riconoscimenti che non
possono ottenere a casa. In alcuni settori, come quello medico, la
situazione è catastrofica. Sia i medici che il personale
ospedaliero stanno lasciando il paese. Questo è il settore in cui
lo Stato spende una grande quantità di denaro nella formazione. Ad
esempio, per formare un infermiere vengono spesi all’incirca 16.500
euro.
La maggior parte degli emigrati sono
giovani in età riproduttiva, e questo provoca un calo della
naturale crescita della popolazione. Secondo il programma nazionale
di diagnosi precoce, nel 2011 il Portogallo, per la prima volta
nella sua storia, ha toccato il livello più basso di natalità -
100.000 bambini.
La situazione ha continuato a
peggiorare, e nel 2013 ci sono stati solo 90.026 neonati. Quest'anno, le
proiezioni dicono che questa cifra sarà più bassa di 8.000 unità.
"L'emigrazione dei giovani è un segno dell'attuale sfavorevole metodo di governo dell'economia portoghese, e il principale
fattore che limita il potenziale di crescita", ha avvertito la
Banca del Portogallo.
Albert Martins, il leader del Partito Socialista
all’opposizione (la coalizione di governo è guidata dai
Socialdemocratici), ha detto che il governo ha
perseguito una politica che ha portato a disoccupazione, povertà, immigrazione, insicurezza e depressione.
Tuttavia, per poter vedere più
chiaramente l’abisso in cui è sprofondato il Portogallo,
guardiamo ai dati presentati non dal presunto leader dell'opposizione
(i Socialdemocratici al potere sono rimpiazzati dai Socialisti,
creando un'apparenza di opposizione), ma dai Comunisti, che sono
rappresentati in Parlamento e godono di un certo consenso presso il popolo
portoghese.
Il 22 febbraio l'Assemblea
Nazionale del CPR ha fornito i seguenti dati. Fin dall'inizio degli
aiuti da parte della UE, nessuno degli obiettivi fissati dai tre
creditori (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) è stato raggiunto. Il PIL è calato del
5,8%, il doppio del previsto. In termini assoluti, il PIL è diminuito di 9,4 miliardi di euro.
Ci si aspettava che la caduta degli
investimenti sarebbe stata del 15%, ma nel corso dei tre anni di aiuti
questo dato ha già raggiunto il 37%. Il numero di posti
di lavoro è diminuito cinque volte più di quello che era stato
annunciato, il che significa che sono stati
distrutti 464.000 posti di lavoro. Il debito del paese nel 2010 era del 93%
del PIL, ed era stato assicurato che non sarebbe salito sopra il 115%, ma oggi è al 130% del PIL ed è cresciuto di
oltre 51.5 miliardi di euro.
Il deficit di bilancio non si è mantenuto al 3% come promesso, e quest'anno sarà superiore al
5%, nonostante il forte calo della spesa per
i servizi sociali e nel settore pubblico. E' una vittoria del cartello
delle mega-banche che controllano l’economia reale, e i perdenti
sono il paese e le generazioni future, ha detto nel suo discorso il
Segretario Generale del PPC Jeronimo de Sousa.
Qual'è il prossimo passo? Il
prossimo passo è la crescita presumibile del servizio del debito, perché le banche prendono in prestito dalla BCE allo 0.25% annuo, e investono in titoli portoghesi al 5.1% (il rendimento medio dei titoli di Stato), ottenendo un enorme
profitto. Questo è il motivo per cui il Portogallo deve pagare
oltre 7 miliardi di euro all’anno di soli interessi.
Il governo non si assume la
responsabilità per la dilagante devastazione dell’economia reale
del paese e per le migliaia di imprese fallite, per la brutale
e massiccia disoccupazione che contribuisce all'emigrazione quotidiana
di migliaia di portoghesi, per l’indebolimento del paese e del suo
futuro, per l'aumento dello sfruttamento del lavoro e per la
concentrazione della ricchezza che porta ad un processo accelerato di
impoverimento di milioni di portoghesi, per la diffusione della
povertà e dell'esclusione sociale, per la violazione dei fondamentali diritti
costituzionali al lavoro, alla salute, alla sicurezza
sociale e all'istruzione, ha concluso Jeronimo de Sousa.
Non c'è nessuna ironia nel fatto che la Pravda descriva qualcosa che i media occidentali non guardano. E' semplice logica.
RispondiEliminaI giornalisti dei regimi non occidentali sono perlopiù pagati dai governi: perciò non devono dare fastidio ai governi, ma possono infastidire i capitalisti, locali o internazionali.
I giornalisti dei regimi occidentali, sono pagati da grandi azionisti e dirigenti di grandi imprese private, per cui possono (o devono) colpire i governi, ma non devono attaccare tutto ciò che interessa a chi gli paga lo stipendio.
Io leggo la voce della Russia e il Putin fan club. Se la pravda fosse anche in Italiano, sicuramente la leggerei volentieri.
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