26/11/13

Krugman: Cuori Duri, Teste Tenere

Krugman sul New York Times fa una serrata critica del sadomonetarismo degli "austerici", e spinge per la fine dell'austerità e la ripresa della domanda in Europa a sostegno anche dell'economia mondiale, senza preoccuparsi troppo, ahimé, di risolvere veramente gli squilibri dell'eurozona: per lui, dall'altro lato dell'Oceano, basta che in qualche modo  riparta la domanda. Per noi, è una questione di sovranità o colonizzazione, e di democrazia.

 
di Paul Krugman - Molti anni fa il mio collega Alan Blinder ha scritto un ottimo libro con un titolo, credo, un po' infelice. Era troppo facile passare da "Teste dure, cuori teneri " all’inverso.

D'altra parte, forse questo è un libro che dovrebbe essere scritto a proposito degli "austerians" (fanatici del rigore, ndt) di oggi, sia dal nostro lato dell'Atlantico, sia in Europa.



Quel che mi ha colpito, questa mattina, è stata un’intervista a Jens Weidmann, capo della Bundesbank:


"Abbiamo abbassato i tassi di interesse e stiamo offrendo liquidità illimitata alle banche. Ma non ci sono soluzioni facili e veloci per uscire da questa crisi”, ha detto al settimanale tedesco Die Zeit in un'intervista che sarà pubblicata giovedì.  
"Stampare soldi sicuramente non è il modo per risolverla. Ci vorranno ancora anni per eliminare le cause della crisi."

Che cosa potrebbe mai giustificare questa osservazione, se non la pura fede nella potenza redentrice del dolore (degli altri) nel suo proprio interesse?

Pensiamo agli attuali problemi dell'euro in termini di normalissima macroeconomia, da manuale.

In primo luogo, prendiamo il dato aggregato. L'area dell'euro nel suo complesso è al massimo storico di disoccupazione e al minimo storico di inflazione. Per definizione, ciò significa che la politica monetaria è troppo restrittiva. Certo, c'è un problema di efficacia, poiché la BCE è vicino al limite inferiore (i tassi sono quasi a zero n.d.T) — ma questo è un problema di implementazione della politica monetaria. Per quali possibili motivi si potrebbe sostenere che stampare denaro non è almeno una parziale soluzione alla crisi?


Prendiamo poi il problema del riequilibrio interno. I grandi flussi di capitali dal nord al sud Europa durante i primi anni dell’euro hanno spinto troppo in alto i prezzi in Spagna e in paesi simili, e ora questi hanno bisogno di una "svalutazione interna". Ma ci sono ora prove schiaccianti della rigidità del salario nominale verso il basso: è molto più facile riallineare i salari spagnoli rispetto ai tedeschi attraverso l'aumento dei salari tedeschi che attraverso la diminuzione dei salari spagnoli. La svalutazione interna della Germania tra il 2001 e il 2007 è stata ottenuta attraverso l'inflazione nei paesi mediterranei, non con la deflazione in Germania. Ma un tasso di inflazione medio dell’eurozona troppo basso sposta il peso sulla deflazione nei paesi debitori. Ancora, su quali basi si potrebbe sostenere che un tasso di inflazione un po’ più alto — ricordo che ora è appena allo 0,8% — non servirebbe a nulla per aiutare a risolvere la crisi?

Infine, ammesso che i livelli del debito siano un problema, una bassa inflazione rende questo problema molto peggiore, per i soliti motivi.

Ora forse, forse, ci potrebbe comunque essere ugualmente una crisi dell'euro anche se l'Europa avesse una forte domanda interna e un’inflazione superiore al 2%. Ma non possiamo saperlo — ed è bizzarro respingere a prescindere qualsiasi sforzo per muoversi in questa direzione.

In verità Weidmann — posizione, temo, molto in voga in Europa — ha gettato le analisi economiche fuori dalla finestra in favore di una particolare forma di fantasie. Ciò che colpisce di  queste fantasie è che esse non consistono in illusioni sull'esistenza di soluzioni facili, indolori; consistono invece in illusioni sull'assenza di soluzioni facili, anche quando l'evidenza dice molto chiaramente che tali soluzioni esistono. 

Invece della classica ricerca di piacere senza dolore delle menti deboli, questa è una ricerca di motivi per infliggere sofferenza indipendentemente dalla situazione economica reale.

Sì, corrisponde alla definizione di sadomonetarismo.


La cosa  impressionante è che questa cupa fantasia possa passare per saggezza, e che sia in grado di dettare la politica economica.


10 commenti:

  1. Quei geni della BCE non sanno come mai pur dando denaro alle banche l' economia reale non riprende ?
    Si vede che all' università hanno studiato solo l' economia classica per qui non riescono a capire
    Eppure è molto semplice, l' imprenditore non si indebita con il sistema bancario se vede il futuro (reale o apparente non importa) peggio di oggi
    Esiste un solo soggetto che puo far ripartire la fiducia negli imprenditori ed è lo Stato attraverso la spesa pubblica
    Consiglio a lor signor di iniziare a studiare Keynes

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    1. Keynes non solo non lo studiano, ma l'hanno messo proprio fuori legge introducendo il pareggio di bilancio nelle Costituzioni....ma questa crisi sarà Morte e Resurrezione dell'economia Keynesiana!

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  2. "Soluzioni facili e veloci".....Weidmann dice che non ci sono soluzioni facili e veloci...strano, a me pareva che fossimo in crisi da 6 anni ormai....e che noi si stia seguendo i dettami di bruxelles da ormai 3 quasi pedissequamente.

    evidentemente 6 anni sono un tempo velocissimo per weidmann....

    è incredibile la dimensione orwelliana che ormai ha raggiunto la faccenda. incredibile per un occhio consapevole. ha davvero dell'assurdo.

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    1. Luca, mi pare che avevano calcolato in 20 anni la riduzione del debito al 60% secondo Fiscal Compact...cosa vuoi che siano 6 anni appena?

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    2. ah quindi secondo loro si deve stare in recessione per 20 anni? questo non l'avevo capito. pensavo che calcolassero (ovviamente sbagliando) la possibilità di una ripresa prima della fine del "consolidamento"....certo che sono proprio crimini contro l'umanità questi. forzare alla povertà volontariamente così tanta gente per un tempo così lungo...

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    3. No, no, infatti loro non calcolano che dovremo stare in recessione per 20 anni! Per ridurre il debito/Pil secondo i calcoli ufficiali servirebbe via via un avanzo primario sempre più piccolo o anche un pareggio di bilancio, e i tagli vedrebbero finalmente la fine con sollievo della nostra spolpata economia.... Ma come sappiamo questi calcoli sono fatti sulla base di condizioni ben difficili da realizzarsi con queste politiche procicliche, che sono una crescita moderata del Pil, un po' di inflazione, e man mano che la situazione migliora una riduzione del costo del debito.
      Quindi possiamo comunque convenire, credo, che sono crimini contro l'umanità mascherati da regole di virtuosa disciplina...

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  3. Vi informo, ma probabilmente lo sapete già, che Cesare Pozzi sul Blog Orizzonte 48 ha descritto in maniera cristallina lo stato della nostra economia, insomma siamo al Requiem Eterna con o senza Euro!

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  4. E' quello che stavo pensando Tiberio. Siamo andati troppo avanti. Anche una presa di coscienza veloce(quando... quanto?) non ci permetterebbe di uscire facilmente da questo pantano. Hanno intaccato il cuore della nostra economia. Stanno inquinando il mondo http://www.libreidee.org/2013/11/offsetting-finanziarizzare-la-natura-per-rapinare-la-terra/. Non abbiamo scelta o noi o loro! Grazie. Claudio.

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  5. Siete tutti fuori bersaglio e non vedete oltre l'orizzonte.Siete tutti andati a scuola e non sapete fare 2+2. Adesso il 4 si fa col 1000-996.
    1000 di Pil e 996 di debiti. Alleluia. Avanti tutta. Ma dove?
    Se non si riducono le riflessioni ai minimi termini non se ne uscirà mai con la causa vera di tutto questo. La causa è una sola è si chiama espansione infinita. La formula magica dell'imbecillità umana dal mio punto di vista.
    Quella che alimenta il capitalismo stesso attraverso il consumismo.
    Al punto che il debito è diventato lo strumento per alimentarlo all'infinito.
    Come? Col QE eterno e tassi ormai negativi per non farlo scoppiare definitivamente..........Oramai siamo alla pazzia pura istituzionalizzata dalle banche centrali.............. ma dove vogliono andare? Moltiplicare forse le Terre? Già ne servono 1 e mezza e a fine secolo saremo a 3. Ma niente paura. Finita la terra c'è sempre la sabbia. Mal che vada la fuori in alto c'è Marte........Si parteeeeeeeee.....Tutti in carrozza.

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  6. Calma. Sì, sono riuscita a sentire il video solo poco fa. Ci dà proprio la sensazione di essere a una svolta epocale incombente, del resto lo sapevamo. Il modello di crescita è tutto da rivedere, e le forze sembrano impari al compito, e forse lo sono. Questa è la sfida delle nostre generazioni, nate in un'epoca di transizione verso non sappiamo cosa. Mettiamocela tutta.

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