18/07/14

Telegraph: Con la Crisi Geopolitica che Precipita, l'Occidente Stringe il Cappio al Settore Energetico Russo

Dalle colonne del Telegraph A. E. Pritchard commenta le ripercussioni delle sanzioni occidentali sull'economia russa, che mirano a esaurire le riserve di valuta estera e congelare gli investimenti. L'incidente del jet rappresenta il casus belli per stringere il cappio al collo della Russia in maniera definitiva?


L'abbattimento di un jet della Malaysian Airlines in Ucraina orientale con 295 persone a bordo rappresenta una svolta drammatica nella crisi della regione.

L'eventuale prova che l'aereo passeggeri sia stato fatto saltare per errore da un caccia russo o da missili russi in dotazione ai ribelli separatisti nella regione del Donbass può avere enormi conseguenze politiche. Il rischio è di sanzioni da Guerra Fredda di  gravità tale che la Russia potrebbe essere tagliata fuori dal sistema finanziario globale.


Sia la Russia che l'Ucraina negano ogni responsabilità.
L'incidente arriva il giorno dopo che le sanzioni degli Stati Uniti contro il maggior produttore di petrolio della Russia e le fondamentali aziende dell'energia avevano già infranto la illusoria calma estiva sui mercati di Mosca, provocando il timore di un congelamento degli investimenti e di una crisi prolungata che potrebbe durare per anni.

I rendimenti delle obbligazioni russe a 10 anni erano saliti di 34 punti a 8.9%, ai massimi da due mesi a questa parte, già prima della notizia del disastro. I mercati si stanno svegliando alla dura realtà che lo stallo geo-strategico tra la Russia e l'Occidente sul destino dell'Ucraina non può essere facilmente aggirato o coperto con mistificazioni.

Le nuove misure annunciate dal Tesoro americano alzano il tiro e mirano ai fondamenti dell'economia russa. Esse sono destinate a bloccare l'accesso ai finanziamenti occidentali a lungo termine e ad aumentare i costi per le aziende e le banche russe, che stanno accumulando oltre 710 miliardi di $ di debito in valuta estera, principalmente in dollari.

"L'ultimo pacchetto di sanzioni degli Stati Uniti rischia di innescare un circolo vizioso", ha detto Christopher Granville, di Trusted Sources. Le misure mirano direttamente ai flussi di capitale verso Rosneft, la più grande compagnia petrolifera al mondo, che produce 4 milioni di barili al giorno e un gettito di 75 miliardi di
$ di entrate fiscali per il Cremlino. La quotazione delle azioni della società a Londra è scesa del 5.7pc.

Gli Stati Uniti hanno preso di mira anche il secondo più grande gruppo russo del gas, Novatek, così come Gazprombank, la banca russa per lo sviluppo, VEB e altre aziende leader nel settore delle armi. Il premier russo Dmitry Medvedev ha definito le misure "malefiche", mentre il ministero degli esteri russo ha promesso ritorsioni "dolorose di cui Washington risentirà profondamente".

Mr Granville ha detto che il Tesoro americano ha volutamente lasciato la porta aperta a "misure ancora più feroci", a meno che il presidente russo Vladimir Putin non interrompa il suo sostegno ai ribelli in Ucraina, cosa che per lui è quasi impossibile da fare. Il caposaldo della posizione russa è che l'Ucraina deve rimanere uno stato non allineato. Non può essere assorbita nel campo militare e diplomatico occidentale, come risulterebbe implicitamente dal suo accordo di integrazione nella UE. Putin è così profondamente coinvolto nella rivolta di Donbass che se dovesse capitolare la sua sopravvivenza politica potrebbe essere in pericolo.

Tim Ash, di Standard Bank, ha detto che le nuove sanzioni sono "un terremoto" per l'economia della Russia. "Il fatto che tali società di primo piano siano state sanzionate suggerisce gli Stati Uniti sono fatalmente seri e risoluti", ha detto. «Ora ci si domanda quali saranno le prossime aziende, e quali altre attività e finanziamenti saranno oggetto di ulteriori sanzioni. I team di gestione del rischio con tutta probabilità scaricheranno gli asset russi in loro possesso, prima di ritrovarsi con asset oggetto di sanzioni sui loro bilanci ".


Mr Ash ha detto che fa poca differenza se l'UE seguirà, dal momento che qualsiasi società europea con interessi economici negli Stati Uniti "alla fine sarà costretta ad adeguarsi". Pochi osano rischiare l'ira degli organi di vigilanza americani.

Le sanzioni non vietano ai cittadini e alle imprese statunitensi di operare in Russia, o di detenere azioni e obbligazioni di società nella lista. Né impediscono a Rosneft e Novatek la fornitura di petrolio e gas sui mercati globali. Ma impediscono agli americani di prestare denaro a scadenza superiore a 90 giorni, cosa che minaccia un lento soffocamento.

Rosneft deve rimborsare o rinnovare oltre 32 miliardi di $ nei prossimi 18 mesi, per lo più in dollari. Gli analisti di Sberbank hanno detto che il gruppo petrolifero potrebbe dover dar fondo alle sue riserve di cassa di 20 miliardi di dollari e, infine, contare su finanziamenti "anti-crisi" da parte del governo.

La Russia può resistere per un po' con le sue riserve in valuta estera superiori a 480 miliardi di $. Il rischio è un ritorno al lento declino dei primi anni '80, quando le aziende sono state costrette a congelare gli investimenti. Il paese conta sulle joint venture e la tecnologia occidentali per lanciare un programma di esplorazione di petrolio e gas, dato che nei campi della Siberia occidentale la produzione ristagna e le riserve si esauriscono.

Rosneft ha un programma di perforazione con ExxonMobil nella regione artica, e ha firmato un accordo con BP per sviluppare lo shale oil nel Volga.

L'industria petrolifera della Russia è dipendente dalle importazioni di know-how degli Stati Uniti per aprire i vasti giacimenti di shale gas del bacino di Bazhenov, un'area delle dimensioni della Francia. Il rischio politico sta diventando esorbitante.

Ian Bond, del Centre for European Reform, ha detto: "Exxon e BP hanno bisogno di riflettere molto attentamente sulla portata della loro esposizione in Russia."

La situazione è più delicata per BP, che possiede quasi il 20pc delle azioni di Rosneft in eredità dal venture TNK-BP. La società ha detto che sta studiando con attenzione le ultime sanzioni.

Mr Bond ha detto che, come l'Occidente si tira indietro, è improbabile che la Cina salverà il Cremlino. "Hanno portato avanti una contrattazione molto difficile sull'affare del gasdotto [con Gazprom] e non hanno intenzione di rinnovare il debito russo a tassi di interesse bassi in nome dell' amicizia con Putin", ha detto.

L'Europa è profondamente divisa sulle sanzioni, con la Polonia e gli Stati baltici che hanno assunto una posizione militante, mentre l'Italia e la Spagna stanno opponendo resistenza.

Eppure, i leader dell'UE hanno concordato questa settimana per ulteriori misure, chiedendo alla Banca europea per gli investimenti e alla Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo di sospendere i nuovi finanziamenti in Russia.

Soprattutto, hanno detto agli avvocati dell'UE di elaborare dei piani per cui le compagnie russe possano essere prese di mira, puntando a quelli che "forniscono attivamente materiale o sostegno finanziario ai decisori russi responsabili per l'annessione della Crimea o la destabilizzazione dell' Ucraina orientale ".

E' improbabile che il Cremlino come rappresaglia tagli le forniture di gas in Europa, poiché questo paralizzerebbe ulteriormente l'economia russa, ma potrà cercare di far fuori gli stati più piccoli uno ad uno.

"Ogni paese che si basi al 100pc sulla Russia per il gas dovrebbe preparare un piano B", ha detto Bond.

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