15/02/12

Grecia: L'Ossessione Infondata sul Salario Minimo


Su Economonitor Rebecca Wilder fa il punto, dati alla mano, sul costo del lavoro in Grecia


Il salario minimo Greco è apparentemente un punto di contesa tra la troika (BCE / EU / FMI) e il governo Greco. Il New York Times parla di guadagni di competitività, come logica per il taglio del salario minimo:

L'obiettivo di eventuali riduzioni salariali sarebbe quello di contribuire a rendere i lavoratori Greci, che sono generalmente meno produttivi dei lavoratori nel resto d'Europa, in grado di competere più efficacemente all'interno della zona euro, dove i paesi condividono una moneta comune che non consente svalutazioni per compensare le differenze di costo del lavoro.

Huh? Guardate i dati. La tendenza sembra quella di considerare i Greci pigri. Guadagnano un minimo salariale stabilito dal governo senza in realtà combinare granché, perché sono poco competitivi. Sbagliato, i dati non confermano questa visione.

In primo luogo, il popolo Greco non è affatto pigro.
Infatti, i lavoratori Greci hanno trascorso più ore al lavoro nel 2010 (ore annue effettivamente lavorate per lavoratore) rispetto a quelli di Cile, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia, Turchia, Messico, Slovacchia Repubblica, Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Giappone, Portogallo, Canada, Finlandia, Islanda, Australia, Irlanda, Slovenia, Spagna, Regno Unito, Svezia, Lussemburgo, Austria, Belgio, Germania, Norvegia e Paesi Bassi - e in quest'ordine. (È possibile scaricare e visulaizzare i dati della relazione sull'occupazione OECD Employment Outlook 2011). Anche Marc Chandler ha evidenziato questo fatto a gennaio.

Certo, si potrebbe sostenere che i lavoratori Greci lavorano un sacco di ore, ma sono meno produttivi. Inoltre, i costi del lavoro sono aumentati rispetto ad altri paesi dell'eurozona, quindi il paese è peggiorato. Questa è la scarsa competitività. E allora, se vi preoccupate per la produttività e gli aumenti salariali relativi, perché non guardare il calo dei costi unitari del lavoro della Grecia?

Il grafico sottostante illustra la variazione media del costo del lavoro nominale (costo del lavoro per ora) in tutta la EuroArea 12 nel periodo precedente alla crisi, 2005-2008, e poi sino alla recessione, 2009-2011 (dati della Finlandia non disponibili ). Secondo questi dati, la Grecia sta certamente facendo quello che la troika richiede: svalutazione relativa del costo del lavoro nominale. Dal 2009, il costo del lavoro in Grecia è caduto del 5,3%.



Il costo del lavoro Francese e Austriaco si è apprezzato rispettivamente del 12% e del 10,7%, durante il periodo 2005-2008, e di un altro 5,7% e 4,0%, rispettivamente, dal 2009. In Irlanda, la riduzione media del costo del lavoro dell'1,8% dal 2009 impallidisce in confronto all'aumento del 14,7% dal 2005 al 2008. La Grecia ha visto un aumento del costo del lavoro inferiore alla maggior parte dei paesi nel periodo 2005-2008, e tagli al costo del lavoro dal 2009. La rabbia verso il costo del lavoro in Grecia sembra davvero male indirizzata.

Ora, mi sto davvero chiedendo, cosa sarà questa ossessione sul salario minimo Greco? È vero, il salario minimo Greco è salito dello 0,8% nel periodo 2010-2011 (potete vedere i dati Eurostat). Tuttavia, in rapporto al reddito medio mensile, il salario minimo nel 2010 in Grecia è sostanzialmente in linea con gli altri paesi del programma, Irlanda e Portogallo, ed inferiore a Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Solo nel 2011 le politiche della Grecia sono saltate agli occhi, quando il salario minimo mensile è salito al 50,1% del reddito mensile medio. Tuttavia, semplici calcoli dimostrano che nel 2011 questo rapporto fra salario minimo e reddito medio è stato in gran parte il risultato di un crollo del reddito medio mensile, del -18,7%, piuttosto che dell'aumento del salario minimo, dello +0,8%.



Forse sono io a non capire le cose con chiarezza - e sono sicura che tutti voi mi correggerete se sbaglio - ma cos'è questa ossessione per il salario minimo? A me sembra che la recessione derivata dall'austerità fiscale stia veramente provocando una riduzione del costo del lavoro in Grecia, indipendentemente dalla politica del salario minimo. O non è questo il punto?



7 commenti:

  1. Queste osservazioni,insieme ad altre, anche discordanti, mi sembra comunque permettano di formulare una sintesi: la Grecia, alle condizioni attuali, non ce la fa a sostenere il fardello di un euro germanocentrico.
    I greci non sono tedeschi e un'altra Volkswagen non è possibile. Lo comprende anche un bambino ma la finanza ha fatto finta di non capirlo, salvo poi ricredersi, quando le viene comodo e/o la finzione non regge più.

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    1. Giusto, e siccome tutto questo è evidente a chi guarda i dati, tutti questi discorsi sui Greci così viziati mirano soltanto, e in mala fede, a spremere il limone al massimo prima di buttarlo via...o no?

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    2. Concordo. I greci hanno le loro colpe ma, come noi, sono da tempo irretiti in un gioco le cui leve, deregolamentate, stanno altrove.

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  2. Sapevano delle disomogeneità degli Stati Europei, e anche delle disfunzioni strutturali del Sistema Target2, ma nonostante tutto, hanno fatto un Unione, che è una farsa grottesca e nello stesso tempo una micidiale macchina tritacarne contro i Paesi periferici.
    Persino la famigerata Unione Sovietica al confronto(ebbra di crimini all'umanità), appare adesso più equa umana sociale e democratica, rispetto a questa mostruosità finanziaria antidemocratica chiamata ipocritamente "Unione Europea", ed tutto dire!!!!!

    Sono un afflitto e disgustato euro-pentito!!!!

    saluti, Nicola

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    1. Ahahah..Nicola,, siamo in molti, ma non ancora abbastanza, ad essere afflitti e disgustati europentiti! se lo capissero anche un po' di altri, forse si organizzerebbe un'alleanza tra paesi periferici, metteremmo delle condizioni, ripartiremmo a costruire l'Europa dalla politica, come avrebbe dovuto essere fatta, altro che piccoli passi - verso il baratro...! Tra l'altro anche la base dei Tedeschi è contraria a questa Unione, e per motivi opposti i popoli alla fin fine vanno nella stessa direzione...

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  3. Correggimi tu se sbaglio Carmen.
    Sesi abbassano i salri minimi e tutto il resto rimanesse uguale, diminuirebbe il PIL. di conseguenza anche se rimanesse unguale il debito pubblico, il rapporto in confronto ad un PIL minore sarebbe più elevato. Come può una misura del genere essere fatta per salvare la Grecia? a me sembra molto di più una misura per salvare le banche che hanno investito nel suo debito, allungando l'agonia dei greci finchè le banche non recuperano quello che possono grazie anche ad eventuali finanziamenti alla grecia dalla BCE o dal FMI, dopodichè quando i soldi in gioco saranno solo quelli dei privati lasceranno la Grecia al suo destino ormai scritto quasi in tutto. sbaglio di molto a pensarla così?

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  4. Ciao Max,
    per quel che risulta a me, il loro ragionamento sul salario minimo da abbattere segue l'ideologia liberista della flessibilità, secondo cui diminuendo il costo del lavoro aumenterebbe la produzione, favorendo anche la competitività nelle esportazioni, e di conseguenza si avrebbe anche un aumento dell'occupazione e anche del PIL.
    Ma questa teoria non regge alla prova dei fatti. La flessibilità negli anni in cui è stata applicata non ha diminuito la disoccupazione. Inoltre per risalire in competitività bisognerebbe distruggere i costi a livelli cinesi, abbattere la protezione sociale, ecc ecc ma in ogni caso politiche simili non funzionano in periodi di recessione.
    Questi qui, caro Max, hanno rimosso il problema fondamentale dell'economia, che è la domanda. Puntano sulle esportazioni e basta, ma non ce la vedo la Grecia in questa fase fare il culo, scusa il termine, alla Germania. Quindi hai ragione che tutto quel che fanno adesso lo stanno facendo per spremere il paese al massimo, che restituisca il massimo possibile di debito prima di fallire. Purtroppo è così.

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