04/06/17

Counterpunch: Dai peones del debito agli schiavi salariati

Negli USA, per far fronte a rette universitarie in crescita, sono sempre di più gli studenti che devono accedere a prestiti per potersi garantire un'istruzione superiore. Prestiti che andranno ad aggiungersi a quelli per la casa e che nell'economia del lavoro precario e del salario minimo difficilmente saranno ripagati. L'alleanza tra finanza e settore dell'istruzione sta così creando una classe di schiavi salariati: una "società più istruita" non significa più una forza lavoro con migliori possibilità di impiego, ma con meno possibilità, perché una parte sempre maggiore dei redditi sarà usata non per comprare beni e servizi, ma per pagare il settore finanziario e la classe dei rentier. E' semplicemente una società più indebitata, un'economia che soccombe alla deflazione da debito, all'austerità e alla disoccupazione. Da Counterpunch.

 

 

 

di Michael Hudson, 2 giugno 2017

 

Gli studenti di solito non pensano a loro stessi come a una classe sociale. Sembrano una "pre-classe", perché non sono ancora entrati nella forza lavoro. Possono solo sperare di diventare parte della classe media dopo la laurea. E questo significa diventare un salariato -  in quella che poco cortesemente  è chiamata la classe lavoratrice.

 

Ma non appena contraggono un debito studentesco, diventano parte dell'economia. In questo senso, sono una classe debitrice. Ma per essere un debitore, bisogna avere dei mezzi per pagare - e i mezzi che hanno gli studenti per pagare sono gli stipendi e i salari che potranno guadagnare dopo laureati. Dopo tutto, la ragione per cui la maggior parte degli studenti ottiene un titolo di studio è perché in questo modo possono qualificarsi per un lavoro da classe media.

 

La classe media in America è composta dal settore in espansione della classe lavoratrice che ha i titoli per ottenere prestiti bancari - non solo prestiti a breve termine a tassi usurari, ma per una vita intera di debiti. Quindi la classe media oggi è una classe debitrice.

 

Piangendo lacrime di coccodrillo per la lenta crescita dell'occupazione statunitense nella depressione post-2008 (la "permanent Obama economy" in cui solo le banche vengono salvate, non l'economia), la classe finanziaria ritiene che il ruolo dell'industria e dell'economia in generale sia quello di pagare i propri dipendenti abbastanza perché possano farsi carico di un volume di debito crescente in maniera esponenziale. Gli interessi e le commissioni (le commissioni e le penali oggi rendono alle società delle carte di credito più di quanto esse ricevono in interessi) sono saliti alle stelle, e l'economia dei beni e servizi viene abbandonata alla depressione.

 

Anche se i libri di testo su moneta e sistema bancario dicono che tutti gli interessi (e le commissioni) sono un compenso per il rischio, qualsiasi banchiere che si assuma un rischio effettivo viene rapidamente licenziato. Le banche non assumono rischi. Per quello ci sono i governi (socializzare il rischio, privatizzare i profitti). Prevedendo che l'economia statunitense non si sarebbe ripresa, sotto il peso dei mutui spazzatura e di altri debiti in sofferenza che l'amministrazione Obama ha lasciato sui libri contabili nel 2008, le banche hanno insistito sul fatto che il governo garantisse tutti i debiti studenteschi. Hanno anche insistito che il governo garantisse la miniera d'oro finanziaria sepolta sotto tale debito: gli interessi di mora che continuano ad accumularsi. Quindi, che gli studenti riescano effettivamente a diventare lavoratori salariati o no, nell'emergente e fittizia economia del "come se", le banche riceveranno i loro pagamenti. Il governo pagherà le banche "come se" ci fosse una reale ripresa.

 

E se ci fosse una ripresa, allora questo significherebbe che le banche si stavano assumendo un rischio - un rischio abbastanza grande da giustificare gli elevati tassi di interesse sui prestiti agli studenti.

 

Tutto questo è semplicemente un replay di quel che le banche hanno negoziato sui mutui immobiliari. Gli studenti che riescono ad ottenere un lavoro sperano di farsi una famiglia, o almeno di entrare nella classe media. Nel mondo di oggi, il criterio più tipico per definire una vita da classe media (oltre ad avere una formazione universitaria) è il possesso di una casa. Ma quasi nessuno può comprare una casa senza prendere un mutuo. E il prezzo di un mutuo del genere è di pagare fino al 43% del proprio reddito per trent'anni, vale a dire la propria vita lavorativa potenziale (nel mondo "come se" di oggi, che presume la piena occupazione, non un'economia dei lavoretti precari).

 

Le banche sanno quanto è improbabile che i lavoratori siano davvero in grado di guadagnare abbastanza da far fronte al costo della loro istruzione e del debito immobiliare. Il costo della casa è così alto, il prezzo dell'istruzione è così elevato, l'ammontare del debito che i lavoratori devono pagare su ogni stipendio è così alto che la forza lavoro americana costa troppo per i mercati mondiali  (ad eccezione dei materiali militari venduti ai Sauditi e agli altri protettorati statunitensi). Quindi le banche insistono che il governo faccia finta che i mutui e i prestiti per l'istruzione non comportino alcun rischio per i banchieri.

 

La Federal Housing Authority (l'autorità federale per gli alloggi, ndt) garantisce mutui che assorbono fino al suddetto 43% del reddito del sottoscrittore. Oggigiorno i redditi non crescono, ma la disoccupazione sì. Quelli che una volta erano lavori da classe media sono stati ridotti a lavori da salario minimo (come da MacDonald's e altri fast food) o a lavoro precario (Uber). Anche in questi casi, le penalità crescono rapidamente quando ci sono insolvenze - tutte coperte dal governo, come se queste compensassero le banche per dei rischi che invece è il governo stesso ad assumersi.

 

Dai peones del debito agli schiavi salariati

 

Tenuto conto del fatto che un'istruzione universitaria è una condizione preliminare per entrare a far parte della classe lavoratrice (ad eccezione dei miliardari che abbandonano gli studi), la classe media è una classe di debitori - così fortemente indebitata che una volta finalmente ottenuto un lavoro, non ha alcun margine per poter scioperare, tanto meno per protestare contro le cattive condizioni di lavoro. Questo è ciò che Alan Greenspan ha descritto come l' "effetto lavoratore traumatizzato" prodotto dal debito.

 

Gli studenti pensano al loro futuro in questi termini? Cosa pensano del proprio posto nel mondo?

 

Gli studenti sono i nuovi NINJA (No Income, No Jobs, No Assets): nessun reddito, nessun lavoro, nessun patrimonio. Ma i loro genitori hanno dei beni, e sono questi ora ad essere portati via, anche i beni dei pensionati. Prima di tutto, il governo ha risorse - il potere di tassare (soprattutto i lavoratori, di questi tempi) e anche qualcosa di  meglio: il potere di  semplicemente stampare moneta (principalmente oggi il Quantitative Easing per cercare di reflazionare i prezzi delle abitazioni, delle azioni e dei titoli). La maggior parte degli studenti spera di diventare indipendente dai propri genitori. Ma, gravati dal debito e dovendo affrontare un mercato del lavoro difficile, vengono lasciati ancor più in condizioni di dipendenza. Ecco perché tanti devono continuare a vivere a casa dei genitori.

 

Il problema è che, anche se ottengono un lavoro e diventano indipendenti, restano dipendenti dalle banche. E per pagare le banche, devono essere ancor più miserevolmente alle dipendenze dei loro datori di lavoro.

 

Potrebbe essere illuminante vedere le cose dal punto di vista dei banchieri. Dopo tutto, hanno 1300 miliardi di dollari di crediti agli studenti. Infatti, nonostante il fatto che le rette universitarie stiano crescendo in tutti gli Stati Uniti, anche più dell'assistenza sanitaria (assistenza sanitaria finanziarizzata, non socializzata), le banche spesso finiscono con l'avere più spese per l'istruzione delle stesse università. Questo perché qualsiasi debito a interesse ha un tempo di "raddoppiamento", e un prestito studentesco al tasso, per esempio, del 7%, significa che i pagamenti per interessi arrivano al doppio del valore del prestito originale in soli 10 anni. (La regola del 72 fornisce un modo semplice per calcolare il tempo che un debito a interesse ci mette a "raddoppiare". Basta dividere 72 per il tasso di interesse e si ottiene il tempo di raddoppiamento).

 

E' emersa una simbiosi fatale tra il sistema bancario e l'istruzione superiore in America. I banchieri siedono nei consigli di amministrazioni delle principali università - non semplicemente   comprandosi la carica  con le donazioni, ma perché finanziano la trasformazione delle università in società immobiliari. La Columbia e la New York University sono tra i maggiori proprietari immobiliari a New York City. Come le chiese, non pagano imposte immobiliari o sul reddito, poiché si ritiene che abbiano un ruolo sociale di vitale importanza. Ma dal punto di vista privilegiato dei banchieri, il loro ruolo è quello di fornire un mercato per il debito la cui grandezza ora supera anche quella delle carte di credito!

 

A New York, Citibank ha siglato quello che è stato considerato un accordo d'interesse con l'Università di New York, che spinge gli studenti in arrivo verso la banca per farsi finanziare gli studi. Nel mondo di oggi una scuola può far pagare l'istruzione tanto quanto le banche sono disposte a prestare agli studenti - e le banche sono disposte a prestare tanto quanto i governi garantiranno di coprire, senza fare domande. Così i banchieri nei consigli di amministrazione delle scuole sostengono i costi gonfiati dell'istruzione, sapendo che quanto più le università li aumenteranno, tanto più i banchieri riceveranno in interessi e penalità.

 

E' la stessa cosa per le case, naturalmente. Quanto più il proprietario di una casa riceverà con la vendita, tanto più la banca guadagnerà grazie agli interessi sul mutuo. È per questo che tutta la crescita dell'economia statunitense sta finendo nel settore FIRE ("Finance, Insurance and Real Estate", cioè finanza, assicurazioni e proprietà immobiliari, ndt), detenuto principalmente dall'Un Per Cento.

 

In questi termini, una "società più istruita" non significa una forza lavoro con più possibilità di impiego. Significa una società con meno possibilità d'impiego, perché una parte sempre maggiore degli stipendi e dei redditi dei consumatori è usata non per comprare beni e servizi, non per mangiare in ristoranti o acquistare i prodotti dell'industria, ma per pagare il settore finanziario e la classe alleata dei rentier. Una società più istruita, sotto queste regole, è semplicemente una società più indebitata, un'economia che soccombe alla deflazione da debito, all'austerità e alla disoccupazione, salvo l'occupazione al minimo salariale.

 

Per mezzo secolo gli americani hanno immaginato di diventare sempre più ricchi indebitandosi per acquistare le proprie case e istruire i propri figli. La loro ricchezza si è rivelata ricchezza per le banche, gli obbligazionisti e altri creditori, non per i debitori. Quella che era applaudita come la "classe media" si è rivelata essere semplicemente una classe lavoratrice indebitata.

Nessun commento:

Posta un commento