08/04/14

Per Saxo ringhia l’Orso: i tassi ai minimi mentre la crescita mondiale si sgonfia

Ambrose Evans-Pritchard presenta il pensiero di un’economista di Saxo bank: l’economia mondiale è estremamente fragile e arrivano segnali preoccupanti dall’economia americana in ripresa. L’economia europea vive una falsa ripresa e si muove in direzione opposta a quella americana. Il rischio di deflazione è sempre più concreto, e costringerà le banche centrali a infrangere parecchi tabù.


Se pensavate che io fossi pessimista sullo stato dell'economia globale, provate a sentire Steen Jakobsen di Saxo Bank. Non ci sarà nessun’altra ripresa. La fase buona di questo ciclo è già passata. D’ora in poi, o tra molto poco, sarà tutta una caduta.

L'aumento dei tassi medi a 1 anno da 1,5% a 1,95% verificatosi nelle economie del G10 nell'ultimo anno è già stato sufficiente a spingere di nuovo l'intero fragile edificio verso il limite – anche se con un certo ritardo. "Il mondo è in depressione. Non può sopravvivere in nessun modo a dei tassi più elevati" ha dichiarato.

I rendimenti dei buoni del  tesoro degli Stati Uniti a 10 anni presto inizieranno a scendere lentamente ai minimi di tutti i tempi, sotto 1,50%, verso la metà del 2015.

L’indice S&P 500 di Wall Street perderà tutto quanto guadagnato durante il QE3, crollando a 1,400 punti in un anno di mercato in ribasso.

Come si può vedere da questo grafico, il “margin debt” USA (l'ammontare di denaro che viene preso in prestito dai vari operatori di mercato per acquistare attività finanziarie, n.d.T) sta segnalando pericolosamente gli stessi picchi visti poco prima del crash “dotcom” e della crisi Lehman.


Il signor Jakobsen consiglia i propri clienti di rifugiarsi nel reddito fisso.  “Non ci sarà altro posto ove rivolgersi,” dice.

L’apprezzamento dell'euro a quasi 1,40 sul dollaro farà naufragare la debolissima ripresa europea – sempre che la si possa definire ripresa – e spingerà anche la Germania sull'orlo della recessione entro la fine dell'anno. Una tempesta perfetta in campo valutario è in arrivo, con l'Europa e gli USA che spingono in direzioni opposte, con la BCE che apre le porte al QE mentre la Fed sta chiudendo il rubinetto della liquidità. "Abbiamo il più forte segnale di vendita per l'euro dall'inizio dell'unione monetaria", ha detto. Il target è 1,25 dollari entro l’inizio del 2015.

E non contate sull'aiuto dell'Abenomics in Giappone (parole sue, che ancora non condivido). L’indice Topix a Tokyo è già tornato dov’era 14 mesi fa, come se tutto questo grande esperimento non fosse che un miraggio.

Come si può vedere da questo grafico, il Japan Economy Watchers Survey è sceso a livelli inferiori ai giorni peggiori del crollo del 2008-2009. Qualcuno è preoccupato dell’aumento dell’IVA dal 5 all’8%, anche se la banca del Giappone continua a darsi da fare.


Questa volta non ci sarà nessun rapido salvataggio dalla Federal Reserve. I falchi sono determinati a continuare il “tapering”. La pretesa che non si tratta di una stretta monetaria difficilmente riuscirà a tenere buoni i mercati ancora a lungo.

Janet Yellen sarà anche una colomba, ma non ci fraintendiamo. Il signor Jakobsen sostiene che la sua avversione alla
crescente disuguaglianza predomina su tutto. Anche la Jellen avversa le bolle favorite dal QE, che concentrano ulteriormente la ricchezza.

Vale la pena notare che la sua vecchia sede – la Fed di San Francisco – sta guidando la carica revisionista sul QE, mettendone in discussione i benefici una volta che si sia usciti da una crisi di liquidità immediata.

La mia opinione personale è che i critici del QE hanno sbagliato bersaglio per cinque anni. Hanno continuato a prevedere che esso avrebbe condotto inevitabilmente a un’impennata inflazionistica, e lo fanno ancora. (Mi hanno mandato una banconota dello Zimbabwe con un valore nominale di 100.000 miliardi di dollari questa settiman, a monito delle mie eresie pro-QE).

Al contrario,  ora nel mondo occidentale siamo più vicini alla deflazione  che in qualsiasi altra fase, dagli anni '30. I critici hanno confuso la base monetaria con l’offerta di moneta. Come prendere il giorno per la notte.

Tuttavia, ci sono due ottime ragioni di chiedesi se il QE sia stato una scommessa pericolosa:

1) Ha avuto un ruolo chiave nell’aumentare la disuguaglianza a livelli osceni. Non c’è bisogno di essere di sinistra per accorgersi che ciò mette a rischio la coesione sociale. Anche qualsiasi conservatore burkeano con un po’ di sale in zucca se ne rende conto. Burke giustificò la disuguaglianza che derivava dalla “natura delle cose", ma ciò che sta accadendo ora è completamente diverso. Non serve a sostenere un ordine civile di obblighi reciprocamente vincolanti, sta invece inquinando la società e costituisce una sottile minaccia per la democrazia.

2) Come ha evidenziato la Banca dei regolamenti internazionali, il QE sta creando un altro castello di carte speculativo che si basa in modo precario su un’economia globale disfunzionale, che non si è mai davvero ripresa (a causa dell’eccesso di capacità, l’effetto-Cina).

Se e quando la bolla esplode, potremmo accorgerci che l'ondata deflazionistica è diventata ancora più grande e si schianterà sulle nostre teste con una ferocia ancora maggiore.

Potete trarre da soli le vostre conclusioni. Come molti altri – in particolare l’ex capo della FSA (Lord) Adair Turner – mi sono chiesto negli ultimi due anni se il QE non dovesse essere attuato in maniera completamente diversa nel caso in cui ne avessimo ancora bisogno, questa volta per combattere una deflazione cronica strutturale.

Anziché acquistare obbligazioni o asset, le banche centrali potrebbe finanziare la costruzione di strade, case, centrali elettriche, o anche la ricerca scientifica. Takahashi Korekiyo costrinse la banca del Giappone a finanziare direttamente la spesa pubblica negli anni '30, fino a quando l'economia reale – non il mercato azionario – non avesse raggiunto la "velocità di fuga" e si fosse liberato dalla crisi. Naturalmente le banche centrali odiano questo approccio. Esso viene condannato come "fiscal dominance". Ma questa è una polemica per un’altra volta.

Mr Jakobsen  la pensa diversamente. Pensa che
nel 2015 l'economia mondiale toccherà il fondo. Ma poi sarà completamente guarita, pronta per un meraviglioso e vigoroso “boom”.

"Tutti
allora combatteranno la deflazione, e questo sarà il prossimo grande errore dalle banche centrali. La migliore politica macroeconomica, di solito, è non fare assolutamente niente", lui sostiene.

5 commenti:

  1. Non capisco il significato della frase "Il signor Jakobsen consiglia i propri clienti di rifugiarsi nel reddito fisso. “Non ci sarà altro posto ove rivolgersi,” dice." Cosa si intende per reddito fisso ?

    alessandro

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  2. Premesso che e' una frase riportata, dal contesto direi che e' un invito a rivolgersi all'obbligazionario anziche' all'azionario, che in genere punta a guadagni in conto capitale anziche' alla cedola.

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  3. Reddito fisso? Ccà nisciuno è fisso.

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  4. Non sono assolutamente d'accordo. Il vero rifugio è la liquidità che andrà investita non prima di 8/10 mesi, se andrà bene. Temo infatti che il gioco del monopoli prima o poi finirà e il popolo troverà altre strade oltre il capitalismo che è fine a se stesso. Ne più ne meno che un'ideologia come tutte le altre. Passano tutte e resterà solo il ricordo ma solo dopo che avranno divorato il divorabile.
    Le civiltà "invincibili" sono tutte sparite. Finirà anche quella finanziaria.
    E il motivo è semplicissimo. Non sono un bisogno primario per l'uomo, ma solo per alcuni pazzoidi. Niente di nuovo nei secoli...nei millenni! Amen.

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  5. Eppure è semplice, è necessario regolamentare i movimenti dei capitali, che è l'unico modo per attenuare i danni che esso produce. Inoltre fare QE è perfettamente inutile, perché tutto il danaro immesso, a quanto pare, va soprattutto nel canale finanziario anziché in quello reale, alimentando le bolle finanziarie, divenute oggi, il cancro delle moderne economie.
    E' anche evidente che le bolle vanno nella direzione di aumentare la diseguaglianza fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, perché sono i primi che possiedono capitali e informazioni ( to', asimmetricamente vero ).
    Un signore di ottanta e più anni fa, aveva capito come funzionavano i mercati, eppure c'è ancora chi non l'ha capito.
    Il signore era Keynes.
    ps. ovviamente è solo uno sfogo, e per ribadire l'ennesima volta cosa è dannoso e cosa non lo è.

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